Australian Open, uomini: Berdych travolgente, Murray e Nadal in sicurezza. Soffre Dimitrov

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Australian Open, uomini: Berdych travolgente, Murray e Nadal in sicurezza. Soffre Dimitrov

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Murray e Nadal  passeggiano, il ceco travolge Troicki. Il bulgaro costretto al quinto da un Baghdatis impeccabile per due ore. A Tomic il derby australiano 

R. Nadal [3] b. D. Sela 6-1 6-0 7-5 (da Melbourne, Angelo Lo Conte)

Dopo le fatiche del secondo turno contro il qualificato statunitense Tim Smyczek, un Nadal non ancora al meglio affronta Dudi Sela, scivolato al numero 106 del ranking mondiale, che nel secondo turno di questo Australian Open ha eliminato una vecchia conoscenza dello spagnolo: quel Lukas Rosol che lo eliminò nel secondo round di Wimbledon 2012. Il match che chiude il programma serale della Rod Laver arena sarà interessante per testare le condizioni di salute dello spagnolo che, contro Smyczek, ha sofferto spossatezza e disidratazione.  D’altra parte, vista l’odierna eliminazione di Federer contro Seppi, sarà interessante testare a livello generale la condizione di Rafa che a questo punto si candida ad essere il principale favorito della parte bassa del tabelolone.

Sin dalle battute iniziali si capisce che questo Rafa è ben altra cosa da quello visto sulla Rod Laver due giorni fa. Il break in apertura arriva solo al quarto tentativo ma indirizza il match sui binari che lo spagnolo più preferisce. Da qui in poi il campione di Manacor fa corsa da solo. Corsa in tutti i sensi dato che Nadal sembra completamente recuperato e tremendamente incisivo con il dritto madiante il quale farà la bellezza di 16 vinceni nel corso dei primi due set. Sela tiene un servizio sul 4-0 ma la sua resistenza è poca roba. Rafa strappa il servizio con l’ennesimo vincente di dritto e porta a casa il primo parziale con il punteggio di 6-1.

Il secondo set è un monologo di Rafa che sembra voler far dimenticare al pubblico della Rod Laver lo spavento patito al secondo turno. Il conto dei punti è 27 a 10, 6 a 0 il risultato finale. Rafa fa il 90% di punti con la prima e 8 vincenti di dritto: è sempliciemente non giocabile.

Ad inizio il terzo set si cominciano a sentire i primi incitamenti in favore Sela. Non è tanto tifo quanto piuttosto il fatto che Il pubblico della Rod Laver inizia a rendersi conto di aver già assistito al 6-1 6-1 di Sharapova e che se si continua di questo passo la sessione serale sarà finita in meno di due ore e mezza. L’israeliano, ben incitato, ci mette del suo e finalmente riesce a tenere due servizi di fila. Nel settimo gioco avrebbe anche due break point, annullati con stizza dal maiorchino con una prima vincente e con il dritto. La situazione si ripete nell’undicesimo gioco, tre palle break annullate dal Nadal (una con un nastro forunatissimo) che tiene il servizio e poi brekka immancabilmente Sela chiudendo il match in 2 ore e quattro minuti con il punteggio di 6-1 6-0 7-5.

Intervistato da Jim Courier l’attuale numero tre del mondo ha detto di sentirsi molto meglio e di essere molto soddisfatto del suo dritto. Rafa ha rivelato di aver dormito molto nei giorni scorsi, di sentirsi recuperato  ma di aver comunque bisogno di giocare molti matches per raggiungere il massimo della condizione.

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B. Tomic b. S. Groth 6-3 7-6(8) 6-3 (di Carlo Carnevale)

