Sinner, vittoria a Vienna e top 100: “Lo US Open è il primo Slam che vorrei vincere”

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Sinner, vittoria a Vienna e top 100: “Lo US Open è il primo Slam che vorrei vincere”

Jannik sfodera una prestazione da trenta vincenti e vola al secondo turno. Solido Dominic contro Tsonga. Chung sta meglio di Raonic nel derby degli acciaccati

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Jannik Sinner - Anversa 2019 (foto via Twitter, @EuroTennisOpen)
 

JANNIK SÌ –Ci ha preso gusto con questa cosa del vincere incontri anche nel circuito maggiore. Parliamo di Jannik Sinner che, dopo il bel torneo della settimana scorsa ad Anversa, piazza il suo settimo sigillo nel Tour ai danni di un Philipp Kohlschreiber che ha fatto ricorso a tutto il suo arsenale per tentare, inutilmente, di venirne a capo. Dimenticato in fretta lo scotto della sua prima semifinale e senza avere di fronte un pluricampione Slam, Jannik torna a mettere in mostra tutte le sue qualità. E, certo, anche le parti suscettibili di miglioramenti, peraltro ancora una volta ben compensate.

Fa un po’ impressione che il buon Kohli abbia avuto bisogno di giocare le qualificazioni, ma poi ci si ricorda che la settimana scorsa ha spento 36 candeline, quindi ci sta che lo scorso luglio sia uscito dai primi 70 del mondo, una zona della classifica dove non tornava da ben tredici anni – roba che “qui era tutta campagna”. C’è curiosità di vedere all’opera Jannik contro un ex top 20 che ha il doppio dei suoi anni, gioca bene a tennis e a spesso ti surclassa, ma a volte perde lo stesso. Il diciottenne altoatesino è in tabellone grazie a una wild card e parte subito con l’intenzione di onorarla, così le tre palle break non sfruttate al secondo game sono solo le prove generali per il 3-1, con Kohlschreiber che sbaglia troppo, da solo o forzato dalla pressione dell’azzurro.

Philipp cerca continuità nel suo gioco, sembra poter rientrare in fretta, ma dopo venti punti e qualche “numero” Jannik consolida il vantaggio. Si inguaia di nuovo poco dopo, il nostro, colpa di una di quelle volée facili che rischiano di diventare proverbiali (ma ci sta lavorando: “Ho sbagliato un paio di volée, però erano giuste, quindi spero di metterle dentro fra due o tre anni”). Eppure, non importa granché in questo momento, visto che i colpi a rimbalzo filano che è un piacere e il servizio si lascia sfoderare opportuno. Il vicino di casa (risiede a Kitzbuhel) prova a variare altezza, ritmo, rotazione, e qualche volta è premiato, ma il Sinner di questa sera non lascia troppo spazio, e soprattutto tempo, all’altrui inventiva, tra l’altro non esente da rischi. Quel break basta avanza per mettere al sicuro il primo set e ne trova un altro all’inizio del secondo, recuperando velocissimo una volée germanica scoccata con l’aria improvvida di chi “ecco come si fa”.

Kohli non è però qui a buttare via incontri – non prima di averli quasi vinti, almeno – e il dritto frettoloso del diciottenne altoatesino restituisce il vantaggio. Con il rendimento della risposta in crescita, l’equilibrio si spezza di nuovo al settimo gioco e, tra un doppio fallo e un bell’anticipo di rovescio, Jannik torna avanti. Non c’è tempo per tremare sul 5-4, nonostante Kohlschreiber tiri fuori tutto per arrivare al 30 pari: con il settimo ace e uno scambio in controllo, Sinner si prende la vittoria che vale anche un giorno di riposo, nell’attesa del confronto fra Gael Monfils e Dennis Novak che designerà il suo prossimo avversario. Tra l’uscita di Copil e Monteiro e i punti di questo martedì, l’assalto alla top 100 è finalmente giunto a compimento, come testimonia quel numero, virtuale e temporaneo finché si vuole, che ha il dolce suono del 91. Alle sue spalle, infatti, non ci sono dieci giocatori che possono superarlo, considerando per ognuno di loro i punti a disposizione nel torneo che stanno disputando: a 18 anni e 2 mesi, dunque, Jannik Sinner diventa il più giovane tennista italiano a entrare in top 100 superando Diego Nargiso.

LE PAROLE DI SINNER A FINE MATCH“Per me è importante trovare il giusto bilanciamento negli scambi, e adesso credo di averlo trovato. Anche per questo riesco a giocare ad alti livelli. Siamo felici di come stiano lavorando ma non ci vogliamo accontentare. Stiamo lavorando su servizio e dritto, il rovescio è abbastanza solido però dobbiamo migliorare anche quello. E un po’ su quello mentale, capire i momenti giusti della partita, dove fare un po’ di più e un po’ di meno. Anche andare un pochino più a rete e seguire meglio la palla. Giocare lo US Open è stato bello, lo vorrei vincere in futuro. Sarebbe il primo Slam che vorrei vincere. Il più giovane italiano di sempre in top 100? Sono felice ma il nostro obiettivo non è di entrare solo nei primi 100 ma di andare più in fondo. Non ci fermiamo ai numeri, proviamo ad andare avanti. La cosa più difficile da fare in questi primi tornei del circuito? Capire come vincere contro questa gente. Magari avevo il livello anche prima ma non capivo tanto i momenti delle partite. Stiamo provando a giocare con il punteggio”.

