Le racchette da leggenda sono pronte alla Grande Sfida (Sonzogni)

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Le racchette da leggenda sono pronte alla Grande Sfida (Sonzogni)

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Le racchette da leggenda sono pronte alla Grande Sfida (Cristian Sonzogni, Gazzetta dello Sport)

Il talento non ha età, le emozioni neppure. L’edizione numero 3 della Grande Sfida ha svelato ieri le sue carte nella sede della Regione, piano 39 di Palazzo Lombardia, dove pare di toccare il cielo con un dito. A far sognare, scorrono le immagini di un poker d’assi che se da una parte desterà curiosità nei giovani, dall’altra sarà un salto nei bei ricordi del passato per chi conta qualche anno in più. John McEnroe contro Goran Ivanisevic e Ivan Lendl contro Michael Chang: questo il sorteggio delle due semifinali, in programma venerdì 17 ottobre al 105 Stadium di Genova (inizio alle 21), mentre le finali per il primo e per il terzo posto andranno in scena il giorno dopo, sabato 18 (dalle 16) al Forum di Assago.

Dove potrebbe dunque riproporsi un McEnroe-Lendl, sfida storica che cominciò proprio a Milano nel 1980, quando Mac si impose per 6-3 1-6 6-2. Quattro campioni che per motivi diversi sono entrati nella leggenda e hanno lasciato una traccia indelebile. «Quattro fenomeni — sottolinea l’organizzatore Ernesto De Filippis — che non daranno vita a una semplice esibizione, come fu per le precedenti edizioni, ma a una tappa ufficiale dell’Atp Champions Tour, la prima in Italia dopo sei anni e la prima in assoluto divisa tra due città». Gli incontri si giocheranno sulla distanza di due set su tre, con l’eventuale terzo parziale sostituito da un tie-break. I punti conquistati saranno validi per la corsa al Master finale del Champions Tour, in programma a Londra nel mese di dicembre.

C’è da scommettere che la determinazione sarà quella di un tempo. «Perché un campione non smette mai di essere tale», come racconta l’assessore allo Sport della Regione Lombardia, Antonio Rossi. Quella determinazione che faceva infuriare Super-Mac a ogni presunto torto arbitrale, quella che portava Lendl a preparare ogni match come fosse quello della vita, Chang a remare da fondo campo fino all’ultima goccia di sudore, Ivanisevic a sparare ace a ripetizione. «Quella di uno sport più romantico — spiega Lea Pericoli, l’ambasciatrice per eccellenza del tennis italiano — e più umano». Un quartetto di stelle che non tramonta mai, testimone di un’epoca lunga trent’anni che ha cambiato il modo di giocare e intendere il tennis, sotto il profilo dei materiali e della preparazione. Oltre ai match, un contorno degno delle occasioni speciali: un torneo vintage con racchette di legno e un rodeo dedicato ai giovani (…)

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