ATP/WTA Roma, Day 2-3, un occhio alla stampa italiana: è il trionfo di Camila, tutto il resto è noia

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ATP/WTA Roma, Day 2-3, un occhio alla stampa italiana: è il trionfo di Camila, tutto il resto è noia

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Camila Giorgi - Internazionali d'Italia 2014 - Roma (FOTO DI MONIQUE FILIPPELLA)

Camila Giorgi – Internazionali d’Italia 2014 – Roma (FOTO DI MONIQUE FILIPPELLA)

ROMA – Era il day after la Fogini defeat, ma questa dura etichetta viene spazzata via da Camila Giorgi, in assoluto la reginetta della seconda giornata agli Internazionali d’Italia 2014. Ieri i fischi per il n.1 italiano, con relativi mugugni degli addetti ai lavori, oggi si può spendere tanto inchiostro per un risultato da cavalcare. 

Uno scroscio di applausi, ma forse meglio definirla una liberazione, una gioia quasi calata da qualcuno, lassù, in alto, per esorcizzare gli schiaffi presi a destra e a manca in campo maschile. Era il day after la Fogini defeat, ma questa dura etichetta viene spazzata via da Camila Giorgi, in assoluto la reginetta della seconda giornata agli Internazionali d’Italia 2014. Ieri i fischi per il n.1 italiano, con relativi muguni degli addetti ai lavori, oggi si può spendere tanto inchiostro per un risultato da cavalcare.

Di altri eventi, che siano vicini al nostro cuore azzurro o meno, restano le briciole: spaventa Sarita Errani, che però è più forte di una crisi d’ansia, perde Robertina Vinci, “tra le ultime eredi del rovescio ad un mano, spesso indigesto alle banali solvotiche, ma insolitamente grigia, proprio come il cielo” (cit. Clerici), poi si passa da un “Djokovic e Wawrinka che passeggiano sul velluto” come scrive Maurilio Rigo su La Repubblica, a un Seppi che perde con Haas e cerca di dare sfogo alla frustrazione lamentandosi per l’arbitraggio. Qualche spunto, qua è là, ma è il trionfo della Giorgi a troneggiare in prima pagina, senza se e senza ma.

Un consenso a margine unanime, forse anche per il contrasto fortissimo con le eliminazioni a pioggia sull’altra sponda, a cui si aggiungono quelle Bolelli e Cecchinato, ma è comunque straordinaria la qualificazione al 2° turno del gioiellino di casa Italia, vincitrice 6-4; 7-6 su una signorina quotatissima e caldissima come Dominika Cibulkova. Entusiasmo a mille sulle tribune del Pietrangeli, consapevole dell’importanza di un successo che arriva contro una top 10 non per caso, ed entusiasmo anche per i nostri quotidiani, che ora “in ginocchio” affidano le speranze di fare la storia a una triade composta con Errani e Pennetta: una nuova, inedita formazione delle “Sorelle d’Italia” all’assalto degli Internazionali, visto il ko di Robertina Vinci.

 “Tutti pazzi di Camila” e ancora “Ciclone Giorgi, il sogno comincia ora” guarda con speranza il Corriere dello Sport, Viggiani la definisce senza messi termini “una scossa”, costruita a suon di  “bum bum , un colpo dopo l’altro”. Palizzotto sul Giornale cammina invece per i campi, e d’un tratto si imbatte in una “Giorgi illumina il Foro”, ma nel momento in cui troviamo “I colpi di Camila e la paura di Sara si prendono il Foro” con cui titola il maestro Clerici su La Repubblica, alziamo le mani: la sua sintesi è sovrana, dall’alto del “del mio Femminismo, che scrivo con la F maiuscola, ancorché un po’ turbato dal suffisso finale”. Così in poche righe ci arriva il senso di una giornata vissuta sull’onda degli “ampli stralci di gioco delle Sorelle d’Italia, con ammirazione certo non inferiore al pubblico, una parte del quale non ricordava che non è civile applaudire l’errore della cosiddetta ospite. Ho seguito, all’inizio, Camila, priva di un Elle ma comunque superdotata nelle accelerazioni, una ragazza che ha il talento di spingere non solo l’avversaria ma anche me all’errore. Poiché la conosco da quando, all’età dell’asilo, passò per Como, città dei miei avi, mi sto ancora domandando, privo di studi adeguati, che cosa la condanni a vincere non solo una volta le partite, ma addirittura due, o tre, come oggi. Camila avevatra l’altro contro una “solvotica” , e cioè sollevatrice di racchette robotica, a nome Cibulkova, finalista addirittura degli Australian Open”.

