Da Murray a Murray, gioca il doppio e lancia il sorpasso (Martucci, Clerici, Semeraro, Valesio, Ferrero, Viggiani); Il dopo Davis «Lungomare, sì all'arena per l'estate poi giusto cambiare» (Roano); Super Svizzera trema coi kazaki, Francia in bilico (V.M.)

Rassegna stampa

Da Murray a Murray, gioca il doppio e lancia il sorpasso (Martucci, Clerici, Semeraro, Valesio, Ferrero, Viggiani); Il dopo Davis «Lungomare, sì all’arena per l’estate poi giusto cambiare» (Roano); Super Svizzera trema coi kazaki, Francia in bilico (V.M.)

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A cura di Davide Uccella

Da Murray a Murray, gioca il doppio e lancia il sorpasso L’Italia è in affanno (Vincenzo Martucci, La Gazzetta dello Sport, 06-04-2014)

Murray più Murray: Italia 1-Gran Bretagna 2. Malgrado la terra rossa, malgrado la pioggia e l’oscurità di venerdì, malgrado la resistenza della strana coppia BolelliFognini, due singolaristi abbinati per amicizia, Andy, il fuoriclasse scozzese, sta lasciando la sua impronta a Napoli e minaccia di metterci anche il sigillo, oggi alle 11.30, nel derby fra i numeri 1 con Fognini. Classe, ma anche carattere. Tanto carattere.

Doppio lavoro Perché il più forte tennista del weekend a Mergellina resiste al tenace Andreas Seppi nell’oretta e un quarto che gli occorre la mattina per confezionare il successo in tre set nel suo primo singolare, e poi trascina James Fleming il pomeriggio, in un duetto di qualità, che incanta il pubblico con la semplicità del servizio-volée in 4 set di tre ore, frantumando la fiducia degli azzurri, dopo la fiammata del terzo set e il break di vantaggio conquistato e poi perso due volte al quarto. «Non so se la mia forma sta crescendo di game in game e di set in set, non ho avuto il tempo di pensarci, sono stato troppo impegnato a vincere, mi sono accorto che ero terribilmente disidratato solo all’antidoping. E non è ancora finita, c’è ancora tanto tennis da giocare, devo affrontare Fognini, che sta giocando il suo miglior tennis, come dicono i risultati e la continuità – soprattutto sulla terra – e la classifica. Non m’importa chi è il favorito, so che sarà un match molto duro». Essenziale e decisivo, questo Murray fa paura, da subito alla coppia azzurra. «Quando abbiamo saputo che giocava il doppio abbiamo capito che sarebbe stata difficile». Perché nel momento più delicato del doppio, quando l’Italia scricchiola ma è la Gran Bretagna ad andar sotto 3-1 e poi 5-3, si prende in spalla il compagno. Che lo ringrazia: «Per la vittoria più importante che ho ottenuto nella mia carriera: non sono andato nel panico nel terzo e nel quarto set perché lui non è andato nel panico». Perché, con la sicurezza dei grandi, sentenzia: «Non faccio paragoni con Fognini, ma per me Bolelli ha giocato una gran partita, e quando l’ho attaccato, ha reagito benissimo». Tacitando così la caccia alle streghe del clan azzurro dopo che Simone ha perso due volte il servizio nel finale. «Quando avevamo raddrizzato il match, dopo aver cominciato male», commenta il bolognese, stoppato dalla febbre in America e ancora non al meglio.

Impossibile La colpa è soprattutto di quel diavolo di Murray, così deciso e combattivo in avvio da rubare la parte ai padroni di casa. E così arduo da superare, ora, nei pensieri anche di quel diavoletto di Fognini: «Io so come giocare con lui e lui con me, non mi interessa tanto di lui, so come dargli fastidio, sarà dura, ma ci proverò fino all’ultimo punto, ci metterò la faccia come ho fatto in questi giorni, con quello che ho in questo momento, dopo il problema al costato che non mi ha fatto allenare. E’ un match quasi impossibile. Ci è passato davanti un treno, in doppio, era veloce, non l’abbiamo preso. Ma se andremo 2-2 diventeremo i favoriti».

Impresa Un tira e molla che s’affloscia e si distende, come il suo estro: «Sappiamo tutti quanto ha piovuto, ma io personalmente non sono contento del campo, e delle palle, cercheremo di ribaltare la situazione, ma niente è impossibile». Una sensazione che nemmeno capitan Barazzutti può ravvivare: «Adesso è più difficile, ma dobbiamo giocarcela. Purtroppo non si possono regalare due set, soprattutto quando dall’altra parte c’è un giocatore come Andy Murray.. Una sensazione che Andreas Seppi fotografa con solarità dopo la resa contro Murray: «Psicologicamente, cambia eccome se vai in campo sul 2-1 o sull’1-2: puoi lasciare andare il braccio oppure averlo un po’ trattenuto perché sai che tutto dipende da quel match». Andy Murray può perdere contro Fabio Fognini, sulla superficie che meno ama, ma con un’altra chiave per l’immortalità tennistica del suo paese? Dopo l’oro olimpico a Wimbledon e aver riportato un britannico sul trono Slam 77 anni dopo Fred Perry, agli Us Open e addirittura a Wimbledon, può firmare una semifinale Davis dopo 33 anni. La domanda vera è: Fognini, ritrovata la bandana portafortuna, può ritrovare super Fognini?

