50° Torneo Avvenire: Spagna e Corea nell’albo d’oro

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50° Torneo Avvenire: Spagna e Corea nell’albo d’oro

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TENNIS – Nel tradizionale appuntamento giovanile milanese, il coreano Chang-Yeng You e la spagnola Julia Payola conquistano i 2 titoli di singolare. Battuti in finale rispettivamente l’ungherese Mate Valkusz e la russa Ludmilla Samsonova (che abbiamo intervistato a fine match).

La finale maschile

Chan-Yeng Oh è il primo asiatico di sempre a vincere tra gli uomini. Sono questi i verdetti del 50° Torneo Avvenire, chiuso oggi sui campi del Tc Ambrosiano di Milano. Nella finale maschile, Chan-Yeong Oh ha lasciato sfogare l’enorme talento dell’ungherese Mate Valkusz, strepitoso per un set e mezzo, e poi ha macinato gioco costringendo l’avversario alle corde. Vinto il primo parziale con il punteggio di 6-3, Valkusz è stato in partita fino al 4-3 del secondo. Lì, sul 40-0, si è spento l’interruttore e così dal possibile 4-4, il coreano si è trovato di nuovo a galla (6-3). da quel punto in poi, Valkusz non ha più vinto un singolo gioco, perdendone otto consecutivi. Dall’altra parte della rete, il magiaro è apparso molto stanco, sulle gambe e cotto dalle temperature di questi giorni nonostante soltanto oggi sia stato costretto al terzo set (3-6 6-3 6-0 lo score della finale).

Un breve scheda del novello campione:

CHAN YEONG OH: nato a Corea Asan, in Corea del Sud, il 27 giugno 1998.

Destrorso con rovescio a due mani, il coreano è attualmente al numero 7 del ranking Tennis Europe, ed è numero 55 del ranking Itf juniores.

Già a ridosso dei Top 50 a livello under 18, il coreano in singolare ha raggiunto la finale del torneo Itf di Grado 1 di Sarawak in Malesia, dove ha perso dal connazionale Duck-Hee Lee e dove ha vinto il torneo di doppio. Il suo giocatore preferito è Roger Federer.

In questa edizione del Torneo Avvenire era accreditato della testa di serie n.1. E’ giunto in finale battendo al primo turno l’italiano Bosio 6-1 6-1, al secondo turno l’altro azzurro Prevosto 6-0 4-6 6-3, negli ottavi di finale l’austriaco Huber 6-3 6-3, nei quarti di finale il bergamasco Mora 6-1 7-6 e in semifinale il romagnolo Dalla Valle 6-2 6-7 6-1.

Le prime dichiarazioni dopo la finale:

Chang Yeong Oh:

“Sono molto soddisfatto per questo successo – ha detto Oh, con un accenno di sorriso -, ho vinto in un bellissimo contesto e in una bellissima città”.

“Il tabellone dalla mia parte sembrava meno difficile rispetto alla parte bassa, in realtà ho avuto almeno un paio di incontri difficili: al secondo turno nel terzo set con Luca Prevosto eravamo sul 3 – 2 per lui con palla del 4 – 2, purtroppo per lui ha rotto una corda in un momento topico ed io ho potuto rientrare nel match sul 3 pari. In quel momento mi sono sforzato di ritrovare la maggior concentrazione possibile per ripartire, sono anche stato aiutato da un suo calo, ma alla fine sono riuscito. Anche il match contro il mio compagnio di doppio è stato più complicato di quanto non si creda, gioca molto bene, ma ho superato anche quell’ostacolo.”

“In finale ho trovato un giocatore veramente forte, Mate Valkusz è arrivato alla finale senza perdere un set da nessuno e lasciando solo pochi giochi a tutti (19 games in 5 incontri ndr), uno score da tenere in considerazione nella preparazione della finale. Eì partito fortissimo anche nel primo set della finale ed è rimasto in partita fino all’ottavo gioco del secondo, con 3 palle del 4 pari. Quello è stato il momento più difficile della finale, ho recuperato la parità e sono riuscito a fare il break. Poi dal 3 pari ho avuto la fortuna di trovare bene tre giochi consecutivi e pareggiare il conto dei set. Nel set finale Mate mi è parso un po’ sulle gambe, un po’ calato e questo fatto mi ha aiutato a ritrovare il mio gioco ed il mio ritmo. Faceva molto caldo, ma penso sia stata una bella finale. Grazie a tutti!”

