Australian Open interviste, Federer: "Mi sento in forma come quattro anni fa"

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Australian Open interviste, Federer: “Mi sento in forma come quattro anni fa”

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Australian Open: Federer b. Bolelli 3-6 6-3 6-2 6-2. L’intervista del dopo partita a Roger Federer

Sei rimasto sorpreso dal primo set di Bolelli, che non aveva mai vinto un set contro di te? Ti sorprende anche il fatto che non abbia mai battuto un top-10 in 33 match, ora 34?
Credo che abbia giocato due ottimi set contro di me in Davis, dove sentivo che lui stava imponendo il suo gioco da fondocampo. Là ho potuto constatare che ha un ottimo dritto, una buona risposta e un rovescio solido che può colpire anche in slice. Non ero sorpreso ad essere sincero. Ero solo sorpreso di come stesse facendo tutto bene, di come stava servendo. Ma le condizioni di gioco erano veloci, il che rende più facile servire e più difficile rispondere. Magari non avrei dovuto perdere il servizio, ma lui stava giocando veramente bene da fondocampo. Credo che in queste condizioni subire un break possa significare perdere il set. Per cui sono stato sotto pressione nel secondo set, ma sono contento di come sono riuscito ad uscirne.

Come va il tuo dito e com’è la vescica?
Non so se è una vescica, non so cosa sia, è una cosa strana. La sento sulla punta del dito. Ho iniziato a sentirla subito dopo il break e poi per 3-4 games è stata la sensazione più strana che abbia mai provato. Mi sentivo come intorpidito e gonfio.

 

Quando la toccavi era strano?
Sì, non so cosa fosse. Volevo solo parlare col fisioterapista per vedere cosa potesse fare ma sapevo che non c’era niente da fare. Sapevo che non potevamo fasciarla perché sarebbe stata più grossa e più strana. Ho solo sperato che non peggiorasse e che rimanesse così. Poi è andata via ma ora la sento di nuovo, non so che sensazione sia.

Tipo una puntura d’ape?
Pensavo fosse quello.

Il fisioterapista non sapeva cosa fosse?
No, non si riesce a vedere niente (ride). Ma è gonfio e strano. Non so cosa sia, ma finchè non è niente di grave va tutto bene.

Non ti è piaciuto che il cameraman ti venisse così vicino. Hai detto “Devi per forza venire così vicino”?
Sai, era come se fosse nel mio orecchio. Non mi piaceva perché ci deve essere un po’ di privacy.  Lì discuto delle opzioni su come giocare e mi sentivo come se il cameraman cercasse di spiarmi. Non è la miglior sensazione, così gli ho chiesto se doveva stare così vicino. Chiaramente non doveva, visto che è andato indietro (sorride).

Cosa ne pensi di questi turni facili? È meglio essere messi alla prova piuttosto che le cose vadano bene?
È positivo aver giocato una partita serale e una di giorno. E sono felice di essere ancora nel torneo perché oggi ci sono stati dei momenti in cui non stava andando bene per me, perchè Bolelli stava giocando veramente bene. Ma è sempre una bella sensazione lottare per portare a casa la partita, come ora, e vincere gli ultimi tre set in maniera convincente giocando un tennis molto positivo. Ho servito molto bene. È importante giocare bene subito perché non è sempre così facile. Oggi ho dovuto fare qualche cambiamento nel mio gioco perchè lui stava giocando veramente bene. È una gran bella sensazione trovare le giuste soluzioni quando ci riesci. Non gli ho lasciato molte opportunità sul mio servizio. Ti aspetti sempre di crearti delle occasioni e alla fine ci sono riuscito. Le condizioni di gioco erano veloci e non è facile farti il break se servi bene.

Posso farti una domanda sull’età?
Mi piacerebbe molto parlarne (ride).