Troppo Murray spegne l’Italia e i sogni Davis (Gianni Clerici, La Repubblica, 06-04-2014)

La mia notorietà doveva essere minima anche ai bei tempi perché il coetaneo, un signor socio del Tennis club Napoli, non ricordava il famoso match contro quei due miti di Cucelli e Del Bello, su questi nobili campi. Passarono quindi una buona decina di minuti perché, ai primi vani tentativi dei nostri Fognini e Bolelli di importunare i due inglesi, rigorosamente a tre-quattro metri dalla rete, con passanti non sempre fortunati, e gli aprisse bocca. «Se continua cosi, vedrà cosa succede, a meno che Murray non sia stanco per la vittoriosa continuazione del match con Seppi, in mattinata». E, nel vedermi incuriosito, continuò. «Non si è mai visto vincere un match da fondo campo, contro due che tengono la rete. Sarebbe come se due signore, pur bravissime sui rimbalzi, tentassero di passare due giovanotti ben appostati. Se non mi crede, può sempre rivolgersi a quella dama bionda, nella tribuna d’onore, che si chiama Lea Pericoli». Celai la mia antica passione per la maggiore interprete italiana del pallonetto, e presi a seguire la partita. Purtroppo il mio coetaneo aveva ragione. Gli schemi dei nostri erano un appostamento in ginocchio dell’uomo a Troppo Murray spegne l’Italia e i sogni Davis rete, rapido a spostarsi, ma spesso meno della ribattuta nemica. Murray e Fleming, che credevo il figlio del famoso partner di McEnroe per la sagacia, ribadivano la posizione che qualsiasi tata insegnava ai bambini, al loro esordio scolare. Dopo due set di questa più che attesa vicenda, il mio coetaneo si sarebbe allontanato «alla volta di un bel bridge». Viste dunque le difficoltà di chi si vede costretto ad affrontare una vole invece di un rimbalzo, rimane eroica la rimonta del terzo set e della prima, ahimè, parte del quarto, quando Fognini e Bolelli riuscirono quasi a riapparigliarsi, conducendo 5 a 3 con un break purtroppo vatiiticato da ben due di Bolelli che fm li non aveva mai smarrito mezzo servizio. Ma, nel superare le misure grafiche e la pazienza dei lettori, raccolgo una sintesi che apparirà sul prezioso blog detto Ubitennis. Gli inglesi hanno messo a segno 133 punti contro 113. A conferma della sua classe Murray non ha mai battuto a vuoto, il suo partner Fleming ha smarrito 3 turni, Fognini 4 e, ahimè ripeto, Bolelli gli ultimi due. Non ho saputo rintracciare il mio coetaneo per chiedergli un pronostico per gli ultimi due singolari. Il mio è, per il niente che conta, negativo.

Il doppio tradisce. Ora per l’Italia la strada è in salita (Stefano Semeraro, La Stampa, 06-04-2014)

Adesso bisogna sperare nel miracolo di San Fabio (Fogni-ni) e in una improbabile liquefazione di Andy Murray, che ieri è sembrato solidissimo, al limite dell’inossidabile. Prima ha chiuso in fretta il caso-Seppi (6-4 7-5 6-3), interrotto venerdì per oscurità, poi a fianco di Colin Fleming ha approfittato di due set di latitanza del nostro doppio – più di Fognini che di Bolelli in verità – per portare la Gran Bretagna sul 2-1. Una giornata da 007 con licenza di vincere al servizio di Sua Maestà, e pazienza se sia lui sia Fleming (niente a vedere con Ian, né con l’antico compagno di John McEnroe, Peter) sono scozzesi e a settembre potrebbero votare si nel referendum per l’indipendenza.

Era un punto che ci sentivamo già addosso, ce lo siamo scuciti entrando malissimo nel match contro una coppia che, a differenza della nostra, il doppio lo gioca old-style, mordendo la rete. Fognini per due set è sembrato un figurante, Bolelli senza essere perfetto ha tenuto in piedi la baracca e nel terzo, approfittando del braccino di Fleming e di un appannamento di Murray, ci ha rimesso in carreggiata. Anche nel quarto siamo andati avanti, prima 4-1, poi anche 5-3 e servizio Bolelli, a tre punti da un clamoroso quinto set. Ma 11 Simone ha sentito la stanchezza e la tensione e ha servito male, Murray invece ha estratto un paio di numeri alla James Bond e trascinato il rinfrancato compagno al traguardo. Risultato: 6-3 6-2 3-6 7-5 e Gran Bretagna a un passo da una semifinale che il parallelo crollo (nervoso) della Svizzera in doppio contro il Kazaldstan del russo-piemontese Golubev rende di colpo molto, molto appetitoso.

