Riuscirà mai ad essere...Serena?

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Riuscirà mai ad essere…Serena?

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Serena Williams posa con il trofeo del Roland Garros davanti alla torre Eiffel (foto di Art Seitz)
 

TENNIS – Non c’è pace per Serena Williams. Di nuovo in campo dopo un stop di 4 mesi, si è infortunata al primo torneo dell’anno. Un infortunio alla caviglia sinistra ne mette in dubbio la partecipazione a Melbourne. E’ l’ennesima disavventura di una giocatrice dal fisico possente da fragile. Dopo aver detto di non amare il tennis, troverà la forza per essere competitiva nel primo Slam del 2012? Laura Guidobaldi
E’ cominciata all’insegna della sfortuna la stagione di Serena Williams. Infatti, la minore delle sorelle più celebri fra le stelle del firmamento del tennis, ha dovuto mettere fine una settimana fa alla sua corsa nel torneo di Brisbane a causa di un infortunio alla caviglia sinistra. La manifestazione del Brisbane International che, da quest’anno, è un “Premier”, è una tappa particolarmente importante poiché costituisce uno degli eventi in preparazione all’Australian Open. Ma il tanto atteso ritorno della giocatrice statunitense si è bruscamente interrotto. Ironia della sorte, Serena è stata costretta a ritirarsi dal torneo pur essendo uscita vittoriosa dal match contro la giovane serba Bojana Jovanovski: l’americana, dopo essersi storta la caviglia sul 6/2 5/3 a suo favore, riesce comunque ad aggiudicarsi l’incontro con il punteggio di 6/2 6/4 e ad approdare ai quarti di finale. Un ennesimo ostacolo, dunque, che si presenta proprio all’inizio di stagione e si rivela particolarmente preoccupante perché, tra due giorni prenderà il via lo Slam australiano e non si sono più avute notizie rassicuranti sulle sue condizioni. Durante la sua carriera, la Williams è riuscita per ben cinque volte a sollevare il trofeo del primo Slam stagionale, pur essendo stata costretta a saltare diverse edizioni dell’illustre torneo (nel 2002, nel 2004 e nel 2011). Nonostante l’incidente e le inevitabili ipotesi sulla sua rinuncia a Melbourne Park, Serena era apparsa abbastanza ottimista sulla partecipazione al torneo: “Prenderò un paio di giorni di riposo e vedrò come mi sentirò. Spero ancora di giocare all’Australian Open”.

La tennista, vincitrice di 13 Slam (se consideriamo solo il singolare) e attualmente n.12 del ranking, ha avuto, si sa, una carriera straordinaria, purtroppo spesso minata da ripetuti infortuni. Nonostante un fisico possente e una forza esplosiva, le ginocchia e le caviglie le hanno dato spesso del filo da torcere. Eppure, la più giovane delle Williams è sempre ritornata alla ribalta. Anche dopo il progressivo declino avvenuto nel corso del 2006, che l’ha fatta scivolare oltre le prime cento posizioni, Serena ha saputo nuovamente imporre il suo tennis carismatico e rivelare così un carattere ed una forza superiori alle défaillance fisiche. Nel 2009 si verifica così un’ulteriore consacrazione e Serena riesce a riconquistare il primo posto in classifica.

A far vacillare il suo stato di salute, però, nel 2010, non è un classico infortunio ma un incidente alquanto sfortunato. Serena si ferisce gravemente l’alluce del piede destro calpestando dei pezzi di vetro in un ristorante tedesco, subito dopo aver vinto il suo quarto Wimbledon; da quel momento, comincia per lei un periodo difficile, scandito da operazioni al piede e da una lunga convalescenza. E non finisce qui. Quando si parla nuovamente del suo rientro, nel febbraio 2011 la tennista viene colpita da embolia polmonare, trovandosi in serio pericolo di vita. Ma Serena ritorna. Dopo aver saltato la prima metà dell’annata 2011, l’americana rientra all’occasione del torneo di Eastbourne. Ma, soprattutto, arrivano le vittorie di Stanford e Toronto, impreziosite da quella commozione inevitabile dopo tante vicissitudini ed angosce. Sono vittorie che suggellano ancora una volta la tenacia, la determinazione e una passione mai spente in Serena. Certo, in questi giorni, la Williams – che è senza dubbio, tra tutte le sue colleghe, la più glamour e la più attratta dallo show business e dai riflettori – ha dichiarato inaspettatamente (e forse anche in modo un po’ inopportuno) di non aver mai amato lo sport, il tennis in particolare, e di preferire i piaceri dello shopping. Provocazione? Desiderio di distinguersi ulteriormente dalle sue avversarie? Forse. Ad ogni modo, quando Serena scende in campo non scherza. Prova ne sia che la stagione 2011 si conclude, per lei, con una finale allo US Open. Lo Slam americano sarà poi vinto da un’impeccabile e concentratissima Samantha Stosur. Tuttavia, l’agonismo, la grinta e la rabbia si fanno sentire, a un punto tale che, a volte, la Williams li sfoga in modo inappropriato: ne sa qualcosa Eva Asderaki, la giudice di sedia della finale newyorkese che è stata il bersaglio di escandescenze “poco amabili” di Serena, infuriatasi per un punto assegnato all’avversaria.

Dopo la finale dello Us Open, abbiamo potuto ammirare Serena solamente in occasione de “La grande sfida”, l’evento di esibizione in cui le celebri sorelle hanno affrontato le nostre Schiavone e Pennetta. Sui volti delle Williams c’erano finalmente il sorriso e la rilassatezza. Ma, lo sappiamo, a Milano si trattava solo di un tennis “per gioco”. Ora, in Australia, le cose ridiventano serie. La posta in gioco è di nuovo altissima (certo, non solo per quanto riguarda il montepremi) ma anche per tentare di riavviare e riaffermare una supremazia perduta, in un momento in cui sono sempre più numerose le giocatrici estremamente competitive e motivatissime che calcano la scena del tennis mondiale: pensiamo alle giovani Kvitova, Azarenka, Radwanska, per citarne solo alcune. Pensiamo a coloro che hanno sete di suggellare e dare lustro una volta per tutte al loro dominio, come la Wozniacki, di vincere di nuovo uno Slam, come la Ivanovic o la Stosur, o, perché no, di ritornare n.1 come la Sharapova. Ma la stagione australiana vede, soprattutto, il ritorno di un’altra grande ex n.1, nonché detentrice della passata edizione dell’Australian Open: Kim Clijsters. E, certo, anche quello della Clijsters è un ritorno simbolico: si parla, molto probabilmente, dell’ultima stagione prima del suo ritiro definitivo. Da Kim, campionessa affermata e mamma felice, ci si aspetta il tentativo di lasciare un’impronta significativa in questo 2012, senza dimenticare che anche lei rientra dopo un lungo stop causato da infortuni. Per Serena, adesso, il rientro in Australia significa in qualche modo una sorta di ennesimo “riavvio”, soprattutto dopo la sofferenza e la paura provate l’anno scorso. E speriamo, quindi, che la caviglia le permetta di essere ai blocchi di partenza del primo Slam. Vedremo se, ancora una volta, l’americana sarà l’ “araba fenice” del tennis che rinasce dalle “ceneri” delle proprie disavventure e se, magari, riuscirà infine ad affrontare le prossime tappe della sua carriera più serena…mente.

Laura Guidobaldi

 

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