Australian Open, uomini: prosegue la corsa di Djokovic. Ferrer alla fine la spunta. Nishikori cede un set

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Australian Open, uomini: prosegue la corsa di Djokovic. Ferrer alla fine la spunta. Nishikori cede un set

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Qualche difficoltà nel primo set per il serbo. Raonic vince e convince. Wawrinka si sbarazza facilmente di Nieminen e trova negli ottavi lo spagnolo Garcia-Lopez che supera un menomato Pospisil. Nishikori soffre all’inizio ma poi batte Johnson, fuori un furibondo Isner e Simon, ultimo francese in gara.

[1] N. Djokovic b. [31] F. Verdasco 7-6 (10) 6-3 6-4 (da Melbourne, Angelo Lo Conte)

Mentre non sono di certo mancate le soprese nella parte bassa del tabellone, nella parte alta, quella che ospita il numero uno del mondo Novak Djokovic e il campione uscente Stan Wawrinka, tutto è finora filato secondo pronostico. Questa sera, nel primo incontro in programma della sessione serale della Rod Laver Arena, il quattro volte campione degli Australian Open affronta Fernando Verdasco, semifinalista qui nel 2009 quando fu sconfitto in un epico match da Rafa Nadal con il punteggio di 6-7 6-4 7-6 6-7 6-4 in 5 ore e 14 minuti.

Djokovic, che non esce al terzo turno di uno Slam da Parigi 2009, è apparso fin quì in ottima forma nello Slam Down Under e punta ad eguagliare il record di Roy Emerson, vincitore a Melbourne per ben 5 volte. I precedenti con Verdasco sono di 6-4 in favore del serbo che ha vinto gli ultimi due incontri, entrambi giocati sul cemento.

Pronti via e Novak va a palla break nel terzo game del primo set ma litiga con il dritto e Verdasco, a fatica, tiene. Lo spagnolo gioca bene, Nole, d’altra parte, al servizio è semplicemente ingiocabile. Scontato quindi l’epilogo al tie-break nel quale Verdasco vola 5-3 grazie ad un mini-break restituito immediatamente con uno sciagurato doppio fallo. Curiosità: la seconda di servizio dello spagnolo rimbalza nel suo stesso campo prima di finire in rete. Sul 6-5 per Nole, un primo set point è annullato da un coraggioso ace di Nando mentre il secondo si infrange su una risposta in rete. Il terzo però è quello buono e grazie ad un errore di rovescio dell’avversario il serbo porta a casa un parziale davvero ben giocato da entrambe le parti.

Nel secondo set Nole brekka subito nel secondo gioco. Nel game successivo va 0-40 ma si salva da campione con tre aces: saranno le uniche palle break concesse nel corso del match. Da qui in poi il livello di gioco cala lievemente e il parziale segue la regola del servizio fino all’ottavo gioco quando Nole si procura due ulteriori palle break. Nando le salva entrambe. Ce ne sarebbe in realtà anche una terza guadagnata grazie ad un ace di seconda dello spagnolo che viene trasformato in doppio fallo dalla chiamata del falco. Ad ogni modo non cambia nulla, se Nando tiene con coraggio, Nole sul suo servizio gioca da solo: due prime e due dritti e ci si ritrova due set a zero in poco più di un’ora e mezza.

Sebbene Verdasco non demeriti, l’esito del terzo set appare scontato. Djokovic continua a vincere l’82% di punti con la prima e non concede neanche un deuce sul proprio servizio. Il break decisivo arriva nel quinto gioco grazie ad un errore di rovescio dello spagnolo, poi normale amministrazione fino al 7-6 (10) 6-3 6-4 finale.

Intervistato da Courier, il numero uno del mondo ha parlato del suo amore per il tennis nato guardando la finale di Wimbledon 1993 in cui lo stesso Curier perse da Sampras in quattro set. Prima di andare via, inoltre, dedica a mamma Diana per il compleanno. La Rod Laver gradisce e canta divertita.

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[9] D. Ferrer b. [18] G. Simon 6-2 7-5 5-7 7-6(4) (di Giuido Capucci)

