Interviste
US Open interviste, Azarenka: “Sto lavorando per tornare più forte di prima”

TENNIS US OPEN INTERVISTE – Incontro di ottavi di finale, Victoria Azarenka b. Aleksandra Krunic 4-6, 6-4, 6-4. Intervista alla vincitrice (trad. Alessia Gentile)
Uno dei tuoi giocatori preferiti è Gael Monfils. Ci puoi descrivere com’è vederlo giocare?
E’ molto divertente vederlo giocare perché è anche un grandissimo intrattenitore. A volte è un po’ frustrante perché finisce per perdere delle partite che potrebbe tranquillamente vincere. Credo che ancora non abbia raggiunto il massimo del suo potenziale, ha veramente tantissimo talento.
Cosa pensi del suo match contro Dimitrov?
Sarà sicuramente interessante. Grigor sta giocando molto bene, e quest’anno è anche più sicuro; credo che sia salito molto di livello, quindi sarà una partita molto dura. Staremo a vedere (ridendo).
Quella di oggi è stata una delle migliori partite femminili che si siano viste dall’inizio del torneo. Un battaglia da ambo le parti. Eri più curiosa o impressionata da quello che la tua avversaria oggi è stata in grado di fare? Era la prima volta che giocavate, l’avevi già vista in precedenza?
Non l’avevo mai vista, quindi ovviamente non avevo molte informazioni su di lei. Credo che oggi abbia fatto una partita eccezionale e non sono così sicura che vedere qualche sua partita precedente mi avrebbe aiutato più di tanto. Ha giocato a un livello altissimo durante tutto il match e non ha avuto paura nei momenti importanti. Sono rimasta sorpresa del fatto che, pur non essendo molto alta, colpisce la palla e lascia andare il braccio con molta potenza, soprattutto di diritto. E’ una giocatrice giovane, ma credo che, se continuerà su questa strada, avrà un grande futuro.
Quando si hanno problemi fisici, come è successo a te quest’anno, bisogna in un certo senso ricominciare da capo. Come ce l’hai fatta e cosa sei riuscita a dimostrare a te stessa?
Cerco solo di pormi un obiettivo un giorno alla volta, non penso mai a quanto è stata dura, ma provo solo a tirare fuori il meglio da questa situazione. Ho lavorato veramente duro sul mio fisico per cercare di tornare più forte di prima e sto ancora lavorando. Sono contenta che il percorso che ho fatto finora mi ha permesso di creare i presupposti per tornare competitiva e per giocare tutte queste partite in uno slam a questo livello. È un grande risultato. Per quanto riguarda il mio fisico, la risposta è molto semplice: ho cercato di pensare positivo e lavorare duro. Non c’è nessuna formula magica, bisogna solo fare del proprio meglio.
Qui hai vinto il torneo juniores. Pensi che questo ti dia un vantaggio per vincere il torneo?
No (ridendo), anche perché credo che anche voi abbiate visto tanti ragazzi vincere il torneo juniores e poi sparire dalla circolazione.
Cosa pensi del prossimo match contro la Makarova?
E’ un’avversaria difficile perché è molto solida, legge molto bene il gioco. Abbiamo giocato delle partite equilibrate in passato. Credo che lei non abbia timore di giocare contro avversarie di livello superiore, nei precedenti slam si è sempre ben comportata contro le grandi giocatrici. Sta decisamente giocando bene, non vedo l’ora di affrontarla.
Cosa ti è piaciuto di più durante questo torneo del tuo modo di giocare, considerato quanto hai sofferto?
Da come parlate sembra che fossi moribonda e che poi sia stata attaccata da dieci squali e sia riuscita a sopravvivere! In realtà non è stato così complicato. Mi piace giocare a tennis, e parlare dei miei infortuni ormai è inutile. Quello che voglio fare è rimanere concentrata, divertirmi e tirare fuori il meglio da questo periodo. Il passato è passato.
Parliamo della partita appena finita. Ovviamente eri felice quando hai vinto, ma ci sono stati momenti di frustrazione durante il match. Questi momenti erano dovuti al fatto che la tua avversaria ti rimandava indietro tantissime palle? Oppure questa frustrazione c’era perché sentivi di non riuscire a colpire la palla come volevi? Qual era il rapporto tra il modo in cui lei stava giocando e quello che tu cercavi di fare?
