Nadal e Serena, i re di Roma; La sfida si accende con le stelle del torneo; Serena stop ma è in arrivo; Da Panatta a Luzzi, l'Italia più bella a Roma; Fognini in cerca del riscatto - Roma aspetta l'eroe azzurro; E la Pennetta già infiamma il Foro Italico; Quattro stelle di un colore solo ; Bencic: Occhio alla baby Seles (Viggiani, Grilli, Speciale - Il Corriere dello Sport); Fognini: "Io come McEnroe? Lui qualcosina ha vinto...» (Valesio); Intervista a Camila Giorgi - «Che emozione tomare a Roma» (Nizegorodcew); Il nuovo tennis di mamma e papà (Azzolini); C'è la baby Bouchard, Corsa al «selfie» (Paoletti)

Rassegna stampa

Nadal e Serena, i re di Roma; La sfida si accende con le stelle del torneo; Serena stop ma è in arrivo; Da Panatta a Luzzi, l’Italia più bella a Roma; Fognini in cerca del riscatto – Roma aspetta l’eroe azzurro; E la Pennetta già infiamma il Foro Italico; Quattro stelle di un colore solo ; Bencic: Occhio alla baby Seles (Viggiani, Grilli, Speciale – Il Corriere dello Sport); Fognini: “Io come McEnroe? Lui qualcosina ha vinto…» (Valesio); Intervista a Camila Giorgi – «Che emozione tomare a Roma» (Nizegorodcew); Il nuovo tennis di mamma e papà (Azzolini); C’è la baby Bouchard, Corsa al «selfie» (Paoletti)

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A cura di Davide Uccella

Nadal e Serena, i re di Roma (Speciale – Il Corriere dello Sport – 10-05-2014)

Parlare di tennis a Roma vien subito in mente Rafa Nadal. Come lui, infatti, nesun’altrrm. Almeno al Foro Italico. Sì, perché in oltre 80 anni di storia, gli Internazionali d’Italia, lo spagnolo è l’unico Dopo la finale maratona del 2006, 5 ore e 5 minuti con 2 match point mancati da Federer, Nadal si incorona re di Roma per la settima volta nella finale più breve della storia del torneo. Il maiorchino piega lo wiz-zero 6-16-3 in appena 68 minuti, portando a 20 le vittorie negli head to head nel giorno della loro 20ma finale. Solo McEnroe e Lendl hanno giocato così tanti match per il titolo nel tennis maschile dal 1968. Peraltro, una delle loro 20 finali non si completa, a Stratton Mountain, al Volvo International de11987: McEnroe vinse il primo set, 7-3 al tiehreak, Lendl era avanti 4-1 nel secondo quando la pioggia costrinse gli organizzatori a fermare il gioco. Il maltempo continua per tutta la domenica e tutto il lunedì e il titolo non fu assegnato.

LA FINALE. Al Foro, Nadal ha conquistato il suo 56mo titolo in carriera, il 24 Masters 1000. t il 41 trofeo dello spagnolo sulla terra rossa: solo Vilas ha fatto meglio nell’era Open con 46 titoli in bacheca. Il match più atteso si tra- sforma nel match più brutto, in una non partita in cui Fe-derer sbaglia tutto quanto sia possibile sbagliare (32 gratuiti a fine partita), in cui Nadal ottiene 18 degli. ultimi 21 nel primo set e si ritrova avanti 6-13-0 in meno di tre quarti d’ora. Così, nella settimana trionfale di Rafa, la partita più dura, l’incontro “sliding doors’ resta l’ottavo di finale contro Ernest Gulbis. Mattone, capace di 59 vincenti, ma anche di 50 errori gratuiti, domina il primo set 6-1, e annulla tre set point rischiando tutto sul 5-4 nel secondo parziale. Non può evitare, però, che lo spagnolo chiuda 7-5 e porti il match al terzo. Quando Rafa si porta avanti di un break sul 4-2 nel terzo, la partita sembra finita Gulbis però agguanta il 4-4, salva due match point con un servizio vincente e un serve and volley con la racchetta rotta, ma al terzo, dopo 2 ore e 37 minuti, il suo dritto a sventaglio, tante volte vincente, lo tradisce.

DOMINIO SERENA. Non c’è stata storia nel torneo femminile. Serena Williams è tornata a imporsi a Roma a 11 anni dalla sua unica precedente affermazione al Foro (battè Justine Henin in finale nel 2002) lasciando alle sue avversarie appena 14 game in cinque partite. Annichilita in finale Victoria Azarenka, che ha ceduto 6-16-3 sotto i 41 vincenti della numero 1 del mondo. Davanti alla madre Oracene e alla sorella Venus, Serena ha festeggiato come una ragazzina alle prime armi il suo 51mo titolo in carriera, il quinto del 2013. Serena riuscirà poi a cornpletare la tripletta sul rosso: dopo aver vinto Madrid e Roma, festeggerà anche il suo sedicesimo Slam al Roland Garros in finale su Maria

RECORD II dominatore della terra rossa Con í I trionfo su Federer, gli Internazionali dl Roma diventano II quarto torneo che Nadal ha conquistato almeno sette volte In carriera. Al Foro, II maiorchlno si presenta alredi:done 2014 con un bilancio dl 41 vittorie e 2 sole sconfitte, contro II connazlonate luan Carlos Ferrero al secondo turno nel 2008e contro Novak Djokovic nella finale di tre anni fa. Bilancio ancora migliore al Roland Garros, In cul vanta sette titoli e una sola sconfitta, contro Robin Sodarling nel 2009 (lo svedese arriverà In finale, perdendo da Roger Federer che conquisterà l’unico Slam che ancora gli mancava). A Parigi, solo due giocatori sono stati in grado dl portare Rafa al quinto set: John Isner al primo tumo nel 2001 e Novak Djokovic nella semifinale dell’anno scorso segnata dall’invasione di campo del serbo su uno smash a campo aperto sul 4-3 40-40 nel quinto set. Otto, infine, le affermazioni di Nadal a Montecarlo prima che Djokovic Interrompesse il suo dominio l’anno scorso, e a Barcellona. Numeri che confermano Nadal come il vero re della terra rossa. Sharapova Serena allungherà a 34 la serie di vittorie consecutive, prima di fermarsi a sorpresa contro Sabine Lisi-cid a Wimbledon. E da allora non perderà più in tutto il 2013, chiuso con 11 titoli e un bilancio di 78 successi in 82 partite giocate.