Insomma un grande merito, il primo di una lunga serie che si becca quella che il sempre poeta Valesio su Tuttosport definisce in positivo “Ia meno italiana dei tennisti italiani”. Nessuna fobia, nessun complesso, nessun peso dei precedenti, ce lo ricorda con precisione Palizzotto: “Starannunciata fin da bambina, cresciuta tra mille aspettative, esplosa a Wimbledon 2012 e consacrata dalla vittoria sulla Sharapova nell’ultimo Indian Wells, finalmente la Giorgi è sbarcata sui campi del Foro Italico. E il risultato è stato subito eccezionale”.

Risultato? “Non proprio una sorpresa, perché le potenzialità di Camila sono ormai ben note nel circuito femminile. Ma certo un grande risultato contro una giocatrice in forma, capace di scalare 13 posizioni nei primi quattro mesi della stagione ed entrare tra le top 10. Eppure sul Pietrangeli la top 10 è sembrata l’azzurra, 22 anni compiuti il 31 dicembree ormai sicuradell’ingresso tra le top 50 (ora è 54). Dimenticate le incomprensioni dello scorso anno – il difficile «accordo» con la federazione e la mancata wild card per gli Internazionali – la Giorgi si è ripresentata al pubblico romano e l’ha fatto alla grande”.

Insomma lei è  “Camillissima!”, e il “core de Roma batte per Camila”, riprendendo il titolo scelto da Valesio. Sarà anche per la telepatia a distanza con papà Sergio“diventato un personaggio che accentra l’entusiasmo dei tifosi con una forza che il suo omologo-crinito Casaleggio si sogna la notte”?  Nel frattempo “Camila pochi passi più in là, in campo, a scagliare palline nell’altra metà del rettangolo senza badare alle emozioni, alla pressione, all’avversaria, al tempo, alle palline, alla pioggia che cade sulla terra, alla terra che si bagna”. Un bellissimo affresco, in cui anche il pubblico e l’ambiente capitolino sta dando il suo, e quello lo staff Giorgi lo ha scoperto, e lo ha capito: “Hanno scoperto, Camila e Sergio, l’incredibile dose di passione che li circonda: loro che prima di tornare in pianta stabile nel paese natale di Camila e della sua mamma hanno girato il mondo, partendo dall’Argentina di lui per poi girovagare dall’Europa alla Florida di Bollettieri. Una passione forse potenziata dal fatto che Camila è oggi italiana tutta senza patire i limiti contro cui tutti gli italiani prima o poi al Foro si scontrano: il peso della tensione, la gente che ti ferma per un selfie da poi appendere al muro, il tifo anche suoi campi meno titolati”.

Prospettive? Ora c’è la MacHale…ma, oltre? Ha detto Camila in sala: «Voglio vincere qui più partite possibile»… ma chi traduce dal Giorgese? Ci prova ancora Valesio, con una diagnosi accurata e qualche raccomandazione: “Vuole arrivare in fondo al torneo. Possibile? Probabile? Impossibile? Inutile ragionarci sopra. Bisogna stare a vedere. Applicare cioè alle nostre attese e ai nostri calcoli la stessa strategia che lei applica in campo. Ricordiamo che è stata capace di schiacciare la Sharapova sul suo terreno (le stra-botte da fondo) e di arrendersi il giorno dopo a Flavia Pennetta (era stanca, ricordatelo) che non ha la sua stessa pesantezza di palla. Ma di lei si può dire: se non arriverà stavolta sarà la prossima o quella dopo ancora. Perché quasi nessuno nel circuito picchia con quella violenza così tante palle”.

Passando invece dalla diagnosi…alla terapia, il collega prosegue: “Se riuscirà ad applicare maggior raziocinio al suo gioco tanto di guadagnato. Ma la sensazione è che lei arriverà in alto quando riuscirà ad esprimere se stessa al cubo: non rallentando nemmeno quando le passa per la testa uno dei pensieri negativi di cui sopra. Allora diventerà Camilissima, e i muscoli di Sergio (quegli stessi che si è forgiato anche invadendo le Isole Falkland come militare d’assalto argentino) faranno esplodere la t-shirt come la maglietta del professor Bruce Banner quando si trasforma in Hulk. Camila, la meno italiana delle italiane, emotivamente parlando, picchia talmente forte da raggiungere l’immaginario dei suoi neo riconquistati connazionali più perche gioca così a tennis che non per l’avvenenza delle sue forme che i vestitini disegnati da lei e mamma Claudia (che insegna arte: non sarà mica un caso) mettono maliziosamente in evidenza. La verità è che siam tutti attirati da Camila nell’attesa spasmodica di diventare pazzi di lei perché ha vinto qualcosa di importante.. E la sensazione è che da quel traguardo non siamo poi troppo lontani”.

Sarà la sensazione giusta?

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