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Interviste

ATP Queen’s, Draper: “Prima ero come una Ferrari con il motore di una Toyota”

Il britannico svela il segreto del successo su Popyrin: "Durante il tie-break decisivo ho preso una racchetta con una tensione diversa. È stata la mossa vincente"

Last updated: 19/06/2025 13:29
By Carlo Galati Published 19/06/2025
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6 Min Read
Jack Draper – ATP Queen's 2025 (foto via Twitter @the_LTA)

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Alle volte di solo talento non si vive e non si vince. Certe partite vanno conquistate di cattiverie e nervi: sangue sudore e lacrime. Così è stato per Jack Draper nel proprio ottavo di finale al Queen’s dando meno spettacolo di quello brillante e scoppiettante che aveva incantato nel turno precedente, ma ne ha mostrato una versione ancora più preziosa: quella del giocatore che vince quando non è nella sua giornata. Il 22enne britannico si è imposto su Alexei Popyrin per 3-6, 6-2, 7-6(6), al termine di una battaglia intensa, decisa da un tiebreak nel quale ha fatto la differenza il coraggio, la lucidità… e anche un’intuizione degna di un veterano.

Sezioni
Il dettaglio che fa la differenzaObiettivo Wimbledon 

“Oggi non ero al meglio, non mi sentivo al massimo, ma sono riuscito a venirne fuori e a darmi un’altra possibilità”, ha raccontato mercoledì Draper in conferenza stampa, consapevole di aver strappato una vittoria che vale tanto in termini di fiducia. “Ho sempre cercato di lottare punto su punto, è qualcosa che mi porto dietro da quando ero bambino. Anche grazie a mio fratello maggiore e ai coach che mi hanno spinto ad essere competitivo fin da subito”.

Il dettaglio che fa la differenza

Sul 5 pari del tie-break decisivo, dopo un errore in risposta, Draper ha deciso di cambiare racchetta. Una mossa non proprio comune in quel momento della partita. “Avevo una racchetta nel borsone con una tensione leggermente più alta rispetto alle altre. Durante il match mi era sembrato che la palla mi scappasse un po’ troppo dal piatto corde, così ho pensato: ‘Proviamo’”, ha spiegato. “La mia risposta è finita vicinissima alla linea, ho vinto il punto. Poi ho giocato due punti davvero buoni. Dopo il match ho detto al mio coach: ‘Andiamo avanti con quella tensione‘“.

Scelte tecniche e coraggio nei momenti decisivi, come anche nella chiusura, in cui ha messo due ace consecutivi e un vincente di rovescio che ha mandato in visibilio il pubblico del centrale. “In quei momenti devi essere coraggioso. Non puoi tirarti indietro, specialmente su questi campi così veloci. Nelle ultime partite avevo sbagliato tanti colpi per mancanza di convinzione. Stavolta invece ho creduto nel colpo e ha pagato. Se potessi, lo farei ogni punto, ma purtroppo non funziona così”.

Lo stesso Draper non si nasconde: “Non penso di aver giocato un gran tennis finora, anche se ho servito bene e ho lottato duramente. I colpi da fondo non sono ancora puliti come vorrei, e la gestione dei punti può migliorare. Però sto crescendo, e il mio obiettivo è arrivare al top per Wimbledon. Ogni giorno voglio darmi la possibilità di migliorare”. Il britannico sa bene che questo Queen’s è un’opportunità fondamentale per affinare sensazioni ed equilibri su erba.

E a sostenere la sua rincorsa, oltre ai tifosi, c’è un supporto speciale. “Il pubblico oggi è stato fondamentale. Specialmente nel secondo e terzo set mi hanno dato l’energia che mi mancava. Non mi sentivo benissimo fisicamente e loro mi hanno aiutato ad accendersi. Verso la fine sembravano esausti anche loro, ma sono stati decisivi”. Poi un pensiero alla famiglia, presente in tribuna, con un’attenzione particolare: “Non posso perdere davanti a mio nonno, capite cosa intendo? Lui vive ogni punto con me, e sapere che c’è mi spinge a dare ancora di più. Per me, la famiglia è tutto”.

Obiettivo Wimbledon 

Con la sconfitta di Taylor Fritz, a Draper potrebbe bastare un’altra vittoria per garantirsi la testa di serie numero 4 a Wimbledon, evitando così Alcaraz e Sinner fino a una possibile semifinale. Una motivazione extra? Non per lui. “Onestamente non ci penso. È importante, sì, ma non è qualcosa che influisce sul mio approccio. Penso solo a fare bene quello che posso controllare. Se poi mi ritroverò in quella posizione, meglio, ma intanto voglio solo prepararmi al meglio per il prossimo match”.
“Ho sempre lavorato tanto fuori dal campo. Prima però ero un po’ come una Ferrari con il motore di una Toyota: bello da vedere, ma mi rompevo spesso (non saranno contenti gli amici della casa giapponese n.d.c.). Ora invece mi sento più solido, più costante. I match in Australia a inizio anno mi hanno fatto superare un ostacolo. Sento di avere più energia, più fiducia. E il fisico mi sostiene”.
E sul look da guerriero con la canotta senza maniche, ci scherza su: “È solo colpa di Nike (ride), me ne hanno date un paio e le ho messe. Non è per fare scena, ma grazie per aver detto che sto bene”.
Ora Jack si prepara ai quarti, con un giorno di riposo per allenarsi e recuperare. L’obiettivo dichiarato è chiaro: “Voglio arrivare pronto a Wimbledon. So che posso ancora crescere molto in questi giorni, e ogni match che riesco a giocare qui mi avvicina al livello che cerco”.
Per ora, però, si gode un successo arrivato con il cuore, con la testa… e anche con una racchetta dal tensione “magica”.


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TAGGED:atp queen's 2025evidenzaJack Draper
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