Federer e la marea rossocrociata: it's true love!

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Federer e la marea rossocrociata: it’s true love!

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TENNIS – Il week end di Davis ha senza dubbio rinforzato il legame tra Roger e la sua gente, come un Re ed il suo popolo. L’amore tra loro è incondizionato e soprattutto vitale per entrambi.

 

I 18.000 tifosi del PalaExpo di Ginevra sono solo una minima parte dell’armata rossa pronta a tifare Roger Federer. Roger ed il muro rosso, che lo segue ovunque per tifarlo. America, Asia, Australia non c’è posto nel quale non sbuchi uno spicchio tutto rossocrociato pronto ad esagitarsi ad ogni gesto dello svizzero. “Seguiremo Federer ovunque” dicevamo molti durante la semi di Davis con l’Italia, un amore nato sempre di più con l’aumentare delle vittorie dello svizzero di Basilea e paragonabile ormai alla passione per il calcio di alcune città europee. Certo, in numeri saranno diversi, gli stadi europei vengono riempiti da 50.000 e più tifosi pronti a saltare dalla poltroncina all’evenienza mentre nel tennis è raro superare i 20.000. Cromaticamente però la marea rossocrociata, al pari con i Fanatics australiani, ricorda tanto un settore caldo di uno stadio di calcio. 

Ovviamente nel weekend di Davis appena trascorso hanno potuto dare il meglio di loro, l’ambiente Davis permette al sempre composto pubblico del nostro sport di essere per qualche giorno un po’ più esagitato del solito, ed è giusto che sia così! Completi bianchi e silenzio assoluto saranno anche affascinanti, ma vuoi mettere il grido della folla pronta ad incitarti incondizionatamente per quattro ore?

Gli svizzeri portano con orgoglio il nome di Roger Federer in giro per il mondo avendolo eretto a loro portabandiera ma è altrettanto vero che anche Federer ha bisogno del grande affetto dei suoi connazionali. Il legame tra Federer ed il pubblico è sempre stato un toccasana per il campione svizzero, protezione e riservatezza sono le basi sulle quali si fonda il rapporto. Roger dal canto suo ringrazia sul campo, quando può… vorrebbe più spesso, soprattutto in questo 2014, ma pazienza.

Emblematica è stata la scena post match con Fognini quando Stan Wawrinka e Severin Luthi portano in trionfo il campione svizzero ergendosi in quel momento a suoi primi tifosi. In pratica è come se in quell’istante i due si fossero tolti le “armature” da n.4 in classifica e Capitano di Davis e avessero vestito anche loro un campanaccio e ovviamente il cappello con il logo RF e fossero pronti a “seguire Roger ovunque”.  Ma in fin dei conti solo loro stessi a saperlo che senza il diciassette volte campione slam non potrebbero andare lontano, almeno nella competizione a squadre.

Prima di chiudere il nostro piccolo viaggio nell’universo Federer & campanacci ci sono ancora due piccole domande da provare a rispondere: la prima è se con Wawrinka il pubblico svizzero potrà mai avere lo stesso senso di vocazione. Stan è sicuramente amato in patria, ed ultimamente anche fuori. Sul campo ha finalmente dimostrato quanto vale ed anche all’esterno ha decisamente smussato il suo carattere. Non sarà mai Federer per gli svizzeri e neanche il pubblico elvetico potrà mai avere lo stesso significato che ha per Roger però la stima reciproca è in aumento. Il secondo quesito è se tutto ciò possa accadere in Italia. Se pensiamo al rapporto Fognini – pubblico italiano la risposta è ovviamente un secco “NO!”. Fabio è amato e, tra virgolette, odiato in egual misura. Da una parte il ligure ci mette del suo nel non farsi amare incondizionatamente ma dall’altro il pubblico italiano non è di certo avvezzo all’amore per i suoi beniamini in quanto è sempre pronto alla ferrea critica nel momento della sconfitta. Siamo fatti così, verrebbe da dire…

 

 

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