Federer vs Djokovic, finale quasi inedita dopo due semifinali davvero iper-diverse

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Federer vs Djokovic, finale quasi inedita dopo due semifinali davvero iper-diverse

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TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Tante appassionanti semi fra Roger Federer e Novak Djokovic ma…perchè scivolavano così? Perchè ha deluso Raonic e entusiasmato Dimitrov. Errani-Vinci di nuovo n.1 e all’ottavi finale di Slam. Alcune risposte ai vostri quesiti

Sarà dunque Novak Djokovic contro Roger Federer la finale di questo Wimbledon, altro che cambio della guardia! Al momento decisivo i giovani hanno…tradito. Soprattutto Milos Raonic per la verità – mai in grado di creare il benchè minimo problema ad un Federer che in tutto il torneo ha perso un solo game di servizio (con Wawrinka) e che gli ha concesso una sola pallabreak a metà primo set- perchè al contrario Grigor Dimitrov, pur mancando 4 setpoint per conquistare il quinto set (uno solo sul proprio servizio però…), dovrebbe aver cancellato ogni dubbio sul proprio status. Non si può definire grande campione chi ha giocato, e perso, una sola semifinale di Slam, però che il ragazzo bulgaro abbia un talento formidabile e sia destinato ad una grande carriera secondo me oggi è una scommessa vinta in partenza. Ha la stoffa del campione. Oggi l’hanno potuto constatare tutti, Novak Djokovic per primo. Ma poi tutti gli altri.

UNA FINALE QUASI INEDITA- UN SOLO PRECEDENTE.

Sebbene dal Roland Garros 2005 ci sia sempre stato almeno uno dei Fab Four in finale ad uno Slam – in Australia 2005 la finale fu Safin-Hewitt – e due volte soltanto non abbia poi vinto uno dei quattro big (Del Potro all’US Open 2009 e Wawrinka all’Australian Open 2014 le eccezioni), questa è quasi una finale inedita!

Ed è questa forse l’ultima vera sorpresa di un Wimbledon che di sorprese è stato tutt’altro che avaro.

Djokovic e Federer si sono infatti incontrati non una ma ben 34 volte e lo svizzero ne ha vinte 2 di più, 18 a 16 – e negli Slam una di più, 6 a 5 – ma assai curiosamente quella che fu la prima finale di Slam di Novak Djokovic, nel 2007 all’US Open e proprio contro Roger Federer che vinse, è rimasta anche la loro unica finale di Slam.

Credo si tratti davvero di una circostanza particolare, così come non è meno curiosa l’annotazione secondo cui questa è la prima finale in 19 Slam in cui non saranno protagonisti né Nadal né Murray…che però non si sono mai trovati a giocarne una contro l’altro!

Roger non era più riuscito a centrare una finale Slam da Wimbledon 2012 (quando battè Murray, che si prese la rivincita tre settimane dopo alle Olimpiadi), ma su 9 semifinali giocate qui a Wimbledon non solo le ha vinte tutte, ma ha perso un solo set (proprio contro Djokovic nella semifinale del 2012, vinta 63 36 64 63).

Roger, a quasi 33 anni – 32 anni e 332 giorni – giocherà la sua 25ma finale di Slam e cercherà di vincere il suo 18mo Major e, con l’ottavo Wimbledon, di staccare Sampras fermo a quota sette (per non parlare di Borg, cinque). Arthur Ashe vinse Wimbledon nel 1975 (su Connors) a quasi 32 anni, 31 anni e 360 giorni. Andre Agassi aveva raggiunto una finale di Slam all’USopen 2005 a 35 anni e 135 giorni. Ma io ricordo bene Ken Rosewall avere addirittura 39 anni e 246 giorni al primissimo dei miei 41 Wimbledon consecutivi, quando fu però strapazzato dal giovane ed irriverente Jimbo Connors (61 61 64).

Di finali qui Roger ne ha persa una sola: 9-7 al quinto con Nadal nel 2008.

