80 anni di Rino Tommasi: Scanagatta racconta la festa

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80 anni di Rino Tommasi: Scanagatta racconta la festa

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TENNIS – Più di 75 fra amici, colleghi, campioni di boxe, che Rino Tommasi non si aspettava di vedere arrivare da tutt’Italia. L’idea di suo figlio Guido. La cena di donna Virginia.

ROMA _L’amicizia, la stima, l’affetto. In grandi, grandissime dosi. Gli 80 anni di uno dei grandi maestri del giornalismo sportivo italiano ed internazionale, due Atp Award, 2 Premi Coni, decine di libri, migliaia di telecronache – e il resto leggetevelo nei pezzi già pubblicati qui su Ubitennis e ne “I Circoletti Rossi di Rino Tommasi – meritavano una celebrazione particolare. Che c’è stata, eccome se c’è stata.

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Settantacinque fra amici, parenti, colleghi, sportivi venuti da tutt’Italia, si sono ritrovati a casa sua a sorpresa, senza che lui lo sapesse o potesse immaginarlo. Cogliendolo assolutamente impreparato e, anche se ha tentato di nasconderlo, emozionandolo non poco. Io gli ho visto anche gli occhi lucidi in una frazione di secondo. Poi è stato bravissimo a mascherarla. Ma chi lo conosce bene, ed eravamo tanti a conoscerlo e a volergli bene, se ne poteva rendere conto. “Non ne avevo avuto alcun sentore, non l’avrei mai immaginato…ti avevo chiesto se saresti venuto a vedere il festival di San Remo per la nostra solita serata dell’asta e delle quote sui cantanti che potevano vincerlo…ma non avendomi risposto positivamente pensavo che non saresti venuto…” mi ha detto Rino dopo essersi ripreso dal primo stupore, quando dal corridoio del suo studio al salotto e alla sala da pranzo ha cominciato a incontrare decine e decine di volti amici, di persone care che non si sarebbe ma aspettato di vedere tutte insieme. E per lui.

Fuori dalla porta di casa Tommasi, vicino a piazza Euclide, ci eravamo così ritrovati dalle 20 in poi in una cinquantina. Nessuno doveva suonare il campanello fino a che Guido Tommasi, il figlio di Rino che ogni tanto si affacciava sulla strada, fosse venuto a darci il via libera per sgattaiolare in silenzio in salotto mentre qualcuno si occupava di intrattenere Rino nel suo studio, la porta chiusa. Per fortuna non pioveva, era una bella serata tiepida – dopo la pioggia del mattino – e siamo stati tutti fuori, a salutarci, in qualche caso a presentarsi, a intrattenerci, super-piacevolmente, da Nino Benvenuti ad un barbuto “talebano-style” Gianni Clerici, da Valerio Bianchini grande coach del basket a Cino Marchese ex direttore IMG in Italia e “creatore” del primo Villaggio VIP agli Internazionali d’Italia, da alcune celebri “scoperte” giornalistiche di Rino quali Elena Pero (la telecronista Sky con il marito produttore di Sky Sergio Velli) e lo statistico della Ubisport …ceduto alla Gazzetta Luca Marianantoni, da un altro dei suoi primi assunti a Tele+ Maurizio Compagnoni (a mio sommesso avviso il miglior telecronista calcistico di Sky) che si è fatto poi tutta la notte in cuccetta per raggiungere Torino e il derby fra Juve e Toro, Paolo Ghisoni anche lui di Sky e fra gli “anziani” di Tele+. Per festeggiare gli 80 anni di Rino, tanti i colleghi lì su quel marciapiedi brulicante di gente, venuti da Milano, Bologna, da Vincenzo Martucci della Gazzetta a Stefano Semeraro della Stampa, a Francesca Sanipoli della Rai, a Oscar Orefici indimenticato conduttore delle rubriche motori in Tele+, Daniele Azzolini di Tuttosport e Matchpoint, Gianluca Atlante.

L’idea era stata di Guido Tommasi, il figlio di Rino che aveva preso spunto dal fatto che da anni Rino e sua moglie Virginia invitano parenti ed amici a guardare l’ultima serata del Festival di Sanremo e in quell’occasion Rino si diverte a stabilire delle quote su chi vincerà il festival di modo che ciascun ospite scelga un cantante. Chi vince fa banco. Esempio Renga veniva pagato, mi pare a 1/3, Arisa a 1/2, de Andre a 6 o 7, non so più chi a 30… Guido aveva chiamato allora tre grandi amici di Rino e cioè Cino Marchese, da sempre invitato a questa serata festivaliera, Luca Marianantoni e il sottoscritto. E ci aveva detto “Amici, io non conosco tutti gli amici che per anni sono stati i più vicini, i più cari con papà e a papà…Ve la sentireste di buttar giù una lista e poi dividervi i nomi da chiamare per organizzargli una festa a sorpresa? Se papà sentirà un po’ di confusione all’inizio della serata penserà che stanno arrivando figli, nipoti, parenti e invitati per la “riffa” del festival…“. La proposta di Guido fu subito accolta con entusiasmo da tutti e tre, naturalmente. Ai nomi di alcuni presenti che avete letto andrebbero aggiunti anche quelli di tanti che avevamo contattato fra coloro che saremmo stati sicuri che Rino avrebbe visto volentieri, il vecchio collega Alfonso Fumarola, colonna del Corriere dello Sport, Beatrice Manzari (una delle prime collaboratrici della rivista di Rino Tennis Club sulla quale 40 anni fa avevo cominciato a scrivere anche io), Paolo Caldarera (a Sochi con l’ufficio stampa del CONI), Stefano Meloccaro, Mario Giambuzzi, Giorgio Di Palermo, gli ex tennisti Nicola Pietrangeli, Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Tonino Zugarelli, e tanti altri che ora mi sfuggono ma abbiamo chiamato, ma che erano all’estero o comunque avevano impegni di lavoro.

