TENNISPOTTING novembre: a Djokovic la coppa, a Federer l'insalata

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TENNISPOTTING novembre: a Djokovic la coppa, a Federer l’insalata

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Roger Federer è il più forte, ma spesso non è vestito all'altezza. Però c'è sempre Berdych a fare di peggio
 

TENNISPOTTING NOVEMBRE – Novembre, tempo di bilanci. Ché poi è facile fare il bilancio: chi a novembre deve ancora giocare a tennis vuol dire che ha fatto bene. Difatti o ci si trova impegnati alle ATP Finals, e quindi si è tra i migliori otto del mondo (Rafael Nadal permettendo), oppure si gioca la finale di Coppa Davis. Oppure siete Federer e Wawrinka e giocate dappertutto

A cura di Claudio Giuliani e Daniele Vallotto

In realtà si gioca anche a Parigi Bercy ma non se ne accorge quasi nessuno. Anche perché Djokovic, dopo il flop di Shanghai, ha ricaricato le pile al massimo e i segnali che dà alla concorrenza sono piuttosto chiari. Federer, che ha giocato e speso tantissimo, prova ad andare a Bercy sperando che il serbo inciampi, invece è lui a farsi da parte contro Raonic. Ma poco importa: la resa dei conti avverrà a Londra, non ci sono dubbi.

TENNISTA DEL MESE
Claudio Giuliani: Io dico Stan Wawrinka. Se consideriamo che a Londra è uscito dal torneo per mano di Federer con quattro matchpoint falliti, e che poi in Coppa Davis non ha tremato nel primo singolare, quello molto importante dal punto di vista psicologico, allora l’uomo del mese non può che essere lui. Quest’anno, il migliore della sua carriera, ha tolto parecchie spunte dalla lista delle cose da fare: Slam, Master 1000 e Coppa Davis. Ha dimostrato di poter battere sia Novak Djokovic che Roger Federer, anche nelle partite che contano maggiormente, dove la pressione richiede la personalità di un campione per essere gestita. A novembre il migliore per me è Stan Wawrinka.

Daniele Vallotto: Più che Djokovic e Federer, che si prendono le copertine del mese, il primo per il terzo Masters consecutivo, il secondo perché vince la sua prima Coppa Davis, vorrei celebrare un campione che a novembre mi ricorda lo storico gregario della Fassa Bortolo, Marco Velo, elemento chiave per tante vittorie del velocista Alessandro Petacchi. A Stan Wawrinka va riconosciuto il grande merito di aver vivacizzato (pure troppo, a dire il vero) il Masters più deludente degli ultimi anni. E la freddezza che ostenta nel primo singolare di Coppa Davis è forse decisiva per dare serenità ad una squadra svizzera che per poco non cade nel panico quando la schiena di Federer comincia a scricchiolare. Insomma, è il protagonista invisibile del mese. Dopo le polemiche – per lo più sterili – sui litigi con Mirka e i tentativi francesi di colpire il fragile sistema nervoso dello svizzero numero due, Stan si presenta al primo singolare di Coppa Davis e gioca con una tranquillità impressionante, per chi lo conosce un po’. Forse perché di là c’è qualcuno che è più teso di lui o forse perché non ci sono 15.000 svizzeri che gli tengono il fiato sul collo. Nel doppio, poi, fa dimenticare tutte le incertezze che aveva avuto nei doppi giocati quell’anno e dà la necessaria serenità a Roger Federer per affrontare un weekend che si preannunciava amarissimo. Insomma, un campione che si veste da gregario e tira perfettamente la volata della sua squadra.

DELUSIONE DEL MESE
Claudio Giuliani: La delusione del mese, per coerenza con quanto detto in TENNISPOTTING settembre, relativamente alla mancata finale dello Us Open fra Federer e Djokovic, questa volta è il mancato svolgimento di quella che doveva essere veramente la finale. Cioè: tu ordini la pizza, prepari i popcorn al burro, dispieghi in tavola il sacro trittico noccioline-pistacchi-cipster accompagnato da birre Menabrea da 33cl come se non ci fosse un domani, e poi ti ritrovi a vedere un set amichevole fra Djokovic e Murray e un doppio con cinquantenni e quarantenni “once we were tennis players”? [pullquote]No dài: mi rovinate l’ultima partita dell’anno, la super finale ATP? Grande delusione[/pullquote]. Poi però ho pensato a chi aveva speso cinquecento euro circa per stare seduto lì quel giorno, dopo una settimana di tennis spettacolo a livelli dei primi turni femminili degli Slam, e allora ho mangiato tranquillo guardando The Affairs.