Djokovic, dal canto suo, sa che vincendo il suo secondo Wimbledon detronizzerebbe Rafael Nadal e tornerebbe ad essere il n.1 del mondo, ma intanto può essere soddisfatto – avendo 6 anni meno di Federer – di aver comunque già raggiunto la finale di Slam n.14.

Se va di questo passo ne giocherà nei prossimi sei anni, almeno una decina, per pareggiare quelle di Federer. Più difficile però, che da 6 Majors (o 7 se vince domenica) arrivi a vincerne 17 o 18 come Roger.

Vi ho inondato di numeri, e di dati statistici anagrafici, e me ne scuso, ma la cronaca delle due semifinali è stata fatta assai bene – almeno a me pare – da Laura Guidobaldi (https://www.ubitennis.com/blog/2014/07/04/wimbledon-semifinali-uomini-djokovic-dimitrov/) e Roberto Salerno (https://www.ubitennis.com/blog/2014/07/04/wimbledon-non-paese-per-giovani-roger-federer-compone-nona/) perchè io ci tornassi sopra.

E anche di Errani e Vinci che giocheranno la finale dell’unico Slam che non hanno mai vinto, contro Mladenovic e Babos, abbiamo già parlato abbondantemente su Ubitennis (vedi la cronaca e le dichiarazioni  https://www.ubitennis.com/blog/2014/07/04/wimbledon-errani-roberta-vinci-in-finale/). Comunque vada è un risultato straordinario essere arrivate a disputare 8 finali di Slam, a prescindere dal fatto che la maggior parte delle top-ten non partecipino ai doppi (questa osservazione mi pare deontologicamente giusto fare per un giornalista di tennis, senza voler togliere nulla a quello che resta un sacrosanto exploit). Torneranno ad essere la coppia n.1 del mondo e anche questo va sottolineato.

Devo rispondere però ad alcune domande dei

lettori: come mai scivolavano tanto, tre semifinalisti su quattro, escluso Federer? Djokovic ha avuto alti e bassi, ma quand’è che ha vinto la partita? Poteva evitare di rischiare di perderla? Dimitrov se l’è un po’ mangiata per aver avuto 4 setpoint nel quarto set? Raonic è una delusione perchè Federer lo ha surclassato?

Alla prima rispondo: L’erba dei courts ora non è più omogenea. Le scarpe che ti consentono di non scivolare sull’erba, scarpe ad hoc, ti mettono in difficoltà vicino alla riga di fondo dove l’erba è quasi del tutto scomparsa. Djokovic ha cambiato scarpe ad un certo momento. E ha fatto bene. Gli altri hanno continuato a scivolare e anche, in talune situazioni, ad apparire goffi. Raonic, dall’alto del suo metro e 98, più di tutti, ma per colpa anche dei contropiedi giocati da Roger. Che sull’erba di Wimbledon gioca con una tale scioltezza che davvero pare si trovi nel suo giardino (frase che pare luogo comune), ma davvero nessuno ci si muove meglio di lui qui sul centre court. Non è mai fuori posto. Non sbaglia quasi mai una soluzione. Stavolta nemmeno quella strategica di far servire per primo Raonic: il canadese giocava la prima semifinale di Slam della vita, era inevitabilmente nervoso, contratto all’inizio e difatti ha perduto subito il game di battuta, commettendo sul 30 pari un doppio fallo dopo che, all’errore con la prima di servizio, aveva sbuffato come un mantice prima di giocare la seconda. Un affanno che tradiva bene assai il suo nervosismo. Che non lo ha quasi mai abbandonato. Del resto se era vero che per due volte in passato aveva costretto Federer al tebreak del terzo set (perdendoli entrambi) era anche vero che in tutte quelle 4 partite perdute era stato capace di strappare la battuta allo svizzero soltanto in un’occasione.

