Jiri Vesely, il dopo Berdych è alle porte

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Jiri Vesely, il dopo Berdych è alle porte

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Campioni in Erba – Premiato come “star del futuro” dall’ATP, il ventenne ceco Jiri Vesely è l’unico under 20 nei primi cento del mondo e dopo una fantastica annata 2013 si aspettano da lui importanti conferme.

Tra le giovani promesse più vicine alla consacrazione tra i grandi, in cima alla lista c’è sicuramente Jiri Vesely, classe ’93 nato Pribran, a sud di Praga; figlio di un allenatore di tennis non si forma tennistica mente in patria bensì in Germania dove si trasferisce con la famiglia sin da piccolissimo e ci resta per un decennio; a soli tre anni prende per la prima volta una racchetta in mano e da allora non se ne distacca più. Alto 198 cm, Vesely fa del servizio la sua arma migliore, nonostante disponga di un velenosissimo diritto mancino (come il suo idolo Rafa Nadal) e un pregevole rovescio al quale spesso si affida nella ricerca di un vincente e nell’esecuzione di ottimi passanti, altra peculiarità del suo gioco; ma di non poca importanza, per la federazione ceca specialmente, sono le qualità da doppista di questo ragazzo, qualità che potranno tornare utili ai cechi in sede coppa Davis negli anni a venire.

È un mostro di precocità questo tennista ceco, dagli albori della sua carriera juniores fino a quando, a diciassette anni non ancora compiuti, raggiunge la prima piazza mondiale del ranking ITF; nel 2010 raggiunge la prima finale Slam (di doppio) agli US Open, dove assieme al compagno Oliver Golding viene sconfitto dai sudamericani Beretta-Quiroz; nel 2011 sono ben quattro le finali Slam raggiunte: in Australia fa l’en plein conquistando sia l’edizione del singolare, dove batte in finale l’idolo di casa Luke Saville demolendolo 6-0 6-3, sia quella di doppio, assieme a Filip Horansky; sui prati di Wimbledon raggiunge ancora una volta una finale di doppio dove però viene sconfitto; l’annata termina in maniera quasi perfetta con il primo trionfo in un Futures (Teplice, Repubblica ceca) a cui segue il raggiungimento della finale agli US Open dove però viene sconfitto in 3 set proprio dal fedele compagno di doppio Golding.

Dopo questi fantastici risultati il ceco si vede quasi costretto a rivedere la propria programmazione andandola ad imperniare sui tornei Futures e qualche Challenger: così nel 2012 rispetta le premesse e aggiunge ben 5 trofei Futures alla sua già ampia bacheca, quattro dei quali conquistati su terra battuta che stranamente per le sue caratteristiche di gioco, sembra la superficie sulla quale si esprime meglio; tuttavia le apparizioni a livello Challenger non saranno altrettanto felici, difatti in quattro tornei maggiori disputati ottiene una sola vittoria.

Ciò non si meno il suo 2012 si può definire pressoché sorprendente tanto da spingerlo ad osare ancor di più nel l’annata appena terminata, e assieme al nuovo coach, il capitano di coppa Davis del team ceco Jaroslav Navratil, programma la stagione prettamente sui Challenger, il che parrebbe un rischio per la sua giovane età, oltre che per i risultati poco confortanti dell’anno passato in competizioni di questo livello.
Tuttavia ad inizio anno, dopo essersi un po’ sciolto i muscoli a modo suo con la conquista di tre dei quattro Futures a cui ha preso parte, comincia senza timori di sorta la campagna Challenger e lo fa alla grande: ad Aprile, a Mersin in Tunisia, trionfa per la prima volta nel circuito maggiore prendendo a pallate in finale un’avversario consistente come Simon Greul, sconfitto 6-1 6-1,  grande testimonianza di carattere questa, nella sua prima finale tra i grandi.

Il suo 2013 proseguirà sulla falsariga di questo inizio d’anno, infatti al termine della sua prima stagione da professionista porta a casa altri due Challenger (Ostrava e Liberec) oltre a due finali ( Braunschweig e Prostejon) sconfiggendo in questi tornei avversari del calibro di Golubev, Darcis, Del Bonis, Rosol, Garcia Lopez e tanti altri buonissimi giocatori che per tanti anni sono stati nei primi cento o addirittura nei cinquanta; ma è anche per una sua grande prestazione al Roland Garros, alla sua prima apparizione Slam, che è balzato agli onori delle cronache: nel major parigino è riuscito a strappare un set (ed è andato vicino a strapparne anche un secondo) al tedesco Philipp Kohlschreiber, avversario di caratura mondiale che ha spesso veleggiato attorno alla ventesima posizione mondiale.

L’ATP come detto gli rende merito di questa annata straordinaria, che lo ha portato fino al 77esimo posto del ranking mondiale, premiandolo nel corso di una speciale cerimonia agli ATP World Tour Finals di Londra con il riconoscimento di “Star of tomorrow “; il ceco e’ stato il più giovane ad entrare nei top cento della classifica ATP, raggiungendo l’obiettivo a soli due giorni dal suo ventesimo compleanno durante il mese di Luglio.

Il suo 2014 e cominciato con una piccola delusione in Australia dove al primo turno rischia il colpaccio, andando due set avanti col sudafricano Kevin Anderson per poi subire la sua rimonta; e dopo una semi raggiunta nel Challenger di Heilbronn ha cominciato l’impervia scalata al “mondo 250” andando a disputare i tornei americani di Memphis e Delray Beach dove ottiene una vittoria a fronte di due sconfitte.
Se è stato incredibilmente veloce e senza traumi il passaggio dal mondo junior-Futures a quello Challenger, ora il gradino da salire è ben più alto, motivo per il quale non si potrà certo attendersi un pronto assestamento e adattamento tra i top player; ma questo ragazzo i numeri li ha tutti e se non si farà prendere dalla foga di ottenere tutto e subito, ma riuscirà a gestire inevitabili sconfitte e momenti bui, allora lo vedremo presto nei primi cinquanta e ancor più su pronto a dare nuova linfa a un tennis da troppo tempo impantanato ad alti livelli nell’oligopolio dei fab four.

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