Un napoletano a Parigi: diario di un inviato per caso

Roland Garros

Un napoletano a Parigi: diario di un inviato per caso

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TENNIS – Il racconto semi-serio di un inviato alla prima esperienza in un torneo dello Slam.  Aneddoti, divertimento, lavoro e alla fine…vince sempre Nadal!

GENESI  La “colpa” del fatto che io sia qui, all’aeroporto di Orly in attesa del volo che mi riporterà a casa dopo una fantastica esperienza al Roland Garros è di tante persone, e se avrete la pazienza di leggermi lo scoprirete tra le righe.

Ma il primo responsabile è certamente da individuare nel mio concittadino Stefano Tarantino, detto Patria-man e non c’è bisogno di aggiungere altro,  il quale ebbe l’ardire un paio di anni fa di scrivere un pezzo simile a questo per raccontare la sua storia di inviato alla finale di Coppa Davis.

Leggere quell’articolo mi diede l’input decisivo per inviare la fatidica mail ad Ubaldo e per ritrovarmi d’improvviso travolto e coinvolto dal mondo di Ubitennis. E dopo la prima flash, il primo articolo, la prima cronaca…in meno di un anno arriva l’occasione irrinunciabile.

ANTEFATTO E’ una serata fredda e piovosa di febbraio e sono le 23.30. Squilla il mio telefono: Ubaldo. Si dia il caso che io nella vita faccia l’avvocato e ogni tanto qualche chiacchierata con il direttore su vari aspetti legali legati alla vita del sito l’abbiamo fatta, una proprio pochi giorni prima. Il mio pensiero pertanto nell’ordine è: 1) Hanno oscurato il sito; 2) La Fit ci ha fatto causa un’altra volta; 3) No, vabbè la terza non la dico…Rispondo. “ Ciao Antonio, scusa per l’orario, ma vado di fretta volevo dirti, so che tu non hai dato disponibilità per via del lavoro e dei bimbi però ci sarebbe una possibilità per il Roland Garros…”. STUMP! Il mio cuore si ferma un attimo, mi vedo già sullo Chatrier e nella mia mente partono le note della Vie en rose….però poi ritorno in me, penso a mia moglie, a Nicolò che non ha ancora due anni e ad Alice che nascerà a marzo, al lavoro…” Grazie Ubaldo, ma non me la sento”.

Poi però attacco il telefono e comincia lo psicodramma: sto dicendo no ad una cosa che fino ad un anno fa avrei fatto fatica pure a sognare? Me ne pentirò per tutta la vita? E lì per fortuna arriva quella santa donna che è mia moglie che dice: “ Non puoi non andare, è un’occasione unica, non preoccuparti faremo in qualche modo”. Quando si dice l’amore.

E via, allora, l’operazione Parigi può partire: richiesta di accredito, aereo, albergo, studio con la redazione sulle modalità di operare sul sito etc etc

L’ARRIVO A PARIGI Mi dicono che i nati sotto il segno del Capricorno amino programmare tutto per evitare sorprese. Non credo agli oroscopi ma in questo caso hanno perfettamente ragione, nulla può essere lasciato al caso.

Peccato che appena arrivi a Parigi il mio telefono decida di abbandonarmi completamente ( dicevo che ero avvocato, infatti domani partirà la causa al mio gestore…), e che per giunta ci sia un blocco informatico alla stazione della RER per cui è impossibile acquistare i biglietti per arrivare a Parigi.

Superato il momento di panico, arrivo in albergo, deposito il bagaglio e mi dirigo a Porte d’Auteuil. Al momento di ritirare l’accredito, l’addetto visiona i miei documenti e mi fa:Ah giornalista italiano! Tu amico di giornalista alto con pochi capelli e cappellino verde!” Ecco, diciamo che Ubaldo non è passato inosservato da queste parti!

Mi consegnano l’accredito  e questo è un momento di esaltazione assoluta ovviamente da immortalare subito con un selfie. Di li mi conducono velocissimamente in un luogo meraviglioso dove mi regalano la maglietta del torneo, mi consegnano le chiavi del mio cassetto e mi indicano dove si trova il mio desk.

Ok, solo un piccolo dettaglio: ma dove siamo? No perché mi avevano detto che c’erano due sale stampa una sullo Chatrier e una sul Lenglen ed io ovviamente non so dove mi trovo! Salgo le scale e incontro Gianni Clerici. “ Mi scusi dott. Clerici per caso ha visto Ubaldo? Sono senza telefono e non posso chiamarlo”.

