TENNIS MASTERS1000 MADRID – Il giapponese approda alla sua prima finale di un master, proprio contro il recordman dei vincitori dei “1000”. Finale senza storia? Chissà…
[1]Rafael Nadal vs [10]Kei Nishikori
Head to Head: 6-0
2014 – Australian Open (hard) – R16 – 76(3) 75 76(3)
2013 – Roland Garros (terra) – R16 – 64 61 63
2012 – Miami (hard) – R16 – 64 64
2011 – Miami (hard) – R64 – 64 64
2010 – Wimbledon (erba) – R128 – 62 64 64
2008 – Queen’s (erba) – R16 – 64 36 63
Peccato che sulla finale di oggi gravi il grosso punto interrogativo delle condizioni fisiche di quello che a questo punto sembra il giocatore più accreditato della generazione dei 90’s (quasi, visto che Nishikori è del 29 Dicembre 1989). Forse un filino lenta la maturazione di Dimitrov, perso tra i meandri della propria sregolatezza Janowicz, forse già all’apice delle proprie possibilità Raonic, il giapponese alla fine è quello che più di tutti è cresciuto, malgrado un fisico che troppo spesso gli ha presentato dei conti salati.
La stagione del 2014 è da incorniciare: dopo la sconfitta contro l’avversario di oggi a Melbourne, in tre set tiratissimi, il giocatore di Shimane – numero 12 ATP, sarà numero 9 da domani – ha perso praticamente solo contro Tommy Haas ad Indian Wells, al rientro dal solito infortunio che lo aveva condotto al ritiro nel torneo di Delray Beach. Poi solo vittorie, intervallate ancora da un infortunio a Miami, subito dopo aver sconfitto l’ottimo Federer di quello scorcio di stagione, che diede via libera a Djokovic.
Quello che sta impressionando di questa campagna europea di Nishikori è la straordinaria sicurezza con cui si sta imponendo ai vari avversari. A Barcellona dopo aver concesso un set al primo turno perse 4 game a partita, cedendone solo 6 a Gulbis in semi. A Madrid le cose non sono andate così lisce ma nonostante questo non è mai stato davvero in pericolo. Anche la semifinale di ieri in fondo poteva vincerla in due set, se quel gran guerriero di Ferrer non avesse piazzato l’ace sul primo match point. E chissà se David non abbia fatto un grande favore all’acerrimo rivale Nadal, facendo rimanere il giapponese in campo per un’ora in più. Nei turni precedenti qualche preoccupazione contro un ottimo Raonic, regolato grazie a 2 tiebreak, e facili affermazioni contro altri due spagnoli quasi omonimi, Lopez e Garcia-Lopez.
Che in tutto questo miglioramento non ci sia la mano di Michelino Chang sembra difficile, anche se del leggendario vincitore del Roland Garros 1989 a Nishikori – che ha detto di non aver notato particolari differenze tecniche da quando è arrivato il cinese – manca forse la dote principale: quella di essere gelido nei momenti decisivi del match. A Barcellona non sono stati infrequenti i doppi falli sul match point, ieri ha dovuto utilizzarne addirittura 10 per portare a casa la partita. Tanta emotività potrebbe costargli cara.
Come che sia, alla personale avventura di Nishikori contro la Spagna manca soltanto, forse non casualmente, lo scalpo più prestigioso, quella del conducator dell’intero movimento: Rafael Nadal.
Torneo fin qui abbastanza semplice quello di Rafacito, che dopo le inopinate sconfitte di Montecarlo e Barcellona aveva bisogno di una settimana rilassante. E questa di Madrid non è certo stata problematica per il numero 1 al mondo che ha lasciato per strada appena 19 games, meno di 5 a partita, in media. Ma i dubbi su Nadal arrivano da lontano, forse dalla sconfitta quasi senza lottare, incredibile per uno come lui, contro Djokovic a Miami. Lo spagnolo ha messo in mostra una strana incertezza che non si capisce derivi da una condizione fisica non così straripante come quella degli altri anni o da qualche dubbio insinuatosi nella mente di quello che è stato sin qui il giocatore più tatticamente intelligente della sua generazione.
Come sempre succede le cause sono tra loro concatenate, Nadal fa un po’ di fatica a spingere col dritto e a tenere molto lungo lo scambio e questo consente agli avversari di poter “mirare” al suo rovescio con maggior facilità. Con la consueta lucidità Nadal ha in effetti dichiarato che “se gioco così tanto di rovescio significa che non sto giocando bene” rimane da capire appunto se è segno di un leggero ritardo di condizione o qualcosa di più serio.
Non è detto che l’incontro di oggi ci dia particolari indicazioni in tal senso e non solo per l’eventuale problema alla schiena di Nishikori. Il gioco del giapponese può dare fastidio a prescindere dalle condizioni di Nadal, anche se il 6 a 0 sembrerebbe non dare possibilità al buon Kei. Ma l’impressione è che adesso stiamo parlando di un altro Nishikori. Chissà se Nadal è sempre lo stesso.