È un argomento a cui diamo troppa enfasi? Ti senti lo stesso ragazzo con lo stesso fisico di un paio di anni fa o senti che devi adattarti un pochino perché non sei più giovanissimo?
Mi sento bene. Non sento nessuna differenza rispetto a quattro anni fa. Magari fai un po’ più di attenzione ai segnali che ti manda il tuo corpo. Ma conosco bene il mio corpo. Immagino che man mano che passano gli anni vuoi provare nuove cose, ma non sempre è necessario con l’età. Magari uno dice che ha fatto questo per quel motivo o per quell’altro. Ma in realtà è solo il fatto di fare qualcosa di nuovo, di fresco, provare qualcosa di diverso. E credo che anche la mente sia importante. Quanta voglia hai di essere là fuori? Quanta voglia hai di giocare e vincere? Perché lo fai ancora? Lo fai per le giuste ragioni? Credo che questo sia più importante di tutti i discorsi sul corpo su cui tutti si concentrano.

Accorciare gli scambi, andare di più a rete, non ha niente a che vedere con questo, che magari dovresti giocare meno match lunghi?
Nulla. Spero che tu mi creda e mi capisca.

So che sei un fan di diversi sport. Cosa ne pensi del rugby? Per chi farai il tifo ai mondiali?
Ovviamente per il Sud Africa. Sinceramente non lo guardo spesso, non so perché. Non so dove sarò quando giocheranno e magari me lo perderò. Guardo spesso il cricket. Quando sono negli States seguo gli sport americani. In Europa guardo di più il calcio.

Nei giorni liberi vai a vedere questi sport? In America vai a vedere gli L.A. Kings?
Sono andato a vedere gli Heat e i Lakers (basket NBA, ndr), mentre non sono mai stato ad una partita di cricket o di rugby. Non ho mai visto la Formula 1 ma sono stato alla Moto GP. Ci sono un sacco di cose che mi piacerebbe fare. Sono andato a vedere l’Arsenal durante le World Tour Finals, è stato divertente. Ci provo ma non è sempre facile.

Cosa ne pensi di come Mandela ha usato la squadra del Sud Africa di rugby per cambiare la storia del paese?
Credo sia meraviglioso come lui ha unito il paese. È stato un grande momento di sport per tutti, specialmente per i sudafricani. È stato un momento fantastico.
Traduzione di Paolo Valente

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Etcheverry: “Due settimane che mi hanno cambiato la vita. Da lassù mia sorella mi ha aiutato”

“Alexander è un top ten, io ero emozionato. Qui ho festeggiato con i nonni”

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Tomas Etcheverry - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Il ragazzo di La Plata, sconfitto oggi da Zverev, riconosce il valore dell’avversario e dichiara la propria felicità per il risultato ottenuto, parlando di particolari toccanti legati alla famiglia.

D: Oggi è andata male Thomas, però è stata comunque una bellissima esperienza per te, non è vero?

Etcheverry: “sì, queste due settimane hanno cambiato la mia vita. Oggi è stata un’esperienza straordinaria giocare sul Philippe Chatrier. Certo Alexander ha giocato benissimo e presto parlerò col mio staff per capire come è andata. Ma è stato tutto positivo e incredibilmente bello”.

 

D: nel risultato di oggi quanto è dovuto al fatto che per te era la prima volta su un palcoscenico così importante? Quanto ha fatto lui di buono e per quante di queste cose tu non eri pronto?

Etcheverry. “Alexander è un top ten. Ha giocato qui la semifinale, quest’anno è di nuovo tra i migliori quattro. In effetti all’inizio io ero un po’ contratto ed emozionato e solo nel terzo set ho cominciato a raggiungere il livello di gioco che avevo tenuto nel resto della settimana. È andata così”.

Poche parole per lui. Nelle ultime ore ne aveva spese alcune per ricordare la sorella maggiore Magalì, deceduta per un tumore al seno lo scorso settembre. Su Twitter, Relevant Tennis aveva riportato il pensiero che Thomas le aveva dedicato subito dopo la vittoria con Nishioka, raccontando di averle chiesto aiuto in un certo momento del match e di aver giocato un ace subito dopo.