DOPPIO AMARO. Nel torneo di doppio, Erravi e Vinci (allora numero 1 del ranking) cedono in finale alla cinese Shuai Peng e alla taiwanese Su-Wei Hsieh, che a Roma avevano già trionfato nel 2009. Le azzurre sono crollate alla distanza: hanno vinto 6-4 il primo set, ma poi quando ha rallentato la Vinci si è spenta la luce. Poche settimane dopo, Peng e Hsieh, imbattute nelle finali disputate in carriera, vince-ranno Wimbledon e chiuderanno una stagione straordinaria diventando la prima coppia asiatica a conquistare il titolo al Masters. Lo scorso febbraio, Peng è salita al numero 1 della classifica di specialità: nessuna giocatrice asiatica era mai arrivata così in alto.

La sfida si accende con le stelle del torneo (Speciale – Il Corriere dello Sport – 10-05-2014)

Rafa Nadal insegue l’ottavo sigillo al Foro. Il maiorchino, che l’armo scorso ha lasciato appena quattro game in una finale mai davvero iniziata a Roger Federer, è la stella più attesa del torneo. La sua stagione sul rosso non è iniziata come tutti si sarebbero aspettati. Nessuno avrebbe previsto le sue sconfitte contro Ferrer a Montecarlo e contro Almagro, contro cui aveva vinto tutti I precedenti 10 confronti diretti, a Barcellona, due dei suoi feudi preferiti, due dei quattro tornei insieme a Roma e al Roland Garros in cui ha trionfato almeno sette volte.

FAB FOUR? Difficile, quest’anno più che mai, individuare un vero rivale per il maiorchino. Nessuno tra gli ormai ex Fab Four può essere posi-zionato in prima fila nell’ideale griglia di partenza degli Internazionali. Novak Djokovic si è fermato per infortunio nelle ultime settimane. La gestione Becker; uno che con la terra rossa non ha mai avuto un gran feeling, finora ha dato risultati al di sotto delle aspettative. n serbo non è più il Robo-Nole capace di battere Nadal in sei finali, di porre temporaneamente fine al dominio dello spagnolo a Montecarlo e Roma e di vincere il suo primo Wimbledon. E in più, questo sarà il suo primo torneo sulla terra rossa in vista del Roland Garros, dove sarà chiamato a confermare, e magari migliorare, la semifinale dell’anno scorso e mettersi finalmente alle spalle i rimpianti di quello smash a campo aperto, quell’invasione che avrebbe potuto cambiare il suo destino. L’incertezza sulla presenza di Roger Federer, che potrebbe decidere di star vicino alla moglie Mirka dopo la nascita della seconda coppia di gemelli, stavolta due maschi, e le tradizionali difficoltà sul rosso di Murray, dominato da Fognini in Davis e dal colombiano Giraldo a Madrid, rendono sulla carta più agevole il cammino di Nadal.

OUTSIDER. Dopo il trionfo agli Australian Open, dopo aver eliminato Djokovic e Rafa uno dopo l’altro, è difficile considerare Stan Wawrinka un outsider. Lo svizzero è al momento il candidato più autorevole a diventare l’antiRafa. Questo inizio di stagione ha messo in luce anche un giovane destinato a un futuro almeno da top-20: l’austriaco Dominic Thiem, che da junior chiamavano Dominator con più di qualche ragione. Cresciuto alla scuola del pittoresco coach Gunther Bresnik (allenatore anche di Becker e McEnroe), che prevede allenamenti nelle foreste, sollevamenti di tronchi e sessioni notturne di addominali, figlio di maestri di tennis, ha una gran prima di servizio e uno splendido rovescio a una mano, anche lungolinea. A Rotterdam è andato molto vicino alla vittoria su Andy Murray. Ha dimostrato di avere talento, ma anche personalità e fisico, elementi che hanno frenato invece l’evoluzione di Grigor Dimitrov, perso tra crisi fisiche, motivazionali e sentimentali prima di arrivare finalmente appena dietro ai migliori.

BIG DONNE Tutte dietro la regina La tripletta Roma-Madrid-Roland Garros dell’anno scorso e le recenti prestazioni alla Caja Magica hanno confermato l’assioma che guida il circuito femminile: quando Serena Williams è in forma non ce n’è per nessuna. DI sicuro non si ripeterà la finale del 2013 al Foro Italico, quando Serena ha completato una settimana di dominio assoluto facendo passare Victoria Azarenka come una comprimaria qualsiasi. Non sl ripeterà perché la bielorussa è stata costretta a dare forfait per infortunio.

