Coppa Davis: la leggenda di Federer non finisce mai, Davis alla Svizzera!

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Coppa Davis: la leggenda di Federer non finisce mai, Davis alla Svizzera!

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TENNIS COPPA DAVIS – Il nr.2 del mondo liquida in 3 set Richard Gasquet (6-4 6-2 6-2) e conquista una storica Davis per il suo paese e per la sua carriera. Match senza storia, Roger Federer non concede nemmeno una palla break 

R. Federer: “Penso sia un grande giorno per lo sport svizzero

 

 

S. Wawrinka (in francese): “Abbiamo fatto tanto sacrifici, abbiamo meritato di vincere

 

R. Gasquet: “Ho fatto del mio meglio, ma lui ha giocato in maniera incredibile”

 

J. Tsonga: “Avevo dolore al gomito prima del match con Stan (in lingua francese)

 

Gachassin:“Sapevamo che era un match difficile”

 

 

A 33 anni Roger Federer mette un altro tassello nella sua incredibile carriera battendo Richard Gasquet nella finale di Lille e consegnando la prima Coppa Davis della sua storia alla Svizzera. Partita perfetta del numero 2 del mondo che non permette mai a Gasquet (ed al pubblico francese) di entrare in partita, non concedendo nemmeno l’ombra di una palla break e comandando il match dall’inizio alla fine con una autorevolezza pari alla sua classe.
Nulla da dire sulla prova di Gasquet, mandato in campo al posto di un malconcio Tsonga e vittima sacrificale della giornata storica del tennis svizzero. Il francese ha retto sin quando ha potuto, giocando encomiabilmente al massimo delle sue possibilità anche quando era evidente che il match era nelle mani del suo avversario. Ma alla fine crediamo sia giusto così, con Federer e Wawrinka la Svizzera questa Coppa la meritava senza ombra di dubbio, alla faccia dei mal di schiena e delle (supposte) liti interne.

Mattinata davvero gradevole a Lille, all’uscita dall’albergo per prendere il bus che ci porta allo stadio la temperatura è di 12 gradi e ci consente tranquillamente di poter stare senza giaccone visto che il sole splende e riscalda l’ambiente. Davanti al Pierre Mauroy tifosi francesi e svizzeri scherzano e ballano insieme all’insegna del divertimento e del fair play, dovrebbe essere sempre così in qualsiasi circostanza tra fazioni opposte.
Gasquet prende il posto di uno Tsonga che alcuni colleghi ci dicono molto nervoso e fuori di sé, il compito del tennista transalpino è dei più improbi, fermare il nr.2 del mondo (con il quale è sotto 12-2 nei precedenti) ed impedire alla Svizzera la conquista della prima coppa Davis. All’entrata in campo panchina francese e pubblico accolgono con un boato incredibile il loro idolo, decisi a spingerlo nell’impresa. Accanto a noi in tribuna stampa un collega francese ci confessa:”Sono francese, ma se vince Federer sono contento lo stesso. Per lui è l’ultima occasione, i nostri tennisti ci possono riprovare”.

Si parte con Gasquet al servizio, il francese parte come meglio non potrebbe, cerca molto il rovescio del suo avversario, tiene un paio di scambi lunghi e conquista il primo game a 15. Tocca quindi a al nr.1 ospite, il pubblico è talmente carico che fa partire una serie di “buuuu” all’indirizzo del campione svizzero, davanti ai propri colori non c’è Federer che tenga. Roger però non è tipo da farsi impressionare, prima tiene il game a 15 e poi trova il primo break del match nel game successivo. Lo svizzero mostra un paio di colpi di pura classe, annulla una palla del 2-1 francese e alla prima occasione strappa il servizio a Gasquet con un passante di diritto lungolinea. Federer qualche gratuito lo regala, ma ai vantaggi tiene il game successivo e conferma il break, 3-1 Svizzera. Il pubblico francese non smette un attimo di incitare il suo beniamino che fa quel che può, regge tecnicamente al suo avversario e conquista anche dei punti molto pregevoli, ma Roger dà l’impressione di essere superiore e di conseguenza i turni di Gasquet sono sempre una sofferenza. Come ad esempio nel settimo game, quando Federer rimonta dal 40-0 e si procura una palla break, ma stavolta il suo avversario si salva e tiene la battuta. Gachassin sbuffa alle spalle del suo giocatore, ma di più non si può fare. Anche perché Federer quando serve non soffre mai, praticamente si gioca solo sui turni del francese. Che sul 3-5 salva con coraggio e abnegazione 3 set point ma nulla può nel game successivo. Il pubblico addirittura intona la Marsigliese ma Federer non si commuove e chiude 6-4 il primo set dopo 44 minuti (14 punti consecutivi al momento per lo svizzero sul suo servizio, gli ultimi 3 turni tenuti a zero). La Svizzera è a due set dalla Coppa Davis e onestamente per quel che si è visto sin qui non si capisce come Gasquet possa rimontare. Il francese esteticamente è anche bello da vedere, ma staziona come al solito un paio di metri dietro la linea di fondo campo, così Roger o quando si apre gli angoli poi chiude con un vincente oppure gioca all’improvviso delle palle corte che si rivelano letali per il suo avversario.