Tutto vissuto in semplicità, dunque, compresi – continua Relevant Tennis – “I festeggiamenti con i nonni Eduardo e Ana e l’allegro latrare da casa del cane, che manco a dirlo pare si chiami Roland Garros (ma in famiglia per tutti è Rola)”.

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Roland Garros, Zverev: “Ricordare quanto fossi forte prima dell’incidente mi ha aiutato molto”

“Mi chiedi quanto sia grande il mio cuore? Meno male, credevo mi chiedessi quanto fosse grande un’altra cosa…”

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Alexander Zverev - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)

Un punto è senza dubbio ben chiaro nella mente del semifinalista di Roland Garros 2023: l’incidente di un anno fa è oramai storia. Un capitolo chiuso da dove Sascha vuole ripartire per raggiungere quanto gli è sinora sfuggito. È tranquillo e disteso, al punto di approfittare di una domanda per divertirsi con un gioco di parole velatamente osceno…

D: congratulazioni Sascha. Considerando tutto quello che è successo possiamo dire che questa semifinale è un po’ più dolce di quelle che hai già raggiunto a livello di Grande Slam?

Zverev: “Forse sì, considerando quello che è successo negli ultimi 12 mesi. In realtà una semifinale Slam è sempre un grande risultato e io preferisco considerare il vero traguardo la vittoria dei prossimi due match”.

 

D: oggi hai lottato per più di tre ore come un leone: hai dimostrato forza e cuore. Ma quanto è grande il tuo cuore?

Zverev:“Sono contento che mi stai chiedendo quanto è grande il mio cuore e non qualcos’altro” (ride).

D: come vedi i due rivali di questa sera? Chi sarà secondo te il tuo avversario in semifinale?

Zverev: “Ruud ha giocato la finale qui l’anno scorso; sa come si fa, sa cosa ci vuole per arrivare. Rune è molto giovane, è appena arrivato tra i migliori e sta giocando benissimo, specialmente sulla terra rossa. Ha giocato la finale a Montecarlo e a Roma”.

D: dal punto di vista mentale, ci sono differenze tra l’approccio a una semifinale Slam e a una di un altro torneo? E in ogni caso per questa semifinale in particolare c’è qualcosa di diverso vista la storia degli ultimi 12 mesi?

Zverev: “No, non sto affatto pensando a quello che è successo un anno fa, sono qui per vincere match di tennis. Capisco sia normale che noi ne stiamo parlando oggi, ognuno fa il suo lavoro. In ogni caso ovviamente il Grande Slam è un capitolo a parte, è diverso. E questo vale anche per le Olimpiadi”.

D: con un infortunio così grave hai dovuto in un certo senso reinventare il tuo gioco o sei semplicemente rientrato come se nulla fosse accaduto?

Zverev: “Dopo l’infortunio non ho giocato per 7 mesi e per i successivi 3 ho giocato sentendo dolore. È stato difficile ma mi sono aiutato anche pensando a che giocatore io fossi prima dell’incidente e che tipo di match riuscissi a vincere. Ora non ritorno più del tutto al passato”.

D: quali sono stati i momenti in cui hai capito che il tuo tennis stava tornando, che sarebbe tornato al top?

Zverev: “Quando ho smesso di sentire dolore. In Australia ho giocato su una gamba sola, avevo ancora dolore a Indian Wells e a Miami. Quando ho sentito che la gamba davvero non aveva più problemi a muoversi sul campo, sicuramente quello è stato un bel momento. Ma ripeto, non ci sto pensando più”.

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Roland Garros, Gauff contenta dei progressi: “Passi avanti a livello mentale. Adesso il doppio e poi Wimbledon”

Coco Gauff parla del match che l’ha vista uscire ancora una volta sconfitta contro Iga Swiatek

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Cori Gauff - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

Sei vittorie di fila rappresentano una certezza: per Coco Gauff, Iga Swiatek, al momento, è uno scoglio insormontabile. Non è una questione di superficie perché i sei confronti sono avvenuti tre sulla terra battuta e altrettanti sul cemento, bensì di difficoltà a dare fastidio con i propri colpi all’avversaria. Qualcosa l’ha variata quest’oggi nella gara che conduceva alla semifinale del Roland Garros, ma evidentemente non ha funzionato come avrebbe voluto per sua stessa ammissione.