Il più giovane degli Aussies in campo si aggiudica il derby serale; Bernard Tomic fa sfoggio di una maturità insolita per la sua fama, e dispone del connazionale bombardiere in poco più di un’ora e mezza. Sorprendenti i soli otto non forzati di Bernie, sintomo di una grande quadratura e lucidità; Groth dal canto suo ne commette ben 39, a fronte di 45 vincenti, a testimoniare la sua difficoltà nel reggere gli scambi, quando non riesce a ottenere il punto con la potentissima prima (costantemente oltre i 200 km/h) o con il colpo immediatamente successivo.
Tomic gestisce in maniera ordinata l’incontro, piazzando i breaks decisivi in apertura di primo e terzo parziale, senza mai cercare di strafare, rispondendo spesso nei lacci delle scarpe dell’avversario, ed evitando di farsi prendere dal panico nel secondo set; dopo una prima frazione di comoda amministrazione vinta per 6-3 grazie al doppio fallo su palla break di Groth, si giunge ad un vibrante tie break, nel quale il ragazzo di origini bosniache deve rimontare un minibreak per due volte ed annullare un set point, prima che l’ex marito della Gajdosova gli conceda la terza chance di portarsi avanti due set a zero, sfruttata in pressione da fondo.
26 vincenti totali e una percentuale di prime in campo che recita un positivissimo 73%, senza neanche una palla break concessa, permettono a Tomic di sciogliere ulteriormente il braccio, con il quale si produce in un passanne stretto di dritto in chop da applausi; break nel quarto gioco della terza partita e da lì discesa, con Groth che cerca di scuotersi rimproverandosi più volte l’evidente carenza negli spostamenti (svariati e roboanti “Lazy!”), caricato anche dal pubblico che più che tifare per lui è sembrato aver voglia di un incontro più combattuto.
Ora per Tomic un interessantissimo ottavo con Tomasz Berdych, per rincorrere quel quarto di finale, suo miglior risultato Slam, che a Wimbledon lo avviò verso la ribalta.

[6] A. Murray b. J. Sousa 6-1 6-1 6-4 ( di Carlo Carnevale)

Grigor Dimitrov è avvertito: Murray non ha alcuna intenzione di fare la stessa figura patita allo scorso Wimbledon; il britannico gioca infatti una signora partita, dominando per quasi due ore, prima di distrarsi e concedere ad un comunque ottimo Sousa la possibilità di rientrare nel match, salvo poi ghermirlo nel finale. Murray è ingiocabile dal lato del rovescio per tutto l’arco del match, sciorina l’intero repertorio tra slice e colpi piatti; salva una palla break in avvio, poi intasca un parziale di sedici giochi a tre per portarsi due set e un break in vantaggio. Sousa non si risparmia, dimostra grande pulizia e cerca l’anticipo quando possibile, ma trova dall’altra parte un avversario semplicemente migliore. Lo scozzese compensa la disparità di resa tra prima e seconda (87% a fronte del 38% nel solo primo set) con solidità e completezza come non si vedevano da tempo; rivela l’unico solito neo di concentrazione nel finale di terzo set, quando dal 40-15 e servizio molla la presa e permette all’indomito portoghese, che aveva in precedenza richiesto un trattamento fiosioterapico, di impattare e poi fare partita per qualche game in più. Le velleità vengono sopite del tutto nel dodicesimo game, quando con già due matchpoint annullati alle spalle, Murray trova uno stupendo passante di dritto in corsa per mettere la pressione decisiva e chiudere.
Prestazione di livello assoluto per la testa di serie numero 6, che adesso come detto avrà il golden boy bulgaro in ottavi, per riscattare la cocente sconfitta londinese del 2014.

[10] G. Dimitrov b. M. Baghdatis 4-6 6-3 3-6 6-3 6-3 (da Melbourne, Luca Baldissera)

Giornata calda, ma meno del previsto, con un gradevole venticello rinfrescante: il catino dello Show Court 3 non è torrido come nei giorni scorsi, e questo certamente facilita Marcos Baghdatis, che ha bisogno di tutte le sue risorse fisiche per contrastare Grigor Dimitrov. E così, quando dopo un inizio di match lottato ma regolare, il cipriota, complice un momento di incertezza e un doppio fallo di Grigor, piazza il break sul 4 pari e poi chiude il primo set 6-4, a scaldarsi pure troppo è la torcida biancoceleste dei tifosi di Marcos.