Il primo game del secondo set conferma le nostre impressioni, Gasquet serve ed arriva l’immediato break di Federer che approfitta di due gratuiti di rovescio del francese. Il match prosegue secondo la solita falsariga, Gasquet si difende come può, Federer fa il bello e cattivo tempo. Lo svizzero prima regala una piccola speranza al suo avversario nel sesto gioco quando con due gratuiti di diritto lo manda 15-30 sul suo servizio, poi si salva con il servizio e centra un altro break nel game successivo grazie a due risposte impressionanti (su una delle quali urla anche un “c’mon” e mostra il pugno). Federer è in piena trance agonistica, serve per il set sul 5-2, mette due ace e chiude alla prima palla set con una palla corta di rovescio sontuosa, è apoteosi Svizzera, dopo 69 minuti Roger è già due set a zero, una vera e propria lezione di tennis. Il nr.2 del mondo ha sin qui concesso solo 7 punti alla risposta.

Inizia il terzo set, si tratta di capire quanto Gasquet resisterà.
Invece il francese mette dentro tutto quello che ha, non si scoraggia, ci prova fino alla fine e di questo gli va dato grande merito. Federer invece pare perdere un po’ di brillantezza e in due game si salva dal 15-30 senza però mai concedere palle break. Clement le prova tutte, anche cercandola di metterla sulla bagarre, quando una prima di Roger viene chiamata fuori ma Luthi fa notare al giudice di sedia che invece è dentro. Keothavong scende e conferma, il capitano francese non ci sta e sale addirittura sul trespolo dell’arbitro. Ma anche questo tentativo va a vuoto, si riprende ed arriva puntuale il break di Federer nel quinto game. Lo svizzero capisce che non è il caso di rischiare, in Davis non si sa mai. Così prima annulla una palla del 3-2 e poi strappa il servizio all’avversario grazie ad un gratuito di rovescio di Gasquet. La partita ormai è segnata, altro break Federer nel settimo game e apoteosi rossocrociata nel game successivo, la Davis va per la prima volta in Svizzera che diventa la 14° nazione a vincere l’insalatiera, il nr.2 del mondo continua ad abbellire la sua bacheca.

Francia-Svizzera 1-3
R. Federer b. R. Gasquet 6-4 6-2 6-2

 

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Leggi la nostra rassegna stampa sulla vittoria di ieri della Svizzera sulla Francia nel doppio.

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La Redazione

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Coppa Davis – Il sorteggio 2023 non può dirsi fortunato. Il Cile non va sottovalutato e il Canada è campione in carica

Il direttore Scanagatta ricorda che in Davis la classifica ha sempre contato poco. E non dimentica i 2 matchpoint della Polonia a Livorno 2004 con Volandri e Starace con un piede in serie C! Mentre a Mestre 1999…

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Nazionale Italiana - Coppa Davis 2022 (foto Roberto dell'Olivo)

Non è stato un sorteggio fortunato quello uscito dall’urna di Malaga per la nostra squadra di Coppa Davis che a settembre dovrà affrontare a Bologna (12-17 settembre, Unipol Arena) i campioni in carica del Canada, Auger-Aliassime, Shapovalov e Pospisil, i cileni Garin e Jarry, i fratelli svedesi Ymer, vecchie conoscenze.