Rispetto alla finale della passata edizione, in questi quarti di finale la Regina di Parigi in carica le ha concesso due game in più. La chiave di volta della partita è stato il nono gioco del primo parziale quando, sul 30-30, le è mancato il coraggio per portare dalla sua parte l’inerzia.  

Mai come in questa occasione è stata vicina a mettere in difficoltà la polacca: “Sono stata a un passo in diverse occasioni dal break point decisivo per il set. Sono dettagli sui quali devo lavorare e fare ancora meglio, perché nel primo set la differenza è stata davvero in pochi punti”.

 

Cosa ha cambiato Gauff in questa circostanza? “Non lo svelo, anche perché non ho vinto. Ma è una modifica al mio modo di giocare che nel complesso mi ha aiutato”. Ha spinto molto con il dritto trovando molta profondità: “Ho lottato molto seguendo un mio piano di gioco, ma ovviamente devi concentrarti sulla tua parte del campo e anche su quella opposta. Ho cercato di trovare grande equilibrio e assicurarmi di continuare a fare le cose in cui mi trovo a mio agio, costringendola a colpire in maniera non comoda per lei”.

Poi riflette sui suoi errori: “Ho perso tanti punti a causa di alcuni dettagli e poi ci sono i miei errori, come quando sono salita 40-15 sul suo servizio, ma ho sbagliato due risposte”.

Incidente diplomatico nel secondo set, quando Gauff ha colpito a rete Swiatek in maniera fortuita: “Non è da me colpire la mia avversaria. Non ho provato a colpirla, stavo solo cercando di colpire la palla con forza in mezzo al campo, ed è successo che l’abbia colpita ovviamente. Mi sono scusata dopo, ma penso che sappia che fa parte del gioco. Se colpisci una palla sbagliata e decidi di correre a rete, c’è sempre il rischio che tu venga colpito, e c’è sempre il rischio che la persona possa sbagliare cercando di evitarti. Ha funzionato la prima volta, la seconda volta no. Ma se fossi stata nella sua posizione, non ce l’avrei nemmeno con me perché è corsa avanti. Penso che quando ho chiesto scusa, lei ha scosso la testa, comprendendo che quella era l’unica possibilità che avevo davvero”.

Certo che il 6-0 nei confronti Iga vs Coco potrebbe influire sulla sua psiche: “Ovviamente quando perdi contro qualcuno, ti senti uno schifo. Non è piacevole, ma quando scendo in campo non penso mai all’ultima confronto diretto disputato. Lo considero una nuova opportunità per vincere e per giocare al meglio. Se continuo a pensare di perdere non vincerò mai. Penso di essere migliorata molto in alcuni aspetti del gioco. Le mie risposte sono state molto efficaci e aggressive in questo torneo. Ci ho provato anche oggi, ma non è andata bene. Ma vedo miglioramenti e di questo sono contenta”.

Cosa porta a casa da questa esperienza l’americana? “Sono orgogliosa di come sia riuscita a dare una svolta alla stagione. Penso alla vittoria ottenuta su Mirra, al fatto di esser riuscita in partita dopo aver perso il primo set. Sono rimasta calma e sono contenta di questo aspetto. Anche oggi, dopo aver perso il primo set, ho avuto l’opportunità a inizio secondo parziale di rientrare in partita mantenendo la giusta tensione“.  

Per Gauff c’è da provare alzare il trofeo nel torneo di doppio e poi bisogna concentrarsi sul prossimo Slam: “Wimbledon è speciale per me. Lo dicono in tanti, ma a me piace l’erba e non vedo l’ora di migliorare. Non vedo l’ora”.

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