BELLE CONTRO SI potrebbe ripetere peri a Roma la finale dell’ultimo Roland Garros. Maria Sharapova, finalista a Parigi nel 2013, è tornata ad esprimersi ad altissimo livello sulla terra rossa., portando a casa un’altra Porsche dopo la vittoria a Stoccarda su Ana Ivanovic. E iI dentro della serba ai vertici del tennis femminile è una delle notizie più belle, non solo per le innegabill qualità estetiche della ex numero 1 del mondo, di questo inizio di 2014. Rimane ancora difficile decifrare la stagione di Agnieszka Radwanska, infortunata e nettamente battuta da Flavia Pennetta a Indian Wells ma apparsa un po’ troppo arrendevole e distratta in tornei meno Importanti.

LI NA E LE ALTRE Una delle beniamine del Foro Italico, anche prima della finale del 2012, rImane la cinese U Na. La cinese è una delle “ribelli” che nel 2004 convinse la presidentessa della federazione a smantellare un sistema tennistico central Izzato e gestito da uomini del partito. LI Na è una delle tenniste più simpatiche del circuito, le sue conferenze stampa sono sempre brillanti, e non mancano i siparietti con il marito. Roma aspetta sempre con affetto anche la slovacca Dominika Clbulkova, che quest’anno ha vissuto le sue due settimane da sogno e conquistato II suo primo titolo dello Slam agli Australian Open, e la ventenne canadese Eugenie Bouchard che, limando qualche limite tecnico soprattutto nel colpi in avanzamento, potrebbe presto raggiungere la top-10.

Serena stop ma è in arrivo (Mario Viggiani, Speciale – Il Corriere dello Sport – 10-05-2014)

Prima Novak Djokovic, poi Roger Federer e adesso Serena Williams. Sono gli Internazionali BNL d’Italia dei dubbi, quelli che oggi a Roma avranno inizio con le qualificazioni. Anche se poi alla fine potrebbero trasformarsi tutti in certezze, senza sorprese deludenti per i tanti appassionati che affolleranno comunque lo splendido scenario del Foro Italico e che non meriterebbero defezioni così eccellenti nel cast dei partecipanti.

I dubbi sono spuntati per diversi motivi per tutti e tre, gli ultimi in ordine di tempo sono quelli di ieri su Sereno-na, che a Madrid non è scesa neppure in campo, dove pure era attesa dal quarto di finale contro la ceca Petra Kvitova: la numero 1 del mondo è acciaccata alla coscia sinistra. I:infortunio, o almeno il dolorino, era affiorato nella partita di esordio nel torneo spagnolo, domenica scorsa contro la baby svizzera Belinda Bencic. La Williams, che farà 33 anni a settembre, è sempre bene ricordarlo, è tornata a giocare mercoledì contro la cinese Shuai Peng con una megafasciatura che ha esibito anche giovedì contro la spagnola Carla Suarez Navarro. Il problemino muscolare non le ha certo impedito di ribaltare tanto la Peng (le ha lasciato cinque game in 1h05′ di gioco) quanto soprattutto la Suarez Navarro (ancora cinque game concessi in 1h17; solo che la spagnola è 14 del mondo, oltre che recentissima vincitrice del torneo di Oeiras).

Le spiegazioni di Serena sono arrivate con le dichiarazioni ufficiali diffuse dagli organizzatori di Madrid, il torneo pari grado degli Internazionali ma ricco di pubblico solo nelle giornate decisive… Più tardi c’è stato anche un tweet per i suoi fedelissimi del “RenasArmy’,’ l’esercito dei suoi fan sul social network, dove è arrivata a 4,19 milioni di follower: «Triste non ho potuto disputare la mia partita di oggi. Ma sto recuperando velocemente per essere pronta per Roma e Roland Garros». Prima del tweet, un comunicato aveva appunto raccontato dinamica ed evoluzione del contrattempo: «E venuto fuori nel primo match Poi ho cominciato a star meglio – e s’è visto, in campo… – ma è importante che ora mi prenda il mio tempo per riposare e recuperare. E frustrante, tutto questo: non avrei voluto che la mia settimana a Madrid finisse in questo modo». Dopo aver esternato il dispiacere per il gran lavoro che Manolo Santana e il suo team fanno per il torneo spagnolo, ecco la chiusa di Serena: «Mi sto organizzando per giocare a Roma. Fortunatamente il bye mi consentirà di avere un giorno extra di riposo», cosicchè il suo debutto agli Intemazionali nel caso avverrà mercoledì, quando si completerà la serie delle partite valide per il secondo turno.

Per il resto, nessuna nuova sull’avambraccio destro di Djokovic e sui gemellini di papà Federer. Verrebbe da dire quindi buone nuove, tant’è che tutti e due sono ancora ben presenti nell’entry list degli Internazionali Questa mattina alle 12 ci sarà il sorteggio dei tabelloni principali: i loro nomi dovrebbero essere abbinati ai numeri 2 e 4, staremo a vedere se poi davvero li vedremo in campo martedì o più facilmente mercoledì.

Da Panatta a Luzzi, l’Italia più bella a Roma (Speciale – Il Corriere dello Sport – 10-05-2014)

Nessuna partita ha regalato al pubblico del Foro il pathos di Panatta-Warwick nell’anno di grazia 1976, quando Adriano trionfa a Roma e Parigi e alza la Davis a Santiago del Cile. Eppure tutto questo non sarebbe successo se il bestione australiano avesse convertito uno solo degli undid match point avuti a disposizione. Nel 1995, Corrado Borroni, un B1 che si allena dietro San Siro, vive il suo giorno alla Steve McQueen eliminando Kafelnikov, numero 9 del mondo, 3-6 7-6 6-3.

