Fognini, ma cosa ci fai a Monaco?

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Fognini, ma cosa ci fai a Monaco?

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TENNIS APPROFONDIMENTI – Questa settimana Fabio è testa di serie numero 1 in Baviera, ma rischia di arrivare a Parigi sfiancato da un tour de force di oltre due mesi sempre in campo. Non serviva una programmazione più attenta?


Magari vincerà il quarto torneo della carriera e il secondo dell’anno e lunedì prossimo su qualche quotidiano, sportivo e non, leggeremo che dopo ventotto anni il tennis italiano è pronto a rinverdire i fasti del Panatta’76 con l’assalto a Roma e Parigi e, perché no, anche alla Coppa Davis.

Ma a vedere Fabio presente in tabellone a Monaco di Baviera (da testa di serie numero 1) sorge spontanea una domanda: era proprio necessario giocare questo torneo? Eh si, perché conti alla mano Il ligure è ininterrottamente in campo dall’inizio di marzo: Indian Wells, Miami, quarti di Davis con l’Inghilterra a Napoli, Montecarlo, Barcellona e adesso Monaco.

Considerando la sicura partecipazione ai Master 1000 di Madrid e Roma, Fognini avrà giocato senza sosta per oltre due mesi e mezzo. Arrivando al Roland Garros in pratica con una sola settimana di riposo dopo otto impegni agonistici consecutivi…e sempre che non decida di giocare pure a Dusseldorf o a Nizza la settimana prima di Parigi…

Una programmazione quantomeno discutibile anche perché non si possono dimenticare le condizioni psicofisiche del numero 15 del mondo.
Lo stress cui il suo entourage ha accennato  negli  ultimi giorni non avrebbe dovuto consigliare uno stop di almeno una settimana per recuperare le energie nervose e ricaricarsi in vista del trittico Madrid-Roma-Parigi?
Ma poi, non stiamo parlando di un giocatore più o meno infortunato o acciaccato? A Napoli sembrava sull’orlo del forfait per la disperazione di capitan Barazzutti e dopo lo sconcertante show di Montecarlo, dove al di là di tutto nel match con Tsonga Fabio ha comunque lamentano un infortunio, solo pochi giorni fa contro Giraldo a Barcellona ha lasciato il campo sul 6-0 4-0…salvo poi giocare il doppio.

Forse dietro l’eccessivo presenzialismo in campo di Fognini c’è l’ansia di racimolare più punti possibili sulla superficie prediletta per non fallire il possibile assalto alla top ten. Ma allora non sarebbe meglio conservare le energie per i tornei, Masters 1000 e Roland Garros, dove i punti in palio sono molti di più e con la classifica e lo status di testa di serie Fabio ha tutte le possibilità di arrivare molto avanti?
E comunque, se l’obiettivo è quello di raggiungere i vertici della classifica per restarci e non per una apparizione fugace, è il caso di rischiare di arrivare completamente in riserva già a Wimbledon?Insomma il percorso di crescita di un aspirante top ten dovrebbe passare, oltre che dai progressi tecnici e di tenuta mentale, anche da un’oculata programmazione che possa consertirgli di giocarsi al meglio delle proprie possibilità le chance negli appuntamenti più importanti.

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