Il punteggio con cui si è chiusa la finale: 3-6, 6-3, 6-0 per il coreano.

La finale femminile

La finale femminile vede il ritorno della Spagna sull’Albo d’oro del torneo: Julia Payola, testa di serie no. 6 del torneo ha battuto Liudmilla Samsonova per 6-3, 6-2.

La spagnola, molto ordinata e con le idee molto chiare su come disputare il match non ha giocato un incontro spettacolare, è entrata in campo molto concentrata e concreta, non ha mai preso il comando del gioco, non ha preso rischi contro  Liudmilla Samsonova, ha lasciato alla giocane russa il compito di fare tennis, Julia si è limitata a “raccogliere i punti” necessari per portare a casa il match.

Si è piazzata due metri fuori dal campo ed ha rimesso dall’altra parte della rete la maggior parte della palle caricandole di un top spin velenoso, tutte palle un metro sopra la rete, con rimbalzi molto profondi che impedivano a Luda di prendere campo per andare a chiudere con i suoi colpi migliori. Quando si trovava in difficoltà non esitava ad alzare e per lunghi tratti si è giocato pallonetto contro pallonetto. Riteniamo sia sufficiente esporre un dato: in 15 games Julia Payola non ha messo la prima solo due volte ed ha effettuato solamente due vincenti.

E’ stato un confronto di due diverse filosofie di interpretazione del tennis ed è prevalsa la tattica posta in essere della Payola, che ad onor del vero, ripercorrendo il suo cammino del torneo ha meritato di raggiungere la finale: non ha mai ceduto un set ed ha concesso alle avversarie solamente 19 games in 6 incontri, finale esclusa. Nulla da eccepire per quanto riguarda l’accesso alla finale e nemmeno per la sua vittoria.

Luda, reduce da due incontri duri: tre set nei quarti con la Bilardo,  dal tiratissimo e perché no, anche nervoso match contro la connazionale Potapova (6-4, 2-6, 7-5), giocato sotto la fastidiosa calura del pomeriggio precedente faticava a trovare il giusto timing per lasciare andare il braccio e mettere in difficoltà la spagnola.

Per attaccare giocatrici di quel tipo è necessario star bene fisicamente, rimanere sempre con la testa nel match ad un elevatissimo livello di concentrazione per cogliere e sfruttare al meglio tutte le poche occasioni che capitano perchè lasciarsi trascinare nel gioco degli specialisti del “io la rimetto sempre e tu?” è spesso molto complicato. Occorre molta pazienza ed una varietà di schemi che Luda, reduce da un periodo piuttosto pesante per impegni agonistici e scolastici, non è stata in grado di mettere in campo in questa finale.

Incontro sempre sui suoi livelli per Julia Payola, un po’ sottotono per Liudmilla, che per inciso, oggi sarà nuovamente in campo per la competizione a squadre, non c’è tregue per lei!

Una breve scheda della vincitrice del torneo:

JULIA PAYOLA: nata a Girona, in Spagna, l’8 gennaio 1998.

Destrorsa con rovescio a due mani, l’iberica è attualmente al numero 454 del ranking Tennis Europe e numero 530 del ranking Itf juniores.

Nel 2014 ha raggiunto la finale alla settima ETC Cup di Budapest e un’altra finale ad Almere, in Olanda. Durante la settimana non ha mai perso un set e il suo giocatore preferito è il connazionale Rafael Nadal.

In questa edizione del Torneo Avvenire era accreditata della testa di serie n.10. E’ giunta in finale battendo al primo turno la bielorussa Alexandrova 6-0 6-1, al secondo turno l’azzurra Pannarale 6-2 6-1, negli ottavi di finale l’altra azzurra Bronzetti 7-5 6-0, nei quarti di finale la ceca Pantuckova 6-1 6-2 e in semifinale la serba Danilovic 6-3 6-4.

Le prime dichiarazioni dopo la finale:

“Vincere qui è fantastico – ha detto la spagnola, che era in gara con una wild card e che era accreditata della testa di serie n.10 -. La città è splendida, i campi meravigliosi e poi avevo già vinto a Roma da Under 14, ho un gran bel feeling con l’Italia”. Poi è sparita con la squadra spagnola.