David Ferrer ci ha provato in tutti in i modi ma non ci è riuscito a perderlo questo match. La rivincita del terzo turno dello scorso U.S. Open si conclusa con la vittoria della testa di serie numero 9 contro la numero 18, Giles Simon. Gli scontri diretti, 5 a 2 per lo spagnolo, e la classifica indicavano in Ferrer il netto favorito ma proprio l’ultimo precedente, vinto dal francese a New York, rendeva incerto il risultato.
Ad ogni buon conto Ferrer prendeva saldamente la testa della partita e strappava tre servizi al suo avversario chiudendo in 34 minuti il primo set.
Il secondo set, viceversa, si complicava quando Simon recuperava il break subito in apertura e si portava prima sul 3-3 e poi addirittura sul 5-4. Purtroppo per lui però le prime stentavano ad entrare e sul 5-5 cedeva nuovamente il servizio e Ferrer si aggiudicava anche il secondo set.
Nel terzo set la regolarità di Ferrer dava i suoi frutti con un break conquistato al sesto gioco che gli assicurava il diritto a servire per il match sul 5-3. A questo punto, però, saliva in cattedra Simon che cominciava a non sbagliare più e, soprattutto, a piazzare i winners che ha nel repertorio: 7/5 per lui e si va al quarto set.
Lo sforzo profuso da Simon pareva aver presentato il conto ed, infatti, in un batti baleno lo svantaggio diventava abissale e Ferrer si trovava sul 5-1. Serviva due volte per il match ma per ben due volte i colpi piatti di rovescio di Simon impedivano la chiusura del match. Il transalpino andava addirittura sul 6-5 ma Ferrer teneva il servizio ed allungava la partita al “gioco decisivo”.
Il tie-break era il festival dell’errore e sembra che servire fosse un handicap. Su 11 punti totali si contano 7 mini break. A fare peggio è Simon che perde tutti e 4 i primi servizi che gioca e va sotto 2-6. A questo punto anche uno stremato Ferrer non può esimersi dal chiudere la partita vincendo, dopo essersi visto annullare due palle match, con il punteggio di 7/4.

[5] K.Nishikori b. S. Johnson 6-7(7) 6-1 6-2 6-3 (di Francesco Gizzi)

Prosegue agli ottavi  la corsa della testa di serie nipponica numero 5 , che , anche stavolta come con il croato Dodig, paga un un approccio mentale al match non troppo deciso e supera il modesto americano Johnson concedendo il secondo set del suo torneo.
Il match dura praticamente 55′, la durata del primo set , poi i restanti 3 sono una passeggiata della salute per il giapponese.
Un primo set muscolare, fatto di lunghi scambi da fondocampo, in cui l’allievo di Chang, dopo esser stato avanti di un break, si fa raggiungere subito dall’americano sul 3-3. Nishikori, che sembra abbonato al calo di tensione in questo major australiano, soffre la potenza da fondocampo dei colpi del solido  Johnson e regala 9 errori non forzati solo nel primo parziale , che si conclude a favore dell’americano dopo un tirato tiebreak, deciso sul 7-7 da una stecca del giapponese in un dritto in avanzamento.
Ferito nell’orgoglio, Kei decide di mettere il turbo, da lì in avanti, trova ottime accelerazioni di rovescio e angoli che spingono l’americano sempre più lontano dalla linea di fondo e lo rendono totalmente incapace di poter impensierire il giapponese.
Due break in entrambi set successivi , con Johnson che raccoglie le briciole e  Nishikori che scappa sul 2-1.
Non cambiano le cose nemmeno nel 4 set con il giapponese che continua a dispensare vincenti e a sbagliare pochissimo, muovendosi con strepitosa facilità e telecomandando l’inerme Johnson con la profondità e angolazione di palla. Anche il quarto set si chiude con il secondo break a favore del giapponese, che porta a casa un match in cui ha brillato per metà, mostrando ancora dei pericolosi black out e cali di tensione , che deve assolutamente eliminare in vista di avversari ben più ostici.

G. Muller b. [19] J. Isner 7-6(4) 7-6(6) 6-4 (di Gabriele Orio)

Sole da happy slam e campo 3 gremito da un pubblico allegro e rumoroso.
Lo spettacolo si apre con Hey Jude cantata dal solito gruppo di ubriaconi locali con parrucche da McEnroe. Isner, testa di serie numero 19, fa il suo ingresso nel dinoccolato pomeriggio australiano dove lo aspetta il lussemburghese Muller, numero 42 ATP.
Primo set molto pigro, con entrambi che tengono agevolmente il servizio. Isner vince i suoi game con la battuta senza impegnarsi. Completamente assente alla risposta, fa un solo punto nei primi 6 games dell’avversario e regala alla debole prima di Muller un 100% di punti.
Muller, più presente in campo del sopito avversario, è intelligente a piazzare il servizio negli angoli e chiudere il punto negli spazi aperti dove il gigante americano non riesce ad arrivare.
Il primo tiebreak Muller lo chiude con due servizi esterni chiusi da volée e smash in campo aperto.
Il secondo set si apre con Isner che prova a forzare da fondo: vince il secondo punto in risposta del match dopo 40 minuti di gioco, ma col dritto non sente la palla ed è sempre in ritardo sul rovescio. Muller continua a portare avanti i suoi game con estrema facilità piazzando il servizio mancino, con il quale incrementa gli aces.
Muller va al secondo tie-break con il solito game facile. Stavolta è una buona risposta a dargli il set con l’aiuto di con un nastro che manda in bestia John. Set Muller, racchetta spaccata e warning Isner.
Nel terzo set si segue blandamente il servizio fino al 3-3, quando Isner si fa recuperare da 40-0.
Muller fa affidamento sugli errori di dritto di Isner e ha ragione: primo break della partita dopo 2 ore e 10 di gioco e match chiuso.
Al prossimo turno, prima volta agli ottavi in uno slam, il numero 42 ATP incontrerà Djokovic.

