ATP Indian Wells, Murray: "Fisicamente è andato tutto bene"

Interviste

ATP Indian Wells, Murray: “Fisicamente è andato tutto bene”

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TENNIS INDIAN WELLS INTERVISTE –  Incontro di terzo turno, A. Murray b. J. Vesely   6-7, 6-4, 6-4

D. Possiamo dire tranquillamente, credo, che non sia stata la partita migliore della tua vita. Puoi spiegarci se è stato frustrante giocare in questo modo, anche se sei riuscito a vincere?
R. Si, credo che la cosa più importante è che sia riuscito a vincere. Ma non sono felice di come ho giocato. È uno di quei giorni in cui avrei potuto perdere la partita, e non avrei avuto l’opportunità fino a Miami di giocare meglio o di migliorare alcune cose. Quindi è una cosa ottima avere l’opportunità di giocare un altro match e spero attraverso una performance migliore.

D. Ad un certo punto hai chiamato il trainer. Ci puoi spiegare cos’è successo? Ti sei sentito un po’ limitato da quando sei tornato?
R. No, ho solo tolto un cerotto dal piede. Non ho preso una pausa per infortunio. Ho tolto un cerotto dal  piede. Non mi facevano male in campo. A volte quando hai dei cerotti possono venire delle piccole vesciche. Comunque no.

D. Più in generale niente?
R. No, ero li per cercare di chiudere le tre ore, e penso di essere stato più fresco e che mi stessi muovendo meglio di lui verso la fine del match. Ma fisicamente è andato tutto bene.

D. Sei partito molto bene; ci sono stati tre game molto veloci. Poi qualcosa ti ha scoraggiato? Lo hai fatto rientrare in partita.
R. Beh, in generale è stato un match scoraggiante. Nonostante io sia andato bene all’inizio e alla fine, è stato quel tipo di partita che in nessuno momento ci ha permesso di giocare bene allo stesso tempo. Ho iniziato bene, e lui ha iniziato male. Ha sbagliato molti colpi facili, ma poi ha iniziato a giocare in modo più costante, senza fare errori e io invece ho iniziato a sbagliare. Ed è stato uno di quei match in cui non c’è stato un momento in cui abbia pensato che il livello del tennis di entrambi fosse alto nello stesso istante. Questo ha portato a molti break e ad una partita altalenante. Non è stato l’inizio ad essere frustrante. Lo è stato tutto il match.

D. Hai questa abitudine di rientrare in gioco quando a volte sei sotto o sei quasi fuori. Credi sia qualcosa che ci sia sempre stata anche quando eri più giovane?
R. Non lo so. Cerco sempre un modo per rientrare in partita, e così ho cercato di fare nelle ultime due partite qui. Ho un buon record da quando sono rientrato. E comunque non so esattamente perché va così. Mia madre, i miei genitori o chiunque mi abbia guardato giocare fin da bambino, ha sempre detto che trovo il modo di vincere anche quando sto per perdere o quando sembra che stia per perdere. In ogni caso, è una buona abitudine.

D. Lui ha 20 anni. Hai giocato anche contro Dominic Thiem a Rotterdam. È incoraggiante vedere qualche giovane venir fuori? È da un po’ che qualche giovane non viene fuori.
R. Si, penso che sia sempre in campo che inizia a succedere. Adesso i giovani escono fuori con qualche anno di ritardo rispetto a Novak o Rafa, che erano molto giovani quando sono entrati nel circuito. Ma in effetti ci sono tanti buoni giocatori. La maggior parte di quelli che vengono fuori a quell’età,  sono fisicamente molto grandi o molto potenti, come Thiem che è davvero molto forte. È davvero robusto. Vesely anche è un ragazzo grande, è 198 cm. La parte fisica del gioco è certamente cambiata, e credo sia per questo che vengono fuori dopo. È un bene giocare contro alcuni di loro.

D. C’è stato un punto che ha cambiato le cose nel match? Ci sono stati molti alti e bassi, molti break e contro break, vantaggi persi e cose di questo tipo. Sembrava che la partita potesse cambiare per l’uno o per l’altro. Ma in conclusione, è andata così fino alla fine o qualcosa ti ha fatto capire che avresti potuto vincere oggi?
R. Non lo so. Per quanto mi riguarda, vincere il secondo set potrebbe essere stato il momento in cui ho pensato che avrei potuto spingere di più. Ma poi, ho perso il servizio all’ inizio del terzo set ed è stato avvilente. E poi, ovviamente quando sono riuscito a fare il contro break, eravamo 4-2, credo nel terzo, ho iniziato a giocare molto meglio fino alla fine della partita. Ma ho iniziato a fare più punti, a mettergli più pressione ed era quello che avevo bisogno di fare per batterlo.

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