Le differenze salariali nel tennis: una tesi di laurea per comprenderne origini e soluzioni

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Le differenze salariali nel tennis: una tesi di laurea per comprenderne origini e soluzioni

Swiatek e Gauff sfondano il tetto dei 20 milioni di dollari, ma il gender gap resta ampio. La fusione ATP-WTA e una miglior organizzazione sono le chiavi per ridurre il divario con gli uomini

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Coco Gauff - US Open 2023 (foto: usopen.org)
 

“Cercare di spiegare, raccontare e trovare possibili soluzioni alle differenze di genere è un’attività dispendiosa ma necessaria per comprendere meglio la società in cui siamo inseriti. Le disparità tra uomini e donne sono molteplici, non soltanto a livello puramente biologico: politica, lavoro, istruzione, economia, vita pubblica e/o privata, sport e molti altri campi che non staremo ad elencare”.

Sono queste le primissime righe dell’introduzione della tesi di laurea triennale in Scienze della Comunicazione, consegnata il 15 ottobre 2023 e approvata il successivo 9 novembre dalla commissione UniTo (Università degli Studi di Torino) in cui mi sono recentemente laureato.

Il titolo della tesi è: Le differenze salariali nel mondo del tennis: i motivi e la comunicazione di un tema spinoso. Da tempo il tennis è lo sport che paga di più le sue stelle, come dimostrato anche dall’ultima classifica delle atlete più pagate su scala globale. Sette delle prime otto protagoniste sono infatti tenniste, con Coco Gauff e Iga Swiatek (prime due in graduatoria) a sfondare il tetto dei 20 milioni di dollari guadagnati tra campo e sponsor.

Il confronto con i colleghi uomini, tuttavia, resta molto difficile da sostenere a livello economico. Se è vero che alcuni dei più grandi tornei garantiscono la parità salariale, come ad esempio i quattro Slam, è altrettanto vero che la maggior parte delle competizioni tennistiche offre prize money molto più importanti agli uomini.

Scorrendo le pagine della tesi si cercherà di capire ed illustrare le ragioni per cui esistono queste differenze. Si parte da un’analisi del momento tennistico attuale, passando poi per il ruolo chiave ricoperto in passato da Billie Jean King in questi discorsi fino ad arrivare ad alcuni doverosi interrogativi verso un futuro incerto.

Struttura e obiettivo della tesi

La tesi è suddivisa in cinque capitoli, preceduti da una breve generale introduzione al vastissimo argomento delle differenze di genere e seguiti da conclusioni, bibliografia e sitografia. Di seguito è riportato l’indice con i titoli dei diversi capitoli e le pagine di riferimento nel PDF caricato a fine articolo, che contiene la tesi completa.

  • Introduzione (pagina 9)
  • Capitolo 1 – Generare interesse in un periodo di transizione: il compito non semplice di ATP e WTA (pagina 12)
  • Capitolo 2 – Dalla confusione al professionismo (quello vero). L’importanza di Billie Jean King, una donna avanguardistica portatrice di uguaglianza (pagina 18)
  • Capitolo 3 – ATP e WTA: che cosa sono e come operano due delle istituzioni più importanti del tennis mondiale (pagina 25)
  • Capitolo 4 – Di doman non v’è certezza: la sostenibilità del tennis è a rischio? (pagina 39)
  • Capitolo 5 – Arabia Saudita: ancora di salvezza o specchietto per le allodole? (pagina 50)
  • Conclusioni (pagina 56)
  • Bibliografia e autori (pagina 61)
  • Sitografia (pagina 65)

Lo scopo principale di questo lavoro non è soltanto quello di portare alla luce le evidenti differenze tra i due circuiti, ma anche di capire perché queste esistono e quali potrebbero essere alcune strade da percorrere per, se non eliminarle completamente, quantomeno ridurle.

Se ne parla da tempo, ma un’eventuale fusione tra ATP e WTA – che, ad esempio, avendo accordi distinti con le TV hanno anche cifre diverse da redistribuire – potrebbe essere un buon punto di partenza. Un altro aspetto chiave da considerare è l’obiettivamente rivedibile qualità comunicativa e organizzativa del circuito femminile.

Negli ultimi anni sono stati combinati autentici disastri con le WTA Finals, il prodotto di punta del tennis femminile, e anche a livello social il gap con l’ATP resta molto elevato. I margini di miglioramento ci sono tutti: se si vorrà davvero progredire in futuro, il primo passo da compiere sarà prendere atto dell’esistenza di un problema.

I modi per provare a risolverlo di certo non mancano.

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