[4] S. Wawrinka b. J. Nieminem 6-4 6-2 6-4 (di Riccardo Urbani)

Diversamente dallo svizzero più celebre e titolato, Stan Wawrinka non tradisce e regola con facilità Jarkko Nieminem, numero 72 del mondo, mai come oggi apparso vittima sacrificale.
Il canovaccio della partita è subito chiaro: Wawrinka a menare i suoi colpi sublimi, l’altro a remare in difesa, privo di armi per contrattaccare. La resistenza dura fino al 4-4, poi lo svizzero si porta avanti sulla sua battuta, strappa il servizio al finlandese e chiude la prima partita 6-4, in controllo, senza concedere nulla all’avversario nonostante una prima di servizio che non ne vuole sapere di entrare.
Nel secondo set lo svizzero accelera e si porta sul 4-0 con 2 break. I colpi sono davvero mirabili e quel rovescio andrebbe proiettato giorno e notte in tutte le scuole tennis più rispettabili. Un attimo di distrazione in cui si fa sorprendere nel suo turno di battuta non gli impedisce di porre fine ai giochi con un  6-2 senza storia. Nel gioco finale poi, Stan tira fuori dal cilindro una risposta di rovescio incrociata da far sobbalzare sulla sedia. Fantascienza. Il povero mancino del Nord è il simbolo dell’impotenza, sballottato a destra e a sinistra, sempre lontano dalla riga di fondo e con una seconda di servizio davvero troppo morbida.
Tuttavia il terzo set si apre con un sorprendente break di Nieminem il quale cede comunque il proprio servizio subito dopo a un Wawrinka a tratti nervoso e di certo calato nel rendimento. Come nella prima partita si giunge fino al 5-4 con il finlandese che va a servire per salvare la partita. Ma qui il suo tennis da comprimario non può nulla contro la classe dello svizzero a cui è sufficiente alzare la soglia di attenzione per strappargli la battuta a zero e porre fine ad ogni discorso.
In definitiva un Wawrinka ai suoi livelli che porta a casa ben 55 vincenti, da dominatore assoluto del campo. Un Wawrinka che fa e disfa, se si considerano anche i 39 gratuiti che potrebbero anche costargli caro con avversari meno morbidi. La strada è ancora lunga per la conferma del titolo, ma la notizia è che, persa la prima in modo doloroso non meno che sorprendente, la Svizzera del tennis conserva gelosamente la sua seconda freccia.

 

[12] F. Lopez b. J. Janowicz 7-6 (6) 6-4 7-6 (3)  (da Melbourne, Luca Baldissera) 

Chi si aspettava una battaglia tra bombardieri al servizio, è stato certamente accontentato, perchè come è noto Feliciano Lopez e soprattutto Jerzy Janowicz in quanto a randellare con la prima (e a volte con la seconda) palla di servizio non scherzano affatto. Ma la cosa che ha stupito in positivo del match è stato il fatto che entrambi non hanno disdegnato di esibirsi in diversi tocchi, variazioni e finezze di altissimo livello. Situazione ambientale ottima, caldo ma non troppo, un filo di brezza, Margaret Court Arena ben riempita di spettatori.

Primo set che prevedibilmente approda al tie-break, non senza scossoni però: il polacco e lo spagnolo si sono concessi a vicenda ben 11 palle break (7 per Lopez, 4 per Janowicz), con Feliciano che è andato 3-0 per poi farsi recuperare sul 3 pari. Anche al tie-break, diversi punti concessi da chi serviva (6 minibreak, 3 ciascuno), e conclusione con un doppio fallo di mezzo metro di Janowicz sul 7-6 Lopez che ben rappresenta un set pieno di gran cose (sul 6-5 servizio Jerzy a 215, risposta di dritto vincente lungolinea di Feliciano, “Playstation!” grida giustamente qualcuno dagli spalti) ma anche di autentiche sciocchezze. 8 punti a 6 Lopez, un set avanti lo spagnolo, il pubblico comunque si diverte.

