Taylor Townsend è stata costretta a scusarsi dopo aver pubblicato una serie di video nelle proprie ‘Stories’ su Instagram in cui prendeva in giro il buffet della cena di gala delle Billie Jean King Cup Finals di Shenzhen: “Queste persone stanno letteralmente uccidendo delle rane”.
Townsend, attuale numero 1 del mondo della classifica di doppio, si trova a Shenzhen, in Cina, dove appunto rappresenta gli Stati Uniti nella Final Eight della Billie Jean King Cup. Durante una cena con le compagne di squadra Townsend ha pubblicato una serie di video del buffet, soffermandosi su una ciotola di oloturie (cetrioli di mare): “È una cosa assurda, questa inquadratura è davvero fuori di testa. È folle, non ne avevo mai vista una da vicino — soprattutto non da mangiare”.
E poi, ancora: “È la cosa più folle che abbia mai visto… e la gente la mangia”. Oppure: “Devo parlare con le risorse umane… perché che diavolo… tartaruga e rana toro è una cosa fuori di testa”.
Townsend ha poi pubblicato online un altro video, nel corso del quale – evidentemente ancora non soddisfatta – ha alzato ulteriormente i toni: “Onestamente sono davvero scioccata da ciò che ho visto al buffet della cena. Queste persone stanno letteralmente uccidendo rane… ‘Rane toro’, per la precisione. Ma non sono velenose? Non sono quelle che ti fanno venire verruche, foruncoli e cose del genere? E il fatto che sia tutto stufato con peperoncini, peperoni e cipolle… E poi ci sono i cetrioli di mare lì che ti fissano, insieme ai noodles. L’unica cosa che vorrei davvero mangiare. In generale darei a questo buffet un solido 2 su 10, perché è davvero folle”
Townsend ha infine aggiunto altri commenti velenosi su alcuni dei piatti presenti al buffet, ed è stata inevitabilmente e pesantemente criticata sui social media cinesi. Le parole della giocatrice statunitense sono infatti diventate virali su Weibo, popolare social media cinese: oltre 50 milioni di visualizzazioni e condanne a valanga sotto l’hashtag “Tennista americana insulta pubblicamente il cibo cinese”. Ma in generale la doppista migliore del circuito (e numero 116 in singolare) è stata criticata anche in patria e, in generale, da utenti di tutto il mondo: le parole di Townsend sono state infatti definite come “ignoranti, irrispettose e deludenti”.
Dopo essere stata accusata di ‘insensibilità culturale’ (come minimo) è stata quindi costretta a fare marcia indietro, e si è scusata: “Capisco di essere molto privilegiata come atleta professionista ad avere la possibilità di viaggiare per il mondo e di vivere differenze culturali” ha detto Townsend nel suo messaggio di scuse, pubblicato mercoledì, che però in realtà non ha fatto un riferimento preciso e diretto alla cucina o alla cultura cinese. “Non ci sono scuse, non ci sono parole, e farò meglio”.
Come riportato da The Athletic, durante la trasferta asiatica dello scorso anno la tennista polacca Magda Linette si è scusata per aver scritto “il database dei virus è stato aggiornato” sotto una foto scattata su un treno da Pechino a Wuhan ma è stata interrotta durante l’intervista in campo. Anche la spagnola Paula Badosa ha dovuto scusarsi per una foto in cui giocava con le proprie palpebre e con delle bacchette. Brandelli di stereotipi e di razzismo nei confronti, peraltro, di un continente e di una nazione (la Cina) che contribuisce in maniera decisiva alla sopravvivenza del circuito WTA, con l’organizzazione di tantissimi tornei nel corso della stagione.
Townsend, reduce da un duro confronto con Ostapenko a New York, ha fatto una pessima figura, e James Hansen (senior editor per The Athletic) ha provato a inquadrarla: “La cucina cinese è tra le più ricche e varie del mondo, al punto che l’etichetta “cibo cinese” è quasi priva di significato. Molti dei piatti che Townsend ha deriso nei suoi video — rana toro, cetriolo di mare, tartaruga in umido — sono considerate prelibatezze” ha scritto Hansen. Che ha poi aggiunto: “I commenti di Townsend non hanno suscitato scalpore solo per il loro contenuto culinario. Stereotipi errati sul cibo cinese — considerato erroneamente economico, sporco o disgustoso — sono radicati nella cultura americana da secoli, e sono riesplosi durante la pandemia di Covid-19. Ristoratori cinesi immigrati, molti dei quali avevano semplificato o adattato i loro piatti regionali ai gusti di un pubblico prevalentemente occidentale per poter vivere in modo sostenibile, sono stati poi attaccati a causa della percezione che la loro cultura culinaria fosse legata all’origine del coronavirus”.
E poi, ancora, la stoccata finale, assolutamente condivisibile: “I commenti di Townsend sono frutto di stereotipi che vanno ben oltre il disgusto personale per il cetriolo di mare“.