Il punteggio con cui si è chiusa la finale: 6-3, 6-2 per la spagnola.

(Nell’immagine la foto dei vincitori del torneo, Foto Francesco Panunzio).

 

L’intervista con Ludmilla Samsonova nel dopo partita:

 

Intervista con Giulia Bruschi, allenatrice di Luda Samsonova e con Luda stessa.

Termina la finale femminile, Luda si dirige verso gli spogliatoi, dove non arriverà mai, la sua allenatrice prova a cercarla invano, decidiamo di aspettarla, probabilmente desidera metabolizzare questo match rimanendo un po’ sola.

Ci sediamo nel giardino del circolo ad aspettarla e scambiamo quattro chiacchiere con Giulia Bruschi, l’allenatrice del “Team Piatti” che segue Liudmilla Samsonova”, oltre che serissima professionista, persona di grande simpatia e disponibilità.

Si intravede l’amarezza per la finale persa, ma accetta di parlarne con molta serenità:

Giulia, qual è la chiave di lettura di questa finale?

“Sicuramente la tenacia e la costanza di questa spagnola che dalla prima all’ultima palla ha sempre giocato allo stesso modo, dopo uno dei rari errori o dopo un vincente di Luda, subito a pensare al prossimo punto, non ha mai preso nessun rischio, su nessuna palla. Durante il match avevo compreso che la Payola non avrebbe mai rischiato nulla ed infatti ha fatto 2 vincenti in tutto il match. Luda ne ha fatti abbastanza, ma ha fatto anche troppi errori.

Anche il servizio non ha girato molto bene oggi, che ne dici?

Non è stata certo una delle giornate migliori…

Non pensi che siano stati presi troppi rischi sul servizio? Sia con la prima che con la seconda palla? Troppi doppi falli… sommati agli errori troppi i punti concessi alla spagnola che al contrario non ne ha regalati mai.

In effetti con servizio sono scivolati via molti punti, più della metà potevano essere evitati, sarebbe bastato tirare due seconde o non forzare mail la prima che ha portato solo un ace…

C’erano altre possibili alternative tattiche? Si poteva fare qualcos’altro?

Le alternative ci sono sempre, ma in questa finale forse non era possibile pensare di correggere in corsa e giocare diversamente, ci vogliono sempre energie nervose e forse proprio quelle mancavano: Luda arrivava da un periodo molto intenso, c’è stata una settimana di caldo terribile, bravissima la Payola, ma non ha sofferto molto sul campo. Luda ha trovato i due incontri più difficili negli ottavi e nei quarti, ha giocato i due incontri nelle ore più calde ed ha sofferto di leggerei problemi respiratori, non dimentichiamo che in quei due match sono stati giocati globalmente 61 games, non sono affatto pochi! In ogni caso sempre merito a chi vince!

Ecco arrivare Luda… Dove sei stata tutto questo tempo?

Sono stata in un angolo nascosto a pensare un po’ al match, mi spiace aver perso, so che posso giocare molto meglio, ma oggi non era facile…

Sì, ne parlavamo con Giulia…

Arrivo da un periodo di stress, attività agonistica, scuola, questo torneo, il caldo… certo sono tutti ostacoli che un giocatore deve superare, ma oggi non è stato facile! Mi spiace!

Stai serena Luda, hai dato spettacolo per una settimana, è mancata la vittoria in finale, ma hai dato spettacolo tutta la settimana, ha vinto i 2 più bei match del tabellone femminile con la Bilardo e la Potapova, ha messo sotto la testa di serie no. 2 del torneo, hai giocato e vinto i due match più duri, per questa volta accontentati!

[Giulia] Luda devi pensare anche che perdere non è del tutto negativo, ci permette di capire dove e come dobbiamo lavorare per migliorare ancora!

Giulia ha ragione Luda, riguardati il match di oggi e parlane con  lei, vedrai che troverete spunti interessanti per il lavoro e per migliorare.

Certo che riguarderemo il match, io voglio migliorare, sempre!

Vedrai che migliorerai, ne siamo tutti certi! Ciao Luda e grazie di tutto, in bocca al lupo a te e Giulia!

Crepi!

A presto Luda, ciao!

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