Daniele Vallotto: Uhm. Murray prende una stesa clamorosa ma è già un miracolo che sia arrivato a giocarsela. Raonic è mezzo rotto, Nishikori fa quel che può e strappa pure un set a Djokovic in semifinale. Cilic ne deve fare di strada prima di concedersi il lusso di essere una delusione. Prendo allora l’usato sicuro: Berdych. A Bercy avrebbe un’autostrada ma in semifinale si ferma contro Raonic perdendo a modo suo, 7-5 al terzo. Al Masters non ha un girone complicatissimo ma il modo in cui si arrende a Wawrinka nella partita inaugurale del suo gruppo fa capire sùbito l’aria che tira. Ormai non ci si sorprende più di nulla ma i sei game che raccoglie a Londra nelle prime due partite sono davvero desolanti se pensiamo che stiamo parlando di uno che quest’anno non è mai sceso oltre la settima posizione mondiale.

COLPO DEL MESE
Claudio Giuliani: Alle ATP Finals qualche colpo bello si è visto. Nishikori si segnala per la bravura del suo rovescio contro Murray, ma anche per quella dal lato del diritto contro Djokovic, dopo uno scambio massacrante. Io però scelgo Roger Federer, che contro Murray è costretto a palleggiare da fondo campo rispondendo agli alti pallettoni dell’inglese, finché ad un certo punto si stufa e gira leggiadramente attorno alla palla colpendola quasi all’altezza della spalla. La sua leggerezza in campo è il segreto della sua ottima stagione, poi certo, la precisione per mettere la palla all’angolino quella ce l’ha sempre avuta.

Daniele Vallotto: Della difficoltà tecnica di tirare un dritto inside in come quello che Federer recapita nel campo di Murray ha scritto anche molto bene il nostro Luca Baldissera. Come è già stato detto e ridetto, la statura leggendaria di Federer è anche dovuta all’estrema facilità con cui lo svizzero esegue questi colpi. Ad ogni modo, nella desolazione più totale di novembre, scelgo l’improvvisazione di Gael Monfils, che potrebbe vincere almeno sei scambi prima il punto ma decide di vincerlo con un dropshot. Il punteggio, l’avversario e il torneo lo permettono, del resto.

PARTITA DEL MESE
Claudio Giuliani: Be’: Roger Federer che annulla quattro matchpoint a Stan Wawrinka, il quale si arrabbia – dicono e scrivono – con la moglie-matrona Mirka, e vola in finale contro Djokovic per l’ultima partita ATP dell’anno, fra il numero uno e il numero due del mondo. Avete visto di meglio a novembre? Come spesso accade quando si affrontano i due, è Wawrinka a fare il match. Tanti i vincenti da parte del numero due svizzero, ma di più gli errori però che comunque non lo fermano dall’issarsi sul 5 a 4 del terzo set e dall’avere tre matchpoint a disposizione. Li gioca a rete Stan e li sbaglia, con Federer che ci mette anche del suo. Al quarto matchpoint sbagliato, sul 6 a 5 per Stan al tiebreak, la partita è praticamente finita, e di fatto Roger la chiude facendo agevolmente i due punti successivi. I due giocano per quasi tre ore nel penultimo giorno del torneo. Fin lì nessun match di singolare si era spinto oltre le due ore di gioco. Il bilancio del 2014 fra i due dice 2 a 1 per Federer, vincitore a Londra, Wimbledon e ATP Finals, e perdente a Montecarlo nel torneo Master 1000. Ai punti, Wawrinka avrebbe vinto almeno un’altra di queste partite persa a Londra, sicuramente quella delle ATP Finals, ma anche a Wimbledon Stan era stato superiore a Federer almeno per due set sui quattro giocati, prima che si appannasse per un non meglio specificato motivo lasciando via libera a Federer. In soldoni: Stan sembra aver superato il complesso di inferiorità nei riguardi dello svizzero per eccellenza del tennis.