Era stato più agevole, sulla carta, il sorteggio di un anno fa, quando era particolarmente temibile la Croazia di Coric, Cilic, Gojo che ci aveva eliminato l’anno prima in quel di Torino, ma non lo erano davvero la Svezia degli stessi fratelli Ymer, e direi neppure l’Argentina dei Cerundolo che non avevano ancora “rivelato” il Francisco che sarebbe cresciuto nel tempo  e semmai si credeva che fosse Schwartzman l’avversario più temibile sebbene indoor non sia mai stato così temibile come sul cemento outdoor e sulla terra battuta. E invece il Peque sarebbe entrato in crisi al momento giusto per noi e a Bologna giocò talmente male che gli argentini furono lì lì per accusarlo di scarso impegno.

Proprio il caso appena ricordato dei tennisti argentini dice che a sei mesi di distanza dall’apertura delle ostilità non si possono fare pronostici attendibili.

 

Chi sembra in crisi oggi, come Berrettini e Musetti, potrebbe essere in gran forma a settembre. Lo scorso anno in primavera – anche se aveva vinto il suo primo torneo a Rotterdam dopo tutta una serie di delusioni nelle finali – non si sarebbe mai detto che Felix Aliassime avrebbe vinto tre tornei di fila in autunno e di seguito dominato tutti i suoi incontri di Coppa Davis.

È certo difficile oggi dire oggi in che condizioni di forma verserà un giocatore abbastanza imprevedibile, nel bene e nel male, come Shapovalov che pure ricordo assai bene aver saputo impensierire Rafa Nadal nella Davis vinta dalla Spagna a Madrid e aver messo in difficoltà Djokovic a Wimbledon.  

C’è poi anche l’incognita degli infortuni. Nel 2022 l’Italia ne ha vissuti uno dopo l’altro, quando Sinner, quando Berrettini e anche Musetti non ne è stato del tutto esente…a prescindere dai suoi attacchi di panico, uno dei quali lo sorprese a Firenze proprio quando doveva giocare con Aliassime.

Sia pur con tutte queste premesse resta il fatto che se lo scorso anno almeno il secondo posto nel girone di Bologna poteva dirsi praticamente scontato – e quello bastava per guadagnarsi un posto nella finali a 8 di Malaga – quest’anno anche il secondo posto bisognerà sudarselo.

Canada e Italia sono sulla carta le squadre più forti, ma i recenti risultati di Jarry (anche ai danni dei nostri azzurri) e di Garin dicono che i due sudamericani sono buoni giocatori e inducono a non sottovalutarli, sebbene la loro attuale classifica, n.57 e n.82, in teoria dovrebbe fare il solletico ai nostri che in questo momento vantano un fresco top-ten e due giocatori a ridosso dei top-20.

Ma si sa che in Davis la classifica ha sempre contato poco. Lo scorso anno a Bologna gli svedesi d’Etiopia Ymer sembravano i vaso di coccio in mezzo a quelli di ferro e invece…

E giocare in casa dovrebbe essere un vantaggio quando i match si preannunciano equilibrati, ma talvolta quando si è super favoriti la pressione può giocare bruttissimi scherzi. Gli appassionati più anziani, e certo l’attuale capitano di Davis Filippo Volandri, ricorderanno il terribile spavento che nella sua Livorno nel 2004 la squadra azzurra formata dallo stesso Volandri e Starace patì contro la Polonia di Kubot, Przysiezny (n.347 del mondo!!!), Matkowski e Fyrstenberg nonostante l’Italia avesse concluso sul 2-0 la prima giornata. I polacchi, che vinsero il doppio sull’inedita coppia Seppi-Bertolini, ebbero 2 matchpoint nella terzo giornata per vincere 3-2.

Non ci crederanno i giovani della generazione Z, ma quella sfida acciuffata per i capelli ci consentì di risalire in… Serie B!!! Eravamo infatti precipitati in una serie analoga alla C. L’Italia che nel ’98 aveva lottato alla pari contro la Svezia in una finale di Coppa Davis, nel 1999 aveva iniziato la sua discesa agli Inferi perdendo a Mestre contro il Belgio dei fratelli Rochus (che sulla terra rossa valevano più o meno quanto gli Ymer di oggi sulle superfici indoor), una sconfitta che costò a Paolo Bertolucci il suo posto di capitano quasi quanto la poca simpatia che nutriva nei suoi confronti il neo-presidente federale Angelo Binaghi che nel 2000 lo defenestrò di brutto per promuovere al suo posto Corrado Barazzutti.

