Ivanisevic: "Non abbiamo ancora rinunciato a Miami. Il prossimo obiettivo di Djokovic è il Roland Garros"

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Ivanisevic: “Non abbiamo ancora rinunciato a Miami. Il prossimo obiettivo di Djokovic è il Roland Garros”

“La gente può dire ciò che vuole sull’infortunio di Novak, ma è tutto documentato. Lui è andato oltre i limiti e ha dimostrato che tutto è possibile” afferma Goran Ivanisevic, coach di Djokovic

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Intervistato da Sasa Ozmo per Tennis Major, Goran Ivanisevic è tornato sull’inizio di stagione di Novak Djokovic, sull’infortunio fronteggiato in Australia, sulla possibilità di poter ancora gareggiare a Miami e sugli obiettivi per la stagione sulla terra. Un bilancio che parte dalle considerazioni relative alla partecipazione di Novak al torneo di Dubai, dove il serbo è stato sconfitto da Daniil Medvedev, che poi ha vinto il torneo. E poi la questione del GOAT…

D: A Dubai, cosa ha funzionato e cosa no?
Nel primo match Novak ha giocato così così, sono stato impressionato dal livello espresso da Machac, non so come sia possibile che sia n. 130 del mondo e spero possa salire in fretta. Nei due incontri successivi, Novak ha giocato in modo notevole. Contro Medvedev, era presente mentalmente ma forse era turbato dal divieto di entrare negli Stati Uniti. Ha sprecato molti punti in quel match e, contro Medvedev, bisogna essere paziente e Novak non lo è stato.

D: Quindi, nell’incontro con Medvedev, Novak sapeva già del mancato permesso di andare negli Stati Uniti?
Purtroppo sì. Desiderava fortemente giocare in America ed è una buona cosa che il divieto venga meno in maggio, così potrà giocare allo US Open e nei tornei prima di New York.

D: Avete rinunciato a Miami oppure…
Non abbiamo rinunciato. Vuole giocare e mi piacerebbe che glielo permettessero. Sarebbe fantastico per lui e per il tennis. Se non sarà così, non sarà la fine del mondo. Altrimenti, per quanto riguarda la preparazione per la stagione su terra, non sono sicuro che giocare a Miami sia la migliore soluzione. Dipende da Novak, se è preparato mentalmente e se si sente combattivo, come lo è stato in Australia, allora tutto è possibile.

D: Ci sono state molte speculazioni a proposito dell’infortunio di Novak. Cosa risponderesti ai dubbiosi, a coloro che sostengono sia impossibile giocare con quel tipo di infortunio?
Non so come definire queste persone… Tutto è stato documentato – la risononza magnetica, i pareri dei medici e dei radiologi, ecc. Non vuole farlo adesso, ma Novak ha detto che vorrà rendere pubblico tutto ciò a tempo debito. Tutto è possibile nella vita. Come ho detto, pensavo fosse impossibile nel 2021, ma ci è riuscito. Lo stesso medico che consultò all’epoca, ci ha detto quest’anno che è impossibile e che non aveva mai visto una cosa simile in vita sua. Alcune persone affrontano meglio il dolore, altre no. Voi eravate presenti ai suoi allenamenti, avete visto tutto. Alcuni si svolgevano come al solito, altri erano diversi… Non so come dire, si limitava solo a colpire la palla senza muoversi. Quando le condizioni della gamba erano migliorate, per la finale, ha giocato forse il match più difensivo dei sette incontri, da quando poteva muoversi meglio. Non possiamo impedire alle persone di dire questa o quella cosa, che ognuno pensi ciò che vuole. La gente parlerà sempre di questo o di quello, la cosa importante è che Novak abbia sollevato il trofeo.

D: Quali sono i programmi per la terra? Novak ha detto che vuole cominciare meglio questa parte di stagione.
Prima di tutto, nulla è paragonabile all’anno scorso, un anno a cui non sarebbe sopravvissuto un essere umano normale. Dopo tutto quello che è successo in Australia, stava male ed era a letto per dieci giorni prima dell’inizio della stagione su terra. A Montecarlo, riusciva appena a respirare, è andata un po’ meglio a Belgrado e poi ha cominciato a giocare meglio – Madrid, Roma, ha fatto quarti di finale al Roland Garros (contro Nadal). Onestamente, non so ancora cosa sia successo… Novak non era ancora pronto mentalmente per lottare con Nadal, che è stato migliore ed ha meritato di vincere. Quindi, quest’anno, la cosa più importante è rimanere in salute e prepararsi davvero bene fisicamente. Naturalmente, il nostro obiettivo più importante è il Roland Garros, ha bisogno di essere pronto a dare tutto in quel torneo. Può farcela. Nadal è il favorito sulla terra finché potrà camminare, ma Novak è mentalmente pronto, può battere chiunque.

D: Tra 10 o 15 anni, dopo la fine della sua carriera, come pensi che il tennis ricorderà Novak?
Penso che la questione del GOAT rimarrà sempre aperta perché dipende dalle preferenze personali. Personalmente, lo ricorderò come il più grande giocatore di tutti i tempi e un uomo che ha superato tutti i limiti. È come se fosse uscito da The Twilight Zone: risultati fuori dalla realtà, colpi impensabili, tutto è irreale… A volte lo guardo e non penso sia possibile quello che sta facendo – ma lo guardo mentre lo sta facendo. E non solo sta continuando a farlo, ma lo fa sempre meglio. Verrà ricordato come un grande lottatore che ha dimostrato che tutto è possibile.

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