Crampi di Murray, scenate di Kyrgios. Sorprese mancate, azzurri sì azzurre ni

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Crampi di Murray, scenate di Kyrgios. Sorprese mancate, azzurri sì azzurre ni

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TENNIS EDITORIALI – Andreas Seppi e soprattutti Simone Bolelli sorprendono in positivo, Camila Giorgi in negativo. Si è mangiata il match. Riscatto Errani-Vinci. Sharapova e Halep in rimonta.

Le foto del day 1 agli US Open.


Clamorose sorprese non ce ne sono state, anche se Andy Murray si è detto più che sorpreso di “aver sentito i crampi in tutto il corpo dopo appena un’ora e 40 minuti di gioco e…sono stato molto vicino a perdere il match”.

Anche se lui ha detto di non essersi mai sentito così, a me pare di ricordare invece un Murray bell’incrampato per la tensione già sia al Queen’s che forse anche a Wimbledon. Potrebbe essere il 2005? Qualcuno dei lettori più attenti saprà forse dirmi. Non abbiamo qui soltanto tifosi e detrattori di Nadal, Federer e Djokovic.

L’ avversario di Murray, l’olandese Robin Haase, n.70 del mondo, si era forse illuso di poter vincere dopo aver vinto il 3o set per 6-1 ed essere passato avanti 4-0 nel quarto, ma anche lui ha avuto dei problemi …”Non crampi però, e non capisco perchè non mi hanno concesso di farmi vedere dal fisio…non è giusto” ha protestato vivacemente.

Forse a parti invertite, cioè fosse stato Murray a chiedere il fisio, glielo avrebbero permesso. La legge del più forte conta dappertutto, e forse in America più che altrove.

Perchè qui è sempre la tv a dettar legge, e dopo aver perso Nadal e Del Potro prima del torneo, il perdere un altro US Open Champion fin dal primo turno sarebbe stato un brutto colpo per l’audience, non solo per il Regno Unito. E’ forse una malignità, ma come diceva il fu Andreotti, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.

Fatto sta che quella che sarebbe stata la più grossa sorpresa, che pure davvero ad un certo punto pareva ineluttabile a giudicare dagli occhi smarriti di Barry Flatman, Mike Dickson e Richard Evans, i più autorevoli British columnist, non si è poi verificata.

Diversi favoriti sono stati in difficoltà, a cominciare dalla n.2 del mondo Simona Halep – scusate, ma quando penso che la pur brava tennista rumena è diventata n.2 del mondo …beh mi par così strano che lo sia, mi ci devo abituare! – che ha ceduto il primo set all’americanina esordiente Danielle Rose Collins, caruccia quanto inevitabilmente inesperta. Poi è stata la volta di Venus Williams nel match che assommava 77 anni di vita, i 43 di Kimiko Date più i 34 della Venere di Compton: l’irriducibile giapponese che va avanti a Gin-Seng ha vinto il primo set e non si è arresa nel terzo nemmeno quando era sotto 5-0. Ha perso 6-4 il set decisivo, ma se riusciva ad arrampicarsi sul 5 pari…chissà?

Kyrgios si è confermato cavallo di razza, ma irascibile come certi purosangue. Ha battuto Youzhny, testa di serie n.21 – nulla per lui che a Wimbledon aveva eliminato il n.1 Nadal – che perderà una caterva di punti per aver raggiunto i quarti qui un anno fa (e quest’anno non è mai andato oltre il secondo turno negli Slam) ed è stato ad un soffio dal quinto set.

Questo Kyrgios, che fino a un anno fa giocava con Quinzi e Baldi (e dal primo ci aveva pure perso un paio d’anni fa) e oggi è n.60 del mondo, non ha solo un gran servizio (26 aces) ma ha anche un caratterino che levati!

Ha beccato prima un’ammonizione, poi una seconda, quindi una terza che gli è costato un penalty point ed è stato lì lì per rimediarne una quarta che lo avrebbe rimandato negli spogliatoi. Ma il pubblico era tutto per lui, nemmeno fossimo in Australia. Una sua frase post match “Pubblico incredibile, non c’è verso che al Roland Garros se ne possa trovare uno così”, dimostra che è …ancora giovane. Palesa una certa ingenuità dell’australiano di origini greche, perchè un giocatore esperto -sapendo di dover giocare un giorno al Roland Garros – non si esprimerebbe mai così. Non sarebbe politically correct. Un po’ ipocriti, a questo mondo, bisogna essere se si vuole essere apprezzati dalla maggioranza silenziosa (e un po’ beota).