Oggi nemmeno una, infatti. E Federer in tutto un torneo in discesa, lo ha ceduto solo a Wawrinka, unico avversario che è parso poterlo mettere in difficoltà (prima di sentirsi male). Federer ha sempre tenuto in pugno gli scambi, e se Raonic non riusciva a fare il punto nei primi due palleggi era fatto. Roger ha lasciato 7 punti sul suo servizio nel primo set, 6 nel secondo, 5 nel terzo. E quando ha voluto fare il break a Raonic, sul 4 pari di secondo e terzo set, lo ha fatto a 15. Senza problemi. Raonic ha mostrato grossi limiti, ma Federer li ha evidenziati in modo superiore a come avrebbe potuto farlo un altro tennista.

Non ho risposto in ordine: Djokovic è stato straordinario all’abbrivio, perchè mettere 19 prime palle consecutive per come serviva lui, cercando anche l’ace, è da fenomeni. Non poteva far di più per mettere sotto psicologicamente l’esordiente (in semifinale) Dimitrov.

Però…c’è un però. Quando sale sul 2-1, poi 3-1 con pallabreak del 4-1 deve ammazzare la partita. E’ vero che la pallabreak Dimitrov l’ha annullata con un ace, il n.5, però il sesto game Novak l’ha giocato proprio male e ha fatto rientrare in corsa il bulgaro che sembrava sull’orlo del k.o. Idem l’ottavo game. Così, dopo 5 games persi di fila, si è ritrovato un set pari e a rischio.

Un rischio protrattosi a lungo. Il terzo set è stato bellissimo, Dimitrov ha fatto i bambini con i baffi, colpi fantastici, volee in tuffo, attacchi in controtempo, con Nole costretto ad arginare come meglio poteva. E lì è stato bravo DjokerNole, perchè resosi conto che da fondocampo non riusciva quasi più a fare punti, si è buttato in avanti come non mai. Ha messo in atto il piano B. Non facile da farsi. Molto più facile a dirsi. Bravissimo, anche se a rete non assomiglia di certo a Boris Becker, il suo secondo coach. Ha sbagliato alcune volée da urlo (di disappunto…).

Per sua buona fortuna Dimitrov ha pagato lo scotto dell’inesperienza giocando un tiebreak da dimenticare. Un rovescio in back sul terzo punto per andare subito sotto di un minibreak, un doppio fallo per consentire a Djokovic di salire sul 5-2. Il 7-2.

Qui rispondo alla domanda su Djokovic…distratto. Per la seconda volta nello stesso match ha rimesso in partita Dimitrov quando, dopo il regalo del break nel terzo game (tre doppi falli consecutivi del bulgaro e poi un dritto mal sparacchiato lungo), ha ceduto lui un gane di servizio giocando in maniera confusa.

Pensavo tra me e me che lì un Nadal nei suoi cenci avrebbe ucciso il match. Djokovic non l’ha fatto e così si è ritrovato ad un nuovo tiebreak e questa volta sotto per 6-3. Tre setpoints consecutivi. Lì Djoko è stato solido: i primi due li ha annullati alla grande. Ma sul terzo è stato pollo Dimitrov: anziché mettere dentro una prima anche a tre quarti di velocità, ha cercato l’ace o il servizio vincente. Non c’era bisogno visto che gran parte dei punti da fondo li faceva lui, soprattutto quando riusciva comunque a tenere l’iniziativa con il servizio.

Così si è arrivati invece al 6 pari, poi al primo matchpoint per Novak che ha voluto far piacere a Boris Becker con un serve&volley non ideale per uno che a rete commette errori non da n.1 del mondo, ma poi…il resto, gli ultimi due punti, li conoscete.

E’ stata una gran bella partita, tutto sommato, niente a che vedere con la seconda. Anche se nella seconda quando uno vede giocare un gran Federer si lustra sempre gli occhi.

E ora a Bouchard e Kvitova l’ardua sentenza. Quel mio amico che ha scommesso 10 euro a 20 sulla Bouchard all’inizio del torneo e 15 euro sulla Kvitova (pagata a 12) è comunque molo contento: nel caso di una prima vittoria della canadese intascherà 200 sterline, ne caso di una seconda vittoria della Kvitova 180. Non male no?

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