ATP Indian Wells, Murray: "Ad Indian Wells non inizio mai bene"

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ATP Indian Wells, Murray: “Ad Indian Wells non inizio mai bene”

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TENNIS PNB PARIBAS OPEN  INDIAN WELLS – Incontro di secondo turno A. Murray d. L. Rosol  4-6, 6-3, 6-2

D. Quant’è difficile trovare il ritmo con qualcuno che gioca così?
R.  Credo di aver trovato un buon ritmo a metà del secondo set. Qui ho sempre avuto qualche problema all’inizio del torneo, non so se a causa della condizione, ma qualunque sia la ragione non ho mai iniziato bene questo torneo. Ho sempre avuto qualche difficoltà, soprattutto nel primo turno. Quindi devo trovare il modo di superare questa cosa.

D. All’inizio della tua carriera ti trovati bene in questo torneo, no? E poi negli ultimi anni c’è stato qualche problema. C’è qualcosa che credi di aver fatto peggio?
R. Onestamente, non lo so. Sai in alcuni tornei ti trovi bene, a tuo agio, ed alcuni anni ti trovi meglio del solito. Devi solo provare e fare del tuo meglio. A volte ho preso delle pause lunghe dopo l’Australia e  mi sono allenato e forse sono arrivato con pochi match, ma fisicamente sempre in buona forma. E spesso ho giocato bene a Miami dopo, forse quest’anno sarà differente. Ho giocato qualche partita in più prima di arrivare qui e forse questo mi aiuterà.

D. Insieme a Rafa, Novak e Gael hai fatto delle dichiarazioni sulla terribile situazione in Ucraina. Ci puoi parlare di questo e del perché hai deciso di farlo?
R. Beh, ne ho parlato qualche giorno fa in conferenza stampa, e Dolgopolov mi ha chiesto di farlo. Ovviamente quando viaggiamo cerchiamo di seguire le notizie e vedere cosa succede. Come atleti e tennisti viaggiamo in tutto il mondo. Lo dicevo qualche giorno fa, ci sono giocatori che girano 80, 90 paesi: è uno sport globale. Quindi ogni volta che possiamo aiutare qualcun altro, come in questo caso, credo che facciamo un buon lavoro.

D. Hai casa a Miami. Hai giocato al Garden di New York; ora sei qui sulla West Coast; hai vinto l’Open; passi molto tempo in questo paese. Ti senti a tuo agio qui? È come una seconda casa o solo una cosa temporanea nella tua vita?
R. No, amo gli Stati Uniti. Dalla prima volta in cui venni qui per assistere all’Orange Bowl, avevo 11 anni. Mi piace lo spirito positivo che c’è qui. Alzarsi alle 6:00, andare da Starbucks, e le persone che ti servono sembrano felici di farlo in modo genuino. Sono svegli e positivi, hanno una visione positiva della vita. Non è così ovunque. Per questo mi piace venire qui e perché ho fatto di Miami la mia seconda casa, perché le persone sono tutte molto positive.

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