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Interviste

Dodig: “I fratelli Bryan non sono più la nostra bestia nera. Ora puntiamo a Wimbledon”

Ivan Dodig, che in coppia con Marcelo Melo ha conquistato il Roland Garros di doppio, in un’intervista parla dei prossimi obiettivi della coppia croato-brasiliana, della loro rivalità con i fratelli Bryan, di Medjugorje e del culto della Madonna, di Ivanisevic e del futuro del tennis croato

Last updated: 25/06/2015 11:49
By Ilvio Vidovich Published 25/06/2015
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11 Min Read
Ivan Dodig a Medjugorje con i trofei conquistati in doppio a Wimbledon e Parigi


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Medjugorje ha circa 2.300 abitanti. Ciò significa un titolo del Grande Slam ogni 800 persone, dato che i due tennisti nati e cresciuti in questa piccola località dell’Erzegovina (diventata famosa meta di pellegrinaggio in seguito alle apparizioni della Madonna che sei veggenti raccontano di ricevere dal 1981) hanno conquistato complessivamente tre titoli del Grande Slam: Marin Cilic ha vinto il Roland Garros juniores nel 2005 e soprattutto gli Us Open 2014, Ivan Dodig la recente edizione dei Campionati di Francia di doppio. Proprio a Medjugorje, dove è venuto per un paio di giorni per festeggiare il successo con i familiari, il neo-vincitore del doppio maschile del Roland Garros Ivan Dodig è stato intervistato dal settimanale sportivo croato “Max!”. Ecco la traduzione dell’intervista all’attuale n.4 della classifica ATP di doppio (suo best ranking), subito dietro al partner Marcelo Melo e ai due finalisti di Parigi, i fratelli Mike e Bob Bryan.

Possiamo  finalmente dire che ha pagato la collaborazione con Melo in questi quattro anni?
“In questi quattro anni che giochiamo assieme abbiamo dimostrato che siamo una buona coppia, abbiamo avuto un rendimento costante sin dall’inizio. Nel nostro primo torneo insieme siamo arrivati in finale (a Memphis nel febbraio 2012, ndr) e il nostro cammino in tutto questo periodo si è evoluto positivamente. Anche se non sempre secondo le nostre aspettative. Ma bisogna essere perseveranti, la perseveranza paga sempre.”

Dopo aver vinto la finale hai gettato la racchetta in alto in tribuna. Dove è finita?
“Da quello che ho visto, l’ha presa una signora. Spero che per lei sia un bel ricordo.”

Avete perso il primo set, stavate perdendo anche nel secondo, cos’è accaduto in quel momento sul campo?
“Passate le emozioni di fine match, ho analizzato la partita. Penso che nel primo set siamo stati migliori noi, abbiamo avuto più occasioni, ma abbiamo perso il set. Il secondo set invece hanno giocato meglio loro, soprattutto all’inizio, ma lo abbiamo portato a casa. Alla fine tutto è girato a nostro favore, abbiamo giocato uno dei più match più belli e interessanti degli ultimi anni.”

I vostri avversari hanno conquistato 106 titoli. Però Mike ha detto dopo la partita che spera che tu e Melo non giochiate più assieme.
“Abbiamo giocato tante partite contro di loro, ci conoscono e non ci affrontano volentieri. Anche quando ci hanno battuto, il risultato avrebbe potuto essere facilmente il contrario. Sanno che li possiamo battere e lo abbiamo già dimostrato in diverse occasioni. Loro sono la migliore coppia della storia del tennis e bisogna sempre portargli il massimo rispetto, però è importante sapere che puoi alzare le braccia al cielo anche dopo aver giocato con loro.”

I fratelli Bryan non sono più la vostra “bestia nera” quindi?
“Ci hanno sconfitti nella finale del Masters di Londra dello scorso anno. E anche nella finale di Wimbledon. Si, sono stati la nostra bestia nera, ma ora la situazione è equilibrata.”
(Gli scontri diretti sono ora 5-3 a favore dei gemelli americani, ma Dodig e Melo a Parigi hanno sfatato un tabù, dato che avevano perso in tutte e tre le occasioni in cui le due coppie si erano incontrate in finale, ndr).

Come “funzionate” tu e Melo?
“Siamo una squadra, c’è una chimica tra noi che funziona a livello tennistico, anche se abbiamo opinioni diverse sul terreno di gioco. Ciò che ci fa rendere meglio in campo è il fatto che siamo grandi amici fuori, facciamo un sacco di cose insieme. Se si vuole che tutto funzioni non ci devono essere tensioni, deve assolutamente esserci intesa e serenità, e noi abbiamo tutto questo. E ci permette di giocare meglio.”

Melo è stato a Medjugorje?
“Non ancora. Ma ha espresso il desiderio di venirci. Anch’io non sono mai stato in Brasile. Presto dovremo organizzare.”

Voi di solito iniziavate la stagione in sordina. In questo 2015 è andata diversamente. Che cosa è cambiato?
“Questo è il nostro anno di maggior successo. Finora non eravamo mai partiti bene, invece quest’anno siamo costanti nei risultati dall’inizio. Questo è il nostro migliore anno assieme.”

