[2] C. Alcaraz b. [1] J. Sinner 5-0 rit.
Carlos Alcaraz approfitta del ritiro di Jannik Sinner e vince la 124esima edizione del Cincinnati Open: il numero 1 del mondo – in grande difficoltà dal punto di vista fisico – ha provato a mettere in campo tutto quello che aveva ma è stato costretto ad alzare bandiera bianca per via di un malessere dopo appena 23 minuti di gioco, sul punteggio di 5 a 0 per il suo avversario.
Jannik ha vinto il sorteggio e ha deciso di iniziare il match al servizio ma fin da subito si è capito che qualcosa non andava nel motore del campione in carica: Sinner ha perso il primo turno di battuta a zero, si è toccato la zona dello stomaco e, forse, in quel momento, si è resto definitivamente conto che non era la sua giornata. Ha cercato di accorciare gli scambi, spingendo al massimo con il dritto, ma, dopo aver ceduto il terzo turno di servizio con un doppio fallo, ha chiesto l’intervento del dottore e, dopo un brevissimo consulto, ha deciso di abbandonare: “Mi gira la testa, mi sento male, non riesco a muovermi. Mi dispiace per gli spettatori ma non ce la faccio.”
Alcaraz ha subito cercato di consolare l’avversario e Sinner gli ha confidato che se non fosse stato per l’importanza della finale non sarebbe nemmeno sceso in campo. Il pubblico ha reagito all’annuncio del ritiro di Jannik con un boato di disapprovazione e il numero 1 ha guadagnato il centro del campo per scusarsi, per poi dichiarare, nel corso della cerimonia di premiazione: “Mi dispiace tantissimo, so di avervi deluso. Non mi sono sentito bene da ieri, speravo che la situazione migliorasse nel corso della notte ma purtroppo è perfino peggiorata. Oggi è lunedì, so che molti di voi hanno rinunciato a un giorno di lavoro per essere qui e vi chiedo ancora scusa”. In attesa di notizie più chiare possiamo dedurre, dalle parole di Jannik, che non si è trattato di un colpo di calore improvviso ma, in effetti, di un malessere che ha colpito il numero 1 nella giornata di domenica.
Carlitos ha poi ammesso: “Non mi piace vincere in questo modo, se un grande campione, sono sicuro che ti riprenderai presto e che tornerai anche più forte di prima”.
Per Carlos si tratta del 22esimo titolo della carriera, l’ottavo a livello 1000: è il secondo tennista più giovane della storia (dopo Nadal), da quando esiste la categoria, a raggiungere quota 8 Masters 1000 (una categoria di tornei dove non perde un match dal secondo turno di Miami con Goffin, da quel momento ha vinto 17 partite consecutive tra Montecarlo, Roma e, appunto, Cincinnati) E’ il sesto trionfo del suo 2025 (nuovo record personale) e il primo a Cincinnati dopo la splendida sconfitta con Djokovic di due anni fa. Il ritiro di Sinner gli consente, oltretutto, di arrivare a 54 attore stagionali: era dal 2015 che un giocatore non arrivava a quota 54 prima dello US Open (in quel caso ce la fecero sia Djokovic che Murray, con 56). Carlitos comincerà – virtualmente – lo US Open (dove difende i 50 punti del secondo turno dell’ultima edizione) da numero 1 del mondo: Sinner, in sintesi, per confermare la prima posizione nel ranking ATP, dovrà ottenere un risultato migliore dello spagnolo. Un’eventuale finale tra Jannik e Alcaraz, di conseguenza, metterà in palio, oltre a un titolo dello Slam, anche il trono del tennis mondiale.
Primo set: Sinner non c’è e si ritira dopo 23 minuti di gioco
Sinner vince il sorteggio e sceglie di servire: fin dai primi scambi, però, il numero 1 appare in grande difficoltà dal punto di vista fisico e, dopo aver perso il primo turno di battuta a zero, prova a scuotersi cercando di accorciare gli scambi e di spingere a tutta con il dritto, senza mai, però, trovare il campo. Jannik è appannato, e i suoi piedi sembrano piantati sul cemento del P&G Center Court: la palla di Alcaraz vola e la situazione atletica dell’italiano sembra addirittura peggiorare con il passare dei minuti. Carlitos mette a segno un altro break e si rende conto delle condizioni del rivale (3 a 0, con occhiata perlustratva verso l’avversario) e poi, un altro ancora (5 a 0): Sinner è sconsolato, chiede l’intervento del dottore ma il consulto si trasforma in un rapido flusso di coscienza. “Mi gira la testa, mi sento male, non riesco a muovermi. Mi dispiace per gli spettatori ma non ce la faccio.” Il match finisce ancora prima di cominciar e Mohamed Lahyani, dopo appena 23 minuti di gioco, annuncia il ritiro del numero 1: il pubblico rumoreggia ma poi “accetta” immediatamente le scuse di un Sinner pallido e visibilmente svuotato.
