Simone Bolelli: così si può perdere. Crisi USA. Murray come Djokovic

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Simone Bolelli: così si può perdere. Crisi USA. Murray come Djokovic

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John Isner (foto FABRIZIO MACCANI)
 

TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Attenti a Kei Nishikori e a Eugenie Bouchard. L’invasione delle “Ova” nel femminile. Nadal a rischio con Kyrgios. I piani di Bolelli per entrare in tabellone a New York

Non possiamo certo rimproverare Simone Bolelli per aver perso 6-4 al quinto un match contro Kei Nishikori. Anche se, dopo essere stato 5 volte a due punti dal match sabato nel quarto set, ha avuto qualche opportunità perfino oggi, nel primissimo game, sul 3 pari e 15-40 quand’era al servizio il giapponese, che però ha giocato bene nel frangente.
Non lo possiamo rimproverare sebbene dalla ripresa del gioco sul 3 pari abbia perso in 22 minuti 3 games su 4.
Nishikori è un giocatore di qualità, non gli manca nulla. Di certo non l’anticipo, l’agilità e le gambe. E soprattutto non gli manca la freddezza e l’intelligenza tattica per fare sempre la cosa giusta al momento giusto. Si era salvato superbene nel quarto set sabato, quando soprattutto sotto 6-5 e 0-30 il suo braccio avrebbe potuto tremare, ha fatto altrettanto oggi, quando Simone è stato avanti 15-40 nel primo game dalla ripresa, sul 3 pari.
Ha capito, Nishikori, che Simone oggi non era centrato sul rovescio e anche che era un pochino meno mobile sulle gambe. Così ha insistito costantemente sul rovescio di Simone che, un po’ perchè ci arrivava in ritardo, si rifugiava quasi semrpe sul “back”, e ne ha sbagliati davevro troppi in quei 4 games: ne ho contati 8 ma potrebbero essere stati anche 9. E c’è stato anche, sul 4-5 40-30 il doppio fallo che proprio non ci voleva prima di un dritto in rete seguito dal rovescio in rete, due colpi che hanno tradito tutto il suo nervosismo. Mentre Nishikori non faceva una piega, non l’ha mai fatta, in nessuna situazione di punteggio.
“Ero meno brillante, ero in affanno, ripensare alle occasioni di sabato mi ha tolto ogni energia, avevo giocato un’oretta ieri e poi mezzora subito prima di entrare in campo oggi per entrare il più caldo possibile…ma non ha funzionato. Non è facile riprendere a giocare con un giorno di stop nel mezzo: ero più lento alla risposta, ho messo poche prime nel game che ho perso sul 4-5 anche se avevo servito invece bene sul 3-4 – ha detto Simone. Che ora, saltata per questa partita rinviata al lunedì la possibilità di iscriversi al challenger di Braunschweig, pensa di iscriversi al torneo di San Benedetto anziché alle qualificazioni del torneo di Stoccarda: “C’è solo una settimana per conquistare il diritto a entrare in tabellone all’US open: mi servono 14 punti per essere sicuro e se passo due turni al challenger di San Benedetto li faccio. A Stoccarda invece dovrei passare le qualificazioni e poi almeno un turno”.
L’importante è che adesso Simone abbia ritrovato la fiducia in sé stesso: battere Kohlschreiber e poi giocare alla pari con Nishikori, n.12 del mondo e in fase ascendente, non è da tutti.
In Coppa Davis contro la Svizzera, a match chiuso dal pronostico, mi sentirei di rischiare più Bolelli che Seppi, se le condizioni fossero ancora quelle di oggi.
Sono curioso di vedere come finirà fra Nishikori e Raonic. Se io dovessi scommettere punterei qualcosina sul giapponesino, nonostante Raonic serva come un ossesso e abbia lasciato a Kubot soltanto 9 punti nei suoi turni di battuta nel match di terzo turno. Sarà che Raonic sull’erba non mi convince, ma anche Bolelli a mio avviso avrebbe avuto le sue chances. Poi magari Raonic mi smentirà e approfittando di una metà tabellone che secondo me è complessivamente più debole di quella superiore, arriverà in finale.