LE IMPRESE DEL 2001.11 nuovo millennio spalanca le porte della gloria, anche se solo per un giorno, a Vincenzo Santopadre. Cognome pesante da portare, soprattutto da romano come lui, una vita al Circolo Parsoli dove ha formato quel suo tennis mancino così atipico. Figlio di ristoratori, attuale marito di Karolina Boniek, figlia di Zibì, Santopadre vive la sua giornata indimenticabile nel 2001. La pioggia rallenta il programma, solo sei match si concludono. Uno è il suo. Elimina Magnus Norman, campione in carica, 6-3 6-4 con un parziale di 14 punti a zero dali’ 1-140-40 al 5-1 nel secondo set. Non gli riesce però il bis contro lo svedese Andreas Vinciguerra sotto gli occhi di 7denek Zeman. Ma l’Italia quella sera, può gioire per la più bella partita del compianto Federico Luzzi, più forte dei crampi e di Hitcham Arazi, mandno marocchino di grande talento che lo precede di oltre 100 posizioni (n.28 contro 146) e arriva dalla finale a Montecarlo. Il primo set scivola facile 6-3. Arazi rallenta, ma Luzzi lo batte con fantasia e velocità Sul 5-3 l’azzurro manca un set point, ma al tiebreak, nonostante il dolore, gioca un ultimo passante in corsa e fa esplodere il campo 5 del Foro Italico.

LA CAVALCATA DI VOLANDRI. L’ultimo grande ricordo si confonde con la cronaca. E il 2007 quando Volandri lascia sei game a Federer: è la sua prima vittoria su un numero 1 del mondo. E una settimana magica per Filo, che aveva già battuto Gasquet e nei quarti si ripeterà su Berdych, cedendo solo in semifinale contro Fernando Gonzalez.

Fognini: “Io come McEnroe? Lui qualcosina ha vinto…» (Piero Valesio, Tuttosport, 10-05-2014)

OSPITE del programma «La vita in diretta» su Rai 2 Fabio Fognini una cosa importante l’ha detta. .Dopo Monte-carlo sono stato male dieci giorni, sia fisicamente sia mentalmente. Ho avuto febbre e mal di gola. Poi è andata un po’ meglio e anche a Madrid non ho giocato male anche se sono uscito subito». Chissà quanto Fabio era conscio della profondità delle sue parole, mal di gola a parte: è lui il primo a soffrire delle sue intemperanze. Non trova da esse alcun giovamento: nè in campo nè tantomeno fuori. E dopo l’increscioso siparietto di Montecarlo il primo a stare male (e non certo per un colpo d’aria) è stato lui. Così come dopo il faccia a faccia con Mohammend Lahyani a Madrid: quello in cui a fine incontro ha vivamente richiesto all’arbitro un incontro..Ho protestato con lui in inglese: e la lingua un po mi frega, se mi fossi rivolto a lui in italiano avrei usato altre parole. Comunque dopo il match ci siamo chiariti: episodio chiuso». D fatto è che Fabio, come molti ragazzi del suo tempo e della sua generazione, appare assai più a suo agio quando è davanti alle telecamere, dove può sfoderere anche il suo fascino personale, che non quando deve comunicare in via (non vita) diretta con qualcuno: che sia un arbitro o un giornalista. Qualche centinaia di volte è stato avvicinato a John McEnroe, uno che ha litigato anche con il padteterno in passato ma che proprio in tv (anche se il veste di commentatore) ha poi trovato una nuova veste di sè da proporre al pubblico. 40 come John? Sono istintivo certo ma lui qualcosa ha vinto, io ancora»….Non prima di aver confessato la speranza di riuscire a vincere almeno due partite di fila sulla terra romana dove è sempre uscito subito Fabio non poteva certo esimersi (a .La vita in diretta»… ) di fare cenno alla sua storia con la Pènnetta: «Tutto questo rumore non me Io aspettavo. sinceramente. Con Flavia sto bene: lei è più grande di me e come ha sempre fatto mi dà consigli». Speriamoche Flavia gli insegni soprattuto a come trasformare la rabbia in forza vincente: lei che a Orleans mostrò il dito medio e diede della cordarda alla Engzell rischiando di beccare un penalty point sulla palla match consegando così il match alla Mauresmo: lei che invece da quel dito medio trovò la forza per battere la francese. C’è sempre da imparare, dalla donne.

SERENA NI, NOLE SI Nole Djokovic ha annunciato che sarà a Roma .al 95%» mentre Serena Williams (che ieri si è ritirata a Madrid) ha detto che tenterà l’impossibile per giocare al Foro nonostante l’infortunio ad una coscia.

Fognini in cerca del riscatto – Roma aspetta l’eroe azzurro (Speciale – Il Corriere dello Sport – 10-05-2014)

II Foro aspetta Fabio Fognini. II numero 1 azzurro, che a Roma non ha mai vinto due partite di fila, dovrà riuscire finalmente a diventare buon profeta in patria per inseguire l’obiettivo di salire al numero 12 ed eguagliare così Paolo Bertolucci al terzo posto nella classifica dei migliori azzurri nella storia dell’ATP. Eroe in Davis a Napoli contro Andy Murray, Fognini sta vivendo una stagione a luci e ombre sulla terra rossa europea.

OTTAVA FINALE. Ha giocato a Monaco di Baviera, dove è entrato in tabellone da prima testa di serie, la sua ottava finale ATP, ma ha mancato il quarto titolo cedendo alle sue fragilità e allo slovacco Klizan, da cui aveva perso anche nella sfida per la vittoria a San Pietroburgo nel 2012 (Fabio è comunque avanti 3-2 negli scontri diretti). “Sono un ragazzo cattivo, che volete farci” ha scritto su Twitter dopo le proteste in Germania, che fanno seguito agli sfoghi di Montecarlo, in cui se l’è presa praticamente con chiunque, e anticipano i frustrati monologhi di Madrid, dove ha vinto il primo set in cinque confronti diretti con la sua bestia nera, il “Guru” Alexandr Dolgopolov. Di certo Fognini, che sta giocando praticamente senza fermarsi da due mesi nonostante qualche piccolo infortunio, non passa mai inosservato, tanto sul campo quanto fuori, come dimostra l’attenzione per la recente love story con Flavia Pennetta: una coppia da copertina come quella tra Chris Evert e Jimmy Con-nors, che da fidanzati vinsero Wimbledon nell’indimenticabile estate del ’74. Succederà lo stesso per gli azzurri a Roma?

