Play Sight Smart Court: arrivano i "campi intelligenti"

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Play Sight Smart Court: arrivano i “campi intelligenti”

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TENNIS – L’ex pro israeliano Gilad Bloom ora dirige un club a Riverdale, negli Usa. Ha provato una nuova tecnologia che potrebbe rivoluzionare il tennis, Play Sight Smart Court, con il giornalista Douglas Robson di USA Today. La Federazione francese creerà un “campo intelligente” entro il 2014. Tennis e big Data: rivoluzione in arrivo?  

Gilad Bloom è un ex tennista israeliano nato a Tel Aviv nel 1967; ottenne il suo best ranking (n° 61) nel 1990  e sempre in quell’anno fece registrare la sua migliore performance raggiungendo il quarto turno degli Us Open. Non si può dire di lui che abbia cambiato la storia del tennis ma a guardarlo ancora oggi a 46 anni in maglietta  e pantaloncini, sguardo fiero e affascinante proprio di chi ha speso una vita nel tennis, è facile notare come non abbia perso la passione per lo sport di una vita. Il tennis.

Di questo pare essersi accorto Douglas Robson, giornalista che scrive di tennis per Usa Today, che proprio con Bloom ha potuto sperimentare per la prima volta una tecnologia avanguardistica che potrebbe rivoluzionare il tennis o non vedere mai la luce al termine del complesso percorso che ufficializza i prototipi sul mercato.

Oggi Bloom è direttore di tennis in un club a Riverdale, NY e dopo aver provato Play Sight TM Smart Court si è detto soddisfatto :Non è più faticoso che usare uno smartphone, basta strisciare un dito sul touch-screen del piccolo box ed è già possibile avere le informazioni che servono. Un tempo per queste cose avrei avuto bisogno di seguire un corso ma questo può usarlo anche un deficiente del computer come me. Si tratta di tecnologia che può già essere immessa nel mercato libero.”

La tecnologia di Play Sight utilizza telecamere ad alta definizione per registrare in digitale e fornire analisi specifiche di molti aspetti di una partita di tennis o di una semplice sessione di allenamento. “Si presta ad essere come una versione più snella del monitor dell’Hawk-eye . Dispone di 5 telecamere poste in posizione strategica intorno al campo (meno rispetto a quelle dell’Hawk-eye) ma senza l’ausilio di alcun sensore nei pressi dei tennisti, riesce a catturare in tempo reale il movimento della palla e dei giocatori”. Così Robson che poi prosegue.

E’ possibile calcolare ogni tipo di statistica di gioco in tempo reale, differenziare automaticamente i colpi eseguiti ed inoltre i dati vengono trasmessi tramite un processo  di codifica automatica all’insegna della segretezza. Persino la velocità del servizio, la direzione del tiro e le chiamate dell’arbitro “in” e “out” appena farfugliate vengono registrate scrupolosamente. Le informazioni vengono visualizzate in tempo reale su un box appunto, un chiosco auto-gestito e anche ad uso amichevole; a volte invece i dati possono essere caricati su un sito web ed essere condivisi con allenatore, amici e parenti”.

Chen Shachar, CEO di Play Sight-Smart court, si mostra tronfio e ricorda a tutti che non proviene dal mondo del tennis; lui e i suoi collaboratori sono ingegneri che hanno affinato le abilità nello sviluppo di sistemi di formazione avanzata per l’aeronautica israeliana. Il loro lavoro è impeccabile.

Questo sistema è dannatamente efficace” –il commento lapidario del famoso istruttore ottuagenario Nick Bollettieri. “Nei miei 60 anni di carriera non ho mai avallato troppe cose per quanto concerne la tecnologia e non l’ho ancora approvato ufficialmente ma bisogna dire che può davvero essere utile. La maggior parte delle innovazioni sono solo espedienti o trucchi ma questo non lo è. Farne uso in un’accademia con adulti, juniores e professionisti potrebbe servire a testarlo ad ogni livello “.

Il proprietario e fondatore della Nick Bollettieri Tennis Academy sa perfettamente che quando si tratta di analisi sofisticate, il tennis continua a restare indietro nella maggior parte degli sport; Shachar in cuor suo spera di aver riempito la lacuna, colmato le distanze.