Peccato, ma come ha ammesso Barazzutti «Fabio e Simone all’inizio hanno giocato malissimo, e due set non si possono regalare a nessuno, specie se dall’altra parte c’è uno come Murray». Che lodevolmente insieme a Fleming ha dedicato la vittoria a Elena Baltacha, la loro collega colpita da tumore, malattia che Hutchins, quarto uomo della squadra di Davis, ha fortunatamente superato.

Oggi (dalle ore 11,30) bisogna sperare che Fognini, santo e briccone del nostro tennis, faccia o’ miracolo contro Murray e poi Seppi dia il colpo di grazia a Ward per il 3-2. «Nulla è impossibile, e io comunque ci metterò la faccia», buttali Fabio, che pare avere superato l’infortunio al costato. Murray sul rosso terra non ha mai brillato, mentre per Ward «Fabio quest’anno vale un posto fra i top-3 del mondo sulla terra», essendo Nadal e Djokovic i primi due. Andy però è pur sempre il n. 8 del mondo, un ex n. 2, il campione in carica di Wimbledon e soprattutto un tipo che in Davis ha perso un solo match, su venti, nel giurassico 2005. I precedenti fra i due (antichissimi anche quelli, 2007 e 2009) sono sull’1-1. «Ma di Murray sinceramente non me ne frega molto, preferisco pensare a me stesso – digrigna il Fogna -. So come affrontarlo, e lui sa come affrontare me. Ho delle chance, poi è chiaro che bisognerà prenderle, perché il treno quando passa va veloce. Ma sul 2-2 torneremmo noi i favoriti». San Gennaro è avvertito.

Una domenica per rimontare. Fognini-Murray serve l’impresa (Federico Ferrero, L’Unità, 06-04-2014)

IL MURRAY BUONO HA DEDICATO LA VITTORIA E MEZZA DEL SABATO A ELENA BALTACHA, LA GIOVANE BRIT-COLLEGA MALATA DI CANCRO AL FEGATO. Quello brutto ha sibilato, ai microfoni di Bbc, che il campo di Napoli infradiciato da dieci ore di pioggia – e coperture così cosi – non sarebbe stato ammesso in un torneo Atp. 11 cattivo, ahinoi, ha deciso di fare la differenza in un pomeriggio di Davis-amarezze sul lungomare napoletano.

Ciò che non si auspicava accadesse, in una summa sportiva della legge universale di Murphy, e puntualmente avvenuto. Le paturnie mentali del finto-freddo Andy Seppi non si sono dissolte nottetempo: alla ripresa del secondo singolare, il match è continuato a essere ciò che era. Una partita equilibrata, salvo le accelerate di Murray e i contemporanei testa-coda dell’azzurro nei pochi e opportuni momenti di svolta. Né insidiato, né vagamente infiacchito (dal 6-4 5-5 del venerdì al 6-47-5 6-3), il numero uno del team Uk non si è cambiato d’abito per il doppio. Schierato a destra accanto a Colin Fleming – non imparentato col Peter, spalla storica di John McEnroe – [‘Andy straniero ha regolarmente segnato la distanza tra sé e il resto delle presenze in campo: risposte, cambi e interventi a rete, recuperi da Mandrake correndo leggero pure sulle paludi. Per due set, Fognini e Bolelli (talora quasi irritante, nella incolpevole a-reattività) si sono fatti zimbellare. Ma le notizie da Ginevra, i due grotteschi set di vantaggio del doppio kazako sul duo nobile Federer-Wawrinka, devono aver scosso la coppia italiana: come perdonarsi un fallimento, se la Svizzera fosse caduta?

Ogni speranza si e purtroppo sbriciolata in qualche minuto di tempesta e assalto, quando la rimonta aveva ormai preso forma: dal 3-6 2-6, Murray aveva ritratto le antennine da alieno e il duo Fabio&Simone si era costruito un solido progetto di rimonta (6-3 5-3). La pressione avrebbe dovuto mandare Flemin sotto il livello del mare: l’ha esaltato. b più in onore di Colin che del campione di Wimbledon, che capitan Smith dovrà accendere un cero in Santa Maria Assunta. La Gran Bretagna ha rosicchiato via il servizio a Bolelli sul 5-4 Italia; sul 5-6 è stato il capobanda Fognini a farsi cogliere da un attacco di uàllera: due dritti a sbadiglio, partita finita. Sarebbe stata un’altra storia, se i due azzurri non avessero dilapidato una prima ora di tennis nel tentare di superare il record di errori non forzati. Quando nella metà campo tricolore si è ripreso a ragionare, il nemico era un sagoma all’orizzonte.

Oggi il match point: Fognini-Murray restituirà senza riserve il nome della squadra vittoriosa. A favore di Fognini peseranno l’imponderabile fattore casalingo, la terra rossa, la fiducia d’aver preso casa nella periferia dei top 10. A sfavore, il dolore al costato e quella belva di Murray. Solo dieci ore di rincorse e rotolamenti tra venerdì e sabato giustificherebbero ipotesi di esaurimento del fenomeno di là dal campo. Quindi, niente da fare: probabile un epilogo da mangiarsi le mani. Anche perche la Svizzera, nel mentre, quel doppio l’ha perso davvero e i kaz9ki in semi restano sì improbabili, ma non sono più un pesce d’aprile.

