Il Mondiale di Balotelli: il Brasile può esaltarlo e lui può esaltarci

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Il Mondiale di Balotelli: il Brasile può esaltarlo e lui può esaltarci

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NON SOLO CALCIO – La vetrina mondiale potrebbe essere quella giusta per ritrovare un Mario Balotelli superstar della nostra Nazionale, come è già avvenuto ad Euro 2012

MONDIALI BRASILE 2014 BALOTELLI ITALIA – Impensabile con uno come lui stare a metà: o lo ami o non lo sopporti, o sei dalla sua o non tolleri una virgola del suo essere. Quantomeno: o ti piace o non ti piace. Se hai le idee confuse sul conto di uno come Mario Balotelli sono problemi tuoi. Chi vi scrive è un seguace del partito di SuperMario per una serie di ragioni.

LA DIFFERENZA DI TRATTAMENTO – Ad aiutarmi è probabilmente l’aver già superato la fase contro Mario: un ragazzino, un arrogante, un presuntuoso, un montato, un sopravvalutato, uno mai decisivo, uno spacca-spogliatoi, uno fuori dalle regole. Ammesso che sia tutto vero la sensazione forte è quella che troppo spesso ragionamenti – ed articoli – del genere abbiano fatto comodo a chi li ha scritti. Per visibilità e semplicità nell’impartire lezioni di morale. L’impressione è anche quella di aver assistito troppe volte ad analisi approfondite sulla vita di Balotelli fuori dal campo, fattore che onestamente – non si offenderà il buon Mario – al sottoscritto interessa davvero poco. Si fanno le pulci a Balotelli ma ci si mantiene alla larga, ad esempio, da vicende familiari di intoccabili mammasantissima con figli a carico. Giusto così, ma perché non usare lo stesso metro?

LA PERSONALITA’ – Che poi il Mario nazionale non si impegni al massimo per evitare di alimentare il tran tran mediatico è fin troppo scontato ma diversi aspetti sono legati più alla sua complessa personalità che alla mera esibizione di comportamenti. Forse non agli inizi della sua carriera, ma presumibilmente oggi. Balotelli è un giocatore di personalità, non un trascinatore ma una bocca di fuoco che – se avverte di essere al centro di un progetto e dunque realmente parte di un qualcosa di ambizioso – può fare la differenza. Quando il centravanti di Milan e nazionale sente la maglia ha dimostrato il suo enorme valore: immediato pensare ad Euro 2012 – spaventosa doppietta alla Germania superfavorita in semifinale oltre a prestazioni totali votate all’equilibrio di squadra – o al terrificante impatto avuto sull’economia del Milan (sua squadra del cuore) nei suoi primi cinque mesi in rossonero. Dodici reti in tredici partite, è superfluo ricordare come la qualificazione in Champions League sia stata strettamente dipendente dalle sue prestazioni.

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