Per prima cosa chiamami Gianni e poi cosa vuoi che sappia dov’è Ubaldo…”. Un mito. Mi affaccio in sala stampa e non vedo volti noti ( anche perché non conosco de visu gli altri inviati di Ubitennis, ma in realtà il problema era che erano in un’altra sala..) ma su un monitor scorgo l’immagine del Lenglen con Federer che sta giocando contro Schwarzman.

A quel punto arriva l’idea geniale: sono a Parigi, ho l’accredito al collo, non ho il telefono per contattare gli altri…vado a vedere Roger! E allora, una volta scoperto che mi trovo sullo Chatrier mi dirigo verso il Lenglen. In qualche modo riesco a trovare il varco giusto ( bisogna passare sotto il ristorante e fare tutto un giro per arrivare alla tribuna stampa) e mi trovo a due metri da Roger: una visione celestiale…

Ma in fondo sta cosa che non ho il telefono non è poi così malvagia…quasi quasi resto in incognitp…

AL LAVORO Invece il senso del “dovere” chiama, mi dirigo verso lo Chatrier e sulle scale che conducono alla sala stampa incrocio Ubaldo. Non c’è tempo di convenevoli, siamo in pieno delirio da prima settimana Slam e mi trovo subito catapultato nell’uragano. Prima cosa: prendere possesso del mio desk.

Peccato che sia occupato! Mi rivolgo in inglese all’usurpatore il quale con molta educazione si alza e se ne va. A quel punto è giunta l’ora di conoscere i mie “colleghi” di Ubitennis. Laura Guidobaldi, da subito carina e gentilissima, Alberto Giorni, che mi conduce nel primo giro di perlustrazione del Roland Garros e per finire ( Davide Zirone e Daniele Flavi, spassosissimi ci siamo divertiti un sacco insieme,  arriveranno nei giorni seguenti) conosco Roberto Salerno…ovvero l’”usurpatore” del mio desk di cui sopra! Ottimo Antonio, la prima cosa che hai fatto arrivando in sala stampa è stata cacciare un collega dal tuo posto! Si vendicherà con ripetute battute in stile british, ma mi farà conoscere angoli nascosti di Parigi…

La prima settimana di un torneo dello Slam è fantastica ma al contempo massacrante: tanti italiani da seguire, i big in campo, conferenze stampa (Gulbis e Djokovic gli unici che valga veramente la pena ascoltare, gli altri non vedono l’ora di andare via…), articoli, cronache, traduzioni , profili etc.

Detto che il Lenglen è uno stadio magnifico e quando vi giocano i giocatori francesi c’è un’atmosfera fantastica, decido subito che il mio campo preferito è il Campo n°1.

Quando mi reco lì per assistere ad un match di Murray rimango incantato: la forma circolare è splendida e la tribuna stampa è proprio dentro al campo. Lo Chatrier ha un aspetto più regale, la tribuna stampa non è vicina al campo e soprattutto è posta trasversale e non alle spalle dei giocatori: non che ci sia qualcosa di cui lamentarsi eh…

In realtà anche sullo Chatrier c’è la possibilità per la stampa di accedere ad alcuni posti a ridosso del campo: ci sono stato sia per la finale del doppio femminile in compagnia di Enrico Milani e Alessandro Terziani ( diciamo che era una buona occasione per prendere finalmente un po’ di sole…), sia per il match di quarti di finale tra Sara Errani e la Petkovic con Ubaldo.

Ecco in qust’ultima occasione eravamo accanto a Barazzutti e al box di Sara: diciamo che i commenti di Ubaldo ai servizi della Errani erano un continuo rischio per l’esplosione di un (altro, avrete letto…) caso diplomatico! Ma in generale Ubaldo, soprattutto nella prima settimana, è un fiume in piena.

Piccola parentesi: in questo pezzo non parlerò del Direttore e dei miei compagni di viaggio, perché saprebbe troppo di “auto-celebrazione”: mi limito a dirvi che l’atmosfera che regna durante un torneo tra gli inviati di Ubitennis è proprio quella di una “ famiglia”: solidarietà, amicizia e…coalizione contro il capo! Si scherza…

Beh, l’unico momento di insubordinazione giornaliera verso il Direttore scattava intorno alle 18.30-19.00 quando veniva reso pubblico il programma del giorno dopo. Ora, considerando che in media il nostro lavoro in sala stampa terminava verso le 22.30 (ma Ubaldo si tratteneva anche oltre..) è chiaro che il Direttore, con ancora tre ore di lavoro da fare non poteva accettare che si pensasse già al giorno dopo!