Continua a parlarne nei dettagli Douglas Robson. “Era un’opportunità troppo grande e Play Sight l’ha colta. A differenza di altre tecnologie all’avanguardia come Sports Vision e SportVu –ora partner dell’NBAPlay Sight non è finalizzato ad un livello d’elite, non ora almeno, e dunque costa molto meno. Circa 10.000 dollari tra commissioni e specifiche tecniche , senza che vi sia la necessità che ci siano operatori che sappiano utilizzarla “.

Shachar si prende il merito ed esalta le capacità ingegneristiche dei suoi collaboratori , ma non nasconde un certo spirito imprenditoriale : “L’idea è installare migliaia di Smart Courts in diversi club in giro per il mondo ed è per questo che abbiamo lavorato a fondo per sviluppare un sistema adatto alle masse , facile da installare e soprattutto conveniente “. Per soddisfare il proposito ambizioso non mancano analogie con le dinamiche di mercato operate da Nike +, Adidas miCoach e Go Pro per gli sport estremi.

Snoccioliamo un po’ di numeri: fin ora già 8 Smart Courts installati nella zona di New York, altri 20 in cantiere e ben 4000 impianti in fase di costruzione che dovranno essere pronti entro il 2018. Tra i clienti sicuri si possono già annoverare la Federazione francese di tennis, che ne installerà uno al Roland Garros entro il mese prossimo e lo svedese Stefan Edberg , ex numero uno del mondo e vincitore di 6 Slam, che ne ha recentemente acquistato uno per la sua accademia di tennis in Svezia e si mostra entusiasta . “ La tecnologia di Shachar è molto potente, è un grande strumento a disposizione dell’allenatore e del giocatore”– le sue parole.

Shachar sta discutendo con la maggior parte delle federazioni più importanti di tennis (tra cui la USTA ) e nelle trattative fa molto leva sul grande giovamento che potrebbe trarre un tennista da informazioni e dati resi in tempo reale; tuttavia secondo le regole adottate quest’anno dalla Federazione Internazionale di Tennis, ogni tecnologia di analisi del giocatore deve essere approvata prima di poter essere utilizzata .

Quel giorno non dovrebbe essere ormai lontano; gli sviluppatori di Play Sight hanno lavorato nel rispetto dei nuovi regolamenti ITF e si aspettano di ricevere l’ok definitivo a breve. Shachar vorrebbe che questo sistema diventasse largamente utilizzato a livello agonistico, così da evitare le chiamate sbagliate, il comportamento disonesto di alcuni giocatori e le intemperanze in molti tornei junior dove ad arbitrare sono gli stessi tennisti in erba.

Si tratta dunque anche ma forse soprattutto di un potente strumento didattico” il lucido commento di Robson che appare divertito dopo essersi prestato insieme a Bloom per testare lo Smart Court.

Dopo alcune e brevi partite i due si sono infatti diretti nei pressi del chiosco a bordo campo ed hanno rapidamente isolato ogni video dei vari colpi eseguiti; a detta di Bloom che commentava i dati raccolti, il rovescio di Robson è stato eseguito in modo troppo stretto e poco efficace .

Smart Court ha fornito un quantitativo di informazioni davvero pregevole :palle corte, posizioni, punti, calorie bruciate, livello di corsa . Ma ciò che colpisce è la visualizzazione di come un punto perso poteva essere giocato in modo differente e di quanti approcci alla rete siano risultati vittoriosi.

Ogni colpo è documentato, questo sistema sarà molto utile alla generazione di You Tube , ai giovani che hanno dimestichezza con i video. Nella vita come nello sport occorre avere consapevolezza degli errori  così da raggiungere livelli più alti progredendo più in fretta. Fa anche risparmiare molte urla ai coach” ha concluso Bloom sorridendo.

Sul sito di Play Sight , lo Smart Court è descritto come il definitivo strumento di coaching. Sarà così?

La tradizione e la diffidenza hanno per anni impedito al tennis di potersi giovare di specifiche tecniche all’ avanguardia ma, come dice anche Bollettieri che ci sta seriamente pensando, “questo non è un trucco”.

Andrea Pagnozzi

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