Kyrgios giocherà al prossimo turno contro Andreas Seppi reduce da una vittoria in tre soli set su Stakhovsky, un exploit riuscitogli qui in all’US Open (11 participazioni, 7 k.o. al primo turno in un torneo mai amato) una sola volta, contro l’indiano Devarmann.

Seppi è solido su tutti e due i colpi da fondocampo, ha anche un buon servizio – ecco qui invece il grec’austrauliano è stato …generoso, la seconda di Andreas non è davvero granchè – Dovrò giocare aggressivo…sono al suo livello” ha detto Kyrgios senza sorprendere nessuno.

Anche Maria Sharapova ha dato qualche brivido, perdeva 4-2 nel primo con la Kirilenko, nel match esteticamente più interessante della giornata, ma poi ha infilato dieci games di fila per un 6-4 6-0 senza più storia. Un set lo ha perso anche la Wozniacki con la Rybarikova.

Per il resto sono state quasi tutte storie poco… internazionali.

Solo i serbi potevano eccitarsi (?) per la vittoria nel derby della Jankovic sulla Jovanoski, i francesi per quella di Paire su Bennetau – il primo è uscito dal campo piangendo…”Credevo di non essere più capace di vincere”- e anche del “pensionando” Llodra, il panda del serve&volley, sullo spagnolo Gimeno Traver. A proposito degli spagnoli: l’assenza di Nadal ha comportato un discreto numero di forfait da parte dei giornalisti. In sala stampa ci sono posti vuoti dove di solito loro siedono. Pochi, peraltro, anche gli italiani. Si sente la crisi. Nessuno per ora di Corsera e Repubblica, Corsport, Stampa, Messaggero. Presente Gazzetta, Azzolini di Matchpoint per la prima settimana, il gruppo di tre inviati della Federtennis, e noi quattro di Ubitennis (Cordell Hackshaw per la home inglese e con il sottoscritto Carlo Caccia e Alberto Prestileo).

Di fronte alla crisi della stampa italiana si è comportata abbastanza bene invece la pattuglia azzurra: chiudiamo la prima giornata con un 4-2 maturato in circostanze non proprio prevedibili, perchè hanno vinto i due uomini che sembravano a rischio, Seppi addirittura in 3 set con Stakhovsky (che faceva dire al mio collaboratore Caccia: “Ma come ha fatto a battere Federer?”) e Bolelli in 5 su Pospisil, finalista a Washington e sulla carta favorito, anche per classifica (n.46 contro n.85). Bolelli non si trovava più in un tabellone dello Slam dal Roland Garros 2012. E’ stato bravo, ha avuto i nervi saldi. Cosa che non gli capita sempre. Si vede che adesso ha più fiducia.

Mentre Seppi osservava lucidamente che “stavolta è accaduto il contrario di tante altre, di solito ho bisogno di tante pallebreak per farne uno e invece ne ho fatti 6 su 8 palle break, lui invece ne ha avuto tantissime (16) e ne ha trasformate solo 2”, Bolelli invece diceva che “la chiave della mia vittoria è stata forse il rovescio in backspin sul quale Pospisil non sapeva molto che fare”. Ma se volete ascoltare tutto quanto hanno detto vi consiglio di cliccare sugli audio.

Ad un certo punto della giornata il bilancio azzurro era in perfetto pareggio, due vittorie maschili, due sconfitte femminili. Dettagli inconsueti. Di solito erano le donne a …salvarci la faccia.

Mi ha deluso da morire Camila Giorgi. Partita buttata. La Rodionova, famosa per le sue scorrettezze e adesso ance per le mises alla Bethanie Mattek prima maniera, è poca cosa e contro la Errani penso prenderà una lezione.

Male Camila e non solo perchè ha servito per il match sul 6-1 5-4 perdendo a zero quel servizio, dopo un esordio condito dall’immnacabile doppio fallo (14 in tutto).