Tra i due, Feliciano è quello che pur non tirandosi indietro nella gara di potenza (diversi ace esterni sopra i 210kmh) appare più manovriero, con efficaci tagli sotto, e buonissime chiusure a rete, giocate alle quali Jerzy riesce a opporre solo accelerazioni a occhi chiusi e qualche buona palla corta delle sue. Sul 2-1 Lopez brekka, Janowicz ora non sembra del tutto convinto e concentrato, scherza e ammicca con il pubblico (a un certo punto si ferma, alza gli occhi, e dice “quiet please!” agli uccellini che cinguettano sotto il tetto della MCA), regala punti, ma ogni tanto dal nulla spara vincenti impressionanti. Attitudine mentale a parte, il polacco sembra molto migliorato di rovescio, sul 5-4, servizio Lopez, si conquista 5 palle break, ma lo spagnolo le annulla con splendide discese a rete, e chiude al primo set-point. 7-6 6-4 Lopez, partita spettacolare, pubblico spesso in piedi ad applaudire.

Parte il terzo set, sulla stessa (gradevolissima e divertente) falsariga dei precedenti due, la prima buona occasione è per Janowicz sul 3-2 per lui, quando Lopez al servizio concede una palla break che Jerzy spreca sparando via un dritto non impossibile. Il polacco comincia a scherzare di meno, gesticola seccato verso il suo angolo, il gioco rimane comunque brillante da parte di tutti e due, ogni punto un’accelerazione, un taglio, un ace, una volée, un passante. E si arriva al tie-break. Jerzy concede minibreak nel primo punto, ma recupera, e poi piazza due servizi consecutivi oltre i 220; Feliciano cerca e trova buonissimi serve&volley e accelerazioni di dritto. Sul 4-3 Lopez, servizio Janowicz, Jerzy sbaglia un dritto, sul 5-3 Feliciano prende un nastro fortunatissimo con il passante, e chiude subito dopo. 7-6. 6-4, 7-6, davvero una bella partita, Feliciano meritatamente avanti soprattutto per la maggior concentrazione dimostrata, (Jerzy alla fine solo un break realizzato, nel primo set, su 11 occasioni) ma se Janowicz non si concedesse qualche momento da gigione non sarebbe lui, e il pubblico lo ama per questo: grandi applausi per entrambi alla fine.

stats lopes janowicz

 

[8] M. Raonic b. B. Becker 6-4 6-3 6-3 (di Silvia Berna)

Ancora una vittoria convincente per Milos Raonic, testa di serie numero 8 del torneo, che senza cedere nemmeno un set accede al quarto turno. Di fronte a lui nel match di oggi il tedesco Benjamin Becker, numero 41 del ranking mondiale, che nel turno precedente aveva recuperato due set di svantaggio e inflitto all’eroe di casa Lleyton Hewitt una pesante sconfitta – in quella che forse sarà la sua ultima partita nello slam di casa. I precedenti confronti diretti sono a favore del canadese, che conduce per 2 a 1 e ha vinto l’ultima partita disputata lo scorso anno al Masters 1000 di Miami. Raonic parte largamente favorito e, come era facilmente prevedibile, controlla la partita dall’inizio alla fine. Praticamente ingiocabile al servizio, devastante con il dritto, quando può comandare da fondo raramente perde il punto. Chiude il primo set grazie ad un break ottenuto nel decimo gioco, mettendo a segno 10 ace e perdendo appena 3 punti sulla sua battuta. Ad inizio del secondo parziale arriva l’unica piccola pecca della sua partita. Il canadese si distrae nel primo game di battuta e perde il servizio per la prima volta in tutto il torneo – fino ad ora aveva soltanto concesso una palla break al primo turno. Il momento negativo dura però pochissimo. Raonic rimette in ordine le idee e grazie ad un paio di vincenti recupera subito lo svantaggio. Al di là di questo piccolo calo di tensione, la partita ha davvero poco da dire. Il gigante canadese continua a controllarla abbastanza agevolmente e, senza ulteriori indugi, si aggiudica anche il secondo e il terzo set e accede al quarto turno, dove attende il vincitore del match fra Lopez e Janowicz.

Risultati

[1] N. Djokovic b. [31] F. Verdasco 7-6(8) 6-3 6-4
G. Muller b. [19] J. Isner 7-6(4) 7-6(6) 6-4
[12] F. Lopez b. J. Janowicz 7-6 (6) 6-4 7-6 (3)
[8] M. Raonic b. B. Becker 6-4 6-3 6-3
[4] S. Wawrinka b. J. Nieminen 6-4 6-2 6-4
G. Garcia-Lopez b. V. Pospisil 6-2 6-4 6-4
[9] D. Ferrer b. [18] G. Simon 6-2 7-5 5-7 7-6(4)
[5] K. Nishikori b. S. Johnson 6-7(7) 6-1 6-2 6-3

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