La raccolta fondi di Garanganga per il sogno: l'Australian Open

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La raccolta fondi di Garanganga per il sogno: l’Australian Open

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TENNIS PERSONAGGI – Takanyi Garanganga è un giocatore africano di 23 anni e ha un sogno da realizzare: giocare l’Australian Open. La sua carriera però non decolla per mancanza di sponsor e quindi ha avviato una raccolta fondi 

Ciao, il mio nome è Takanyi Garanganga e sono un tennista professionista. Ho 23 anni e vengo da Harare, nello Zimbabwe, anche se la mia base ora è ad Atlanta, negli Stati Uniti“. Si presenta così Takanyi Garanganga, tennista dello Zimbabwe classificato alla posizione numero 288 del ranking mondiale. Con questa classifica vive i problemi di tutti i tennisti che faticano a emergere: la mancanza di sponsor e quindi di soldi. Ma lui è determinato a realizzare il suo sogno di gioventù, ovvero giocare l’Australian Open. Per farlo ha creato un progetto di raccolta fondi denominato “The next face of african tennis. A 28 giorni dalla scadenza della raccolta, ha raggiunto 900 dollari. Per andare in Australia il prossimo Gennaio ne servono 10 mila.

Garanganga è il numero uno del tennis zimbawese, ha giocato tutti gli Slam a livello giovanile ed è stato in passato numero 16 della classifica ITF. Gioca un tennis d’attacco, con servizio e diritto incisivi e un rovescio a due mani solido, alternato a un backspin che funziona. La sua programmazione tennistica alterna tornei Challenger a qualificazioni dei tornei maggiori. Nel 2014 però non è mai riuscito ad accedere al tabellone principale di un torneo ATP 250. Attualmente è il quarto giocatore africano in classifica dopo il sudafricano Kevin Anderson, il tunisino Malek Jaziri (n.88) e l’egiziano Sharif Sabry (n. 351). In passato ha vinto la medaglia d’oro ai Giochi Africani, e in carriera vanta la vittoria di cinque tornei Futures oltre a due semifinali e quattro quarti di finale nei tornei Challenger.

Il tennista è nato in una zona molto povera vicino Harare, capitale dello Zimbabwe, chiamata Mbare. All’età di 7 anni iniziò a giocare a tennis grazie al padre. Fu amore a prima vista per questo sport che iniziò quindi a praticare con regolarità, gareggiando nei tornei locali. A quattordici anni vinse i campionati junior africani, attirando l’attenzione del coach locale Brian de Villiers che lo portò con sé negli Stati Uniti, per perfezionare il suo gioco. Garanganga rifiutò di giocare per due college, della Georgia e dell’Illinois, per continuare a concentrarsi sulla sua carriera. All’epoca il suo sogno era quello di entrare fra i primi 20 della classifica mondiale juniores. Ci riuscì, diventando il numero 16 ITF. Ad oggi la sua carriera fra i professionisti è ordinaria come quella di tutti i giocatori sospesi nel limbo dell’indipendenza economica necessaria per giocare a questi livelli. È un argomento dibattuto spesso questo, ma di difficile soluzione anche se, ad esempio, negli ultimi anni sono stati aumentati i premi non solo per chi arriva alle fasi finali di un torneo dello Slam. E quindi ci sono giocatori che vivacchiano con una classifica costruita ad hoc per fare la presenza negli Slam e pagarsi l’intero anno tennistico anche con 4 sconfitte in altrettanti primi turni. Il problema per i tennisti come Garanganga, stante l’esiguità dei montepremi di Challenger e Futures, rimane.

I soldi sono quindi il vero problema per chi non ha accesso al circuito maggiore. Talenti che rischiano rimanere inespressi per mancanza di sponsor. È questo il rischio che corre Garanganga, che ha le idee molto chiare su quello che vuole fare:  “Sfortunatamente, i soldi per praticare questo sport sono sempre stati un problema per me. Gli unici ad aiutarmi sono stati gli amici e la mia famiglia. Ad oggi, io non posso giocare tutti i tornei che vorrei proprio per mancanza di soldi. Ho fatto già molto grazie proprio all’aiuto di chi mi sostiene ma adesso devo andare avanti per conto mio. A questo livello devo essere capace di pagare per i miei allenamenti e per i miei viaggi da solo. Ne servono molti di soldi perché gli eventi del Tour e del Challenger si giocano in tutti i continenti del mondo, e devo giocarli se voglio scalare la classifica”.

Non ha i soldi quindi, ma ha determinazione da vendere. “Credo che prima o poi raggiungerò i miei obiettivi, ma è con un programma che preveda risorse e organizzazione precise che posso massimizzare il talento che mi è stato donato. Con il mio ranking oramai stabilmente dentro la trecentesima posizione, è arrivato il tempo di realizzare il sogno di gioventù: giocare una prova del Grande Slam. Sento che è arrivato il mio momento”.

Ad un tennista di questo livello servono soldi per voli aerei, alberghi, per pagare gli allenamenti, le accordature e anche le palline per allenarsi in alcuni tornei minori. Devo raccogliere almeno 10 mila dollari, che copriranno in parte le spese per realizzare questo sogno e rendere così orgogliosi i miei tifosi, lo Zimbabwe e l’Africa. Per fare questo ho bisogno del vostro aiuto”. Takanyi Garanganga promette di non deludere. “Aiutatemi e non vi deluderò. Vi ringrazio in anticipo per la donazione, piccola o grande che sia e vi prego: diffondete questo appello”.

Le raccolte fondi, o crowdfunding, hanno preso piede nel corso degli anni. Sono tante ad esempio le band musicali che chiedono soldi ai propri fan per le spese di registrazione e produzione dei propri album. Nell’ultima evoluzione di queste richieste di aiuto online, c’è sempre una contropartita in cambio dell’offerta. Garanganga promette ad esempio di cenare assieme a voi, se avrete la bontà di donargli 1000 dollari. Oppure metterà il vostro logo sul suo sito web, dietro pagamento di 500 dollari. Vi piace come gioca? Con 250 dollari vi farà una lezione di tennis. Questa volta però in questa raccolta fondi non c’è un album da registrare o una start-up da creare per qualche nuova applicazione o prodotto. Qui si parla di realizzare il sogno di un bambino africano che si è fatto grande. Aiutatelo se volete, tanto lui prima o poi ce la farà ugualmente.

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