Ne è venuta fuori una bellissima festa, protrattasi fino alle una e mezzo – fino alla proclamazione di Arisa a Sanremo (poi molto trascurato) ma con un bel gruppetto di tifosi romanisti capeggiati dalla figlia di Rino, Monica, da Fabio della Vida (figlio del grane organizzatore) e dal cugino Carlo Rossetti, che insieme ad altri qualche spezzoncino di Bologna-Roma non volevano perderselo davanti ad un’altra tv _ con la moglie di Rino, Virginia, regista di una cena strepitosa, ispirata alla cucina delle Marche e di Ussita, la casa in collina dove la famiglia Tommasi passa le estati. A mezzanotte la mega-torta con la scritta auguri Rino su due sole mega candeline, una con l’8 e l’altra con lo 0, per il compleanno, 23 febbraio. Guai a celebrarlo prima della mezzanotte ribadivano i parenti supertiziosi a chi avesse osato abbandonare casa Tommasi prima di mezzanotte: lo ripetevano apposta prima della mezzanotte sapendo quanto Rino abbia sempre considerato ridicola ogni forma di superstizione. Guido aveva raccolto e stampato gigantografie di foto scattate in momenti storici di Rino con i grandi campioni, con Nino Benvenuti ed Emile Griffith, con Cassius Clay _ alcune di queste le potete trovare e vedere scaricando il libretto dei Circoletti Rossi di Rino Tommasi che trovate qui sul sito _ con Bjorn Borg, con Ivan Lendl (voluta con tanto di firma autografata da due “Lendliani” sfegatati come Elena Pero e Luca Marianantoni), con Rod Laver, della prima squadra di telecronisti di Telepiù Tommasi-Clerici-Lombardi-Scanagatta (adesso ce l’ho con dedica di Rino e Gianni…ma una copia l’ha Gianni, un’altra Rino, che dispiacere non poterne dare una anche a Roberto e non avere la sua dedica).

Affiancavano Virginia nell’organizzazione della serata, i figli Monica e Guido, i rispettivi generi, con Guglielmo improvvisatosi grande fotografo della serata (la galleria delle foto pubblicate è opera sua), i nipoti più grandi e più piccoli. Qualche nome mi è sfuggito, Emma e Micol i più piccolini, Ottavio il più grande (“curatore bibliotecario” della libreria pazzesca del nonno: roba che la Libreria dello Sport se la sogna!). E’ stata una serata, fra le coppe di Rino tennista e le migliaia di libri (tutti asolutamente di sport, ma di tutti gli sport e in tutte le lingue), in cui si è ricordato tutto e di più, ognuno con le sue piccole storie, chi con foto e Ipad al seguito (come Vittorio Selmi che faceva quiz a tutti per vedere se eravamo in grado di riconoscere questo o quel vecchio giocatore, allora e oggi). Storie che si intrecciavano fra i ricordi di un Benvenuti in forma straordinaria a 75 anni. “Tanti pugili sono finiti male _ diceva ricordando il suo avversario di 3 match mondiali Emile Griffith morto in povertà dopo essersi ritrovato ascensorista in un albergo _ o per ragioni di salute, forse per i troppi colpi presi, oppure per vicissitudini economiche… Se io mi sono mantenuto così, beh, credo che sia soprattutto una questione di…educazione. Lo devo ai miei genitori. Tanti miei ex avversari hanno fatto cose che non dovevano fare, oppure non hanno fatto cose che avrebbero dovuto fare…è filosofia spicciola ma sono convinto che dipende molto da dove e come nasci”.

Fra Nino e Rino impossibile non rievocare mille storie di boxe, e la rivalità con Mazzinghi (“Ho cercato di riavvicinarmi a Sandro dopo tutti questi anni, ma non c’è stato verso, lui non ne ha mai voluto sapere…e mi dispiace“), così come con i colleghi del tennis mille aneddoti di vita vissuta assieme in mille sale stampa, studi televisivi, tornei in giro per il mondo. Credo che se sommassimo soltanto gli Slam di tutti i presenti, 300 circa fra Rino e Gianni, 132 i miei, un centinaio quelli di Selmi, idem Martucci, Semeraro, Marchese, insomma supereremmo certamente il migliaio. Che significa incontri visti fianco a fianco, in tribuna come in sala stampa, ma anche cene, viaggi, esperienze intrecciate per oltre mezzo secolo fra Rino e lo “Scriba” (83 anni e mezzo portati alla grande: gioca ancora a tennis, nuota tutti i giorni o quasi...), per 40 anni con chi scrive (metà del “duo Primavera” come Rino aveva ribattezzato Roberto Lombardi e chi scrive), per almeno 30 da tanti altri presenti per loro fortuna più giovani. Un’orda di amici superaffettuosi che hanno forse – lì per lì con l’effetto sorpresa _ un tantino sopraffatto Rino, ma che hanno reso certamente particolare un compleanno diverso da quello che si sarebbe aspettato. Una serata che valeva la pena di vivere. Per lui, sono certo, ma anche per tutti noi che c’eravamo.

P.S. Mi scuso solo con tutti quelli che in questa frettolosa cronaca di una serata piena di emozioni e piacevoli ricordi non ho citato. Confesso che anche orientarsi fra i tanti parenti, nipoti, di Rino, Virginia e figli, non era facilissimo.

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