Nemmeno il tempo di festeggiare una delle giornate più importanti della sua carriera – il successo con l’Italia in Billie Jean King Cup a Shenzhen – che Elisabetta Cocciaretto era già in campo, dall’altra parte della Cina. Ventiquattr’ore dopo il trionfo, la marchigiana ha preso il volo verso Pechino, dove l’attendevano le qualificazioni del WTA 1000. Una maratona logistica e mentale che inevitabilmente ha lasciato il segno.
Domenica ha alzato la coppa insieme alle compagne, lunedì si è regalata un sorriso in più superando la francese Paquet al primo turno di quali, ma martedì il serbatoio di forze mentali e fisiche segnava rosso.
A farne le spese, contro la solida Priscilla Hon, è stata la sua corsa verso il tabellone principale: l’australiana si è imposta in due set (6-2 6-4 in un’ora e mezza), sfruttando ogni esitazione dell’azzurra, apparsa scarica dopo giorni di emozioni, viaggi e partite ad alta intensità.
L’inerzia tutta dalla parte di Hon
La sfida con la numero 108 del ranking ha avuto un copione chiaro fin dai primi scambi: break immediato di Hon, che non ha più mollato la presa. Cocciaretto ha provato a rientrare nel primo set, senza riuscire a concretizzare le chance di rimettere in equilibrio il punteggio. Al contrario, l’australiana ha chiuso con autorità il parziale sul 6-2. Nella seconda frazione l’azzurra ha reagito a tratti, lottando fino al 4-5 e salvando anche due match point, ma il colpo di reni finale non è bastato. Hon ha gestito bene i momenti delicati, trasformando quattro delle sei palle break avute a disposizione e chiudendo con freddezza al servizio.
Le statistiche confermano l’impressione del campo: nessun ace, tre doppi falli e percentuali troppo ballerine al servizio per Cocciaretto (60% di punti vinti con la prima, appena il 40% con la seconda). L’australiana invece ha fatto valere la maggiore lucidità nei momenti caldi, portando a casa 63 punti contro i 48 dell’azzurra.
Dalla gioia alla stanchezza: il prezzo di una rincorsa
Più che una sconfitta tecnica, quella di Pechino sembra il conto inevitabile presentato dalla fatica. Non a caso, Elisabetta lo aveva lasciato intuire anche in una storia su Instagram, quasi a voler sottolineare che l’entusiasmo di Shenzhen ha avuto come contraltare la stanchezza accumulata. Ora servirà ricaricare le batterie. Perché se è vero che la Billie Jean King Cup l’ha consegnata al tennis italiano come protagonista, altre sfide importanti l’attendono da qui a fine stagione. E per affrontarle servirà ritrovare ciò che a Pechino è fisiologicamente mancato: freschezza e lucidità.
