N. Djokovic: “ Credo che il Masters dovrebbe cambiare città più spesso”

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N. Djokovic: “ Credo che il Masters dovrebbe cambiare città più spesso”

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TENNIS INTERVISTE – Incontro di round robin, N. Djokovic b. S. Wawrinka 6-3 6-0. L’intervista del dopo partita


Hai mai pensato che sarebbe stato così semplice vincere dopo i primi due game? E ancora, non sei sorprese del fatto che le 8 partite disputate siano durante in totale 8 ore e 26 minuti, il che significa con una media di 63,2 minuti?
E i game (ride)? Beh, non me lo aspettavo ma lo speravo, per me può andare giocare in questo modo e vincere. Ovviamente, Stan non era al meglio oggi, ha fatto molti errori non forzati, ha avuto una percentuale al servizio molto bassa. Da parte mia, sono stato solido in campo oggi. Credo di aver coperto bene il campo, ho risposto bene, ho variato la velocità, l’ho costretto a giocare nelle zone difficili del campo. Questo faceva parte del mio piano. Dopo aver perso i primi due game, ovviamente pensavo di non essere partito bene. E credo che lui abbia giocato bene in quei due game. Ma non ero abbattuto. Ho mantenuto la calma. E dopo ho fatto davvero una performance incredibile.
Hai incontrato Roger, con cui potresti giocare questo fine settimana, 36 volte. Con Rafa ha giocato 42 volte. Come giudichi queste due rivalità sulla base di quale delle due ti diverte di più, quale hai apprezzato di più nella tua carriera, e quale credi sia la più divertente per gli spettatori?
Beh, sono entrambe speciali a modo loro. Sono due tennisti molto diversi che danno tanto al tennis, dentro e fuori dal campo. Prima di tutto, la loro rivalità è stata fantastica. Hanno dominato il tennis maschile per tanti anni. E poi io e Murray siamo entrati in gioco. È stata una grande esperienza l’Australian Open del 2008, dove vinsi il mio primo titolo del Grande Slam. E dopo ho perso molte partite contro di loro nei major. E quindi ho avuto tanti dubbi. Ma quei ragazzi e le partite che abbiamo disputato mi hanno reso un tennista più forte. Mi hanno fatto capire cosa dovevo migliorare, cosa dovevo fare per essere nella posizione di diventare un giorno il n. 1 del mondo e vincere degli Slam. Quindi credo che entrambe le rivalità abbiano contribuito molto al mio successo.
Hai una qualche spiegazione per il fatto che oggi abbiamo assistito ad un match a senso unico?
Non ce l’ho. Ovviamente non posso parlare a nome degli altri giocatori, quindi non so come loro si sentano in campo. Quello che so è che ho giocato davvero bene in questa settimana e spero di continuare così. So bene che essendo un torneo che riunisce gli otto tennisti più forti del mondo, le persone, i fans e gli spettatori si aspettano di vedere dei match più lunghi e combattuti. E fino ad ora non abbiamo ancora avuto un terzo set. Credo che questo cambierà man mano che il torneo avanza.
Per come hai giocato nei primi due match, cercherai di mantenere questo livello per tutta la tua carriera, quello che stai giocando adesso?
Beh, ci sono dei tornei nel mondo a cui prendo parte, come Beijing, e mi piacerebbe che fossero tutti così, mi piacerebbe sentirmi sempre in quel modo. Credo che ogni tennista abbia delle preferenze sulle condizioni in cui ama giocare, il paese, la superficie. Ma il tennis è uno sport unico. Richiede tanto a causa delle superficie diverse, le condizioni climatiche che influiscono sul rimbalzo della pallina, l’umidità. Tutte queste cose hanno effetti diversi e sono tutti fattori che influenzano il gioco. Ho giocato molto bene negli ultimi due anni in determinati tornei, incluso questo. Ma ciò non significa che riuscirò necessariamente a giocare così in altri tornei. Ma ci proverò, su questo non c’è alcun dubbio. La costanza è una delle mie principali priorità, perché so che con questa e una buona salute posso avere l’opportunità di essere il n. 1 del mondo.
Sono sicuro che la vita sia molto diversa da quando sei padre, ma in campo ti senti diverso?
