Il “Caso Sinner” ha caratterizzato gli ultimi mesi del tennis mondiale e, da quando è stata ufficializzata la squalifica di tre mesi del numero 1, le reazioni dei giocatori e degli addetti ai lavori non si sono fatte attendere: commenti a volte lucidi, a volte disinformati, a volte un po’ superficiali.
L’ultima voce che si è unita all’inevitabile coro rumoroso delle opinioni è stata quella di Juan Martin del Potro: l’ex numero 3 del mondo, ritiratosi ufficialmente all’inizio del 2022, lo scorso dicembre ha salutato definitivamente il circuito disputando una commovente esibizione con Novak Djokovic a Buenos Aires. L’argentino, nel corso di una conferenza stampa a Rio de Janeiro (dove era in corso di svolgimento l’ATP 500 vinto da Sebastian Baez, premiato in campo proprio da Palito), si è espresso così sulla sospensione di Jannik: “Non conosco i dettagli della vicenda e oltretutto non faccio più parte del circuito però sinceramente mi sembra una situazione abbastanza strana e un po’ bizzarra. Dal momento in cui è stato trovato positivo al momento in cui la storia è stata resa pubblica sono passati diversi mesi. Secondo me è assurdo che non ci sia stato nessun tipo di comunicazione ufficiale per così tanto tempo. Le tempistiche non mi hanno convinto, sono un po’ confuso: non posso dire se Sinner sia innocente o colpevole, se sia stata colpa del fisioterapista oppure no, ma certamente in questa storia tutte le parti in causa hanno perso un po’ di credibilità, dall’ATP al sistema antidoping, fino ad arrivare all’immagine pubblica di Sinner. Non è stata una bella vicenda per il nostro sport”.