DOMINATOR SENZA AFFANNI – Con una prestazione impeccabile senza essere esaltante, Dominic Thiem si libera in due set di Jo-Wilfried Tsonga, recente vincitore del torneo di Metz, il decimo in patria dei diciotto trofei della sua bacheca. Qui non siamo in Francia, è vero, ma c’è il tetto come c’era per tredici di quei titoli. Senza contare che ha finito la scorsa stagione oltre il 250° posto e ora ce lo ritroviamo al n. 36. Le premesse per un upset ci sarebbero anche state, ma Thiem appare sempre meno propenso a buttare incontri – purché non sia convalescente e si regga in piedi, ça va sans dire.

Tsonga è bravo a limitare gli errori con il rovescio, ma il dritto, colpo con cui deve tentare di far male, è spesso impreciso. Non sembra il Thiem particolarmente carico che abbiamo visto a Pechino e Shanghai, ma resta una buona versione indoor, attento soprattutto a giocare al meglio i punti che contano e a evitare sciocchezze frettolose. Un’attenzione che a volte si trasforma in attesa, come il suo rovescio interlocutorio mentre sta dominando lo scambio sulla diagonale sinistra quando può finalmente giocarsi una palla break, la terza consecutiva, sulla seconda di servizio; è il terzo gioco del secondo set e l’occasione sfuma. Il primo parziale se l’è preso trasformando l’unica opportunità a disposizione e senza concederne alcuna. Jo fa spesso quello che ci si aspetta, vale a dire sventagliare sul rovescio di “Domi” – il modo più efficace per difendere il proprio, senz’altro il fondamentale più debole in campo. E, naturalmente, non si fa pregare quando la situazione suggerisce la chiusura a rete.

Dominic alza il livello in risposta nel nono game, ma il drittone dopo il servizio salva ancora il trentaquattrenne di Le Mans. Pur battendo per secondo, Thiem non si fa prendere dalla tensione e resta incollato all’avversario. Dopo aver salvato un gran punto a rete, Dominic sembra liberare completamente tutta la grinta (con esultanza simil-Rafa) e la potenza negli scambi; se, poi, la reazione di Tsonga consente al francese di limitare i danni e cambiare lato sul 2-4, Thiem è ormai una belva e si prende la vittoria senza più concedere punti. Contro Jo-Wilfred aveva perso le due precedenti sfide, ma al prossimo turno dovrà tentare di accorciare il preoccupante 0-4 contro un Fernando Verdasco in cerca di rivincite dopo essersi detto “triste e deluso” per la mancata convocazione in Coppa Davis.

ROTT-AMIAMOLI – Una sfida che capita appena dopo l’annuncio di Nishikori della chiusura della stagione anticipata da un paio di osteofiti. È quella che Hyeon Chung si aggiudica in due set contro Milos Raonic, entrambi interpreti tutt’altro che protagonisti in un’annata (non certo la prima) di guai fisici. Già a Melboune, Milos aveva problemi con il ginocchio destro (perse da Pouille, per dire), poi saltò l’intero swing rosso. A proposito di Hyeon, è sufficiente dire che ha all’attivo appena dodici incontri ATP e un numero in classifica, il 129, che mal si adatta a quello che è stato capace di farci vedere nelle occasioni in cui era integro. Insomma, proprio come Nishikori, due che sanno giocare a tennis a un livello più alto di quello che il fisico permette loro.

Il confronto inedito prende subito la via dell’est, grazie (o per colpa) del dritto canadese in uscita dal servizio: lungo, in rete, largo… e, se lo tiene in campo, Milos subisce il passante coreano. Il break in apertura è sufficiente a Hyeon per far suo il primo parziale, nonostante piazzi un paio di doppi falli appena arrivato a set point. Dopo il riposo, Raonic gioca lo stesso game dell’inizio del match, sembra la replica in controcampo, e il risultato è ancora Chung che parte in vantaggio. Stavolta si farà riprendere, ma solo per poco, perché Milos si incarta all’undicesimo gioco e Chung, autore di una prova solida, può chiudere con il servizio.

Risultati:

[1] D. Thiem b. [WC] J-W. Tsonga 6-4 7-6(2)
[WC] J. Sinner b. [Q] P. Kohlschreiber 6-3 6-4
[Q] A. Bedene b. [7] G. Pella 6-4 6-3
F. Verdasco b. N. Basilashvili 4-6 6-2 6-1
G. Simon b. F. Lopez 6-3 6-4
H. Chung b. M. Raonic 6-4 7-5

Il tabellone completo

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