Daniele Vallotto: La partita più bella ed emozionante di novembre la giocano certamente i due svizzeri. Ha un risvolto positivo e uno negativo, almeno per i francesi. Peccato che questa bella partita ci privi di quella che poteva diventare la partita del mese, cioè la finale tra Federer e Djokovic. Ma magari, considerati i precedenti, pure Wawrinka-Djokovic avrebbe scalzato questa semifinale. Ad ogni modo vorrei sottolineare anche un capitolo del romanzo Ferrer-Nishikori, quasi un classico del 2014. I due non sono certo potenti ma corrono tantissimo e danno vita a quattro match spettacolari. Peccato per Ferrer che li abbia persi tutti e quattro, compreso il quarto di finale a Bercy con cui i due si giocavano l’accesso al Masters. Con Raonic che batte Federer, a Nishikori non rimangono chance: deve battere Ferrer. E lo stesso discorso vale per lo spagnolo. Perciò lo spagnolo e il giapponese se le suonano di santa ragione e alla fine ne viene fuori Nishikori. Non siamo forse ai livelli delle sfide di Miami e Madrid ma è una partita molto intensa e che sul 4-0 del tie-break del secondo set sembrava finita. Invece Nishikori non ha mollato, è riuscito a riprendere il suo avversario e a portarlo allo sfinimento nel terzo set per guadagnarsi una meritatissima qualificazione al Masters. Fantastico.

SORPRESA DEL MESE
Claudio Giuliani: La sorpresa del mese è la Francia che rinuncia al suo giocatore più forte: Gilles Simon. Queste le convocazioni: Tsonga aveva già vissuto la sua settimana da Dio durante l’anno, Monfils puntualmente è uno che arrivato al dunque si sgretola (Federer, Us Open, matchpoints: remember?) e poi Richard Gasquet, l’eterna promessa, l’uomo dal bacio alla cocaina dal rovescio meraviglioso e dal diritto eseguito con la Continental come se stessimo nel 1985. E tu, Clement, che fai? Non convochi Simon, il pifferaio magico, considerato inoltre che si gioca su terra battuta dove lui può tranquillamente stare in campo per ore. E consideriamo pure che ha giocato bene nell’ultima parte dell’anno, dando fastidio anche a Federer vincitore a Shanghai in finale proprio su Simon. Francamente non c’erano speranze per questa Francia, attaccata alla schiena di Federer (che ha reso più interessante il match perdendo all’esordio giocando praticamente azzoppato, possiamo dirlo?) e alla pazzia di Wawrinka, che però aveva già dato quest’anno, contro il Kazakhistan a inizio competizione. La Coppa Davis già si gioca con una modalità sbagliata ma insostituibile (leggi diritti televisivi o partecipazione dei migliori per via del calendario sempre più fitto) se poi in finale ci arrivano i francesi peggiori contro non gli svizzeri migliori, ma due dei primi quattro tennisti al mondo, be’: hai voglia a riempire arene e allentare le superfici se poi in campo trovi i vincitori annunciati dell’anno. Ricordo a tutti che la Coppa Davis 2014 è stata giocata senza Djokovic (numero uno del mondo a gennaio), Nadal (numero due al mondo) e Ferrer (numero tre al mondo). Chi vince ha sempre ragione, ma veramente vogliamo parlare di campionato a squadre per nazioni? La serie A della FIT viene vinta dai più forti, la Coppa Davis viene vinta dai più forti che giocano. Non è la stessa cosa.

Daniele Vallotto: Per me la sorpresa del mese è l’assoluta assenza di competizione al Masters. Seriamente, c’è tutto questo gap tra i primi quattro e il resto della truppa? Si giocano quattro partite al terzo: una è Ferrer-Nishikori e il fatto che Ferrer non sia uno degli otto qualificati la dice lunga sul livello della manifestazione; poi c’è Cilic-Wawrinka, a giochi conclusi; c’è Djokovic-Nishikori, ma il set perso da Novak sembra più che altro un incidente di percorso; infine c’è Federer-Wawrinka, l’unica partita degna di nota che però ci toglie il gusto di vedere una finale. Insomma, una delusione continua.[pullquote position=”right”] In autobus, mentre mi recavo a casa di Claudio per vedere Djokovic-Federer, controllavo compulsivamente Twitter perché già si temeva che Federer potesse mollare[/pullquote]. E purtroppo, quando ormai ero arrivato a destinazione, arriva il messaggio che tutti temevano. Ma al di là di questo, è davvero sorprendente che dodici partite di round robin tra i primi otto (nove) giocatori del mondo non siano riuscite a darci uno straccio di emozione. E dopo la Coppa Davis arriverà un mese abbondante di digiuno tennistico: aiuto.

Nella prossima pagina: PEGGIOR PARTITA DEL MESE,METALLURGICO DEL MESE, ROSICONE, OUTFIT, SELFIE DEL MESE e altro ancora

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