SEPPI CERCA RISCATTO. Andreas Seppi, battuto l’anno scorso proprio da Fognini al Foro, è sceso oltre il numero 30 in classifica e cerca a Roma la decima vittoria stagionale. La stagione dell’altoatesino è iniziata con la gran partita sulla Rod Laver Arena, con la vittoria al quinto set su Lleyton Hewitt dopo aver annullato un match point. li quinto set gli è stato però fatale contro Donald Young: il 29enne di Caldaro ha pagato i due break consecutivi al nono e all’undicesimo game. È iniziato un periodo di involuzione per Seppi, che arriva a Roma dopo la sconfitta contro Verdasco al primo turno a Madrid. Ce la farà Andreas a ripetere le grandi imprese di due anni fa, quando faceva cantare tutto il pubblico sul Pietrangeli e dava spettacolo contro Wawrinka e lsner?

E la Pennetta già infiamma il Foro Italico (Massimo Grilli, Speciale – Il Corriere dello Sport – 10-05-2014)

Uno scambio serrato da fondo campo, concluso da un rovescio vincente. Dallo sparuto ma attento gruppo di spettatori, arriva un applauso convinto. Benvenuti al Foro Italico, dove il tifo è già caldissimo – favorito da un clima più che estivo – e dove non si fa evidentemente differenza tra una partita “vera” e un semplice allenamento, come quello che ieri ha visto protagonista sul Centrale la sempre affascinante Flavia Pennetta, contro l’argentina Ormaechea. Un piccolo evento, ma comunque significativo della grande attesa che circonda la trentaduenne brindisina, che solo un anno fa, perdendo al primo turno dalla Stephens, era scivolata fino al 158 posto della classifica e che invece ora ritorna a riaffacciarsi a Roma da numero 13 del mondo e soprattutto con il super trofeo vinto a Indian Wells ancora bello luccicante nella sua bacheca. E poi, inutile negarlo: la liaison da poco ufficializzata con Fabio Fognini rende la loro presenza nel torneo molto più intrigante. Chi non pagherebbe per vederli comparire mano nella mano lungo i viali del Foro Italico? mma II Foro Italico Tornando alla Permetta, qualche dubbio sulla sua forma purtroppo c’è: dopo la grande vittoria di marzo, la nostra non ha particolarmente brillato, riuscendo a vincere solo due partite in quattro tornei giocati. «Ma io mi sento bene, ho buone sensazioni – ha dichiarato ieri, alla vigilia della sua 14a partecipazione al Foro – è sempre un’emozione ritornare a Roma, spero di giocare il mio miglior tennis».

PARRUCCHIERE. Prematuramente eliminata a Madrid, dopo aver inutilmente tifato dalla tribuna per il suo Fognini, Flavia ha trascorso in relax i suoi primi giorni romani. Dopo l’allenamento mattutino, ieri è stata tra i protagonisti di “FedeLux 2014”, l’evento benefico organizzato presso il Tennis Club Panoli in memoria di Federico Luzzi, il tennista aretino scomparso nel 2008 quando aveva solo 28 anni. Oggi, invece, inaugurerà il servizio di “Hair dressing’: una delle novità di questa edizione degli Internazionali, dove i tennisti potranno farsi dare un ritocco alla capigliatura dai fratelli Carlo e Giuseppe Tessier. E allora, sistemata l’acconciatura, forza Flavia. Roma non aspetta altro che applaudirti.

Intervista a Camila Giorgi – «Che emozione tomare a Roma» (Alessandro Nizegorodcew, Il Tempo, 10-05-2014)

Maggio 2008, Internazionali d’Italia. Una giovane azzurra di belle speranze, capelli biondi e bandana nera, mette piede per la prima volta sui campi del Foro Italico. È un sabato, giornata dedicata alle qualificazioni, quando si trova davanti la veterana Jill Craybas. Non c’è molto pubblico sul campo 5, quando inizia il match. Pian piano, però, le sue accelerazioni fulminee attirano alcuni curiosi e, minuto dopo minuto, gli spahi sono sempre più gremiti ad urlare il suo nome. Il match termina con una sconfitta al tiebreak del terzo set, ma quella ragazzina bionda, con la bandana nera, sembra giàunapredestinata. Il suo nome è Camila Giorgi. Sei anni dopo «Cami» tornerà in campo negli Internazionali Bnl d’Italia 2014, pronta a stupire ed entusiasmare il pubblico capitolino.

Dopo sei anni tornerà a calcare i campi del Foro Italico, che sensazioni ha a riguardo? «Ricordo bene l’esordio a Roma contro la Craybas, in un match in cui avevo annullato tantissimi match point. Tornare qui è fantastico sia per la citta, che adoro, sia per il torneo. Non vedo l’ora di scendere in campo e sono molto emozionata all’idea».

Impresacontro laSharapova a Indian Wells, prima finale in carriera a Katowice, esordio in Fed Cup… «Il segreto è che finalmente ho trovato continuità. In carriera, a causa dei tanti infortuni, ho sempre giocato un numero limitato di tornei all’interno di una singola stagione. Quest’anno, però, finalmente le cose sembrano essere cambiate. Ho giocato un bellissimo match con la Sharapova negli Stati Uniti e anche in nazionale mi sono trovata benissimo».

