L’altra metà del tennis. Murray: “La Mauresmo? Cercavo chi mi capisse” (Semeraro)

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L’altra metà del tennis. Murray: “La Mauresmo? Cercavo chi mi capisse” (Semeraro)

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L’altra metà del tennis. Murray: “La Mauresmo? Cercavo chi mi capisse” (Stefano Semeraro, La Stampa)

Di Andy Murray si possono dire molte cose, di sicuro non che sia un maschilista. Dopo l’addio di marzo con Ivan Lendl, il n.5 del mondo di tennis a Parigi ha finalmente rivelato il nome del suo nuovo coach, anzi “della” sua nuova coach: la ex n.1 del mondo Amelie Mauresmo. «Cercavo qualcuno mi capisse», ha spiegato Andy. «Credo che fosse in cerca di una diversa sensibilità», ha confermato la francese, campionessa di Wimbledon e degli Australian Open nel 2006 (l’anno in cui rivelò la sua omosessualità). Di mamme-coach il tennis ne ha conosciute tante, a cominciare da Olga Lendlova (n.2 di Cecoslovacchia), mamma proprio di Ivan, a Ruzla Islanova (n.5 della vecchia Urss), genitrice di ferro di Marat Safin, da Gloria Connors alla stessa Judy Murray, ex-n.1 di Scozia, che per anni è stata la spalla tecnica del figlio. Il vero precedente è però quello di Tatiana Naumko, coach di un top-10 anni ’90 come Andrei Chesnokov.

«Non c’è ragione perché una donna non possa fare da coach a un tennista di vertice», sostiene Barbara Rossi, ex n.60 Wta, coach e oggi voce di Eurosport. «Anche perché Murray sul campo avrà sparring maschi. L’importante è che si faccia rispettare, e che abbia un buon rapporto con il suo giocatore. Amelie è una ottima coach, in Fed Cup ha fatto fare un salto di qualità alla Cornet e alla Garcia. Ad Andy può suggerire schemi più offensivi sull’erba, e continuare il lavoro di Lendl, che gli aveva insegnato a non sprecare energie importanti negli Slam. Cosa che Murray ha ricominciato a fare a Parigi..».

Anche Laura Golarsa (ex n.23 Wta, un quarto di finale a Wimbledon nell’89), che oggi segue Francesca Schiavone, crede nell’opzione-Mauresmo: «Amelie ha già lavorato con degli uomini, Chardy e Llodra, con buoni risultati, forse sono stati loro a consigliarla a Murray. Sicuramente può aiutarlo a ottenere quello che lui vuole – vincere altri Slam e colmare il gap con Djokovic e Nadal – più di tanti coach che vanno per la maggiore ma che non sono mai stati giocatori. Donne coach non ce ne sono tante perché dopo il tennis di solito fanno altre scelte, molte si si sposano e hanno un bambino come me, e non possono girare il circuito a tempo pieno. Nel tennis poi c’è molto maschilismo. Murray invece ha dimostrato grande apertura mentale».

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