Roland Garros, esplode la mina Karlovic

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Roland Garros, esplode la mina Karlovic

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TENNIS – Il gigante croato ha eliminato a sorpresa Dimitrov al primo turno facendo valere la sua arma migliore, il servizio. Ora, sfruttando il tabellone, potrebbe arrivare agli ottavi contro Ferrer. Leggi anche: Dall’alto di Ivo (Daniele Vallotto)

La sorpresa di ieri a Parigi è stata la vittoria di Karlovic su Dimitrov. Il croato ha portato a casa il match senza concedere nemmeno un set con il punteggio di 6-4 7-5 7-6.

Dimitrov ha fatto ottimi risultati in stagione, dimostrando una certa continuità anche sulla terra battuta. Tutto ciò lo ha portato a ridosso della top-ten. Oltretutto solo due settimane fa era riuscito a battere proprio il croato a Roma.

Karlovic è però una mina vagante che spesso esplode nei primi turni dei tornei e sorprende tennisti più affermati. Ne sa qualcosa Lyeton Hewitt che nel 2003 a Wimbledon, da campione uscente, fu eliminato al primo turno dal bombardiere di Zagabria. 

A Dusseldorf settimana scorsa aveva raggiunto la finale e ieri ha continuato ad esprimere il suo tennis basato sulla potenza del servizio e sul brevissimo scambio, giocando un brutto scherzetto al collega di 12 anni più giovane.

Karlovic, classe 1979 è, con i suoi 208 cm, il tennista più alto del circuito. Questo fa si che il suo gioco si basi come ovvio che sia sulla potenza della battuta. Serve stabilmente sopra i 200 km\h, con una punta massima di 251, raggiunta il 5 marzo 2011 durante il doppio di Davis tra la Croazia e la Germania. Fino al maggio 2012 questo è stato il record di velocità del servizio. L’australiano Samuel Groth riuscì a superarlo, battendo all’incredibile velocità di 263 km\h.

Il croato detiene ancora invece il record di ace in una singola partita di Coppa Davis. Ne fece ben 51 in un memorabile match a Wimbledon con Bracciali. Quel giorno non bastarono per vincere, fu sconfitto 12-10 al quinto set, dopo una battaglia di quattro ore e diciassette minuti. Nel 2009 ha saputo però fare ancora meglio. Nella partita contro Stepanek in Davis ha stabilito il primato di ace in una singola partita. Furono 78 ed è tutt’ora un record per la Davis. In assoluto invece furono Isner e Mahut a fare più ace in una partita (rispettivamente 112 e 103 a testa), nel loro memorabile incontro a Wimbledon.

I numeri col servizio sono impressionanti. Nella sua carriera ha servito 8.252 ace, battendo il 65% di prime e mantenendo il servizio il 91% delle volte! La sua costituzione fisica lo porta ad essere meno reattivo negli spostamenti e più lento negli scambi.

La tattica di Ivo è scambiare il meno possibile. Anche nei game di risposta rischia molto, sa che se lo scambio si prolunga, la probabilità di portare a casa il punto diminuisce. Una volta strappato il servizio si può dire che ha messo il set in cassaforte. Oltretutto è molto frustrante per i suoi avversari, sapere che sarà difficile recuperare lo svantaggio. Raramente il croato perde più di una volta il servizio in un match e sono tantissimi i tiebreak giocati. Anche un solo minibreak causato da una distrazione dell’avversario, può portare alla vittoria di Ivo.

Il suo anno di grazia è stato il 2007 quando vinse tre tornei ATP su tre superfici diverse. A Houston sulla terra, a Nottingham sull’erba e a Stoccolma sul sintetico. Il successo sull’erba inglese fu bissato nel 2008, anno in cui raggiunse il suo best ranking, raggiungendo la posizione n. 14. Attualmente invece occupa il 37esimo posto. Successivamente fino al 2013 nessun titolo ATP. Digiuno interroto sul cemento di Bogotà, battendo Falla in finale. Quest’anno come tanti altri ‘vecchietti’ dimostra di voler ancora essere protagonista nel circuito. Due le finali raggiunte, a Memphis sconfitto da Nishikori e a Dusseldorf come si accennava sopra, dove ha ceduto a Kohlschreiber.

Ora a Parigi nella sua parte di tabellone si è aperto un piccolo buco. Al secondo turno affronterà il qualificato Haider-Maurer e negli ottavi probabilmente il sudafricano Kevin Anderson. Non sorprenderebbe vederlo issarsi fino agli ottavi e battagliare con David Ferrer.

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