Questo lunedì è stato ancora pieno di pioggia. Ci credo che gli inglesi vengono a frotte in Italia d’estate. Un’estate così è insopportabile. Devono davvero ringraziare chi li ha convinti a mettere su il tetto sul centre court. Si sono potuti così giocare su quel campo l’ottavo vinto dalla Bouchard sulla Cornet e due ottavi maschili, dall’andamento molto simile, perchè sia Murray con Anderson sia Djokovic con Tsonga hanno vinto agevolmente i primi due set e poi sono stati costretti al tiebreak nel terzo, ma hanno rispettato il pronostico. Murray ha salvato un setpoint nel tiebreak, sfruttando il servizio a disposizione. E il passante che si è inventato Djokovic sull’attacco di Tsonga nel matchpoint valeva da solo il prezzo del biglietto. Roba da campionissimi.
Sugli altri campi si sono potuti giocare due match quasi soltanto dove era programmato un singolare femminile e uno maschile.
Ho accennato alla vittoria della Bouchard: questa ragazza non è un mostro di simpatia, ma ha carattere, personalità da vendere. Giocherà nei quarti contro chi vince fra Sharapova (cui ha già dato battaglia al Roland Garros in semifinale) e la Halep che come a Parigi è rimasta l’ultima superstite delle prime quattro teste di serie, ora che la Radwanska è inopinatamente crollata (63 60 con la Makarova). Con la russa Makarova ci sono tre ceche nella parte bassa del tabellone femminile: l’ex fidanzata di Berdych, Lucie Safarova, che qui è andata meglio di lui (alla Smitkova ha dato 60 62!) incontrerà la Makarova, mentre Kvitova (63 62 alla Peng) troverà la Zahlavova Strycova (che ha dato 62 75 alla Wozniacki).
Insomma considerando il doppio cognome della Zahlavova Strycova per quattro posti ci sono cinque “ova”.
Sopra soltanto due le “ova”, Sharapova e Shvedova (che affronterà Lisicki, vittoriosa nella prosecuzione del match sospeso con la Ivanovic: Ivanovic e Wozniacki hanno avuto storie sentimentali simili, con due golfisti, finite entrambe male).
Io punterei su Kvitova finalista per la parte bassa e una fra Sharapova e Bouchard per la parte alta.
In campo maschile nei quarti i vincitori di oggi sono approdati tutti in tre set – avevano fretta per sconfiggere anche la pioggia. Dal’alto Djokovic su Tsonga (63 64 76), Cilic su Chardy (76 64 64), Murray su Anderson (64 63 76) e Dimitrov su Mayer (64 76 62). Invece nella parte bassa si sono allineati agli ottavi i match che non si erano giocato o conclusi sabato: Wawrinka senza problemi 63 63 64 su Istomin, Feliciano Lopez – che al Lavazza Day l’altro giorno Judy Murray ha definito l’outsider più autorevole – con la prevedibilissima battaglia di servizi e tiebreak su Isner (67 76 76 75) e di Nishikori su Bolelli ho già detto (36 63 46 76 64).
Ciò significa, con cinque americane eliminate al terzo turno e Isner fra gli uomini, che per la prima volta dal 1911 non ci saranno rappresentanti americani negli ottavi a Wimbledon. Se penso che negli anni 70/80 ci sono stati anche 42 americani fra i top 100… E non di rado 4 o 5 fra le top-ten.
Questo martedì sul centrale solo pernici: Kerber-Sharapova, Kyrgios-Nadal (sono molto curioso, potrebbe scapparci anche la gran sorpresa) , Kvitova-Strycova (risparmio sul secondo cognome).
Sul campo n.1 Robredo sogna di ripetere il risultato dell’ultimo US Open, ma non mi pare possibile che accada, poi Safarova-Makarova, mentre hanno messo sul campo n.2 Halep-Diyas e Wawrinka-Lopez (poco entusiasti, per chiunque vinca, dell’idea di dover giocare per tre giorni di fila). Sul campo n.3 voglio vedere se Nishikori riuscirà a rispondere a Raonic. Io dico di sì. E se Raonic faceva fatica a strappare la battuta a Kubot la farà anche per strapparla al giapponese.
Una cosa sola mi auguro però davvero, ora che non ci sono più italiani per i qual fare il tifo: che non piova!!!

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