Credo entrambe le cose in egual misura. Ovviamente lei ti rimanda un sacco di palle e ti costringe a colpire più volte per fare il punto. Non mi sentivo poi così frustrata, volevo solo spronarmi a fare le cose giuste. L’unica cosa che mi dava fastidio era che a un certo punto ero arretrata troppo, non riuscivo a raggiungere la palla e continuavo a ripetere lo stesso errore. Lei continuava a pressare e io dovevo a tutti i costi cercare di crearmi un’opportunità e sfruttarla. Penso di esserci riuscita sia nel secondo che nel terzo set quando le ho fatto il break e sono andata avanti nel punteggio.
Il suo stile di gioco ti ricorda qualcuno in particolare?
No, non credo di averci pensato.
In precedenza avevi parlato della manica lunga di Milos Raonic; Serena sostiene di aver detto per prima di volerla anche lei. Cosa ne pensi?
Quando l’ha detto?
Nella precedente conferenza stampa.
L’ha detto oggi?
Lei non ti ha nominata, ma credo che forse l’avrebbe fatto…
Beh, l’abbiamo detto contemporaneamente. Ci siamo scambiate un paio di messaggi in cui io le dicevo “Hey, ho appena detto che la volevo io, giù le mani” e lei mi ha risposto “Ops, l’ho detto veramente?”. Stavo pensando a mandare un tweet su quella manica prima della partita, visto che giocavo subito dopo Milos. Volevo spedire subito il messaggio, poi mi sono detta che se l’avessi fatto, qualcuno avrebbe commentato che non ero abbastanza concentrata, così l’ho spedito dopo la partita. La cosa più comica è che ogni tanto vado sul profilo twitter di Milos, e ho scoperto che ci sono persone che seguono addirittura i suoi capelli e la sua manica. E’ incredibile, è una vera rockstar.
Hai detto che poche giocatrici hanno vinto questo torneo sia da juniores che nel circuito professionistico. Qual è il motivo, secondo te? Servono capacità diverse per vincere i due tornei?
Vuoi veramente che risponda a questa domanda?
Una risposta sincera.
Dovreste avere le idee chiare su questa domanda. Juniores e professionisti? Sono due mondi completamente diversi dal punto di vista della mentalità, della programmazione e della preparazione fisica. Come il giorno e la notte.
Hai parlato della manica di Milos. Ti senti più comoda ora che hai ricominciato a mettere i pantaloncini? Nel 2012, quando hai conquistato diverse vittorie di fila, portavi i pantaloncini. Mi domandavo se ti senti meglio portandoli.
Ben, mi fai morire…
E’ una bella domanda.
Mi sei mancato molto, veramente. Non sei venuto a nessuna delle mie precedenti conferenze stampa e stavo giusto pensando a dove potessi essere finito, con queste ridicole domande. I miei pantaloncini stanno benissimo, stanno sul mio sedere, quindi sono in un posto felice.
Qual è stata la reazione di Gael, se l’hai sentito, dopo che gli hai cantato “happy birthday”?
Mi ha scritto che mi ama molto – non in quel senso. Volevo solo fargli gli auguri di compleanno e volevo che fosse speciale. E’ rimasto veramente colpito.
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Roland Garros, Musetti: “La partita del 2021 contro Djokovic è stata memorabile e formativo” [VIDEO]
“Vincere contro un n°1 del mondo era mio un obiettivo” ha dichiarato Musetti. Sullo Slam parigino: “Ho chance per andare avanti”

Con il Roland Garros alle porte, Lorenzo Musetti è uno dei cinque italiani pronti a fare il loro esordio nel day 1 dello Slam parigino. Prima di concentrarsi sul suo match di primo turno contro Mikael Ymer, il n°18 del mondo ha concesso una breve intervista ad Eurosport, parlando principalmente di due partite contro Djokovic che hanno segnato in modo particolare la sua carriera.
“Il match del 2021 contro Djokovic è stato memorabile e formativo per la mia carriera, anche se ho perso” – ha esordito Lorenzo, che aveva vinto i primi due splendidi tie-break di quell’incontro salvo poi cedere di schianto. “Mi ha permesso di crederci e di avere una motivazione in più per poi finalmente riuscire a batterlo quest’anno“.
A Montecarlo è certamente arrivata la vittoria più importante e prestigiosa della carriera di Musetti, la prima contro un n°1 del ranking. “Novak è uno dei migliori giocatori di tutti i tempi. Battere il n°1 al mondo era un obiettivo che avevo, ma raggiungerlo contro di lui era doppiamente difficile perché resta pur sempre Nole. Partite come quella mi servono molto per la mia crescita e per il mio percorso, che credo stia andando per il verso giusto“.