Qual è il torneo dei suoi sogni? «Non ho dubbi: Wimbledon! Certo, sarei felicissima di vincere Roma o Parigi, ma lo Slam londinese è il sogno di una vita che spero diventi realtà. Io ci credo».

In cosa pensa di essere migliorata maggiormente quest’anno? «Il primo fattore di crescita è la continuità. Giocando più partite trovo una fiducia nei colpi sempre maggiore e scendo in campo ancor più convinta dei miei mezzi. Sul piano tecnico abbiamo lavorato tandssimo sul servizio, oggi molto più sicuro, e sul diritto. Perché io voglio tirare sempre forte, ma il campo bisogna prenderlo».

A proposito del suo coach, ovvero papà Sergio, alcuni media e addetti ai lavori lo hanno messo in discussione. Cosa ne pensa? «Ci sarà sempre qualcuno che avrà da ridire sulle nostre scelte. Io scelgo mio padre come coach ogni giorno, senza mai alcun dubbio. Se sono qui è grazie a lui».

Oltre a lui a chi sente di voler dire grazie? «Al maestro Antonio Di Paolo, l’unica persona che in passato, in Italia, mi ha dato una grande mano».

E a Roma, cosa dobbiamo aspettarci? «Io entro sempre in campo per vincere le partite, ovunque e contro chiunque. Il motivo è semplice: odio perdere».

Quattro stelle di un colore solo (Speciale – Il Corriere dello Sport – 10-05-2014)

Avrà tutti gli occhi addosso Camila Giorgi. Classe 1991, è lei il nuovo che avanza nel tennis femminile italiano. Capace di battere Caroline Wozniacki, l’anno scorso agli Us Open, e Maria Sharapova quest’anno, la 22enne di Macerata (il padre Sergio, che la allena, è argentino) arriva a Roma sulla scia della prima finale WTA in carriera. A Katowice, dove ha conquistato il suo primo titolo ITF, ha sognato di diventare la diciassettesima italiana a vincere un torneo nel circuito maggiore. Ha eliminato due top-20, Roberta Vinci e la spagnola Carla Suarez Navarro. Ma ha ceduto alla francese Alize Comet, finalista a Roma nel 2008, al termine di un match incredibile durato 3 ore e un quarto, in cui ha mancato anche un match point sul 5-4 nel terzo set. Con la finale Camila ha raggiunto la sua miglior posizione in classifica, salendo al numero 53. Poi, però, la settimana scorsa, è arrivata la sconfitta nel secondo turno di qualificazioni a Madrid contro Belinda Ben-cic, la grande promessa del tennis svizzero, classe 1997, considerata la nuova Martina Hingis e seguita proprio dalla mamma dell’exnumero 1 del mondo.

SEI ANNI DI ATTESA. Camila ha giocato finora una sola partita a Roma. Nel 2008, a 16 anni, si è battuta alla grande, salvando diversi match point, prima di cedere solo al tiebreak del terzo set contro l’esperta statunitense Jill Craybas, mostrando una bella personalità e una serie di dritti al fulmicotone, il suo marchio di fabbrica.

RITORNO PENNETTA. Dopo i dubbi e gli infortuni, Flavia Pennetta è tornata a sorridere. Ha ritrovato l’amore, con Fabio Fognini, e si è presa la soddisfazione di vincere il suo primo torneo Premier Mandatory, a Indian Wells, dominando in finale Agnieszka Radwanska, numero 3 del mondo, penalizzata da un infortunio al ginocchio destro patito alla fine del primo set. Flavia però ha sfoderato in tutto il torneo una concentrazione senza pause, una acuta capacità di interpretare il match e un servizio micidiale. Si è così avvicinata alla top-10, dove era arrivata, prima italiana a riuscirci, nella magica estate dei 2009. LE ‘TIGRIS”. Non è stato, invece, un grande inizio di stagione per le amiche Roberta Vinci e Sara Errani, capace comunque di raggiungere la finale a Parigi indoor, come nel 2013 (perde da Anastasia Pavlyuchenkova) e la semifinale a Stoccarda in cui raccoglie solo tre game da Maria Sharapova. Le “Cichis” hanno confermato tutto il loro valore in doppio, bissando il trionfo dell’anno scorso agli Australian Open con il successo in finale sulle russe Makarova e Vesnina e conquistando il titolo anche a Stoccarda. La Errani, numero 11 del mondo, è ancora la prima delle azzurre.

Il nuovo tennis di mamma e papà (Daniele Azzolini, Avvenire, 10-05-2014)

“Il nuovo parto gemellare di Federer”. Alla fine, lo hanno descritto così, un po tagliando corto e un po’ (un bel po’) pasticciando su quali siano i compiti predisposti da madre natura Forse per comodità di titolazione, chissà… O perché, di questi tempi, persino la comunicazione tende a fare un po’ di confusione. Fatto sta che papà Federer i16 maggio scorso ha presentato al pubblico i suoi Leo e Lenny, neonati già famosi quanto le sorelline Myla Rose e Charlene Riva, nate quattro anni fa Estenuato dal lungo travaglio, il mondo del tennis ha festeggiato l’evento, e ha subito voltato pagina, disponendosi disciplinatamente in attesa del prossimo. Il piccolo Djokovic. Per stare accanto alla moglie in questo splendido e impegnativo momento, Federer ha deciso di ritirarsi dal Masters 1000 di Madrid. E per la medesima ragione, potrebbe non presentarsi agli Intemazionali di Roma, al via oggi con le qualificazioni, dove dovrebbe debuttare lunedì. Resta il fatto che il campione “in attesa”, a quanto pare, è il nuovo status degli sportivi celebri. E più l’attesa è condivisa, annunciata, partecipata, più il campione alloggerà nei piani alti dello star system. Se sia un privilegio, è tutto da vedere, ma nella società dei cinguettii a centoquaranta caratteri, dove si sa tutto di tutti nella misura in cui tutti ritengono di aver qualcosa da far sapere, l’evento privato è un valore cui tengono in pochi, per lo più confinad in una riserva di stravaganti demodé.