Italia, teste confuse Ora serve il miracolo (Piero Valesio, Tuttosport, 06-04-2014)

Rischiano di avere ragione i King Crimson, indimenticato gruppo progressive che nei ’70 mandò nei negozi (allora c’erano i negozi di dischi, pensate un po’) il più bel disco di quel periodo. “Confusion will be my epitaph” cantavano Fripp e compagni: la confusione sarà il mio epitaffio. E aggiungevano: sono certo che domani starò piangendo. Nel nostro caso specifico il domani è oggi: e le possibilità sia che la confusione passi alla storia come l’epitaffio di questo match di Davis fra Italia e Gran Bretagna, sia che oggi l’Italia del tennis pianga sono elevatissime. Molto elevatissime si potrebbe dire se non fosse un grave errore.

VITA Stamattina alle 11.30 Fabio Fognini sarà di fronte ad un imperativo categorico: giocare, contro Andy Murray, la partita della vita. E vincerla. Se ci si dovesse basare sul Fognini visto ieri bisognerebbe ammettere che le speranze sono vicine allo zero. Ed è giusto sostenerlo perché sai mai che Fogna legga questo o un pensiero analogo, s’incavoli e tiri fuori, per l’appunto, il match da raccontare ai nipotini tra una trentina d’anni. Ma la realtà è molto semplice: da un lato del campo ci sarà Andy Murray che ieri prima ha battuto Seppi senza sudare nemmeno poi tanto: poi si allenato un pochino e in ultimo ha vinto il doppio, diciamolo, praticamente da solo. Forte del suo essere Murray, fab four in congedo temporaneo nonchè campione in carica di Wimbledon. Uno che, pur scendendo a rete una mandata di volte in tutta la sua stagione agonistica di singolare, ieri si è dilettato a conquistarla tutte le tante volte in cui ha ritenuto che fosse necessario: per far vedere la propria faccia, per dimostrare continuamente la sua superiorità. Talvolta perfino praticando il serve&volley. Ha sfidato Bolelli e Fognini sul piano della personalità e ha vinto. Se qualcuno avesse dubbi andate a rivedere le dinamiche dell’ultimo game del match quando Andy (che in tutto il match non ha mai perso il servizio) ha di fatto detto al socio: non ti preoccupare adesso ci penso io. E ci ha pensato, eccome se ci ha pensato.

REMISSIVITA’ Ecco, Fognini oggi dovrà dimenticare quell’ultimo game e pure molti di quelli precedenti. Dovrà provare a lanciare nel golfo di Napoli (invece che una pallina come successo ieri) quella specie di remissività profonda che lo coglie quando affronta un top player. Qualche volta combatte come contro Nadal a Pechino: qualche altra volta no, come contro Djokovic a Montecarlo l’anno scorso e a Miami pochi giorni fa. Fognini pensi che comunque avrà di fronte uno come un altro. Torni con la mente alla partita vinta contro Almagro a Buenos Aires: un duello spartano in cui mentalmente ha avuto ragione dell’avversario. Senza strappi, con serenità. La condizione fisica di Fabio è lontana oggi da quella di allora, ma ha il dovere di provarci.

SMARRIMENTI Poi c’è il doppio. Quello stesso doppio giocato per tre quarti con così tanta confusione tattica e mentale da rischiare di diventare l’epitaffio posato sulle nostre speranze di conquistare la semifinale di Davis. «Ero furioso perché non vedevo l’atteggiamento giusto in campo. Quando Simone e Fabio l’hanno trovato, la partita l’hanno giocata. Quando l’hanno di nuovo smarrito, la partita l’hanno persa». Umberto Rianna, uno dei coach che prendono parte al progetto azzurro di riconquista della Davis. Era al fianco di Max Sartori e Claudio Galoppini a tentare di scuotere il duo azzurro a dar man forte a Corrado Barazzutti nel tentativo di indirizzare Simone e Fabio verso la resurrezione dopo aver perso i primi due set. Ma non ci sono riusciti. Perché su una parte del campo c’era uno che stava con i piedi e la testa sul medesimo a far pesare il suo nome e i suoi successi; sull’altra due che quel confronto non hanno saputo reggere. Non è finita ma dalla testa di Fognini oggi dovrà esserci tutto meno che confusion. Se no non ci vieterà altro che piangere sull’occasione perduta.

Italia-Gran Bretagna 1-2. Murray vale doppio (Mario Viggiani, Il Corriere dello Sport, 06-04-2014)

Andy Murray vale doppio. Se pure qualcuno avesse avuto qualche dubbio in tal senso, magari dettato anche solo dalla febbriciattola virale che l’aveva colpito alla vigilia di Italia-Gran Bretagna, be, la prestazione fornita ieri dall’ex numero 2 del mondo in occasione della seconda giornata dei quarti di finale di Coppa Davis non lascia scampo a discorsi del genere. Lo scozzese di Dunblane prima ha chiuso il conto in tre set con Andreas Seppi nel singolare sospeso per oscurità venerdì sera, e poi dopo le due ore di pausa consentite dal regolamento ha fatto coppia con Colin Fleming, pure lui scozzese ma di Linlithgow, e dopo altri quattro set ha saldamente piazzato la Union Jack in mezzo all’Arena del Tennis napoletana, anche se ovviamente ci sarebbe stata meglio la Saint Andrew’s Cross. Così ribaltone nel punteggio e giornata che si chiude sul 2-1 per gli ospiti. E ovviamente semifinale ipotecata, considerato che stamattina Murray è pronto a mettere a segno il terzo e decisivo punto contro un Fabio Fognini col morale mica alto per la sconfitta rimediata ieri in doppio con Simone Bolelli.