Non c’è un singolo posto libero, nel quarto campo in ordine di capienza di Melbourne Park, e forse per reazione allo scatenato tifo cipriota, è una gran parte del restante pubblico ad esultare rumorosamente quando Dimitrov si scuote e allunga nel secondo set dopo aver brekkato Baghdatis sul 2-1, portandosi 4-1. Giocano bene entrambi, cercando l’affondo appena possibile, aggredendosi a vicenda, e realizzando anche diversi bei punti in difesa con i passanti. Sul 5-2 per Grigor, trainer in campo chiamato da Marcos, che si fa massaggiare il fianco e l’anca sinistri. Rientra al servizio sul 2-5, il cipriota, e risolve bene un game lottato con due parità: fisicamente sembra a posto. Dimitrov, comunque, ha trovato un buon ritmo, e nonostante un doppio fallo iniziale, con il servizio a disposizione realizza un ace (inspiegabilmente chiamato out, palla dentro una spanna), un paio di belle discese a rete, e chiude 6-3. Un set, pari comincia a fare più caldo: un’ora e 20 di match, mezzogiorno e mezzo ora locale.

Parte il terzo set, Grigor alza con decisione il ritmo prendendosi qualche rischio anche sulla seconda palla (8 doppi falli alla fine per lui), Marcos lotta e tiene come può. L’aria adesso è quasi ferma, e la temperatura sale. Un gruppo di tifosi bulgari si organizza, cominciano i cori ritmati anche a favore di Dimitrov, in un simpatico anche se rumoroso controcanto con la curva di ultras ciprioti. Grigor gioca bene, stile classico, coerentemente con il fatto di essere forse l’unico top player sponsorizzato Nike senza elementi techno-fluorescenti nell’outfit, bianco e nero, molto sobrio. Si arriva così al 2 pari, ai vantaggi, quando Baghdatis concede e poi annulla le prime due palle break del set. Nel game successivo, e in modo inaspettato per quanto visto finora, Grigor a sua volta ne concede prima due consecutive, poi una terza, e una quarta, tutte comunque annullate con decisione. Il match è più equilibrato del previsto, e bello da vedere, ma la cosa non fa contento Dimitrov che rivolgendosi al suo angolo mima a Roger Rasheed di non riuscire a entrare sui colpi con sufficiente anticipo.4-3 Marcos, altre palle break per lui: ben 4, di cui l’ultima fatale per Grigor. 5-3 Baghdatis, gran tennis di tutti e due adesso, vantaggi, quattro palle del contro-break per Dimitrov, Marcos le annulla tutte con bravura, e al primo set-point chiude 6-3 andando avanti due set a uno in modo a questo punto assolutamente meritato per la grinta dimostrata.

Le condizioni ambientali si mantengono accettabili, fa molto caldo ma tutto entro la norma. Dimitrov esce dal campo, Baghdatis sta seduto tranquillo a rinfrescarsi. Nel secondo game Marcos annulla l’ennesima palla break con un ace, ma nel quinto, sul punteggio di 3 a 2 per Dimitrov, commette due doppi falli e cede la battuta. Siamo a 2 ore e tre quarti di partita quando Dimitrov va 5-2, si fa annullare tre set point, e poi chiude con il servizio: 6-3, si va al quinto, Grigor sta martellando bene (210 kmh il servizio che lo ha portato a set point), Marcos comincia a sembrare un po’ appannato.

Dalla fila di chioschi gastronomici adiacenti al campo arrivano gli appetitosi profumi dei barbecue, sono le due passate di pomeriggio, i tifosi bulgari e ciprioti si uniscono nell’applaudire i giocatori, e Baghdatis va al servizio per inaugurare set decisivo. Splendida atmosfera per una gran partita. 1-1, due bei dritti di Grigor, un doppio fallo di Marcos, e ci sono tre palle break. “Davai Grisha”, si sente dagli spalti, e alla seconda occasione, il bulgaro brekka. Rasheed, abbronzato e scuro come non mai, gesticola incitando Dimitrov ad entrare in campo e spingere, Baghdatis rimane lì con coraggio ma ha completamente perso incisività. Si arriva così sul 5-3 per Grigor, servizio Marcos. Il bulgaro sale 0-40, si fa annullare i primi due match point, e poi chiude 6-3. Bene Dimitrov, ma buonissimo anche Baghdatis, che però ha fatto e disfatto un po’ troppo (ben 18 palle break concesse, bravo ad annullarne ben 14, ma a forza di rischiare prima o dopo si concede per forza). Per Grigor, probabile ottavo di finale con Andy Murray: da non perdere.