Fino a questo momento (escludendo la parentesi sudamericana) è stata una stagione su terra più che positiva per l’azzurro, fermato da Stefanos Tsitsipas tanto a Barcellona quanto a Roma: “Sto giocando bene sulla terra, specialmente nell’ultimo periodo. Credo di avere chance per andare avanti, mi sento bene fisicamente e questa è la cosa più importante. Giocare in Italia è sempre bello per un italiano, ma ho già avuto bellissime esperienze anche qua a Parigi, tanto al Roland Garros quanto a Parigi Bercy. Ho sempre avuto un tifo molto speciale, spero di conquistarmelo anche quest’anno“.
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Roland Garros, Rybakina: “Con Swiatek e Sabalenka due belle rivalità. Se sono al 100% posso battere chiunque”
“È bello vedere i tuoi progressi testimoniati anche dalla classifica” ha dichiarato la nuova n°4 del mondo e regina di Roma Elena Rybakina

“Fatico ad immaginare una vincitrice diversa da Swiatek, Rybakina o Sabalenka“ – ha detto il direttore Scanagatta presentando il tabellone femminile del Roland Garros. È molto difficile in questo momento avere un’opinione diversa, anche perché le nuove big3 del circuito femminile hanno praticamente monopolizzato i tornei più importanti del 2023, arrivando sempre almeno in finale in tutti i WTA1000/Slam finora disputati. Anche Iga Swiatek sembra sempre più convinta della formazione di un nuovo trio delle meraviglie: nel corso del media day parigino si è espressa anche una delle altre componenti, ossia Elena Rybakina. Dopo il successo agli Internazionali d’Italia, la kazaka è finita nuovamente nella metà di tabellone della n°1 del mondo. Di seguito alcune sue considerazioni in conferenza stampa.
D: Finalmente sei riuscita ad entrare in top5. Questo risultato ti porta più fiducia, pressione o entrambe le cose?
Elena Rybakina: “Non penso troppo al ranking, anche se chiaramente è bello vedere che i tuoi progressi sono testimoniati anche dalla classifica. Anche lo scorso anno però penso di aver giocato bene, anche se adesso sono più continua. Spero di continuare così”.
D: Il tuo gioco si adatta bene a tutte le superfici: quali aggiustamenti hai apportato per fare in modo di riuscire ad esprimerti al meglio anche sulla terra?
Elena Rybakina: “Sulla terra ho vinto il mio primo titolo WTA, quindi già sapevo di poter giocare bene su questa superficie. Ho solo bisogno di prepararmi in modo diverso e, forse, necessito di più tempo. Sono migliorata tanto fisicamente, ho giocato molto quest’anno. Indipendentemente dalla superficie percepisco molta fiducia, stiamo lavorando a tutto tondo e stiamo procedendo nella direzione giusta. So che se riesco a giocare al meglio delle mie possibilità – che è una cosa impossibile da fare ogni singola partita – posso battere chiunque su qualsiasi superficie“.
D: Hai battuto Serena Williams qui un paio di anni fa (6-3 7-5 nel 2021, ndr), che ricordi hai di quella partita?
Elena Rybakina: “È sempre bello ricordare di aver giocato contro Serena, allora raggiunsi i quarti di finale ed era il mio miglior risultato in uno Slam. Avevo raggiunto la seconda settimana e quel successo mi ha dato fiducia per potermi esprimere ancora meglio sul rosso”.
D: Che cosa ne pensi della situazione attuale del tennis femminile? Sembra che tu, Swiatek e Sabalenka siate riuscite a mettervi in posizione avanzata rispetto alle altre giocatrici. Senti di star sviluppando rivalità importanti con loro?
Elena Rybakina: “Onestamente io non ci penso molto, me ne rendo conto specialmente quando me lo fate notare e mi chiedete un’opinione a riguardo. Certamente abbiamo fatto tutte e tre molto bene fino ad ora, ma credo che ci siano state anche tante altre giocatrici che hanno avuto una buona continuità. L’anno è ancora lungo, dopo il Roland Garros ci saranno ancora altri due Slam: io mi auguro di continuare su questa strada. Per quanto riguarda le rivalità sì, per adesso direi di sì anche in base ai nostri risultati. Ci spingiamo a vicenda a dare il massimo”.
D: Quali sono i tuoi hobby quando non giochi a tennis?
Elena Rybakina: “Mi piace rilassarmi guardando qualche film. Per me la cosa più importante è passare del tempo con la famiglia e gli amici. Siamo sempre in viaggio e non li vedo così spesso, quindi ogni volta che ne ho l’occasione cerco di approfittarne”.