UNO-DUE MICIDIALE – Andy ha concesso qualche chance a Seppi (una palla per il 6-5 nel secondo set, Andreas ha servito per andare 42 nel terzo), ma gliel’ha puntualmente annullata da grande combattente qual è. E nel doppio s’è caricato sulle spalle Fleming, comunque dignitoso nel rendimento complessivo, e gli ha consegnato una delle vittorie più importanti della sua carriera, che per Colin comprende comunque sette tornei Atp. Con i nostri che hanno un pacco di recriminazioni alto cosi, per questa sconfitta: dalla virtuale assenza dal campo di Fognini, svanito quando stava servendo per il 4-4 nell’ottavo game del primo set e ricomparso solo nel terzo, quello vinto dagli azzurri, fino all’inutile vantaggio del 5-3 nel quarto e ultimo set, ceduto infine per 7-5 dopo 2h59′. E così oggi si riparte da 1-2 per i britannici: l’ultima volta che l’Italia ha ribaltato un punteggio simile è accaduto nel settembre 1999, ma di fronte c’era la Finlandia e non Murray…

DURO SUL CAMPO – Tra le due partite, Andy alla Bbc aveva detto la sua sulle condizioni del campo dell’Arena del Tennis, dopo gli acquazzoni di venerdl e dopo la caduta che ha rimediato in una scivolata dopo un po’ che era stato ripresa la partita con Andreas. Per la maggior parte è ok, solo in alcuni punti la palla rimbalza male, ma quell’angolo davvero non è messo bene: è pericoloso. Se questo accadesse in un torneo del circuito, non ci si potrebbe giocare, su un campo cosa. E qualcosa di cui parlare (con l’Itf – ndr) a sfida conclusa, perché bisogna evitare che ci si possa far male per motivi del genere: non piacerebbe a nessuno…..

MORBIDO SU FOGNINI – Murray e Fognini si ritrovano a ben cinque di distanza dal loro ultimo confronto: vinse lo scozzese, a Montecarlo 2009, e l’altro precedente risale a Montreal 2007, quando invece la spuntò il ligure, anche lui in due set. Fabio è nel momento migliore della carriera, non è mai stato così in alto in classifica. Sara quindi un match difficile. Il mio cornpagno di squadra Ward dice che in questo momento Fognini è uno dei tre giocatori più forti sulla terra? Le valutazioni lasciano il tempo che trovano, ribadisco solo che sarti un avversario duro ma che ovviamente fard di tutto per ridare alla Gran Bretagna le semifinali di Davis dopo tanti anni (ci manca dal 1981, l’Italia invece dal 1998 – ndr)”.

Barazzutti duro “Doppio sprecato nei primi due set” (Piero Valesio, Tuttosport, 06-04-2014)

E pensare che avremmo anche potuto vincerla, la partita maledetta. Anche se Bolelli e Fognini sono partiti con l’handicap: sotto due set a zero in poco più di un’ora. Eppure quando Fabio ha smesso di inveire contro terreno e palline, quando Simone ha preso a servire come quando era fra i primi 40 giocatori del mondo e a rispondere con eguale energia gli azzurri hanno vinto un set e sono andati 5-3 nel secondo. Poi però si è rispenta la luce, il Bole e Fabio hanno perso il loro turno di servizio proprio nel momento peggiore. Con “se” non si scrive la storia: ma al quinto sarebbe stata una partita bagarre e chissà come sarebbe finita. Barazzutti però mette l’accento su quel prolungato scioglimento che ha trascinato gli azzurri in una zona di inferiorità dalla quale risollevarsi sarebbe stata un’impresa titanica. «I ragazzi hanno giocato troppo male nei primi due set: la verità è semplice. Non è finita ma è difficile, molto difficile. I treni bisogna prenderli quando passano, se no li perdi. Diciamo che il nostro di treno è ancora fermo in stazione, ma per poco. Male anche gli svizzeri. A Ginevra la coppia Federer-Wawrinka ha perso contro il doppio kazako composto da Golubev e Nedovyesov, uno che non frequenta normalmente le finali degli Slam nè tantomeno le vince come è successo a Wawrinka in Australia. Eppure è successo e la maledizione della Davis continua a colpire quello che sulla carta dovrebbe essere la formazione più forte del mondo.