 

stats dimitrov baghdatis

 

[7] T. Berdych b. V. Troicki 6-4 6-3 6-4 (di Riccardo Urbani)

Un Berdych in grande spolvero supera con inusitata facilità il serbo Troicki, precipitato in classifica e al rientro in questa stagione dopo le vicende legate alla mancata fornitura dei campioni di sangue.
Fin da subito ci si accorge che il ceco mulina i suoi colpi piatti e potenti con grande maestria e sembra sentire la palla con ottime confidenze, nonostante si arrivi fino al 5-4 Berdych senza occasioni per rompere l’equilibrio. Ma qui il giocatore balcanico è in vena di regali e commette un imperdonabile doppio fallo sull’unica palla break concessa. Quella palla break coincide con il set point e significa di fatto la fine dei giochi. Nella seconda partita la testa di serie numero 7 del torneo aumenta ulteriormente la qualità del suo tennis, strappa subito il servizio al serbo e va a chiudere con un comodo 6-3. L’ultima frazione non si discosta dalle altre due, break in apertura, pieno controllo e qualche giocata sontuosa di un Berdych a tratti perfetto che pone fine all’incontro sul suo servizio dopo aver sprecato 7 match point nel turno di battuta del serbo. 55 vincenti e nessuna palla break concessa danno l’idea del livello a cui ha portato oggi il suo tennis il giocatore ceco. Forse questa volta è quella giusta per vederlo lottare per il titolo, talento, prestanza fisica e capacità tecniche non sono mai mancate. Il problema è la cronica fragilità mentale che sembra, in certi momenti cruciali, sconfinare nel terreno della psicanalisi. È meglio allora attendere avversari più tosti, dato che l’onesto pedalatore serbo non è dotato di armi che possano far male a Berdych e nulla può opporre che non sia il proverbiale temperamento balcanico. Anzi, l’impressione è che si trattasse dell’avversario ideale per esaltare un gioco, quello del campione ceco, che in momenti come questi sa raggiungere vette estetiche davvero notevoli.

Nick Kyrgios b. Malek Jaziri 6-3 7-6(6) 6-1 (di Carlo Mulas)

Successo facile per il giovane australiano Nick Kyrgios sulla sorpresa tunisina Jaziri. Tre set in poco meno di due ore permettono a Kyrgios di avanzare agli ottavi di finale dove è pronto per incontrarlo l’azzurro Andreas Seppi, il giocatore del giorno a Melbourne dopo la vittoria meritata contro sua maestà Roger Federer. Incontro che dovrebbe avere l’onore della Rod Laver Arena con il pubblico tutto per il giocatore di casa, ma Seppi ha dimostrato di non temere il tifo contrario (oggi erano tutti per lo svizzero), anzi di esaltarsi proprio quando gioca nei grandi stadi. Jaziri si può ritenere più che soddisfatto della sua esperienza australiana e torna a casa conscio delle sue possibilità e del fatto che nel circuito c’è posto anche per lui.

 

[14] Kevin Anderson b. [24] Richard Gasquet 6-4 7-6(3) 7-6(6) (di Carlo Mulas)

Kevin Anderson va avanti e Richard Gasquet torna a casa. Ma il 3-0 con il quale il giocatore sudafricano ha vinto non rende giustizia al transalpino che sia nel secondo e sia nel terzo set (entrambi terminati al tie break) ha avuto due set point a favore. Alla fine ha prevalso la potenza di Anderson alla precisione del rovescio del francese che ha messo in difficoltà l’avversario attaccando la seconda di servizio. E proprio il servizio oggi non è stato il punto di forza della testa di serie numero 14 che ha dovuto penare non poco sulle risposte vincenti di Gasquet. Per la terza volta consecutiva Anderson approda alla seconda settimana degli Australian Open dove affronterà molto probabilmente lo spagnolo Rafa Nadal.

Risultati:

A. Seppi b. [2] R. Federer 6-4 7-6(5) 4-6 7-6(5)
[3] R. Nadal vs D. Sela
[7] T. Berdych b. V. Troicki 6-4 6-3 6-4
N. Kyrgios b. M. Jaziri 6-3 7-6(6) 6-1
[6] A. Murray b. J. Sousa 6-1 6-1 6-4
B. Tomic b. S. Groth 6-3 7-6(8) 6-3
[14] K. Anderson b. [24] R. Gasquet 6-4 7-6(3) 7-6(6)
[10] G. Dimitrov b. M. Baghdatis 4-6 6-3 3-6 6-3 6-3

 

(in aggiornamento)

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