A Parigi il torneo non era iniziato bene. La sconfitta con Stepanek nel singolare non faceva presagire che saresti tornato a Medjugorje con un trofeo.
“A Parigi il primo incontro di singolare mi ha portato via un sacco di energie. Naturalmente avrei voluto vincere, ma lo sport è così. Devi avere pazienza. La vittoria in singolare tornerà e penso di poter ancora giocare ad alto livello (Dodig è stato n.29 nel 2013, attualmente è n.115, ndr). È stato difficile riprendersi e trovare la concentrazione per il doppio. Nel primo match ero un po’ “perso” in campo, dovevo ancora smaltire la delusione per la sconfitta in singolare, poi di partita in partita le cose sono andate sempre meglio. Avevamo l’obiettivo di vincere un torneo del Grande Slam in questa stagione e l’abbiamo raggiunto.”

Cosa ti aspetti da Wimbledon?
“A Wimbledon ho sempre avuto eccellenti risultati. E me li aspetto anche quest’anno, spero anzi di fare un passo in più (il miglior risultato di Dodig è la finale in doppio del 2013, ndr). Tutti i giocatori croati giocano alla grande sull’erba, da Goran (Ivanisevic, ndr) in giù. Spero in un grande risultato.”

Medjugorje ha conquistato gli US Open, ora un altro Open di Francia, ha il piatto della finale di Wimbledon, che dire degli Australian Open?
“Si, gli Australian Open mancano ancora a Medjugorje. Speriamo di portare qui anche quel trofeo, sarebbe bello.”

Per Ivan c’è sempre stato solo il tennis? Oppure c’è stato anche altro: pallamano, pallacanestro, calcio…?
“Mi sono allenato un po‘ a pallamano, ho giocato un pochino a basket, ma da quando avevo otto anni mi dedico, con passione, solo al tennis. Soprattutto in un momento come questo, dopo una vittoria in una prova del Grande Slam capisci che tutto il lavoro fatto ha avuto un senso. E che tutto è stato restituito, forse anche più di quanto avessimo sperato.”

Le persone nel mondo conoscono Medjugorje?
“Sinceramente la mia esperienza mi fa dire che Medjugorje è molto conosciuto nel mondo. In primo luogo grazie alla Madonna. Molte persone dell’ambiente del tennis sono state qui, e hanno parlato di questo con me e Marin, della loro esperienza, del rinnovamento spirituale. Anche noi cerchiamo di spiegare alla gente che questo è un posto speciale. Sono grato alla Madonna di Medjugorje per aver dato a me e a Marin il talento, così come a tutti gli altri atleti di Medjugorje. Siamo stati benedetti con un dono e dobbiamo essere sempre grati.”
(Dodig si riferisce principalmente agli altri atleti di vertice provenienti dalla località erzegovese, il portiere di pallamano, già nazionale croato, Marin Sego, il nazionale bosniaco di basket Andrija Stipanovic – che ha giocato anche in Italia, a Caserta e a Cremona – e l’ex portiere di calcio Vladimir Vasilij, anche lui con un paio di presenze nella nazionale croata. Tutti e tre cresciuti nella stessa via in cui sono cresciuti lui e Cilic, fatto noto in Bosnia-Erzegovina e in Croazia e definito qualche anno fa dai media locali “il miracolo sportivo di Medjugorje”, ndr).

Qual è il futuro del tennis croato?
“Dietro Marin e me ci sono molti ottimi giocatori. C’è Borna Coric, da cui ci si aspetta molto. E c’è un grande futuro per il tennis femminile. Le ragazze sono molto promettenti.”

Qual è il rapporto con Marin e Goran Ivanisevic?
“Il rapporto tra tutti noi è ottimo e penso che con Goran sia eccellente. Tutti abbiamo visto quanta energia ha trasmesso a Marin. Goran è una persona veramente unica nel mondo del tennis. Quando ho vinto il mio primo torneo a Zagabria (nel 2011, l’unico torneo ATP vinto da Dodig in singolare, ndr) il suo supporto è stato molto importante. Vuole aiutare tutti noi, tutti i giocatori croati, non ha mai voltato le spalle a nessuno e dobbiamo essere felici di avere una persona come lui.”

Come commenti la sconfitta di Djokovic con Wawrinka?
“Non mi aspettavo un risultato simile. Pensavo che Novak avrebbe conquistato la Coppa dei Moschettieri. Il modo in cui aveva battuto Nadal era stato incredibile. Ma Wawrinka ha giocato la partita della vita ed ha vinto meritatamente. Tuttavia, io continuo a pensare che Novak sia il migliore giocatore del mondo e che il prossimo anno vincerà l’unico Slam che gli manca. Mi sembra che Goran sia stato l’unico che avesse pronosticato la vittoria di Wawrinka. Aveva detto che solo lui poteva battere Novak. Goran ha naso per queste cose, le sente. Bisogna avere il coraggio per pronosticare la vittoria di Wawrinka contro Djokovic.”


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