Di lieto evento in lieto evento, è un fatto, il tennis si sta trasformando – alla vigilia del trittico forte della stagione, Roma, Parigi, Wimbledon – in una schiamazzante pouponnière. Al punto che i più attenti già ipotizzano, peri prossimi tempi, un sostanzioso aumento di assunzioni fra le balie. E da parte dei tornei, l’organizzazione di parchi giochi a tema riservati ai figli dei tennisti. Laddove manchino, perché qualcuno, avveduto, li ha già predisposti negli anni passati.

Succede, di fatto, che con i cambiamenti imposti dal divenire dei tennisti simili ad aziende, alcuni paragonabili a multinazionali e come tali padroni del mercato, altri più vicini a società per azioni, la maggior parte invece assimilabili a ditte di tipo familiare, ognuna di esse con pochi ma indispensabili dipendenti a carico (vuoi il fisioterapista, vuoi il preparatore atletico), oltre al coach che interpreta il molo di direttore generale e qui e là un manager, la carriera dei giocatori abbia subito un imprevisto prolungamento. Ci si cura meglio, si ottimizzano le energie per le attività del campo, gli allenamenti vengono studiati di modo che il prodotto tennistico (lui, il giocatore) duri nel tempo. Rapidamente così si è passati da un tennis ribollente di bambinacce ululanti a caccia di soldi e di affermazioni personali, a un circuito di mamme e di babbi, non meno ululante ma più posato, più maturo. E i campioni sono diventati prodotti a lunga conservazione.

Logico, in un circuito di over trenta (appena quattro under 23 nell’ultima classifica dei primi cento uomini), che qualcuno avverta con insistenza il ticchettio dell’orologio biologico. Essere padri e madri con racchetta è diventato, oggi, ancor più che una moda, una necessità. Più difficile (e raro) per le signore mamme, perché il fisico ha bisogno dei suoi tempi (la sospensione dell’attività, la gravidanza, il recupero della forma) e il bambino anche di più, ma nemmeno loro si sono tirate indietro e da qualche tempo la figura della mamma tennista con prole al seguito ha preso piede e non rappresenta più soltanto una lieta novità, ma un modo diverso di interpretare il proprio mestiere.

Ecco allora Sybille Bammer con la piccolaTrna, Lindsey Davenport e il biondo Jagger, e più di tutti Kim Clijsters, vincitrice degli Us Open al suo ritorno dalla maternità, festeggiata sul campo da una scatenata Jada, la primogenita, che pretendeva per sé tutta l’attenzione dei fotografi. Di più nel maschile. “My Daddy play tennis better than your Daddy”, c’era scritto sulla maglietta del neonato Bobby Junior, figlio del Bryan doppista (famosa la foto di Micaela, la primogenita, adagiata dentro la Coppa del Roland Garros, a mo’ di culla). Il mio papà gioca a tennis meglio del tuo. Possono dirlo anche Cruz, Mia eAva, i figli di Ileyton Hewitt, e Valentina, la figlia di Tommy Haas. E certo anche Jaden Gil e Jaz Elle, che di genitori tennisti ne hanno due, ed entrambi ex numero uno del mondo, Andre Agassi e Steffi Graf. Potranno dirlo, quando sarà il momento, anche Leo e Lenny Federer, e fra qualche mese anche il giovane Djokovic, che nessuno sa come si chiamerà e se sarà maschio o femmina, ma che ha già strappato al futuro padre un’impegnativa dichiarazione: «Quando avrò un figlio, il tennis non sarà più la priorità». Ma state tranquilli, non appenderà la racchetta al chiodo. Assumerà una balia.

C’è la baby Bouchard, Corsa al «selfie» (Francesca Paoletti, Gazzetta dello Sport Roma, 10-05-2014)

C’è una regina che ha già conquistato Roma con le sue lunghe leve nere. Ce n’è una giovane, bionda e già amatissima, che gli appassionati romani non vedono l’ora di poter vedere in azione. E c’è la regina di cuori azzurri. Venus Williams, Eugenie Bouchard e Flavia Pennetta ieri pomeriggio sono state fra le prime a testare i campi in terra battuta del Foro Italico. Il sipario sulla 71′ edizione degli Internazionali BNL d’Italia si alzerà ufficialmente questa mattina, prima sui campi alle ore 10 con il primo turno delle qualificazioni e due ore più tardi nel suggestivo scenario del Campidoglio con la cerimonia del sorteggio dei tabelloni principali.

Ultimo ruggito? Venus, classe 1980, ha affascinato intere generazioni di appassionati al Foro; la ex numero 1 del mondo è alla decima partecipazione ed è stata regina degli Internazionali BNL d’Italia nel 1999. Oramai 33enne e con 45 titoli in bacheca (tra cui 7 Slam), in pochi scommetterebbero su un suo nuovo exploit sui campi di Roma ma gli appassionati sanno che potrebbe essere il suo ultimo ruggito e non se lo vogliono perdere.

