Masters interviste, Murray: "Con Raonic era più un match da eliminazione diretta"

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Masters interviste, Murray: “Con Raonic era più un match da eliminazione diretta”

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TENNIS INTERVISTE – Incontro di Round Robin, A. Murray b. M. Raonic 6-3, 7-5. L’intervista del dopo partita. Traduzione di Milena Ferrante

Sei più soddisfatto oggi rispetto a domenica?
Ovviamente ho giocato meglio stasera. Ho colpito la palla in modo molto più pulito fin dall’inizio della partita.

Verso la fine del secondo set in particolare, lui è  stato molto più aggressivo nella risposta. Qual è stata la tua strategia a quel punto?
Be’ ho cercato di variare il più possibile il mio secondo servizio. Ho servito di più sul suo dritto. Ho cercato più variazioni in modo da togliergli il ritmo ed è servito.

Affrontavi Milos per la quinta volta. Oggi ha avuto difficoltà al servizio. Come hai visto il suo servizio rispetto alle altre volte in cui l’hai incontrato?
Da parte mia, dovevo fare in modo di trovarmi sempre in vantaggio, mi sono preoccupato di rimanere fedele al mio piano di gioco e ci sono riuscito. Ma specialmente nel primo set non ha servito bene. È un’arma fondamentale per lui e questo, ovviamente, mi ha aiutato.

È sempre difficile valutare l’importanza di un allenatore in momenti come questo. Quanto sono state importanti le discussioni con Amélie dopo la prima sconfitta?
Ho discusso la partita con Amélie e Danny. Lavoro con entrambi e sicuramente è importante. Anche Amélie in passato ha perso la sua prima partita e poi è andata in finale. Discutere con qualcuno che ha avuto la stessa esperienza è utile. Poi ovviamente sapevo che se avessi perso sarei stato eliminato quindi per me non era più un girone a quel punto ma una partita secca.

Cosa pensi del fatto che incontrerai Federer nell’ultimo incontro?
Sarà ovviamente una partita molto difficile, ma anche emozionante. Spero di poter giocare bene, ma se così non fosse, giocare contro Roger è un buon modo di finire l’anno per me.

Dopo la vittoria, hai ricevuto il premio Arthur Ashe per il tuo impegno umanitario. Ti ispira a fare più in quella direzione?
È stato molto bello ricevere quel premio. L’ho scoperto la settimana scorsa. È una bella ricompensa. È un impegno molto piacevole per me. Poi quando qualcuno che conosci viene colpito da una malattia o è in difficoltà, si tende ad avvicinarsi di più a questo tipo di cose.
Negli ultimi due anni, da un punto di vista personale, è stato difficile da vedere due persone che conosco abbastanza bene in difficoltà, uno è il mio migliore amico, e l’altro ovviamente è Elena. Spero di poter continuare a fare tutto il possibile per diverse organizzazioni umanitarie nei prossimi cinque, sei anni della mia carriera.

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