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Roland Garros, Medvedev: “Ho più aspettative del solito. Le condizioni sembrano più lente rispetto agli altri anni”
“A Roma ho giocato il miglior tennis su terra in carriera, ma se avessi incontrato Karatsev forse mi avrebbe battuto anche lì” ha dichiarato Medvedev

Manca sempre meno all’inizio del secondo Slam stagionale, con i giocatori che scaldano i motori in vista del Roland Garros, pronto a partire domenica 28 maggio alle ore 11. C’è ovviamente grande attesa per i favoriti, tra cui quest’anno non può non essere annoverato anche Daniil Medvedev, fresco di titolo agli Internazionali BNL d’Italia e che – parole sue – a Roma ha giocato il miglior tennis della carriera su terra battuta. Di seguito un estratto delle sue dichiarazioni nella conferenza stampa pre torneo.
D: Dopo aver vinto il tuo primo titolo sulla terra, senti che questa è forse la prima volta che arrivi al Roland Garros con reali possibilità di vincere il torneo?
Daniil Medvedev: “Non saprei rispondere, non vorrei mettermi troppa pressione. È ancora incredibile pensare a quanto successo a Roma, anche perché ho battuto tanti grandi giocatori come Zverev, Tsitsipas, Rune, Zapata Miralles e Ruusuvuori, che ha costretto Alcaraz al terzo set a Madrid. Sicuramente ho più aspettative del solito per quanto riguarda il Roland Garros, ma devo cercare di usare questa motivazione in modo positivo, senza il pericolo di diventare arrogante. Già al primo turno si può perdere”.
D: A Roma hai detto apertamente che ti sentivi molto bene già prima del torneo e poi lo hai vinto. Che sensazioni hai a Parigi? Di solito ti accorgi subito se sei in forma o no o questa sensazione può cambiare durante il torneo?
Daniil Medvedev: “Credo possa cambiare molto, il tennis è uno sport troppo mentale. A volte, parlando con alcuni amici del tour, hai la sensazione o la superstizione che quanto meglio giochi prima del torneo tanto peggio farai durante la gara, ma può benissimo accadere anche il contrario. Mi è già anche capitato, ad esempio di rompere una racchetta in allenamento e di impazzire totalmente. Non riesci a mettere una palla in campo e poi finisci per vincere il torneo. Per ora a Parigi mi sento bene, magari non meravigliosamente come a Roma, ma l’importante saranno le sensazioni all’esordio”.
D: Negli anni passati hai spiegato come il Roland Garros fosse il tuo torneo preferito visto che era un pochino più veloce rispetto agli altri campi. Che sensazioni hai quest’anno?
Daniil Medvedev: “Devo dire che i campi sono diversi da Roma, le palle sono più pesanti. Penso ci saranno molti più scambi rispetto agli altri anni. Non so stabilire con certezza se sono le palle o i campi, ma da cosa ho sentito dagli altri giocatori siamo tutti d’accordo nel dire che le condizioni sono molto più lente degli anni passati. L’unico aspetto negativo potrebbe riguardare le spalle e il gomito, molti giocatori hanno sofferto in Australia”.
D: Gli spogliatoi e l’area giocatori sono un po’ diversi quest’anno senza Rafael Nadal?
Daniil Medvedev: “Credo che il torneo in sé sia diverso dal solito. Gli spogliatoi sono strapieni visto che siamo ancora ai primi turni. In un certo senso il tennis ha una memoria molto corta, ognuno pensa principalmente al suo avversario, a che ora giocherà, su quale campo, ecc. Ma sicuramente qualcosa di diverso ci sarà. Non vedremo Nadal in TV, lo facevano sempre vedere perché giocava sul Centrale. Può esserci un vincitore nuovo senza di lui? Chi lo sa: con Rafa in gioco sicuramente le chance di tutti diminuivano“.
D: Quanto credi che il tuo successo sulla terra sia dovuto ad alcuni cambiamenti a livello mentale e quanto invece a miglioramenti da un punto di vista fisico?
Daniil Medvedev: “Non ho una risposta esatta. Mi piacerebbe dire che sono cambiato al 100% a livello mentale, ma non è così. Se mi sentissi come gli altri anni sulla terra sicuramente avrei regalato qualche altro commento divertente a Tennis TV (ricorderete il celebre ‘Non voglio giocare su questa superficie!‘ esclamato a Madrid 2021, ndr). Penso però che aver iniziato bene l’anno, escludendo la parentesi australiana, mi ha aiutato ad ottenere fiducia in me stesso e a spronarmi di più: ‘ok, non mi piace la terra, però cerchiamo di fare qualcosa di grande‘ – mi sono detto. Ho iniziato molto bene a Montecarlo, poi a Madrid ho trovato Karatsev che credo mi avrebbe potuto battere anche a Roma, dove ho giocato il mio miglior tennis di sempre sul rosso“.