Fognini: «Ma io so come dargli fastidio» (Mario Viggiani, Il Corriere dello Sport, 06-04-2014)

Valutazioni diverse: per il capitano Corrado Barazzutti il doppio azzurro ha giocato male i primi due set, per Andy Murray almeno Simone Bolelli è stato bravissimo. La realtà è che per esempio il primo set era stato buttato via sul turno di servizio per andare 4-4, prima ancora che sulla palla giustamente contestata dall’Italia (doppio tocco di Colin Fleming, praticamente una volée trascinata) sul 3-5 e 30 pari che avrebbe dato una break-point ai nostri se l’arbitro portoghese Carlos Ramos non avesse valutato diversamente il colpo. Fatto sta che dopo c’è stato lo spreco enorme del quattro set, quasi buttato via dopo che “Simo” ha battuto per chiuderlo 6-4, e che a questo punto oggi toccherà a Fabio Fognini cercare di rovesciare la frittata contro Murray. .Nel doppio fisicamente mi sono sentito molto meglio rispetto al singolare di venerdì, certo perd che adesso il favorito è lui, Andy, e io dovrò andare a caccia di un punto quasi impossibile. Lui ha battuto solo un Top Ten in carriera (Davydenko, a Montecarlo 2009 – ndr) sulla terra e non ci ha mai vinto un torneo? Io devo badare solo a me stesso e al mio gioco. Dico solo che ci proverò in tutti i modi. So come dargli fastidio, con quali colpi: vedremo… S’è gid visto com’è andato il match di Seppi contro Murray: le occasioni passano, come i treni, ma vanno prese…. 11 campo? Non mi piace, in queste condizioni, dopo la pioggia, come non mi piacciono le palline, ma così è…».

SEPPI – Andreas Seppi ha qualche rimpianto, per la sconfitta contro Andy Murray nel completamento del match interrotto venerdì sera pero oscurità, ma anche certezze per aver ritrovato il suo gioco: «C’erano stati segnali già negli Stati Uniti, le conferme sono arrivate da questa partita. Spingo di più, sono più aggressivo, adesso mi sto esprimendo qua-si ai miei livelli migliori, e questo mi dd fiducia per il futuro prossimo, che poi sarebbe l’eventuale singolare con James Ward, qualora Fognini realizzasse l’impresa contro Murray. .Un match alla pari – la valutazione del n. 2 azzurro – con Fabio forse anche leggermente favorito contro l’Andy attuale, soprattutto se riuscirti a esprimersi sui livelli di questo inizio di anno. Certo, andare in campo sul 2-1 gli avrebbe consentito a Fabio di lasciare andare il braccio e giocare con meno responsabilità sulle spalle. E invece così, scendere in campo sull’1-2 per i nostri avversari sarti invece tutt’altra responsabilità…».

Intervista a Juan Margets – «Ma il Tc Napoli ha già vinto: lavoro straordinario» (Gianluca Agata, Il Mattino, 06-04-2014)

Juan Margets è uno di quei signori distinti che immediatamente riconducono alla Spagna. A prima vista. Catalano di Barcellona, capelli e barba brizzolata, sembra un ritratto di nobiltà iberica. Affascinato da Napoli e da quanto la città è riuscita a fare in così pochi giorni. E il vicepresidente esecutivo della federazione intemazionale e plaude all’organizzazione del Tennis Club Napoli per Italia-Gran Bretagna di Coppa Davis. «Certo, oggi c’è un po’ di sconforto nei tifosi italiani ma è la Davis. La Gran Bretagna è logicamente favorita perché in vantaggio 2-1 ma bisogna aspettare i match della domenica».

Napoli ha già vinto? «E stata costruita un’arena con una vista unica, spettacolare. Stadi del genere se ne fanno anche in Spagna per organizzare eventi occasionali ma sicuramente un’arena con questo panorama è unica al mondo. Ricorda Montecarlo ma posso dire che è stato fatto un lavoro splendido».

Quando l’Itf ha saputo che la Davis sarebbe tornata a Napoli dopo Italia-Cile come è stata accolta la designazione? «La scelta della città che ospita un match di Davis spetta alla federazione competente. Per noi è importante che sia un grande centro con un club organizzatore all’altezza».

E il Tennis club Napoli lo è? «Scherza? Ma si guardi intorno. Stile, tradizione, competenza, organizzazione, storia. In una location unica al mondo».

Peccato la pioggia di venerdì. «Beh se si gioca all’aperto il rischio c’è sempre. Però credo chevada bene lo stesso. Il programma sta procedendo nei tempi previsti».

Prima volta a Napoli? «Inverità ero molto piccolo, avevo dieci anni. Ma ricordo unavisita nei dintorni di Napoli».

E oggi? «In questi giorni ho dovuto lavorare ma II calcio «lo tifo Barça e non dimentico che qui ha giocato Maradona Benitez sta facendo molto bene» domani voglio fare un salto a Pompei oltre che passeggiare per Napoli».

Che idea si ha della città all’estero? «Sono di Barcellona, quindi come spagnolo le due culture sono molto simili. E poi…»

E poi? «Qui c’è stato Maradona, non dimentichiamolo mai».

Tifoso di calcio? «Ovviamente del Barcellona. Ho visto la partita di Champions con l’Atletico. Un vero peccato».

Le piace Benitez? «Sta facendo un buon lavoro a Napoli. Ma lui è un bravo allenatore. Non dimentico i risultati di Valencia, Liverpool, Chelsea dove ha vinto l’Europa League nonostante fosse contestato dai tifosi».

