US Open interviste, Nishikori: " Chang mi aiuta a concentrarmi"

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US Open interviste, Nishikori: ” Chang mi aiuta a concentrarmi”

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TENNIS US OPEN –  Quarti di finale: K. Nishikori b. S. Wawrinka 3-6, 7-5, 7-6, 6-7, 6-4. L’intervista del dopo partita a Kei Nishikori. (Traduzione di Yelena Apebe)
Come hai fatto a resistere fisicamente? Come stavi oggi rispetto alla fine del match contro Raonic?

Stavo bene, ieri invece ero provato fisicamente. Ero un po’ stanco dopo il match, ma oggi non dico che ero al 100% ma quasi. Mi sentivo piuttosto bene. Mi dà molta fiducia il fatto di aver giocato due match in 5 set e di aver vinto molti set al tiebreak. Oggi è stato un match difficile, soprattutto dopo che ho perso il quarto set. Eravamo molto vicini nel tiebreak, ma visto che avevo portato a casa il terzo set, nel quarto mi sono concentrato sul mantenere il servizio per poi essere più sicuro nel quinto set.

Considerate le tue preoccupazioni quando è iniziato il torneo, la tua preparazione e la tua salute, sei sorpreso di essere arrivato fino in semifinale?

Un po’ sì. Soprattutto perché non ho giocato molto prima di arrivare qui. Per due settimane mi sono allenato molto fisicamente, ma non molto in campo. Ho iniziato ad allenarmi in campo pochi giorni prima che iniziasse in torneo.

Quando parli di preparazione fisica, a che genere di cose ti riferisci?

Ad attività che non riguardano il tennis.

Cioè?
Ho fatto sollevamento pesi e mi sono allenato in piscina.

Cosa ne pensi di questi US Open finora?

È stato grandioso, soprattutto è stato bello aver giocato bene in tutti i match. Questi due match in particolare sono stati fantastici perché ho battuto due tennisti Top 10. Non vedo l’ora di giocare la semifinale.

Come vi siete incontrati tu e Michael Chang? Quanta differenza ha fatto avere lui come coach? Sei felice di questa vittoria?

Sicuramente. Sono felicissimo di questa vittoria. Ma non è ancora finito il torneo. Io e Chang abbiamo iniziato a lavorare insieme l’anno scorso e la nostra collaborazione sta funzionando bene. Con lui e Dante stiamo lavorando duramente, passando più tempo possibile in campo per cercare di cambiare alcune cose nel mio gioco. Devo diventare più aggressivo e scendere più spesso a rete. Un piccolo cambiamento c’è già stato e sta funzionando. Sono molto felice del nostro rapporto.

Come vi siete conosciuti e quando avete deciso di collaborare?

La prima volta ci siamo incontrati due anni fa durante un’esibizione in Giappone e alla fine dello scorso anno io ero alla ricerca di un coach. E’ stato il primo a venirmi in mente e adesso sono felice di come stiamo lavorando insieme.

Chi pensi sarà il tuo prossimo avversario?

Non so. Vedremo. In entrambi i casi sarà un match difficile quindi non so. Non voglio dire niente (ridendo).

Dopo il match di lunedì notte/ martedì mattina a che ora sei andato a letto, e sei riuscito a dormire? Quanto ha influito sul tuo gioco aver giocato un match così lungo e aver finito così tardi?

Sono andato a letto alle sei del mattino. È stata dura perché era la prima volta che mi capitava. Ma è stato bello vincere dopo le 2. 30 del mattino. Oggi mi sentivo come se avessi viaggiato da un paese all’altro con due fusi orari differenti(ridendo). Comunque sto bene,il mio corpo sta bene.

Michael è conosciuto per la sua rigidità mentale. Ti senti simile? E cosa ti dice Michael dopo una grande vittoria come questa, se vuoi condividerlo con noi.

Lui mi aiuta anche sotto l’aspetto mentale. È molto forte mentalmente. Me ne dice molte di cose, per esempio di restare concentrato sul match senza scoraggiarmi mai. Si è congratulato con me per questa grande vittoria, ma mi ha anche ricordato che la corsa non è finita. Devo rimanere concentrato e cercare di riposarmi in questi due giorni, sperando di disputare un buon match in semifinale.

Come ha reagito il Giappone al tuo successo? Hai sentito qualcosa?

Non lo so perché vivo negli Stati Uniti e non mi arrivano molte notizie da lì. Tutti i miei amici si sono congratulati con me e spero che sapere che ho vinto oggi sia stata una grande notizia anche in Giappone.

Hai qui la tua famiglia?

Sì.

Chi c’è con te?

I miei genitori.

Viaggiano spesso con te?

Sì, vengono a tutti gli Slam.

Tu vivi negli Stati Uniti, ma come ti senti ad essere il primo giapponese ad aver raggiunto le semifinali qui a US Open negli ultimi 100 anni?

Sono molto onorato di aver fatto la storia del mio paese. Mi è sempre piaciuto giocare qui perché è un po’ come se fossi a casa mia. Abito molto vicino. Sono venuti a vedermi in molti dall’Asia e dal Giappone.

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