E quindi, via alle “riunione carbonare” ( con un napoletano e due siciliani, Zirone e Salerno era il minimo….non ne parliamo quando si è aggiunto il romano Flavi che in tema di “carbonara” non ha rivali!) per la suddivisione dei match, con ovvie preferenze per i match di Federer, tanto tutti sapevamo che sarebbero stati pochi…

Un piccolo aneddoto sul Direttore però va raccontato, per farvi capire come sia sempre avanti, sempre oltre. Un giorno, nel pieno caos della prima settimana mi fa: “ Antonio, c’è la conferenza stampa di Kimiko Date…”.  – Avessi detto Nadal, penso io, peraltro aveva già perso da tre giorni, che ci fa ancora qua? – Visto che lei ha battuto la Muguruza a Pattaya City ad inizio anno e che la spagnola ha battuto Serena, tu potresti chiederle se dovesse incontrare la Williams in futuro se pensa di poterla battere…”  Ah? E in che lingua Kimiko mi manda a quel paese? Ecco…diciamo che è stata l’unica richiesta di Ubaldo che non ho soddisfatto…

La sala stampa, soprattutto l’angolo degli italiani, è dominata da Ubitennis: ci sono giorni in cui siamo addirittura in cinque più il direttore! Trai giornalisti italiani in breve tempo vengo denominato “L’Avvocato di Ubaldo” e ovviamente ogni giorno è uno sfottò diverso.

Vincenzo Martucci della Gazzetta, riconoscendo l’accento che è quello delle sue origini, mi fa: “ Non mi hai portato un babà?” E via con la disquisizione se sia più buono il babà, la pastiera etc.. anche se c’è chi, come Terziani che preferisce “ il casatiello”.

Luca Marianantoni sempre della Gazzetta è l’animatore della sala stampa: dalla maglietta celebrativa dei 17 Slam di Federer alla “Vera storia di Ubaldo, Gianni Clerici e Roland Garros”: vedere il suo profilo facebook o twitter per credere…

E’ ovvio comunque che il Mito assoluto sia senza dubbio Gianni Clerici. Quando la Townsend batte la Cornet fa: “Vorrei sapere cosa ne pensa Madame Le Pen…”. Un giorno me lo ritrovo a terra sui gradini esterni alla sala stampa intento a lanciare improperi verso il suo telefono. Trovandolo così mi preoccupo, temo si senta male. “ No, è che non mi piace parlare al telefono dentro, lo trovo maleducato, poi qui si sta così bene…”.

Fantastico! Come i suoi commenti a bordo campo sui vari match. Si va dal “Perché Federer non si ritira?” al “ Benedette ragazze una preghiera: finite presto questo strazio”. “ Piove? Bene, continuo le mie vacanze Parigine!”. Il ricordo più bello però è un altro. “ Avvocato, secondo te posso querelare Tommasi perché non mi ha inserito tra gli italiani che hanno giocato gli Slam. Mi sono ritirato ma ero in tabellone…” ..

AUREVOIR PARIS Gli ultimi giorni del torneo sono quelli più tranquilli: poche partite e il programma inizia più tardi, quindi c’è anche il tempo per visitare un po’ Parigi ed acquistare qualche regalino (ma per le boutique del Roland Garros ci vuole un mutuo). Le semifinali e le finali però vanno curate nel minimo dettaglio, non si può sbagliare e un po’ di ansia prima della finale maschile, su cui dovrò scrivere, arriva: se sbagli il punteggio di Bolelli-Arnaboldi non se ne accorge nessuno, ma se sul sesto punto del quarto game del terzo set della finale scrivi che Nole ha sbagliato un diritto invece che un rovescio…i nostri puntualissimi lettori ti massacrano (ed è giusto così)!

Anche l’intervento in diretta a Radio Sportiva il giorno delle semifinali maschili è tra le cose da ricordare: certo saperlo solo 5 minuti prima di andare in onda…ma così Ubaldo ha evitato che mi venisse l’ansia!

Vince la Sharapova, e dopo le uscite di Serena e Na Li era assai probabile, e vince guarda un po’ Nadal, anche se molti di noi vedevano Djokovic favorito, ma il direttore lo aveva sempre detto..

Alla fine le due settimane del torneo volano senza neanche accorgersene e al momento di ripartire c’è la sensazione dell’ultimo giorno di scuola. E’ ora finalmente di ritornare dalle proprie famiglie ma…quando si parte per Wimbledon?

Chiudo con un augurio: spero che leggendo questo racconto semi-serio della mia fantastica avventura qualcuno, indeciso se intraprendere o meno questa strada, faccia il passo decisivo.

Che siate animati da curiosità o voglia di apprendere sappiate che esperienza più formativa di un “ Master di giornalismo” sul campo quale è un’esperienza da inviato, soprattutto in un torneo dello Slam, non c’è.

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