Serena Williams perde 6-0 6-2! Mai così male dal 1998 (Crivelli). Simon, l’ultrà di Coppa Davis (Semeraro)

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Serena Williams perde 6-0 6-2! Mai così male dal 1998 (Crivelli). Simon, l’ultrà di Coppa Davis (Semeraro)

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Serena perde 6-0 6-2! Mai così male dal 1998 (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)

Kruger, chi era costei? Si chiamava Joannette, veniva dal Sudafrica e gli annali narrano che fu capace di issarsi fino al numero 21 del mondo. Nel 1998 incrociò ad Oklahoma City una bambinona di cui si intuiva già il debordante talento, e la batté 6-16-1. Quella ragazzina era Serena Williams non ancora diciassettenne e, da allora, non ha mai più preso un’imbarcata simile. Fino a ieri a Singapore, quando il suo fantasma non è riuscito a compilare più di due games contro l’ex maggiorata Halep, che non l’aveva mai battuta e non aveva mai sconfitto una top 3 in carriera. Non un match, ma un film dell’orrore: il primo set dura 20 minuti, la numero uno non mette una prima che è una, fa solo 9 punti e subisce tre break (con 6 doppi falli) da un’avversaria cui non par vero di poter essere aggressiva fin dalla risposta.

Arriva cosí l’ottavo 6-0 subito dall’americana nel circuito. E in avvio di secondo set il copione non cambia, con il break immediato della Halep che in mezz’ora conquista 8 giochi di fila, uno in più di quelli raccolti negli ultimi due scontri diretti. II tweet cancellato Serena è inguardabile, sempre fuori posizione con i piedi, fallosissima soprattutto di dritto. Prova a reagire d’orgoglio, finalmente si procura palle break senza sfruttarle e quando la tenera Simona serve per il match sul 5-2, sale 15-40: strappare la battuta alla lanciatissima rivale probabilmente cambierebbe l’inerzia mettendo pressione alla numero 4 del mondo, ma un altro dritto lungo, il 36 errore gratuito di un pomeriggio da incubo, sancisce lo smacco più incredibile della carriera e la prima sconfitta al Masters dal 2009, una serie di 16 successi interrotta nel modo più roboante. Che quella vipera della Sharapova, amica mai, festeggia con un tweet d’affetto per la Halep, poi subito cancellato.

Il mistero-Serena di questo 2014 altalenante, nonostante 6 tornei vinti (con gli Us Open), si arricchisce così di un altro capitolo: perché questa Williams, malgrado il successo contro la Ivanovic nella prima giornata, era reduce da due ritiri dalle tappe cinesi di Wuhan e Pechino e già a Wimbledon aveva abbandonato il doppio aggredita da uno strano virus influenzale. Lei smentisce problemi fisici e rende onore alla trionfatrice: «Mi ero riscaldata benissimo, colpivo molto bene la palla, poi non mi è riuscito nulla, sono stata imbarazzante: il mio dritto era in vacanza e il mio servizio era quello di una under 10. Però non ho mai visto Simona giocare così bene, è stato il suo miglior match di sempre». La formula del round robin già oggi le consentirà il riscatto contro una Bouchard un po’ in disarmo, ma chissà quanti pensieri l’avranno accompagnata nella notte (…)

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Simon, l’ultrà di Coppa Davis (Stefano Semeraro, lastampa.it)

Idealmente a cavallo della rete – stile Ivan il terribile – e roteando in aria la maglietta con i magri avambracci, irrompe sulla scena l’ultrà tennistico Gillies Simon. Fra un mesetto a Lille si giocherà la finale di Coppa Davis, la Francia ospiterà la Svizzera di Federer e Wawrinka, e in pieno stile Mourinho il luciferino Simon prova ad agitare la piazza per apparecchiare il trappole agli elvetici che già si sentono la Zuppiera in tasca. «Il pubblico tende ad avere un rispetto eccessivo per Federer – ha dichiarato il n.18 del mondo – E’ un tennista che gode sempre dell’appoggio dei tifosi, in ogni parte del mondo e ogni tipo di torneo . Spero che almeno nella finale di Coppa Davis i francesi tifino per noi e non per Roger. Sarà importante mettere in difficoltà lui e Stan anche dal punto di vista ambientale». Scandalo? Mica tanto. Simon non è certo uno che le manda a dire. «La parità di montepremi non funziona nel tennis – sbottò un paio di anni fa, attirandosi l’ira furibonda dei paladini del politically correct – Facciamo più spettacolo noi delle donne, non vedo perché dovremmo essere pagati alla stessa maniera».

Se l’è poi presa con i suoi ex colleghi diventati commentatori tv («sono quelli che tirano più m…a addosso, anche se in campo non erano meglio di te»), con gli allenatori francesi, e persino con Federer, Nadal e Djokovic, rei, secondo lui, di volere superfici troppo uguali («con superfici molto differenziate avrebbero vinto la metà di quello che hanno vinto»). Insomma, un peperino. Non è però un calunniatore gratuito: ad esempio ha sempre difeso Nadal dalle accuse di doping («faremmo meglio ad ammettere che gioca meglio di noi»). Perdere comunque gli dà un fastidio terribile e sicuramente vedere che al Roland Garros Roger è regolarmente più amato dei tennisti francesi gli fa saltare la mosca al naso. Del resto in Coppa Davis da sempre se ne sono viste di tutte, dalle monetine nostrane alle sedie volate in campo in Sudamerica, agli stratagemmi assortiti per far valere il fattore campo e intimorire l’ospite. La Francia a Lille ha scelto la terra rossa per mettere a disagio Federer, Simon – che non ha certo il talento di Roger, ma sa benissimo come far giocare male chiunque – sta provando a intorbidire l’atmosfera. E conoscendolo non si farà certo intimorire dalle smorfie di chi considera il tennis il regno del fair-play. Federer è avvertito: à la guerre, – e à la Coupe… – come à la guerre.

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