Mentre gli occhi degli italiani svegli sono quasi tutti per Jannik Sinner e Lorenzo Sonego, dopo l’uscita di scena di Zheng e Paolini il tabellone femminile perde un’altra testa di serie pesante. Elena Rybakina viene infatti sconfitta da Madison Keys, autrice di un terzo set impeccabile. Per la statunitense ai quarti ci sarà Elina Svitolina, che lascia soltanto cinque game a Veronika Kudermetova. Ecco come sono andate le partite.
[19] M. Keys b. [6] E Rybakina 6-3 1-6 6-3
Madison Keys (29 anni, numero 15 del ranking mondiale) si qualifica ai quarti di finale dopo aver battuto in tre set la testa di serie numero 6 Elena Rybakina (27 anni, numero 7 della classifica WTA) con il punteggio di 6-3 1-6 6-3 in un’ora e 49 minuti di gioco al termine di una partita contrassegnata dai colpi di scena. Keys, dopo aver annullato una palla break nel corso del secondo game, prende in mano la partita, approfittando degli errori gratuiti dell’avversaria: l’americana controlla lo scambio e, appena ne ha la possibilità, lascia andare il dritto, scappando sul 3 a 1. Rybakina, con il passare dei minuti, perde le misure perfino con il servizio: la percentuale di prime palle in campo si abbassa e, sul 3 a 5, la testa di serie numero 6, in totale confusione emotiva e tecnica, regala il set con due doppi falli consecutivi (6-3 Keys). Nel secondo parziale i ruoli si ribaltano fin da subito e Madison, nonostante il vantaggio, perde il controllo dei nervi, regalando un ‘early break’ con una serie di errori non forzati: Keys continua a sbagliare, si perde anche lei nel labirinto emotivo dei doppi falli e viene travolta dalla potenza di una Rybakina finalmente centrata.
Elena, nel quinto game, mette a segno un altro break (4-1) e poi, in totale trance agonistica, ancora un altro: 6-1 per la kazaka. Nel terzo e decisivo parziale l’americana, ormai spalle al muro, sopravvive nel secondo game, annullando la bellezza di quattro palle break: le montagne russe della partita premiano improvvisamente Keys che ritrova la brillantezza migliore (3 a 1 per lei): il controbreak di Rybakina (3 pari) diventa così una piccola parentesi all’interno di un terzo set praticamente perfetto di Keys, che spezza definitivamente il match con un parziale di 3 game consecutivi, chiudendolo con una splendida risposta vincente di dritto: per Madison, nel terzo e decisivo set, 12 colpi vincenti (di cui tre risposte, tutte fulminanti). L’ex numero 7 del mondo, nei quarti di finale con Svitolina, proverà a raggiungere la terza semifinale all’Australian Open.
[28] E. Svitolina b. V. Kudermetova 6-4 6-1
Elina Svitolina torna nei quarti di finale dell’Australian Open dopo sei anni: la giocatrice ucraina (30 anni, numero 27 del ranking WTA) ha sconfitto Veronika Kudermetova (27 anni, numero 75 della classifica mondiale) con il punteggio di 6-4 6-1 in un’ora e 23 minuti di gioco. Kudermetova, dopo aver dominato i primi game dell’’incontro (due break di vantaggio, 4 a 1 e servizio) si è fatta travolgere dall’avversaria senza più riuscire a ritrovare le certezze del proprio tennis: la nativa di Kazan ha servito molto male (43% di prime palle) e ha lentamente perso le misure del campo, chiudendo la partita con 27 errori non forzati (in 17 game), a fronte di 16 colpi vincenti. Sul calo inesorabile di Kudermetova ha verosimilmente influito il problema agli addominali per il quale ha richiesto l’intervento della fisioterapista nel corso del primo set: da quel momento la russa ha conquistato un solo game, recuperandolo peraltro dal 30-40.
Svitolina, dopo la partenza in salita, ha completamente cambiato passo, spezzando la partita con un parziale di 6 game consecutivi (da 1-4 a 6-4 1-0), che è poi diventato di 11 game a 1: l’ex numero 3 del ranking mondiale si è tranquillizzata con il passare dei game, riducendo all’osso il numero degli errori non forzati e mettendo in campo tutta la sua esperienza. Svitolina, con il vento del punteggio a favore, ha inoltre deliziato gli spettatori con un paio di giocate davvero notevoli, come ad esempio il recupero di rovescio che le ha regalato i set point nell’ultimo gioco del primo parziale oppure come il favoloso lob – sempre di rovescio – con il quale ha messo la firma sul dominio della seconda parte della partita.