…Quasi Sharapova La Bouchard, classe 1994 e numero 18 del mondo, è riuscita nel difficilissimo intento di mettere il fiato sul collo a Maria Sharapova nella corsa al gradimento del pubblico maschile e degli sponsor più scaltri. Ha talento, è agguerrita e affamata di successi e non è facile gestire le distrazioni del mondo dello spettacolo e dei flash. Di certo in questa settimana romana, la prima della carriera al Foro, sarà tra le più ricercate nella corsa al selfie col campione’.

Fra 13 e 14 Flavia, classe 1982, è numero 13 del mondo ed è alla 14.ma partecipazione al Foro. A Roma ha vissuto alcune delle giornate più belle della sua carriera (quarti nel 2006 e 2012) e una delle più brutte (con l’infortunio al polso che la costrinse al ritiro due anni fa contro Serena Williams e successivamente ad un intervento chirurgico e ad un lungo stop, ndr). «Questo Centrale è una delle cose più belle di Roma — ha detto la brindisina – . E’ sempre una grande emozione giocare al Foro, qui è tutto bellissimo, c’è il sole, fa caldo e il pubblico mi ha sempre accolta con affetto». E ci mancherebbe… Flavia nel 2014 ha conquistato il trofeo più prestigioso della carriera: «La stagione per il momento è superpositiva, sono stati 4/5 mesi stancanti ma bellissimi».

Per Luzzi Ieri c’è stata intanto la prima uscita romana di Fabio Fognini; il numero 1 azzurro e 15 del ranking mondiale non è voluto mancare all’evento benefico in memoria di Federico Luzzi organizzato al Tennis Club Parioli. Il tennista ligure, che al Foro non è mai andato oltre il secondo turno, ha palleggiato insieme ai ragazzi della scuola tennis dello storico club romano. Accanto a Fognini, proprio la suacompagna di vita Flavia Pennetta e i compagni di Davis Simone Bolelli, Polito Starace e Paolo Lorenzi.

Bencic: Occhio alla baby Seles (Massimo Grilli, Speciale – Il Corriere dello Sport – 10-05-2014)

Chiamatelo il purgatorio dei tennisti. Due giorni di battaglie senza respiro, all’insaputa o quasi del grande pubblico (ma gli appassionati dal palato fine ci saranno eccome) per contendersi gli agognati otto posti in Paradiso, pardon nel tabellone principale. Come succede nei tornei importanti come quello di Roma, nelle qualificazioni si incontrano giocatori appartenenti alle categorie più disparate: giovani rampanti desiderosi di prendere a gallate chiunque, (ex) campioni schiacciati dalla classifica, oppure – e sono i più pericolosi – atleti dal nome non altisonante ma in evidente stato di grazia. Un esempio? Il colombiano Santiago Giraldo, che partito dalle qualificazioni anche a Madrid è arrivato fino ai quarti di finale (ha perso ieri) dopo aver collezionato scalpi illustri come quelli di Hewitt, Tsonga e soprattutto Andy Murray. E oggi, appena fatto in tempo a sbarcare a Fiumicino, sarà di nuovo in campo contro il nostro Cipolla, trent’anni ma ancora tanta passione.

Un nome che proprio centra poco con le qualificazioni è quello di Bernard Tomic, australiano dal braccio sopraffino ma angustiato da un atteggiamento non sempre lucido e, soprattutto, da un padre eccessivamente ingombrante. A 21 anni – e con i quarti di Wimbledon del ’91 nel palmares – ha tutto il tempo per rifarsi, ma intanto è sceso al numero 82 della classifica, con sole 9 partite giocate nel 2014. E poi Berlocq, argentino capace di battere Seppi nel recente match di Coppa Davis, il francese Chardy, il polacco Kubot, arivato a Madrid fino agli ottavi. Gli italiani sono quattro. Detto di Cipolla, tre giovani provano ad arrampicarsi fino al tabellone principale: aprirà le danze il ventiduenne Stefano Travaglia che sfiderà sul campo Pie-trangeli lo spagnolo Montanes, protagonista un paio di anni fa di una clamorosa partita con Fognini al Roland Garros. E poi i ragazzi proveniente dalle pre-qualificazioru, il diciannovenne Matteo Donati e il ventunenne Salvatore Caruso, che dovranno scalare due montagne niente male, rappresentate dal colombiano Alejandro Gonzalez e dallo statunitense Sam Querrey, numero 17 del mondo solo tre anni fa.

LE DONNE. Molto interessante anche il campo delle partecipanti al torneo femminile, che mette in palio altri otto posti. Segnatevi il nome di Belinda Bencic, 17 anni appena compiuti, un piccolo clone della Seles (gioca anche con la stessa marca di racchette della serba), sorriso accattivante ma colpi e grinta da tigre affamata. Quest’anno è già arrivata in semifinale al torneo americano di Charleston, battendo la nostra Erran e spingendola quasi alle lacrime. E poi la slovacca Cepelova, che sempre sull’erba verde di Charleston ha sconfitto Serena Williams, o la statuaria Julia Goerges, afflitta negli ultimi tempi da svariati problemi fisici ma ex numero 15 del mondo. Tre le italiane in campo: Corinna Den-toni sfida la svizzera Voegele, mentre la ventiduenne Gioia Barbieri ci prova contro la francese Razzano, che solo due anni ha scacciato Serena Williams dal primo turno del Roland Garros, e infine Anastasia Grymalska, 23 anni, affronta l’argentina Ormaechea, che ieri si è allenata a lungo con la Pennetta. E poi, per chi non si accontenta della tecnica, consigliamo nel tardo pomeriggio un salto sul campo numero quattro, dove scenderà in campo la francese Kristina Mladenovic. Non ve ne pentirete…

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