Mary Pierce, 40 anni e un nuovo inizio

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Mary Pierce, 40 anni e un nuovo inizio

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Oggi, 15 gennaio 20115, Mary Pierce spegne 40 candeline. Una vita all’insegna del tennis, dei successi e di tanto talento, ma anche di momenti difficili e infortuni. E poi, un’isola…

Quando penso a Mary Pierce, non posso fare a meno di associarla ad un’immagine ormai indelebile nella mia memoria tennistica. Mi sembra di rivederla ancora, entusiasta, ammirata e quasi commossa dalla splendida impresa di Francesca Schiavone in quel memorabile 5 giugno 2010, quando la tennista milanese baciava la terra rossa del Philippe Chatrier per poi sollevare al cielo il trofeo Suzanne Lenglen consegnatole, appunto, da Mary. In quel fatidico giorno di giugno, così speciale per il tennis italiano, la Pierce era lì e, con un gran sorriso stampato sulle labbra, sembrava davvero godersi la gioia di una collega che, incredula, stava toccando il cielo con un dito.

Ma, in fondo, Mary conosceva perfettamente le sensazioni di Francesca. Anche lei, 10 anni prima, in quello stesso campo, aveva sollevato lo stesso trofeo, dopo aver compiuto un exploit che sembrava ormai sempre più lontano.

Come per la Schiavone, la storia tennistica di Mary Pierce raggiunge l’apice proprio a Porte d’Auteuil, quando la francese vi trionfa nel 2000, mettendo in bacheca il suo secondo titolo slam e ritornando n. 3 del mondo, suo best ranking. È una vittoria sofferta e inaspettata, soprattutto dopo i tanti infortuni subiti precedentemente; tuttavia, era da tempo che Mary, di nazionalità francese – ma nata in Canada da madre francese e padre americano – sognava di trionfare proprio nello slam di Parigi. Ci era andata vicino nel 1994, giocando un tennis pressoché perfetto per poi venire fermata in finale dalla spagnola Arantxa Sanchez. Ma, nel 2000, contro un’altra spagnola, ci riesce: Mary supera in finale Conchita Martinez, dopo aver battuto Monica Seles nei quarti (nel celebre match in cui Mary realizza un tweener spettacolare e vincente) e poi l’allora n. 1 del mondo Martina Hingis in semifinale, due match tiratissimi al terzo set.

Se, nel 1994, Arantxa spezza il sogno parigino di Mary, l’anno seguente la tennista di Barcellona subirà la rivincita della francese in finale a Melbourne, dove la Pierce si aggiudica il suo primo slam e sale per la prima volta in carriera alla 3a posizione del ranking.

I trionfi all’Australian Open e al Roland Garros sono certamente i fiori all’occhiello della carriera di Mary Pierce che vanta in tutto 18 titoli in singolare, tra cui anche il torneo di Roma, nel 1997, vincendo in finale ancora con la Martinez. Ricordiamo che l’ultimo torneo aggiudicatosi dalla Pierce è stato quello di Mosca, nel 2005, battendo in finale proprio la nostra Francesca Schiavone.

Ma non solo. Mary trionfa due volte in Fed Cup: nel 1997, in finale contro l’Olanda, insieme a Sandrine Testud e Nathalie Tauziat, capitanate da Yannick Noah; e poi nel 2003, in finale contro gli stati Uniti, con la Mauresmo e questa volta sotto la guida di Guy Forget.

La francese disputa, inoltre, altre tre finali slam: nella già citata edizione 1994 del Roland Garros e nel 2005, ancora al Roland Garros e agli US Open. Si issa inoltre due volte in finale al Masters, nel 1997 e nel 2005.

Capace di esprimere un tennis particolarmente potente e solido da fondo campo, anche grazie al rovescio bimane, Mary è una giocatrice estremamente competitiva dal punto di vista atletico, dotata di potenza e scatto fulmineo. Spesso, però, la tensione e una certa fragilità le giocano brutti scherzi in campo, facendole perdere occasioni preziose. Si trova inoltre ad affrontare numerosi infortuni che le minano il fisico. Il più complicato è quello subìto nel 2006 ai legamenti del ginocchio sinistro. Dopo l’operazione, Mary è costretta ad una lunga convalescenza che la porterà, in seguito, ad allontanarsi definitivamente dalle competizioni.

Ma non sono stati solamente gli infortuni a complicare la carriera della Pierce. Come altre colleghe, la francese ha dovuto fare i conti, nei primi anni della sua ascesa, con la presenza alquanto ingombrante di un padre-allenatore particolarmente iracondo. Tanti, troppi, i dérapages di Jim Pierce che, quando Mary era ancora una ragazzina, durante un match le urla “Mary, kill the bitch!” oppure viene alle mani con due spettatori al Roland Garros nel 1992. Alla fine, dopo i numerosi episodi di mancato self control durante le partite e gli allenamenti della figlia, Jim verrà allontanato dai campi da tennis e, in Florida, Mary troverà, prima in Nick Bollettieri, e poi in Sven Groeneveld, guide ottimali per raggiungere quella serenità e fiducia necessarie al successo.

La Pierce è assente dalle competizioni ormai da quasi dieci anni e, oggi, pur dedicandosi ancora al tennis e sedendo a volte nelle tribune del Roland Garros, appare meno di frequente nei grandi eventi. La francese ha infatti iniziato un nuovo percorso, dedito alla religione e al volontariato. Oggi vive nell’Isola Mauritius, dove fa parte di un movimento evangelico pentecostale  e svolge attività missionaria. Nello stesso tempo, vi allena alcuni giovani dell’isola. Insomma, sembra che l’ex tennista abbia finalmente trovato la vera felicità e il giusto equilibrio per lasciarsi definitivamente alle spalle tutti i vecchi fantasmi… E noi, nel giorno dei suoi 40 anni, glielo auguriamo di cuore. Buon compleanno Mary !

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