Joao Fonseca ha approcciato nuovamente il tennis su erba dopo l’unico incontro della scorsa stagione, ovvero la sconfitta al primo turno a Halle per mano dell’australiano Duckworth. Nel 2025 altro primo turno in Germania con Cobolli che lo supera al fotofinish ma anche prima vittoria sul verde a Eastbourne (con Bergs) e sconfitta assai onorevole con il futuro vincitore del torneo Taylor Fritz.
“La superficie è una nuova esperienza” – dice Joao in conferenza stampa – “mi sto abituando. Ho giocato quest’anno alcuni buoni incontri e devo dire che mi piace. Bisogna focalizzarsi molto sui propri turni in battuta e sulle opportunità che arrivano”. In merito alla sessione d’allenamento che ha avuto con Carlos Alcaraz, Fonseca riferisce di non aver parlato molto di gioco: “Sì, qualcosa sul tennis, ma soprattutto abbiamo parlato della vita di tutti i giorni. Non abbiamo molte occasioni per farlo, così gli ho posto qualche domanda in più; abbiamo parlato di famiglia, di quello che è alla base di tutto. Bell’allenamento e bella chiacchierata”.
Gli viene chiesto in merito al britannico Jacob Fearnley, il suo primo avversario nel tabellone; il tifo per lui sarà come quello del popolo brasiliano per te? “Non penso possano arrivare a tanto” – sorride lui – “e in ogni caso spero che qualche mio connazionale arrivi. In generale sarà bello giocare sul Campo numero 1; Jacob è un amico e un ottimo tennista. È tutto bello e ogni giorno per me è la prima volta di qualcosa. Wimbledon è un sogno, ogni ragazzino che vuole giocare a tennis desidera arrivare qui. Ogni cosa è perfetta, persino i fiori; è lo Slam numero uno per me, per la storia, la tradizione. Sì, per noi brasiliani c’è il Roland Garros, ma qui è speciale”.
Joao parla delle sue impressioni con il candore di un ragazzino che si avvicina per la prima volta alla fiera del paese o al circo; poi le domande passano proprio alla specificità di essere teenager nel circuito. Le difficoltà di uno junior che passa tra i grandi sono soprattutto mentali: “Devi capire che ci vorrà tempo per fare esperienza. Essere un buon junior non ti garantisce nulla; ti capiterà di giocar bene e di perdere, perché il nostro è uno sport di opportunità, e se le lasci scappare perdi, anche se hai giocato bene. Con Fritz è stato così; perdi una chance ma devi focalizzarti sul punto successivo”.
Un pensiero alla finale di Parigi: “È stata una grande fonte d’ispirazione. All’inizio Alcaraz era nervoso mentre Sinner colpiva alla perfezione; poi Carlos ha reagito benissimo mentalmente e Jannik si è un po’ irrigidito. C’è moltissimo da imparare in un match come quello”.