TENNIS – Utilizzando il criterio di assegnamento delle teste di serie a Wimbledon, abbiamo stilato una nuova classifica sulla terra per capire come cambierebbero le cose al Roland Garros. Federer sarebbe ancora quarto? E dove sarebbe Fabio Fognini? I risultati dimostrano che lo Slam parigino dovrebbe introdurre un ranking ad hoc.
L’anno scorso Rafael Nadal si presentò al Roland Garros da numero 3 del tabellone (era numero 4 del mondo ma Murray non si iscrisse allo Slam parigino). Prima di Madrid e Roma il rischio che il maiorchino fosse addirittura la testa di serie numero 5 era piuttosto serio tant’è che il direttore del torneo disse che non ci sarebbero stati favoritismi per il campione in carica e che il ranking sarebbe stato l’insindacabile criterio col quale gli organizzatori avrebbero deciso le teste di serie. Alla fine Nadal vinse sia Madrid che Roma, sorpassò Ferrer e si assicurò almeno la quarta posizione. Il sorteggio lo mise dalla parte di Novak Djokovic sbilanciando il tabellone in maniera piuttosto evidente: Nadal e Djokovic da una parte, un Federer tutt’altro che in forma e Ferrer, ancora a secco di finali Slam, dall’altra.
Prima che Nadal mettesse a segno la doppietta Madrid-Roma avevo provato a fare qualche calcolo: con i criteri adottati da Wimbledon, in quale posizione si sarebbe trovato il Re della terra battuta? Erano calcoli che non tenevano ancora in conto i Master 1000 ma servivano a farsi un’idea. Il maiorchino, stando a quei calcoli, si meritava la testa di serie numero 2. Non andò così, e alla fine la finale del Roland Garros se la giocarono Nadal e Ferrer. Ma è giudizio quasi unanime che la vera finale fosse stata giocata due giorni prima.
Ho deciso di fare lo stesso giochino quest’anno, ma stavolta ho aspettato i risultati di Madrid e Roma per avere dei valori il più possibile verosimili. Inoltre, dato che qualche settimana fa avevamo provato a stilare una classifica dei top-10 sulla terra battuta, ho voluto verificare se quella classifica era attendibile o meno dopo quanto successo nei tre maggiori tornei che anticipiano lo Slam rosso.
La classifica, stilata tenendo conto del ranking e dei punti conquistati sul rosso fino a quella data (13 aprile), era questa:
1. Rafael Nadal
2. Novak Djokovic
3. David Ferrer
4. Stanislas Wawrinka
5. Roger Federer
6. Tomas Berdych
7. Jo-Wilfried Tsonga
8. Fabio Fognini
9. Andy Murray
10. Richard Gasquet
Possiamo affermare tranquillamente che i tre Master 1000 hanno confermato le gerarchie: i tre vincitori sono nelle prime quattro posizioni e il quarto che non è riuscito a portare a casa un trofeo (Ferrer) ha raggiunto due semifinali e un quarto, dove ha perso contro Djokovic. Tra i primi quattro, quindi, Ferrer ci sta senza problemi. Le novità portate dai Master 1000 sono in sostanza tre: Nishikori, che oltre ad aver sfiorato la vittoria a Madrid ha vinto a Barcellona, Raonic, semifinalista a Roma e Dimitrov, anche lui tra i primi quattro al Foro Italico. Federer ha raggiunto una semifinale e poi, nati i due gemelli, ha saltato Madrid e fatto una veloce comparsata a Roma. Ma il suo quinto posto è più che confermato, anche perché gli altri top-10 (on clay) hanno raccolto pochino: Berdych, Murray e Tsonga non hanno mai fatto meglio dei quarti, di Fognini è stato detto tutto e Gasquet sta lottando col suo fisico ed è pure in dubbio per il prossimo Roland Garros.
Prima dei numeri, un veloce ripasso sul sistema adottato dagli organizzatori di Wimbledon per assegnare le teste di serie. Nel conteggio si sommano i punti ATP + il 100% dei punti ottenuti sull’erba negli ultimi 12 mesi + il 75% del miglior punteggio ottenuto su erba giocato nei 12 mesi precedenti.
Per fare un ranking on clay bisogna tenere conto che su terra si gioca molto di più rispetto all’erba. Nell’articolo dei top-10 su terra battuta avevo stilato due classifiche: una che calcolava tutti i punti ottenuti sul rosso nel 2013 e uno che faceva rientrare nel calcolo solo i punti ottenuti nei Master 1000 e al Roland Garros. Ne risultava qualche cambiamento: Fognini, per esempio, non era più quinto ma nono, Tsonga saliva fino al quarto posto e scomparivano alcuni terraioli come Almagro e Robredo per far posto ad Haas e Paire.