La sua intervista post-partita è … incredibile. Ascoltatela, soprattutto nei toni. Ho cercato di strapparle qualche frase con il cavadenti. Per sentirmi rispondere che “ho avuto un fastidio”. E io: “Quale?” . E lei “E’ una cosa personale”. Poi dai picchia e mena finalmente confessa di soffrirne da un po’ e allora io le chiedo. “Ah sì? E da quando?” Risposta: “Da un periodo”. Dialoghi che avrebbero fatto la felicità di Ionesco.

Papà Sergio, onnipresente alle conferenze stampa della figlia, capelli sempre più lunghi sulle spalle ormai da far invidia al John Lennon più ingrigito, non tratteneva le risa rendendosi conto perfino lui che le risposte di Camila erano …per così dire, molto particolari.

A fine della surreale chiacchierata …contro il muro eretto da Camila, papà Giorgi mi ha avvicinato per dirmi, a mo’ di spiegazione: “E’ incavolata nera”. Beh, c’era da capirla e l’avevo capito. Ma si cresce professionalmente anche imparando a rispondere alle domande anche dpo una sconfitta.Scherzando mi sono permesso di suggerire a papà Giorgi un bel taglio di capelli (che sia invidia la mia?) e lui: “Appena Camila dventa top-ten me li taglio”.

Ma, speriamo che se li possa tagliare presto allora. Ma quando ho chiesto a Camila se poteva aiutarmi a spiegare ai lettori i suoi alti e bassi, beh, prima di dirmi che ai lettori lo scriverà lei per email (sic!) ne ha detta un’altra non male…ma insomma possibile che debba raccontarvi tutto quando c’è un audio?

Piuttosto verrebbe da chiedersi: qual è la vera Giorgi? Dove può arrivare veramente? Quali sono i suoi margini di progresso?

Giornata nerissima anche per Karin Knapp che non ha fatto altro che rimproverarsi nel post-match della sua “mancanza di coraggio”.

Bene invece la Vinci, ma la Ormachea era poca cosa, e meglio ancora la Errani che, sconfitta 3 volte nelle ultime 4 partite com lei stessa ha ricordato, ha saputo annullare 4 setpoint nel secondo set alla Flipkens, oggi n.47 ma n .13 il 5 agosto di un anno fa. La belga mi ha detto: “Nessuna gioca questi topponi liftati come Sara, è unica nel suo genere, mentre io con il mio rovescio tagliato beh…non sono unica, c’è pure la Vinci!”.

Per la Errani più che la Flipkens nel primo set i veri avversari sono stati i moscerini: “ne avrò mangiati una decina, mai visti tanti così, una situazione impossibile”.

Anche la Flipkens se ne è lamentata, ha chiesto anche l’intervento di un qualche inserviente con un disinfestante. Ci sarebbe voluto un elicottero. Ma almeno non faceva più il caldo assurdo del primo pomeriggio, quando Murray boccheggiava in preda ai crampi.

Oggi l’Italtennis, in vantaggio per 4-2, può vincere almeno un set, passare sul 6-2 se la Pennetta batte la Goerges e se Fognini batte Golubev. Ci sta. Potrebbe diventare un 7-2 se Lorenzi tiene a bada il giapponesino Nishioka e magari addirittura 8-2 se la Schiavone la spunta sulla King, che fino a un paio d’anni fa non sarebbe stata assolutamente un problema.

Una giornata lunga e faticosa. Ma per Djokovic, che è potuto scendere in campo soltanto dopo le 22, anche per via di una interminabile cerimonia di apertura (che ha fatto dire a qualcuno: “Ma se l’Open era già Open, già aperto, c’era proprio bisogno di un’altra apertura?”), ma gli americani ci tengono e ogni occasione per cantare l’inno è buona, è stata soltanto lunga. Faticosa no davvero, perchè il suo avversario di primo turno, l’argentino di chiare origini tedesche Diego Schwartzman n.79, non aveva davvero le armi per opporglisi.

57221 spettarori hann assistito alla prima giornata dell’US Open. Molti grandi tornei non li fanno in una settimana. Per noi giornalisti…troppi spettatori e soprattutto troppi incontri. Impossibile seguirli tutti come vorremmo. Se non avessi una redazione fortissima in Italia (e non solo, Vanni Gibertini ci sta dando una gran mano dal Canada), saremmo impossibilitati a darvi il servizio che cerchiamo di darvi lungo 18 ore al giorno.

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