Insomma, per concludere, certo che a Bologna dovremmo farcela a qualificarci per le finali di Malaga, secondi o primi, ma non andiamoci a cuor leggero pensando di cavarsela con un piatto di tortellini e un bicchiere di lambrusco.

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Davis Cup Finals 2023, gli avversari dell’Italia: Svezia ancora tu, Canada per la rivincita

Cosa potrebbero aspettarsi Sinner, Berrettini, Sonego e gli altri azzurri di capitan Volandri nel girone di Bologna con Canada, Svezia e Cile

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Lorenzo Sonego - Coppa Davis 2022 (foto Roberto dell'Olivo)

La voglia di rivincita degli azzurri di Filippo Volandri dopo la sfortunata semifinale contro il Canada a Malaga passa nuovamente attraverso la compagine nordamericana, il team che ha poi vinto la finale. E a Casalecchio di Reno dal 12 al 17 settembre ci saranno anche Cile e Svezia.

Il Canada ci riporta appunto all’amara sconfitta di pochi mesi fa, con l’impresa di Lorenzo Sonego al cospetto di Denis Shapovalov, la sconfitta di Lorenzo Musetti con Auger-Aliassime e il doppio perso 7-6 7-5 da Fognini e da un Berrettini in condizioni precarie. I giocatori di punta della compagine nordamericana sono ovviamente gli stessi, anche se i risultati degli ultimi tempi non sono brillantissimi. Denis Shapovalov, classe 1999 e già numero dieci del mondo nel 2020, in questa stagione è più sregolatezza che genio, e nel Sunshine Double ha perso due partite su tre ed è vicino ad uscire dai primi 30. Felix Auger-Aliassime, ventidue anni, sesto nel ranking lo scorso novembre dopo i tre tornei consecutivi vinti, sarà almeno settimo dopo questa settimana, vista anche la sconfitta a Miami al secondo turno per mano di Francisco Cerundolo.

Completa la squadra la “terza forza” Vasek Pospisil, già numero 25 nove anni fa ma anche numero 4 in doppio, che affianca volta per volta una delle due stelle. Nella scorsa edizione erano presenti i giovani Alexis Galarneau e Gabriel Diallo, entrambi oltre la duecentesima posizione.

 

Poco incoraggianti i precedenti per noi: la rivalità, relativamente recente, è cominciata nel 2013 a Vancouver e vede i canadesi in vantaggio per 3-0. Prima della semifinale di Malaga il Canada si impone per 3-1 dopo un drammatico doppio vinto da Pospisil e Nestor per 15-13 al quinto contro i nostri Fognini e Bracciali. Nel 2019, primo anno con la nuova formula, a Madrid è ancora notte per gli azzurri, sconfitti 2-1 con Shapovalov che vince due tie-break su tre con Berrettini.

Se il Canada è per noi avaro di soddisfazioni, il Cile ci riporta se non altro alla memoria la vittoria di Santiago del 1976, unico alloro tricolore nella storia della manifestazione. Il bilancio delle sei sfide precedenti è interamente in nostro favore e conta sei precedenti: il primo addirittura nel 1949, l’ultimo nel 2012 a Napoli, 4-1 con Seppi e Fognini contro il Cile di Capdeville.

Nel turno di qualificazione di febbraio, il team cileno ha sconfitto per 3-1 il Kazakistan. Tennista con miglior classifica è Nicolas Jarry, numero 57 ma alla 38esima posizione nel 2019. Quest’anno sulla terra battuta sudamericana ha fatto faville, con la semifinale persa in tre set con Alcaraz a Rio e soprattutto la vittoria nella sua Santiago poco meno di un mese fa. Christian Garin è stato anche al diciassettesimo posto del ranking tre anni fa; oggi occupa la piazza numero ottantadue. Sul veloce si difende meglio di Jarry, ne è la prova l’ottavo di finale a Indian Wells poche settimane fa e lo splendido Wimbledon dello scorso anno, quando approfittò dell’improvviso ritiro da Covid di Matteo Berrettini e giunse fino ai quarti di finale, sconfitto da Kyrgios. Più staccati in classifica sono Tomas Barrios-Vera (183) e Alejandro Tabilo (162, ma 64 lo scorso luglio).