Torniamo al tennis, a Montecarlo. Di cosa ha bisogno Napoli per organizzare un torneo del genere? «Sicuramente un numero di campi adeguati e poi una data visto che il calendario in questo momento non ne ha».

Quanto è valsa l’organizzazione di Italia-Cile nella riattribuzione della Davis a Napoli? “È stato importante. Napoli ha dato buona prova di sé. Il marketing spinge affinché i grandi eventi siano svolti in grandi città. Pensiamo al calendario tennistico internazionale. I più grandi tornei si svolgono a Barcellona, Parigi, Montecarlo, Londra, Amburgo. Dobbiamo pensare alla città come un brand. Napoli è una delle grandi città europee. Ha grande tradizione e sicuramente può avere uno sviluppo importante nel tennis”.

Sognare in grande si può. Cosa occorre per ospitare una finale di Davis? «Un campo per dodicimila persone e, soprattutto, al coperto».

Un pronostico per Italia-Gran Bretagna? «Non ne faccio perché può cambiare tutto. Però è sotto gli occhi di tutti che la Gran Bretagna è in vantaggio per 2-1. Ha un giocatore molto forte come Murray ma Fognini sulla terra si trova bene. Questa però è solo teoria, la parola spetta al campo».

«Lungomare, sì all’arena per l’estate» – «Teniamola per l’estate: poi giusto cambiare» (Luigi Roano, Il Mattino, 06-04-2014)

Un luogo per eventi culturali di livello alla Rotonda Diaz ci sarà a prescindere dalla Coppa Davis, tuttavia il sindaco Luigi de Magistris sarebbe felice se l’arena creata per il tennis potesse rimanere almeno per il resto della primavera e dell’estate. Un’idea che piace ai napoletani, benedetta anche dal presidente del Coni Malagò. «Abbiamo decine e decine di eventi in calendario e sono stato sollecitato da persone molto autorevoli in questo senso», tuttavia è immaginabile per il futuro «una struttura più leggera». De Magistris ha ben presente i veti della soprintendenza, ieri Giorgio Cozzolino era sugli spalti per assistere alle gare e non è apparso certo convinto della proposta di tenere lì l’arena tutto l’anno. Il primo cittadino comunque ne parla liberamente. Un colloquio molto franco che fa presagire una rinnovata, accesa dialettica con le soprintendenze che devono dare il via libera al progetto di riqualificazione del Lungomare. Le tesi, al di là dei toni, sono molto distanti. A pag. 31 La proposta, il colloquio «Teniamola per l’estate: poi giusto cambiare» De Magistris: struttura bellissima e utile, ci aiuterebbe ad attirare eventi e finanziamenti II progetto Per il futuro una struttura meno invasiva Le bellezze del territorio vanno usate e valorizzate Luigi Roano Un luogo per eventi culturali di livello alla Rotonda Diaz ci sarà a prescindere dalla Coppa Davis, tuttavia il sindaco Luigi de Magistris sarebbe felice – in attesa di questo luogo che fa parte della riqualificazione complessiva del lungomare – se l’arena creata per il tennis potesse rimanere almeno per il resto della primavera e dell’estate. «Perché abbiamo decine e decine di eventi in calendario e sono stato sollecitato da persone molto autorevoli in questo senso. Mi fa piacere che si apra un dibattito e che a sollevarlo sia stato il mondo dell’informazione, però deve chiudersi presto perché finito l’evento poi l’arena verrà smontata». Sindaco aperturista e convinto che non farebbe male a Napoli, anzi, avere per qualche mese un punto dove raccordare gli eventi. Un de Magistris che ha ben presente i pruriti della Soprintendenza, ieri Giorgio Cozzolino era sugli spalti per assistere alle gare e non è apparso certo convinto. Il primo cittadino comunque ne parla liberamente proprio dalla splendida arena che sta facendo innamorare gli inglesi e non solo. Un colloquio molto franco che fa presagire una rinnovata focosa dialettica con le Soprintendenze che devono dare il via libera al progetto di riqualificazione del lungomare.

Le tesi, al di là dei toni, sono molto distanti. «Facciamo una premessa – racconta de Magistris – nel progetto di riqualificazione l’area di Rotonda Diaz è pensata come un luogo dove ci sarà una struttura dove realizzare eventi all’altezza della città. Quella che c’ è adesso, straordinaria, grazie alla collaborazione anche con la Soprintendenza però potrebbe servirci fin da subito. E io sarei ben lieto se ci potesse accompagnare anche per questa primavera e questa estate, del resto sono stato in questi giorni contattato da persone molto autorevoli e importanti della nostra città che sono rimaste incantate da questa possibilità. Vedo che la città è propensa, e se il consenso popolare può avere un suo effetto bene venga. Ribadisco che è una decisione che non dipende solo dal Comune». Il riferimento alla Soprintendenza è molto esplicito, il sindaco però non intende aprire al momento polemiche. Resta fermo nel suo convincimento che l’arena sia un’occasione comunque da sfruttare: «Qualche passo in questa direzione si può fare, si potrebbe legare a un progetto per gli eventi di questa estate, ce ne saranno decine e decine, e avere un’arena così bella contribuirebbe ad avere un sostegno finanziario. Io come sindaco sarei contento. Chiaro che una struttura così imponente non può essere permanente, senile!) la soprintendenza avrebbe argomenti per controbattere. Però per un periodo limitato, con un programma culturale di alto livello, sì. Che apra poi la strada a un’arena meno impattante, già prevista su quella zona, che possa ospitare teatro, musica, sport, qualsiasi tipo di iniziativa di livello».

