Il Player Council alla ricerca di un aumento per i Masters 1000

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Il Player Council alla ricerca di un aumento per i Masters 1000

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TENNIS –  Con la doppietta Toronto – Cincinnati, prende banco, ancora una volta, la questione montepremi, messa in luce da ESPN Tennis. Questa volta non sono gli Slam, che nella stagione 2014 hanno rimpinguato i propri prize money, ma gli ATP Masters 1000, con il Players Council alla ricerca di un nuovo ricco accordo

Queste due settimane vedranno impegnati i campioni del tennis nella doppietta Toronto – Cincinnati. Montepremi totale dei due Atp Masters 1000, ben 7 milioni di dollari. Ma quando si spengono le luci sui campi in cemento canadesi, viene fuori che i nostri si battono anche per altro: l’ennesimo aumento del prize money, questa volta in quelli che sono dopo gli Slam gli appuntamenti più importanti della stagione. L’ATP Players Council sta spingendo affinché si arrivi ad un significativo incremento del montepremi dei Masters 1000, aperti quest’anno ad un accordo per il rinnovo. L’ultimo, quello di tre anni fa, prevedeva un aumento annuo del 9%. Adesso i tennisti, sono alla ricerca di compensi più grossi.

L’ammissione arriva dallo stesso vicepresidente del Council, Eric Butorac, 33enne statunitense specialista di doppio: “Sì, siamo alla ricerca di un aumento”. Questo perché i tornei crescono più del doppio del tasso sperato, come spiega lo stesso Butorac: “Anche con l’incremento del 9%, come unità totale l’aumento è del 7% annuo”. La crescita dei Masters 1000 entra in contrasto con quella dei tanti tornei minori, gli Atp 500 o i 250, che si trovano spesso a fronteggiare problemi dal punto di vista delle sponsorizzazioni e dei grandi nomi che cercano di attirare, primi fra tutti i grandi del tennis come Federer, Nadal e Djokovic.

Ai tennisti è richiesta la partecipazione agli otto Masters (più uno opzionale); Indian Wells, Miami, Montecarlo (opzionale), Madrid, Roma, Toronto o Montreal, Cincinnati, Shangai e Parigi. L’obbligo di partecipazione ha quindi permesso agli organizzatori di beneficiare della presenza dei top players, fondamentale per la visibilità e il prestigio dell’evento. La base su cui si fonda la ricerca dell’accordo per aumentare i montepremi è quindi quella che il top player attira spettatori e sponsor, di conseguenza questo porta a maggiori ricavi e quindi ad un maggiore premio per i giocatori.

“Credo che il modo in cui i top players trascinino questi eventi, il fatto di poter accogliere giocatori come Nadal, Federer, Djokovic o Murray produca grande valore”, ha affermato Butorac, “ questi tornei hanno una crescita florida. La speranza è che il compenso sia adeguato anche per noi”.

Secondo lo Sport Business Journal, il Council cerca un accordo che raddoppi gli attuali premi nei prossimi 4 anni, di contro i tornei voglio abbassare il tiro. Dunque stallo fra le due parti. La richiesta nasce anche a seguito degli esosi aumenti che in questa stagione hanno visto protagonisti i prize money dei maggiori tornei dell’anno, i 4 Slam, marcando sempre più in profondità la differenza con il resto del circuito. L’ultimo Championships della stagione, che vedrà impegnati i grandi campioni del tennis, pagherà infatti 38.3 milioni di dollari, raddoppiando la cifra in soli due anni. La differenza però fra questi ultimi e gli ATP Masters 1000, è che Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open, sono eventi indipendenti dall’Atp a differenza dei 1000. Con il consiglio ATP che rappresenta sia i tornei che i tennisti, in un certo senso è come se operasse contro se stesso nella ricerca di un accordo.

“La battaglia qui è differente avendo una rappresentanza bipartisan. In molti sport gli atleti hanno una propria unione” . Il consiglio ATP è formato da un CEO, da tre rappresentanti dei tornei e da tre rappresentanti dei tennisti. L’ATP Players Council è formato da tennisti in attività, eletti dagli stessi colleghi. Le cose ultimamente però sono cambiate. L’ex presidente dei tennisti, Roger Federer ha deciso di non concorrere più alla carica, avendo ormai una famiglia e 4 bambini e volendosi concentrare su questa fase, probabilmente gli ultimi anni, della sua carriera. Non è chiaro dunque chi prenderà il suo posto. I nuovi membri del consiglio sono John Isner e Stan Wawrinka. Il nuovo presidente verrà eletto durante gli US Open. Tuttavia questo non porterà ad alcun rallentamento delle trattative, alcuni storici rappresentanti, come Sergiy Stakhovsky e Gilles Simon sono ancora al suo interno. Il messaggio non rischia quindi di passare inosservato: “E’ di grande aiuto avere lo stesso solido gruppo da ormai 6 anni. L’obiettivo, per tennisti e tornei, è quello di raggiungere un accordo accettabile da entrambe le parti, nulla di drastico”. Dalla parte dei tornei, Karl Hale, direttore della Rogers Cup di Toronto ha dichiarato: “Siamo sulla stessa lunghezza d’onda; siamo a conoscenza delle loro richieste. Le parti stanno collaborando per giungere ad una soluzione, e sono certo che ci riusciranno”. Le finanze e le entrate dei Masters sono differenti. Non tutti i tornei possono contare sugli investimenti di un proprietario privato, come accade per Indian Wells grazie a Larry Ellison e al suo milione di montepremi per il solo vincitore. Alcuni, proprio come Toronto, sono finanziati da organizzazioni nazionali. Qualunque aumento si vedrebbe applicato a tutti i 9 Masters 1000. Ma Hale si è detto pronto a qualunque cambiamento: “ Toronto è uno dei tornei preferiti dai giocatori”, favorito anche dal calendario che lo pone come evento di preparazione allo US Open. Nonostante tutto, il problema da affrontare non è certo negativo, secondo Butorac: “Il tour è sano, i tennisti hanno bisogno che questo gli venga riconosciuto e i tornei devono rendersene conto. Il successo è quello di sempre, il tour continua a guadagnare, lo sviluppo del tennis mondiale è in buone mani”. E nelle mani dei tennisti, oltre al dovuto riconoscimento di una vittoria di prestigio, potrebbero presto arrivare montepremi ancora più ricchi.

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