Questo non è un periodo normale per il tennis mondiale, è un momento in cui stiamo forse assistendo al più grande dominio di un giocatore nella storia di questo gioco. Con tutto il rispetto per l’era di Federer, con le sue 302 settimane in cima alla classifica ATP, ma non c’è paragone con l’attuale dominio di Novak. Noi in questo momento non parliamo delle sue sconfitte, ma dei tre o quattro errori che fa in un set. Lui ha spostato il limite” ha detto – in un’intervista al sito serbo “24sata” – il selezionatore della nazionale serba di Coppa Davis Bogdan Obradovic dopo la quarta vittoria a Roma del leader della classifica ATP, che sinora nel 2015 ha ottenuto quasi 2.000 punti ATP in più (6385 -4665) ed ha vinto un torneo in più (5-4) rispetto a Federer e Nadal messi assieme, e guadagnato solo di montepremi ($ 5.975.103) come Roger, Rafa e Andy Murray ($ 5.978.792). “Roger lentamente sta cessando di essere una minaccia per Novak. Se facciamo un paragone con una gara sui 100 metri piani, può correre con lui alla pari per 90 metri, ma negli ultimi 10 metri non ce la fa. Non ha più la forza. Difficile che arrivi in finale al Roland Garros. E in questo senso anche Nadal ha i suoi problemi: ora gli avversari sanno che possono batterlo anche sulla terra” ha sottolineato Obradovic nel commentare la netta vittoria di Djokovic sullo svizzero nella finale del Foro Italico e nel valutare le prospettive del connazionale e dei suoi storici rivali in vista del Roland Garros – unico Slam che manca alla collezione del n.1 del tennis mondiale – in un momento in cui, a suo avviso, Novak si trova a suo agio sul terra rossa come mai nella sua carriera.
“Il suo livello di gioco sulla terra battuta è finalmente alla pari di quello che esprime sulle altre superfici. Probabilmente non ci rendiamo conto del privilegio che abbiamo nel vederlo giocare in questo momento. Sono sicuro che il trofeo a Parigi sarà il coronamento di una stagione straordinaria” ha concluso Obradovic che dalla panchina ha guidato Djokovic alla vittoria nella Davis del 2010 ma che è stato anche suo allenatore, quando “Nole” era junior.
L’opinione di Obradovic è condivisa da uno dei più famosi allenatori di tennis serbi, Radmilo Armenulić, capitano non giocatore della nazionale jugoslava di Coppa Davis dal 1979 al 1997. “Novak a Roma ha giocato meglio di partita in partita, ed è arrivato alla sfida con Federer al massimo della fiducia e, non a caso, lo ha battuto con facilità. Novak è stato semplicemente più veloce, più sicuro e colpiva perfettamente la palla. Posso dire che Djokovic è ormai diventato un giocatore completo” ha evidenziato Armenulić, anche lui dell’avviso che non sarà Federer uno degli ostacoli più impegnativi verso il Career Slam per il tennista serbo.
“Novak è all’apice della sua carriera, Federer non è attualmente un serio avversario per lui. Credo che in questo momento non sia in grado d sconfiggere Novak. Se parliamo del Roland Garros, più di Federer i suoi avversari più pericolosi sono Ferrer, Monfils e anche Nishikori” ha detto Armenulic, sottolineando però che c’è un aspetto che potrebbe rendere più difficile la conquista della Coppa dei Moschettieri al fuoriclasse di Belgrado.
“Ha una grande pressione e ne è consapevole: potrebbe avere l’effetto psicologico di incrinare la sua fiducia in se stesso. Ma se vincesse a Parigi, io personalmente prenderei l’iniziativa di fargli erigere un monumento in Serbia” ha concluso il 75enne coach belgradese.