Nessuna delle due classifiche è pienamente attendibile, comunque, dato che considerare Tsonga tra i primi quattro oppure Haas e Paire dei top-10 sulla terra battuta sarebbe stato arduo non solo oggi ma anche dodici mesi fa. Per cercare di ovviare a questo problema, ho tenuto conto dei cinque migliori risultati su terra ottenuti nelle ultime 52 settimane, a prescindere dall’importanza del torneo.
Questa la tabella completa dei punteggi ottenuti dal rosso dai primi 25 tennisti del ranking ATP (la tabella si ingrandisce cliccandoci sopra):
Il numero 1 e il numero 2, non c’è bisogno di dirlo, sono chiaramente Rafael Nadal e Novak Djokovic. Loro hanno vinto di più sul rosso negli ultimi anni e sono loro a partire in pole position per il titolo.
È interessante vedere chi ci dovrebbe essere al terzo e quarto posto. La classifica dice Stanislas Wawrinka e Roger Federer. Quest’ultimo ha mantenuto la quarta piazza di un soffio: infatti, se Ferrer avesse battuto Djokovic nei quarti di Roma avrebbe sorpassato lo svizzero e si sarebbe presentato a Parigi tra le prime quattro teste di serie. Invece, come l’anno scorso, arriverà allo Slam parigino da numero 5 del mondo e se non ci saranno ritiri sarà il nome da tenere assolutamente d’occhio per i quarti.
Il criterio che abbiamo adottato fa salire il finalista della scorsa edizione del Roland Garros fino al terzo posto e di conseguenza gli svizzeri devono scalare di una posizione: Wawrinka scende al quarto posto e Federer al quinto.
Fino a questo punto, la classifica stilata qualche settimana fa è intatta. Anche la sesta posizione di Berdych viene confermata mentre al settimo posto non troviamo Tsonga, bensì Murray. Lo scozzese ha giocato poco sulla terra ma appena tornato ha raggiunto un quarto di finale perso di un soffio contro Nadal. Le premesse per Parigi quindi, sembrano buone. All’ottavo posto toccherebbe a del Potro ma l’argentino non sarà ai nastri di partenza dello Slam rosso per cui non viene conteggiato. L’ottava testa di serie, necessaria per avere un cammino relativamente tranquillo fino ai quarti, va quindi a Kei Nishikori: il giapponese viene premiato per la vittoria di Barcellona e per la finale di Madrid, quasi vinta e poi sfuggita per colpa della schiena. E proprio le condizioni fisiche costituiscono il principale interrogativo riguardo alle possibilità di Nishikori, altrimenti staremmo parlando di una mina vagante parecchio pericolosa. La top-10 è chiusa da Milos Raonic e Fabio Fognini. Il ligure è colui che fa il salto più rilevante tra i primi venticinque (di ben cinque posizioni), nonostante una campagna davvero fallimentare nel post-Davis. Fognini si lascia dietro Tsonga, Dimitrov, Haas, Isner, Robredo e Gasquet.
Le prime sedici teste di serie sarebbero queste:
I movimenti di rilievo sono sostanzialmente due: Ferrer che scalza Federer tra i primi quattro e l’ottavo posto di Nishikori a scapito di Raonic. Inoltre va rimarcata la forte risalita di Fognini, addirittura tra i primi dieci grazie agli ottimi risultati ottenuti in estate e in avvio di stagione nel 2014. Tuttavia, il salto non gli impedirebbe di trovare qualche ostacolo serio agli ottavi (ma essendo tra la nona e la dodicesima posizione si salverebbe almeno dai primi quattro).
Insomma, rispetto alla top-10 ipotizzata qualche settimana fa c’è qualche cambiamento ma le gerarchie non sono cambiate di molto. Ad ogni modo ribadiamo che, a nostro avviso, lo Slam parigino dovrebbe dotarsi di un ranking ad hoc. L’anno scorso il torneo parigino si sarebbe meritato una finale più combattuta mentre Ferrer – pur meritando un premio alla carriera come un secondo posto nel Campionato mondiale della terra battuta – non è purtroppo riuscito ad offrire una prestazione all’altezza. La semifinale tra Djokovic e Nadal, invece, è stata una delle partite più intense e spettacolari dell’anno. Fosse stata decisiva per il titolo lo sarebbe stata ancora di più.