La Svezia è la squadra che più volte abbiamo incontrato nella storia della competizione: ben 21 volte in un periodo che comincia nel 1953 e arriva fino al settembre dello scorso anno, con la vittoria italiana per 2-1. Il bilancio è di 12-9 per gli scandinavi. Il precedente più illustre è certo la finale del 1998, con la battaglia di sei ore tra Magnus Norman e uno stoico Andrea Gaudenzi, che si arrende alla spalla non ancora a posto dopo un intervento chirurgico. Un altro protagonista azzurro è Paolo Canè, eroe di Cagliari nel 1990 contro Wilander, con Panatta che entra in campo per raccogliere l’esausto bolognese.

Oggi il team gialloazzurro è sostanzialmente un… affare di famiglia, con i due fratelli Ymer protagonisti dei singolari. Mikael, 25 anni, ha appena raggiunto il suo best ranking con la posizione numero 53 e quest’anno ha trionfato nel challenger di Ottignies.

Il fratello Elias, il meno dotato e meno giovane dei due con i suoi 27 anni, è attualmente 149, con un best ranking di 105 raggiunto nel 2018. Il terzo svedese, e primo… non-Ymer, è Andre Goransson.

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Davis Cup Finals 2023, il girone dell’Italia: a Bologna sfide con Canada, Svezia e Cile

Il capitano Volandri accoglie così il sorteggio: “Voglia di rivincita contro il Canada. Occhio anche al Cile”

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La Coppa Davis (foto Roberto dell'Olivo)
La Coppa Davis (foto Roberto dell'Olivo)

I campioni in carica del Canada, poi la Svezia e il Cile. Sono queste le avversarie che l’urna di Malaga ha messo sul cammino dell’Italia nella Davis Cup 2023. Gli azzurri, che dopo la semifinale del 2022 persa proprio contro il Canada sono direttamente qualificati alla fase a girone che si giocherà all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna) dal 12 al 17 settembre, sono stati inseriti nel Girone A. Ecco tutti i raggruppamenti:

GIRONE A (Bologna)
Canada – Italia – Svezia – Cile

GIRONE B (Manchester)
Australia – Gran Bretagna – Francia – Svizzera

 

GIRONE C (Valencia)
Spagna – Serbia – Repubblica Ceca – Corea del Sud

GIRONE D (Croazia, sede da definire)
Croazia – Olanda – Stati Uniti – Finlandia

IL FORMAT – Ogni squadra giocherà un incontro da tre match (due singolari e un doppio) contro le altre tre del suo raggruppamento. Al termine delle sfide di metà settembre le prime due squadre di ogni girone si qualificheranno per la fase ad eliminazione diretta: quarti, semifinale e finale si giocheranno a Malaga dal 21 al 26 novembre. Il relativo tabellone viene compilato abbinando per sorteggio nei quarti di finale la vincitrice di ciascun girone con una seconda classificata degli altri gironi.

LE REAZIONI – Filippo Volandri, il capitano dell’Italia, ha dichiarato: “I quattro gironi di Coppa Davis sono a mio avviso tutti molto equilibrati ma noi dobbiamo ovviamente pensare al nostro. E così come era successo a settembre 2022 a Bologna quando abbiamo affrontato la Croazia che ci aveva eliminato l’anno prima, quest’anno ci tocca il Canada, che ci ha eliminato al doppio di spareggio l’anno scorso: e per noi è un motivo di rivincita importante. Il nostro è un girone difficile, come gli altri: abbiamo la Svezia che abbiamo battuto a Bologna al doppio decisivo e poi c’è una squadra che affrontiamo per la prima volta, il Cile, che è dotata di giocatori importanti come Garin e Jarry. Sono tutte squadre toste, da affrontare una alla volta, un giorno dopo l’altro. Poi assolutamente dobbiamo pensare a noi e a dare il 100%”. 

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