Dopo la cavalcata vincente al 6 Kings Slam e dopo lo swing asiatico è ora di tornare in Europa e per Jannik l’appuntamento è a Vienna, un torneo che ha marcato spesso tappe fondamentali della sua carriera. Giusto per riavvolgere il nastro, ricordiamo che l’italiano fece la sua prima visita a Vienna nel 2019, a 18 anni, grazie a una wild card, quando disputò il suo primo tabellone principale in un ATP 500. Ricordiamo quell’apparazione per due motivi:
Il primo è che centrò una vittoria al primo turno contro l’esperto Philipp Kohlschreiber — la sua settima affermazione a livello ATP Tour — che gli valse l’ingresso nella agognata Top 100.
Il secondo, è legato al momento diventato virale in cui sgranocchiava una carota durante un cambio di campo, che diede anche il là al periodo carota boy. (Curioso poi che ormai da un punto di vista comunicativo la carota abbia lasciato il posto alla volpe).

Un altro momento chiave per Sinner fu la vittoria contro Medevedev nel 2023, che gli valse un bello scatto da un punto di vista di fiducia nei propri mezzi, quando ancora Medvedev era un notevole rompicapo.
Ma lasciamo da parte i ricordi e concentriamoci sul presente, con Jannik che si è presentato al pubblico di Vienna in una sessione di allenamento pubblica e adesso si rivolge alla stampa in una conferenza stampa di apertura.
D: Bello riaverti qui. Iniziamo con qualche domanda in tedesco. Con quali ricordi torni a Vienna?
SINNER: Con ricordi molto positivi. È un torneo che mi ha aiutato tanto: ho iniziato qui diversi anni fa, due anni fa ho vinto, quindi è un evento speciale. C’è anche la mia famiglia e cercheremo di giocare il meglio possibile; vediamo come andrà.
D: Come stai a livello fisico ed energie?
SINNER: Ho energie molto positive, fisicamente sto bene. Mi sento piuttosto pronto a rimettermi in campo qui e speriamo, insieme ai tifosi, in una bella settimana.
D: Una domanda calda: la Coppa Davis. Nei piani non dovresti esserci. Ufficialmente, perché?
SINNER: Ho vinto la Davis Cup due volte. Con il mio team abbiamo deciso così perché la stagione a fine anno è molto lunga e ho bisogno di una settimana extra di pausa per iniziare prima la preparazione. L’obiettivo è ripartire al meglio in Australia. Negli ultimi due anni non sono arrivato al top perché c’era poco tempo, quindi abbiamo preso questa decisione. Vedremo.
D: Tema denaro: come vedi in generale la questione dei soldi nel tennis (anche in relazione all’Arabia Saudita)?
SINNER: Si sa perché si gioca lì, non è un segreto. Ma non bisogna perdere il motivo per cui giochi: ho una grande passione per il tennis, mi piace divertirmi. L’Arabia Saudita è importante per il futuro: può darci molto, anche come base di tifosi. Lì hanno giocato i migliori per presentare il tennis come prodotto nel modo migliore possibile. Tutto qui.
D: Sei cresciuto vicino al confine con la Bassa Austria e parli bene il tedesco: è speciale giocare qui?
SINNER: Sì, è speciale. In auto sono sei ore, non è lontano da casa. Possono venire cugini e altri familiari a vedermi. È uno dei tornei più vicini. Detto questo, mi sento pienamente italiano. Qui, a fine stagione, c’è sempre un gran pubblico: aiuta quando sei stanco o le cose non vanno come vorresti. Speriamo in una grande atmosfera, come quasi sempre qui.
D: Le condizioni indoor ti piacciono?
SINNER: Indoor non pensi a sole o vento: il rimbalzo è più o meno uguale per entrambi. Il mio stile si adatta bene: posso colpire veloce. Molto dipende dal servizio; se servi bene, indoor e cemento aiutano. Non è un segreto che qui possa giocare bene.
D: Ascolti musica per concentrazione e routine prima delle partite? Ascolti musica in tedesco?
SINNER: La musica per me è importante. Se sei giù, ascolti qualcosa di allegro; prima di giocare magari rap per prendere ritmo. Non ascolto molta musica tedesca, più inglese. Non ho una playlist fissa: a volte in macchina anche country. In passato ascoltavo Sido; ora non ho un artista tedesco in particolare.
D: Dopo New York avevi accennato a modifiche nel tuo gioco. A che punto sei?
SINNER: Tutti cercano di migliorare con piccole modifiche. Sul servizio abbiamo lavorato tanto su ritmo e lancio di palla. Va bene, ma non è ancora un colpo totalmente “automatico”. Con un po’ meno tempo certe scelte diventano frenetiche: serve equilibrio tra ciò che sono e ciò che vogliamo cambiare. Sono in un buon punto, ma lavoriamo ogni giorno. Poi indoor certe soluzioni come la palla corta sono più difficili, visto che il gioco è più frenetico.
D: Molte discussioni sulle palline più lente. Vorresti più differenze tra tornei o superfici?