Il sindaco al riguardo si spende anche un altro argomento: «Mi sembra che questa sia anche la linea del governo, i luoghi culturali e le bellezze devono essere preservati ma fatti conoscere, fatti vivere, renderli pulsanti. Rappresentano economia, turismo, ricchezza e salvaguardia dell’ambiente. Con il lungomare abbiamo fatto riscoprire ai concittadini e anche ai turisti il gusto dellavicinanza al mare e verificare che potenzialità economica ci sia. Grazie a questa abbiamo potuto riqualificare e ottenuto eventi, una cosa tira l’altra».

Beve un caffè, si guarda intorno poi il sindaco non si nega alla domanda delle domande: disposto a sedersi da subito su questo argomento al tavolo con Cozzolino? «Abbiamo una interlocuzione costante con la soprintendenza – conclude – ci incontriamo spesso, e vorrei ricordare che grazie al lavoro del nostro assessore all’Urbanistica Carmine Piscopo con la sovrintendenza si è raggiunto un punto di equilibrio su tante cose. Ho notato una voglia di confronto e di dialogo costruttivo, mi auguro non si apra una guerra di religione su questo argomento. Qualora la spinta della città dovesse essere entusiastica sulla possibilità di vivere una estate e una primavera con un’arena così bella a disposizione, non avrei problemi a sedermi a un tavolo con la Soprintendenza».

Super Svizzera trema coi kazaki Francia in bilico (Vincenzo Martucci, La Gazzetta dello Sport, 06-04-2014)

Se Atene piange Sparta non ride. Svizzera e Italia erano favorite per la semifinale del 12-14 settembre, eppure sono tutt’e due indietro 1-2 in casa. Con le spalle al muro l’Italia, ancora con tante possibilità gli elvetici, che possono schierare Federer e Wawrinka. Intanto, però, i campioni olimpici, dopo lo scivolone iniziale di Stan, re a sorpresa degli Australian Open, contro Golubev, cedono anche in doppio ai kazaki nella loro Ginevra, non due nomi famosi, ma ancora Andrey Golubev, adottato dall’italiana Bra (col maestro Pucci che ora allena la promessa Matteo Donati) più Aleksandr Nedovyesov. Con tanto di dedica di capitan Dias Doskarayev: «E’ come un sogno, prima del match avevo detto ai ragazzi che i miracoli avvengono solo se ci credi veramente e loro hanno giocato in modo fantastico, aggressivi, con qualche aiuto degli svizzeri, altrimenti non ce l’avrebero fatta. Stan era un po’ nervoso, con tanta pressione addosso, da numero 1 di casa. Anche se non è ancora deciso nulla, con due match da giocare e il terzo punto ancora da conquistare». Da parte sua, Federer è: «Molto impressionato da Golubev, che ha deciso singolare e doppio, ha giocato benissimo ed è rimasto sempre calmo, fiducioso e sereno». Ma suona la grancassa: «Non sono preoccupato per quanto è successo nei primi due giorni. Restiamo i favoriti, anche se non abbiamo più margine d’errore, lo sappiamo, e forse questo ci farà giocare meglio».

Wawrinka Può Kukushkin battere Wawrinka nel derby dei numeri 1 che apre il programma oggi? Nel 2010 c’è riuscito, in 5 set, a casa sua, sempre in Davis. Anche se Stan non era ancora numero 3 del mondo, e lui rimane il 56. Ma il Wawrinka di oggi è talmente frastornato che costringe capitan Luhti a un break di addirittura 10 minuti per scuotere il suo numero 1, dopo i primi due set persi in doppio. Dove le occasioni di recupero sono state tante, soprattutto nel tie-break del quarto set, quando Roger e Stan arrivano sul 5-4 con due servizi a disposizione e hanno un set point sul 6-5, per riaprire la partita e sfruttare il tifo di casa. Intanto, da 0-2, la Francia si rimette in carreggiata contro la sorprendente Germania (orfana di Haas e Kohlschreiber), grazie al successo del doppio, ed è ancora favorita, a dispetto delle terribili condizioni del numero 1, T’songa, e dei cedimenti di Benneteau. Che, comunque, sull’eventuale 2-2, cederà presumibilmente il posto in singolare a Monfils per domare la sorpresa Peter Gojowczyk, numero 119 del mondo, e semifinalista a inizio anno a Doha. Nel ricordo di un precedente terribile per l’Italia: le semifinali 96 a Nantes. Mentre i cechi, campioni di Davis degli ultimi due anni, malgrado la volontaria assenza di Tomas Berdych, hanno già chiuso la contesa in Giappone (senza Nishikori e Soeda) col doppio Rosol-Stepanek.

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