In termini di approccio alle partite o agli allenamenti, non è cambiato molto onestamente. Mi sento mentalmente più forte da quando siamo diventati genitori. Sai, è un’esperienza grandiosa, una parte immensa delle nostre vite, una benedizione. Spero che questa nuova energia ed ispirazione possano restare il più a lungo possibile con me in campo.
Per venerdì si aprono diversi scenari per le qualificazioni. Quanto sei coinvolto da questo? Qualcuno ti dirà cosa fare venerdì o starai lì a calcolare tu stesso tutto?
Nessuno ha bisogno di dirmi che devo vincere. Quindi credo di essere pronto. È quello che proverò a fare. È per questo che sono qui, per cercare di vincere ogni match che gioco. È questo l’approccio che avrò venerdì.
Sono affascinato dal grande numero di opinioni che ci sono state sulla superficie da parte dei cronisti e dei giocatori. Come valuti le condizioni del campo, la velocità, la velocità della palla?
Beh credo che le condizioni, comparate con quelle degli anni passati, non siano diverse. Più o meno sono le stesse. Sono diverse ovviamente dal gioco outdoor. Ma se devo valutarle? Beh, il rimbalzo è diverso dai campi di allenamento rispetto al centrale. Credo che nel centrale abbiamo un’altezza media del rimbalzo della palla, sufficiente. Credo sia una velocità media, e la stessa superficie è adatta al mio stile di gioco. È per questo che amo giocarci.
Come di certo saprai, Janko Tipsarevic è tornato ad allenarsi con alcuni tuo amici la scorsa settimana. Cosa significa per te personalmente ed anche per la squadra serba di Davis Cup, avere sia lui che Viktor in campo regolarmente dal prossimo anno?
Beh, prima di tutto, sono felice. Sono in contatto con Janko. So che ha ripreso gli allenamenti. No so davvero chi abbia passato il momento peggiore lo scorso anno, se Viktor o Janko. Voglio dire, Viktor con la squalifica di un anno e Janko con l’infortunio che l’ha costretto fuori, adesso da quasi più di un anno. È stato un periodo duro per entrambi. Sono contento che Viktor sia riuscito a tornare quasi nella top 100, che era il suo obiettivo quando è tornato in campo a luglio. E Janko, come ha detto lui stesso, dopo 12, 13 mesi di torture in qualche modo emotive, mentali, non sapeva quale opinione dei dottori fosse valida o meno, quale fosse giusta o sbagliata. Quindi dopo tutto questo, dopo qualche operazione, adesso sta sempre meglio e la guarigione procede bene. Quindi spero di vederlo in campo nella prima settimana della prossima stagione. È quello che spero.
Ti piacerebbe che il torneo restasse a Londra dopo il 2015? Se così, perché?
Beh, ho già espresso la mia opinione a riguardo. Credo che questo torneo qui a Londra abbiamo avuto un immenso successo in questi sei anni. Il prossimo sarà il settimo. C’erano cinque anni con la possibilità di estenderlo altri due anni e adesso di più. Beh credo che Londra abbia dimostrato di essere una delle migliori città per il tennis. Le persone hanno una cultura tennistica per via di Wimbledon. Ma credo anche che le World Tour Finals sia un torneo che dovrebbe essere esposto in più città del mondo. Dovremmo permettere a molte più città di organizzare questo evento con i migliori otto tennisti del mondo. In questo modo potremmo promuovere il tennis in altre aree del mondo. Ora, capisco i diversi punti di vista, le diverse prospettive ed opinioni. Capisco che vogliano tenerlo qui per via del successo. Ma ho anche sentito di molte altre città che non vogliono solo investire denaro, sono realmente interessate al torneo. Sono sicuro che molte città d’Europa, del Sud America e dell’Asia avrebbero successo nel promuovere questo evento. Io personalmente penso che, pur non avendo nulla contro Londra e il resto, e amo moltissimo questo torneo che come ho detto è un successo, credo debba muoversi più spesso.
Capisco che probabilmente è un po’ presto, ma vorresti che tuo figlio diventasse un tennista?
Vieni dalla Bulgaria vero?
Si.
Ricordo la tua domanda qualche giorno fa. Dovrei stare attento a quello che dico vero (ride)? Se vorrei che mio figlio diventasse un tennista? Beh, sicuramente non insisterei su questo. Lascerò che mio figlio decida quello che vuole fare e lo supporterò come genitore.

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