SINNER: Domanda difficile. Le condizioni non sono identiche ovunque e cambiano di anno in anno: temperatura, umidità, vento, ci sono molti fattori che entrano in gioco… Non è solo questione di palline; il tema è più ampio, più importante, non è solo questione di palline o di schedule, ma preferisco non entrare nel dettaglio. In alcuni tornei le palline diventano più veloci, in altri no. Ogni settimana è diversa. Si potrebbero cambiare molte cose, ma non è solo un problema di palline. Ad esempio a Cincinnati sono più piccole e veloci, ma alla fine sono quello che sono.
D: Che ne pensi di Lili Tagger? (una giovane tennista austriaca che ha vinto il Roland Garros junioneres 2025, allenata da Francesca Schiavone, ndr)
SINNER: Non l’ho vista dal vivo di recente, ma ha grande talento, ha già vinto, ha un ottimo allenatore: lavorano in modo professionale. È una ragazza semplice: va in campo e gioca, parla poco; ha una gran mentalità, che vale oro. Stare sotto i riflettori da giovanissimi non è facile: meno hanno pressioni e attenzioni, meglio è. Si allena benissimo, ha tutto per arrivare al vertice. Poi contano anche infortuni o problemi: vedremo. Sono un suo grande fan.
D: Se ci rivediamo domenica, cosa penseresti?
SINNER: Vorrebbe dire che abbiamo fatto un’altra super settimana. Ogni settimana hai nuove informazioni su cosa migliorare. Devi essere pronto, altrimenti perdi: qui ci sono tanti giocatori forti e può girare in fretta; se parti male, recuperare è difficile. Dopo Vienna probabilmente sarò a Parigi. La strada per la finale è sempre dura: devi essere al 100%, altrimenti non ci arrivi. È uno sport durissimo.
D: Benvenuto a Vienna: visiterai la città o sei concentrato solo sul tennis?
SINNER: Al momento il programma è pieno: torneo importante per la mia stagione e ci prepariamo al meglio. Se non andasse bene, forse avrò un po’ di tempo dopo. Per ora niente piani di svago. Il primo turno è molto difficile e c’è poco tempo per prepararsi: vediamo.
D: Ti ricordi il 2019, la prima volta qui alla Stadthalle, giovanissimo. La tua vita è cambiata tantissimo.
SINNER: In campo è cambiato molto. Ho un rapporto bellissimo con amici e famiglia, che mi sostengono: per me è la cosa più importante. Nel 2019 ricevetti una wild card, fu importantissimo. Tornare qui alla Stadthalle e rimettermi a servire è bellissimo.
DOMANDA UBITENNIS: Congratulazioni Jannik per la vittoria al 6 Kings Slam; in finale Alcaraz ha detto che sembrava di giocare a ping pong, hai giocato a un gran livello rischiando tantissimo; quel livello era necessario contro Alcaraz ma non contro la maggioranza dei tuoi avversari: pensi che rischiare anche quando non serve possa essere utile per fare allenamento agonistico ed essere più preparato nelle prossime sfide con Carlos?
SINNER: Non puoi partire a tutta già al primo turno in tutti i tornei. Ti serve trovare il feeling con le palle, con il campo, con il contesto. Non è facile, stiamo cercando di migliorare in tutti gli aspetti, soprattutto servizio e risposta, in quanto i primi colpi fanno tanto la differenza. Credo quindi che sia importante migliorarsi poi ogni partita fa storia a se. Ad esempio contro i big servers che magari hanno meno livello nello scambio da fondo quello che uno cerca è rimanere solido e basta.
DOMANDA UBITENNIS: Nel 2023 qua hai vinto e probabilmente è stato un passaggio chiave nella tua carriera quella finale vinta con Medvedev. Metteresti quella partita fra le 3/4 più significative che hai vinto? infine un’ultima domanda: il tennis è uno sport costoso, Thiem ad esempio ha detto che ci vuole un milione di euro per diventare professionista. C’è un momento in cui hai pensato che davvero ce la potevi fare? In cui hai pensato che potevi starci davvero qua dentro?
SINNER: beh non c’è un momento specifico in cui mi è venuto quel pensiero, però quando cominci ad entrare nei primi 100 quello già aiuta tanto perchè sai che potrai giocare i 4 slam e ti da una base solida. Anche solo i primi turni ti garantiscono tanti soldi ed è importante a quel punto investire tutto sulla carriera. All’inizio non è facile e sono stato fortunato ad avere incontrato delle persone che mi hanno aiutato perchè di famiglia i soldi non ce li avevamo di entrata. Poi sai, ho avuto la fortuna di aver vinto molto presto. Se invece mi fossi trovato ancora in un limbo a 23/24 anni allora diventa difficile, senti tutta la pressione addosso. Allora è un’altra storia e nei primi 100 di posizioni ce ne sono appunto 100, non 150, per cui devi cercare di farti strada. Poi rispetto alla prima domanda, quella finale del 2023 contro Medvedev è stata una partita molto lunga, molto tosta che sicuramente mi ha dato tanto. Sia io che Daniil abbiamo cambiato tanto, rispetto a due anni fa siamo due giocatori diversi e vogliamo essere sempre delle versioni migliori rispetto a prima e credo che ci siamo riusciti.