WTA Roma: marziana Serena, Ivanovic vince un set ma non basta

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WTA Roma: marziana Serena, Ivanovic vince un set ma non basta

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Serena Williams foto (C. GIULIANI)
 

TENNIS WTA PREMIER 5 ROMA – Ana Ivanovic strappa il primo set del torneo a Serena Williams ma in finale contro Sara Errani ci va l’americana: 6-1 3-6 6-1. Sarà la terza finale a Roma per Serena, campionessa uscente, la 77esima in carriera. I precedenti con Sara dicono 6-0, con l’ultimo giocato al Roland Garros 2013 finito 6-0 6-1. Tutte le foto del match

S. Williams b. A. Ivanovic 6-1 3-6 6-1 

Ogni patriota presente quest’oggi allo stadio Centrale del Foro Italico un po’ sperava nella vittoria della graziosa Ana Ivanovic, pensando in realtà a quale giocatrice fosse meglio incontrare per la nostra Sara Errani. Purtroppo la serba si è trovata di fronte una Williams ingiocabile, nonostante il punteggio segni una vittoria in tre set. E faceva bene sperare l’ultimo precedente tra le due, quell’ottavo di finale degli Australian Open, dove Ana fece l’impresa del torneo, seppur Serena denunciò poi dei problemi fisici. Gli altri 4 scontri invece li aveva vinti l’americana, ma nessuno era stato giocato sulla terra. Eppure c’era chi, come me, un penny sulla Ivanovic lo avrebbe giocato, soprattutto dopo la convincente vittoria su Maria Sharapova, oltre che straordinaria campionessa, anche giocatrice hot (tennisticamente parlando) del momento. Insomma le premesse per una partita lottata c’erano tutte, ma si sa che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Serena è apparsa in forma smagliante sin dall’inizio; a tratti è sembrata davvero di un altro livello e una Ana impotente ha poi dovuto inchinarsi di fronte a tanta potenza. Brutto segnale per la nostra Sara e per i sogni di chi vuole una trionfatrice degli Internazionali che sventola i colori di casa.

Alla Ivanovic va dato il merito però di aver studiato una tattica ad hoc. Ha pensato bene che non avrebbe retto il confronto sulla potenza degli scambi, e quindi ha deciso di optare per una scelta diversa: maggiore aggressività e verticalizzazione del gioco, con l’utilizzo dell’attacco (spesso in controtempo) a rete e la chiusura in volée, schema che ha provato anche nel finale di match contro la Suarez-Navarro. Il primo set, finito 6-1, è solo la naturale conseguenza di quando il piano programmato non funziona, spesso perché si è sbagliato nella attuazione. Infatti Ana ha scelto fin dall’inizio di rispondere, puntando sulla aggressività esasperata; riusciva ad ottenere una palla break nel primo game ma non la sfruttava e Serena teneva il servizio. Poi però la Williams ha tirato fuori gli artigli e non ha più permesso ad Ana di provare a metterla alle corde. È apparsa davvero leggera e scattante; alla prima occasione buona trovava il vincente; ed il servizio funzionava che era una meraviglia. Ana è rimasta in piedi un game prima di subire un parziale di 5-0. Nel mezzo anche un piccolo problema per la serba, che ha penato 5 minuti buoni per qualcosa finitole nell’occhio e tolto grazie ad un giudice di linea. Davvero sembrava che la Ivanovic non avesse armi per poter competere con l’avversaria.

Nel secondo set era lei però a partire servendo, e questo le ha dato più fiducia. Lo schema non era cambiato, nel primo game due volte andava a rete in controtempo per sconfusionare l’avversaria. Il problema è che la serba non è giocatrice da questi schemi, di fatto stava snaturando il suo gioco, e si vedeva, infatti non sempre andavano a segno. Comunque teneva il servizio e forte del suo vantaggio riprovava senza timore la tattica “avanti tutta”. Ma sorpresa delle sorprese, stavolta incideva. Ana non permetteva alla Williams di avere anche una sola palla game nei primi due turni di battuta, in un attimo andava 4 a zero. Il pubblico voleva la lotta e tifava Ivanovic. Mi sono dovuto chiedere: ” Come mai ora la tattica di Ivanovic funziona?”; mi è bastato scorgere le statistiche. Serena Williams aveva abbassato la percentuale di prime palle dal 66% al 43%, quanto bastava per permettere alla serba di essere aggressiva fin dalla risposta. Sopra di due break, l’Ivanovic aveva deciso di interrompere la tattica-kamikaze e di tornare a cercare lo scambio. Perdeva un break per strada ma tanto le bastava per portare la partita al terzo sul 6-3.

Nel set decisivo però Serena si è ripresa. Ha riniziato a macinare grandi servizi e ad infilare i vincenti. Ana dal canto suo aveva dato gran parte delle sue energie per rientrare in partita, e lo schema-kamikaze iniziava a mostrare le sue falle e l’inadeguatezza dello stile di gioco della Ivanovic a tale scelta innaturale. Troppi errori avvantaggiavano la Williams che poi chiudeva i punti che doveva chiudere ed archiviava i game. Nello scambio da fondo poi l’americana non cercava mai il dritto della serba, per non favorire i suoi attacchi, e tanto bastava a non renderla pericolosa. Serena maturava due break con il 100% di realizzazione di palle break nel parziale, e riuscendo a tenere agilmente i servizi si involava 5-0. La serba mostrava un piccolo scatto di orgoglio quando ha lottato con le unghie e con i denti per tenere la battuta nel sesto game. Ha dovuto infatti annullare una palla break ed andare ai vantaggi prima di poter evitare il bagel. Nel game finale la Williams chiudeva i giochi con il servizio nel momento decisivo: sul 30-30 infilava una prima micidiale e sul match point un ace alla T.
Con questa Serena ci sarà poco da fare per la nostra Sara. Il pubblico però non se ne è curato, e inconsciamente riempiva di scroscianti applausi e di grida la pluricampionessa americana, candidamente salutata come una regina, che poi però diventerà la prossima ‘nemica’.

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