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ATP

Joao Fonseca e l’avvicinamento ai grandi: il suo percorso riparte da Halle

Primo nato nel 2006 a vincere una partita ATP, il brasiliano ha rinunciato alle qualificazioni del Roland Garros per concentrarsi sull'erba. Una scelta originale e intelligente

Last updated: 20/06/2024 11:16
By Andrea Mastronuzzi Published 18/06/2024
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6 Min Read
Joao Fonseca - Bucarest 2024 (foto Florin Baltatoiu)
Joao Fonseca - Bucarest 2024 (foto Florin Baltatoiu)


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Per ora c’è soltanto una cosa oggettiva che accomuna Joao Fonseca e Carlos Alcaraz: il fatto che entrambi abbiano vinto la loro prima partita nel circuito ATP a 17 anni nel torneo di Rio de Janeiro (che si trova a 10 minuti di distanza da casa di Joao). Poi c’è un altro elemento, piĂą soggettivo e aleatorio, che solo il tempo potrĂ  confermare o smentire: quella sensazione che Fonseca diventerĂ  forte, molto forte. Un’idea che quasi tutti si erano fatti vedendo le prime partite “serie” di Alcaraz. Il brasiliano è al momento alla posizione numero 217 del ranking mondiale e di strada davanti ne ha ancora parecchia. Dalla sua, però, oltre al talento sembra giĂ  esserci una maturitĂ  di pensiero indispensabile per non cadere nella trappola della fretta e della spavalderia.  

Del resto, il modello da seguire è lì in bella vista, sul trono del tennis mondiale: da lassĂą la “cultura Sinner”, ovvero la cultura del lavoro, della programmazione, delle scelte a volte anche impopolari, non può che iniziare a diffondersi tra i team che hanno a che fare con giocatori così promettenti. E così Fonseca, dopo due quarti di finale ATP sulla terra e la prima vittoria in un 1000 a Madrid, ha deciso di saltare il Roland Garros per dedicare piĂą tempo alla stagione sull’erba. Una scelta che rifiuta di accodarsi all’atteggiamento diffuso (oggi evidentemente meno) nei confronti di una superficie spesso considerata come un polveroso segno del passato (se non come un fastidio a tutti gli effetti) e che è senza precedenti per giocatori di quell’etĂ , oltretutto dimostratisi giĂ  competitivi sulla terra.  

Di solito chi preferisce il verde al rosso lo fa per necessitĂ  – alla ricerca di un tennis piĂą veloce che richieda meno resistenza – o per convenienza – nella consapevolezza che il proprio gioco si adatti molto meglio all’erba che alla terra. Per Fonseca niente di tutto questo, ovviamente. Lasciamo alle sue parole la spiegazione: “Penso che sia molto importante per me, per il mio gioco, giocare questa stagione sull’erba – ha dichiarato al sito ufficiale dell’ATP – Mi aiuta ad essere piĂą aggressivo e ad andare a rete. Devi dare piĂą importanza al tuo servizio, perchĂ© è la tua arma migliore su un campo in erba. Queste piccole cose sono molto importanti per il mio processo”. Anche in queste dichiarazioni l’influenza di Sinner e di Alcaraz risuona in maniera chiara. Sia Jannik che Carlos, infatti, non hanno mai snobbato l’erba vedendovi una palestra per migliorare alcuni aspetti del proprio gioco e venendo poi ripagati dai risultati.

Frenando gli entusiasmi della Federazione brasiliana che aveva spinto perchĂ© il Roland Garros desse a Fonseca una wild card per le qualificazioni, Joao e il suo team hanno deciso che Parigi può aspettare. Le occasioni in futuro non mancheranno e, in questa fase della crescita del brasiliano, è piĂą importante portarlo fuori dalla comfort zone. A dispetto dei 17 anni (18 ad agosto), Joao sembra aver assimilato facilmente questo approccio: “Direi che il tennis è fatto di step, quindi è importante giocare i tornei Challenger per fare un po’ di esperienza in piĂą. Ovviamente volevo arrivare il piĂą velocemente possibile nel circuito ATP, ma bisogna fare un passo alla volta. Dopo Rio e Bucarest ho fatto un grande salto. Tutto è stato molto piĂą veloce di quanto potessi immaginare. Ora, un passo dopo l’altro, voglio affermarmi a livello ATP”.

Il brasiliano ha ricevuto una wild card per Halle dove esordirĂ  contro Duckworth. Nelle scorse due settimane, nei Challenger di Surbiton e Nottingham, ha raccolto le sue prime due vittorie sull’erba tra i grandi, dopo aver giocato su questa superficie anche a livello junior (raggiungendo i quarti nel Wimbledon riservato agli under 18). Lui steso ha ammesso che è “molto diverso giocare sull’erba con i professionisti rispetto agli juniores”. Fin qui, però, Joao è riuscito a confermare quanto mostrato a livello giovanile: “Credo che tutto sia iniziato dopo lo US Open, dove ho vinto il titolo junior. Mi ha dato piĂą fiducia per iniziare bene quest’anno e per l’approccio al tour ATP, finendo la mia carriera da junior da numero 1. Ho iniziato a giocare piĂą Challenger ed è stato diverso per me. Giocavo semplicemente a tennis, perchĂ© non avevo la maturitĂ  necessaria per affrontare giocatori esperti che avevano giĂ  disputato molti Challenger. Sono molto contento del modo in cui sono cresciuto, non solo nella tecnica e nel fisico, ma anche nella maturitĂ . Penso di aver fatto molto bene in questi due mesi e spero di fare ancora molti progressi nel corso di quest’anno“.

Il 2024 di Fonseca è partito dal numero 727. Ora è già a ridosso della top 200 e l’obiettivo top 100 entro fine anno non è affatto irrealistico. Non è però la priorità, come dimostrato dalle scelte di programmazione. La priorità è il processo.


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TAGGED:ATP Halle 2024Joao Fonseca
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